Ven 29 Mar 2024

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Morto a 89 anni Marcello Martini, testimone inferno di Mathausen

Morto due giorni fa a Montemurlo (Prato), a 89 anni, l’ex deportato nei campi nazisti Marcello Martini, tra le ultime memorie viventi di quell’orrore: aveva solo 14 anni quando trascorse quasi un anno nell’inferno di Mathausen, Wiener Neustadt e Hinterbrühl come deportato politico e riuscì miracolosamente a sopravvivere; avrebbe poi trascorso gran parte della sua vita a Torino dove aveva lavorato come dirigente d’azienda.

La scomparsa di Marcello Martini è resa nota dalla Regione Toscana che lo ricorda in un comunicato: “La sua testimonianza sui campi di concentramento lasciava il segno: era sempre capace di trasmettere quella terribile memoria riuscendo a alleggerirla con un tocco di ironia tipicamente toscana”.

“La scomparsa di Martini – commenta inoltre il vicepresidente della giunta regionale Monica Barni – tocca nel profondo tutta la comunità toscana, a nome della quale esprimo alla famiglia le più sentite condoglianze. Martini ha vissuto dal di dentro la pagina più tragica della nostra storia recente, ma ha saputo anche riaprire più volte quella pagina per trasmettere direttamente ai giovani i valori fondanti della nostra umanità e il senso più profondo delle istituzioni democratiche”. “In tante occasioni – ha proseguito la vicepresidente – ha partecipato alle iniziative della Regione sulla memoria e proprio nel gennaio scorso è stato insignito, insieme a altri sette sopravvissuti ai campi di sterminio, della medaglia d’oro Pegaso per aver spinto migliaia di giovani toscani a riflettere sulle conseguenze dell’indifferenza, del fascismo e della sua terribile guerra, ‘mostrando con la propria vita un esempio di resilienza, di spessore umano e morale’. La sua testimonianza resterà viva nei nostri cuori”.

A queste dichiarazioni si aggiugne anche il cordoglio dell’Amministrazione della città di Firenze, attraverso le parole dell’assessore alla cultura della memoria Alessandro Martini: “Segnato indelebilmente dalla sofferenza patita nel lager ha saputo testimoniare il suo desiderio di giustizia e di libertà per una vita intera.  Con la sua presenza sul treno della memoria ha rappresentato per tanti giovani fiorentini e toscani il testimone vivente dell’orrore dei campi di concentramento nazisti.  Per questo  sua scomparsa ci colpisce profondamente”.

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