Gio 25 Apr 2024

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Nardella, Bonisoli ritiri decreto di riforma

“Sono preoccupato non solo per la galleria dell’Accademia ma per lo schema di una riforma che è pasticciata, superficiale, poco condivisa. Faccio un invito al ministro Bonisoli come sindaco di una delle città più rilevanti nel campo del patrimonio culturale e statale: caro ministro ritiri il suo decreto, riapra un confronto vero non solo con il mondo del lavoro nei musei ma anche con gli amministratori locali, i presidenti di Regione, le istituzioni, la cittadinanza e la società civile, perché penso che per la riforma di un ministero si debbano ascoltare tutte le voci e prendere in esame tutti gli aspetti”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, a margine della prima seduta del nuovo Consiglio comunale, sulla riforma del Mibac.

“A me questa riforma non convince minimamente – ha aggiunto Nardella -. Appesantisce la burocrazia statale, riaccentra molte funzioni, cancella le cose buone che erano emerse nelle riforme precedenti, mette a rischio il rapporto fra le amministrazioni locali ed i musei autonomi, ed indebolisce nel complesso il sistema sul territorio”. “Francamente non me la sarei mai aspettata, e mi dispiace molto che il ministro non abbia trovato il tempo di parlare almeno con i sindaci delle città d’arte più importanti d’Italia”.

Il sindaco è intervenuto anche in merito alla pronuncia della Corte costituzionale che ha dichiarato inammissibili i ricorsi contro il decreto sicurezza presentati da alcune Regioni. “E’ un primo segnale concreto e positivo che sgombra il campo da qualunque alibi, e soprattutto crea le condizioni perché si riveda una legge pensata male e fatta male. Del resto gli effetti negativi del primo decreto Salvini sono sotto gli occhi di tutti”, ha detto Nardella. “Proprio oggi – ha continuato – la prefettura di Firenze ha annunciato la necessità di bandire nuovamente la ricerca di luoghi per l’accoglienza per i richiedenti asilo perché i nuovi criteri imposti dal primo decreto Salvini non hanno consentito di trovare soggetti disposti ad accogliere i richiedenti asilo con le mutate condizioni”. “Non è solo un problema di Firenze – ha detto ancora il sindaco – ma anche di altre città italiane, dimostra che noi sindaci avevamo ragione all’indomani della conversione di quel decreto perché non solo non risolve il problema dell’accoglienza dei richiedenti asilo ma addirittura lo amplifica, creando una situazione di grave e preoccupante incertezza”. “Il fallimento nel concreto di quel decreto e questa prima pronuncia della Corte costituzionale – ha concluso -, sono due motivi più che sufficienti perché il Governo riveda queste regole in un quadro di totale incapacità di gestire il problema dell’immigrazione”.

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