Lun 20 Mag 2024

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Keu: anche la società Le Rose e Legambiente Toscana si costituiscono parte civile

Sono una sessantina le richieste di parte civile nel processo Keu, oggi alla sua prima udienza, e tra questi anche la società Le Rose e Legambiente Toscana, alle quali la procura di Firenze imputa una responsabilità oltre che un collegamento con le cosche della ‘ndrangheta.

Anche la societa Le Rose ha chiesto di costituirsi parte civile insieme a una sessantina tra persone fisiche ed enti all’udienza preliminare per l’inchiesta sul keu, gli scarti dei rifiuti conciari di Santa Croce sull’Arno, affidati ad aziende reputate collegate alle cosche di ‘ndrangheta, come Le Rose secondo la procura, e finiti sotto la strada regionale 429 e in altri cantieri edili in Toscana. Il gup Gianluca Mancuso deciderà nella prossima udienza del 7 giugno se ammettere al processo le presunte parti offese e danneggiate che sono intenzionate a chiedere il risarcimento dei danni. L’azienda Le Rose risulta anche tra le sei aziende a cui la procura di Firenze contesta la responsabilita amministrativa dipendente da reato per fatti commessi dagli amministratori. Oggi l’amministratore giudiziario de Le Rose, subentrato alla vecchia gestione, ha deciso di proporre azione civile.

Si muove nello stesso modo Legambiente Toscana, che ha chiesto di costituirsi parte civile all’udienza preliminare per l’inchiesta Keu, coordinata dalla procura antimafia di Firenze. Inquinamento ambientale, traffico di rifiuti pericolosi e associazione a delinquere aggravata dall’agevolazione mafiosa: questi alcuni dei reati contestati dalla procura che ha chiesto il rinvio a giudizio per 24 persone e 6 aziende. “Si avvia oggi un processo di fondamentale importanza per la nostra regione – ha dichiarato Fausto Ferruzza, presidente Legambiente Toscana – perché ottenere verità e giustizia su uno dei casi più gravi di inquinamento ambientale della nostra storia recente, è un obiettivo statutario di rango prioritario per la nostra associazione. Ci auguriamo, altresì, che si possa procedere nel modo più celere ed efficace possibile alla rimozione degli agenti inquinanti (e quindi alla bonifica) di tutti e 13 i siti interessati dall’illecito smaltimento”. Le indagini, svolte dal comando regionale Carabinieri Forestale della Toscana insieme al Nucleo operativo ecologico di Firenze, hanno condotto a ipotizzare un illecito meccanismo di traffico e smaltimento delle scorie di risulta della concia delle pelli, provenienti dal comprensorio del cuoio di Santa Croce sull’Arno. Questi residui, detti Keu (ossia “ceneri derivanti dall’essiccazione dei fanghi conciari”), secondo l’accusa, non adeguatamente bonificati e quindi assai inquinanti, sarebbero stati utilizzati in grandi appalti pubblici con un concreto pericolo di contaminazione del suolo e delle falde. Si tratta di circa 8mila tonnellate (contenenti cromo3) destinate quali inerti nel riempimento di nuove infrastrutture (ad esempio il V lotto della Sr 429 Empolese-Valdelsa). Non solo: questi scarti, ritiene la procura, sarebbero stati destinati anche ad altri cantieri o siti come quello dell’aeroporto militare di Pisa (poi bonificato), in un terreno di recupero ambientale a Massarosa, nella zona del Green Park a Pontedera e nella strada Provinciale 26, nel territorio comunale di Montaione.

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