Mar 30 Apr 2024

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Irpet, cultura: “Visite ai musei inferiori ai livelli del pre-pandemia”

La crisi Covid colpisce la cultura. Lo dice uno studio dell’Irpet che conferma come le attività culturali siano tra le più colpite dalla crisi sanitaria, ma anche dalle conseguenti contrazioni del reddito. Nel 2021, in Toscana i consumi legati al mondo della cultura sono rimasti al di sotto dei livelli pre-pandemici.

In base alle prime stime aggregate per il 2022, su scala nazionale, né il volume dei consumi né l’occupazione di settore sono ancora riusciti a tornare al livello del 2019, anche se il gap si è progressivamente ridotto. E’ il quadro che emerge dall’ultima nota dell’Osservatorio regionale della cultura redatta da Irpet post Covid.

L’analisi, si spiega, prende in considerazione gli ultimi dati disponibili che si fermano al 2021 e confermano la presenza di difficoltà soprattutto dal lato della domanda. Sono infatti i consumi, spiega Irpet, che stentano a tornare ai livelli pre-Covid e ciò implica conseguenze anche sull’occupazione. Per quanto attiene ai musei i visitatori rilevati dall’indagine Istat sono stati poco più di un terzo di quelli del 2019 (36%) a causa soprattutto del mancato contributo della componente straniera (18% rispetto al 2019), imputabile alla persistenza di alcuni vincoli ai viaggi e alle visite.

Sul 2022 non sono ancora disponibili dati completi, ma dai bilanci di alcune grandi strutture, spiega la nota di Irpet, “si ricava un trend in rapido miglioramento”. La nuova spinta al turismo e la fine delle restrizioni potrebbero aver giocato un ruolo determinante. Infatti la ripresa dei flussi potrebbe aver riportato i livelli nei musei su valori vicini a quelli del 2019.

Sul fronte dell’occupazione, nelle biblioteche si registra una contrazione degli addetti, sia interni che esterni, con distribuzione diversa in funzione della dimensione delle strutture: le più piccole hanno perso soprattutto addetti esterni, quelle medie e grandi anche addetti interni. Per lo spettacolo, infine, gli operatori attivi nel 2021 sono stati il 70% di quelli del 2019, con una contrazione più intensa nel caso dei lavoratori autonomi.

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