Gio 28 Mar 2024

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Mobilitazione permanente di Fridays For Future contro Grandi Opere

“Da oggi, 21 Ottobre, dichiariamo ufficialmente lo stato di mobilitazione permanente”. Comincia con questa frase il comunicato rilasciato da Fridays For Future Firenze dove annunciano il loro impegno contro le Grandi Opere.

Fridays For Future Firenze avverte di essere “nuovamente pronte e pronti a riempire le piazze e a far sentire la nostra voce: ogni venerdì sciopereremo per il clima davanti ad una scuola diversa e organizzeremo altre iniziative per approfondire e mettere in vista le cause della grave crisi ecologica che stiamo vivendo”. La prima settimana di mobilitazione permanente “sarà dedicata al tema della grandi opere inutili e dannose per il nostro territorio” e venerdì 25 Ottobre saranno organizzate due iniziative per affrontare questa tematica:

– Lo School Strike all’Istituto Machiavelli-Capponi: le studentesse e gli studenti di questa scuola saranno invitati a non entrare in classe e ad affollare la piazza per “far sentire la nostra voce e per parlare di cambiamenti climatici e del legame della lotta per il clima con la lotta contro le grandi opere”.

– Presidio all’aeroporto di Peretola: dalle 16.30 Fridays For Future Firenze sarà “all’aeroporto per ribadire forte e chiaro che non vogliamo l’ampliamento di Peretola, vogliamo che quei soldi siano investiti per una mobilità più sostenibile”.

“Siamo in stato di emergenza climatica – continua il comunicato – e finalmente ciò è stato dichiarato anche dal Comune di Firenze e dalla Regione Toscana”. Per questo Fridays For Future Firenze chiede ai decisori politici locali di dimostrare “che queste dichiarazioni non sono simboliche, ma che vi rendete conto di quanto sia grave il problema. Dimostrateci che le vostre parole di supporto non sono vuote. Se davvero avete capito che siamo in stato di emergenza climatica, non aumentiamo l’emergenza: mettete da parte i progetti climalteranti e dannosi per il nostro territorio e iniziate a trovare il coraggio di mettere in atto i cambiamenti radicali necessari a garantirci un futuro”.

“Non siamo più disposti – recita il comunicato – ad accettare compromessi, ogni scelta politica che riguarda il nostro territorio, deve prima di tutto prendere in considerazione le ripercussioni sull’ambiente e sul cambiamento climatico, mettendo da parte gli interessi economici di pochi. Se si mettesse al primo posto questo tipo di valutazione, sarebbe molto più evidente che le grandi opere che le amministrazioni locali continuano a portare avanti, sono tutt’altro che prioritarie e ‘sostenibili’.”

In merito all’aeroporto di Peretola “il report dell’IPCC del 2018 nella sezione dei trasporti dice chiaramente che per ridurre le emissioni di gas serra il trasporto aereo dovrà essere ridotto drasticamente, in quanto una delle prime cause dell’inquinamento atmosferico”, perciò il movimento ecologista sostitene che “la nuova pista non solo aumenterebbe la produzione di emissioni inquinanti, ma aumenterebbe il rischio idrogeologico e comporterebbe l’eliminazione del Parco della Piana, proprio quel genere di bene naturale che andrebbe invece tutelato”.

Fridays For Future Firenze affronta anche il tema della TAV: “questa grande opera, i cui cantieri hanno già devastato il nostro territorio con enormi perforazioni, porterà, con l’avanzamento dei lavori ad una massiccia cementificazione, andando ulteriormente ad alterare il paesaggio e ridurre gli spazi verdi. Inoltre, la stessa produzione del cemento, contribuisce per l’8% delle emissioni globali di anidride carbonica”.

In sostanza, quello che la frangia fiorentina del movimento in difesa dell’ambiente di scala mondiale “è un cambio paradigma. Vogliamo che si lavori per promuovere una mobilità pubblica gratuita, ecologica e di piccola scala, che rafforzi le infrastrutture già esistenti e disincentivi l’utilizzo di massa delle autovetture”.

Il comunicato invita, inoltre, il sindaco di Firenze Dario Nardella e il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi di archiviare il progetto dell’inceneritore a Sesto Fiorentino, in quanto “gli inceneritori non sono una risposta al problema dei rifiuti, anzi ne creano di ulteriori: inquinamento atmosferico, deturpazione del paesaggio naturale e rischi per la salute di chi vive nelle zone limitrofe (con l’emissione di diossine, che finiscono nell’aria, nei terreni e nelle acque). Crediamo che anche in questo ambito si debba avviare un cambiamento reale di paradigma. L’amministrazione deve iniziare a lavorare in primis per ridurre la produzione di rifiuti sul suo territorio ed investire le sue risorse per una gestione realmente circolare ed ecologica dei rifiuti. Mettere in funzione un inceneritore significa bypassare il problema, senza andare realmente ad affrontarlo. Nel contesto di crisi ecologica in cui ci troviamo, ci sembra assurdo che si pensi ancora di costruire inceneritori invece di promuovere una raccolta che punti al 100% sul riciclaggio”.

Nel comunicato viene affermato che la creazione di posti di lavoro, come conseguenza della realizzazione delle Grandi Opere, sia solo una scusa e perciò i militanti ecologisti ritengono inaccettabile “questa retorica come lasciapassare per la realizzazione di opere nocive. Siamo stanchi di vedere chi ci sta intorno dover scegliere tra lavoro e ambiente e tra lavoro e salute”. E’ un ricatto inaccettabile. Vorremmo che, se davvero si avesse a cuore il problema del lavoro, ci si adoperasse per creare occupazione proprio nella transizione ecologica, che garantirebbe impieghi a lungo termine, e non continuando con la promozione di grandi opere, che invece creano posti di lavoro solo temporaneamente”.

“Sui territori e sulla natura – conclude il comunicato -, che è di tutte e di tutti, oltre che di tutte le altre specie, devono decidere le comunità locali. Non ci possono essere in nessun caso decisioni imposte, soprattutto se si tratta di opere dannose”.

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