Ven 29 Mar 2024

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Il Neorealismo in fotografia. Una bella mostra a New York

Una bella mostra alla Howard Greenberg Gallery di New York racconta il neorealismo nella fotografia italiana. The New Beginning for Italian Photography: 1945-1965 rimane aperta fino al 10 novembre.

Il Neorealismo è stato e continua ad essere un movimento culturale e politico molto potente. Piace ancora molto. Ed è ancora una forza vitale.
Si vede chiaramente nel cinema italiano contemporaneo. E anche a New York sta vivendo un momento magico. Oltre a questa mostra è aperta anche NeoRealismo: The New Image in Italy, 1932–1960 alla New York University; un’altra è al Metropolitan Museum of Art. In più è appena uscito per i tipi della Prestel anche un nuovo libro di Enrica Viganò, con una prefazione nientepopodimenoche di Martin Scorzese: NeoRealismo: The New Image in Italy 1932-1960.
Scorzese scrive che il Neorealismo è “una fonte di ispirazione, una fontana che non cessa mai di fluire.” Bello, no?
Dopo la seconda guerra mondiale il 1945 è stato considerato “l’anno zero” della fotografia italiana. Forse la cesura non è stata così netta e la “fontana” aveva cominciato a zampillare anche prima. Quello che è certo però è che con la ricostruzione dalle rovine in Italia il movimento neorealista si è affermato con una forza e un vigore straordinari. In fotografia, nel cinema, in letteratura.

Chi erano i fotografi del Neorealismo? In mostra alla Howard Greenberg Gallery vediamo il lavoro di Carlo Bavagnoli e le sue immagini dai quartieri operai di Roma; quello del grande Mario de Biasi, che comincia a fare fotografie nel 1944 con una macchina trovata tra le macerie a Norinberga;

poi c’è Sante Vittorio Malli, fondatore nel 1956 del famoso gruppo Il Naviglio, con i suoi ritratti e paesaggi; e c’è il giustamente celeberrimo Mario Giacomelli, con le sue immagini indimenticabili e indimenticate;

ci sono Franco Pinna, che anche lui comincia  a fare fotografie nel 1944, mentre stanno arrivando gli Alleati; e Stefano Robino, artista e designer elegante.
Come scrive Erica Viganò, “la visione di questi fotografi ha a che fare con la gente vera, paesaggi veri, e con storie collettive che vibravano con la pelle e con l’anima”. E La Pelle è guarda caso il titolo del bellissimo romanzo di Curzio Malaparte che uscì proprio nel 1949.

Queste sono immagini che ci parlano ancora forte e chiaro. E dovremmo ascoltare quello che hanno da dirci. Come per esempio quando ci ricordano che i migranti una volta eravamo noi…


La Howard Greenberg Gallery è al 41 East 57th Street, Suite 1406, New York. Info pratiche qui .

Margherita Abbozzo

Credits per le immagini, tutte courtesy Howard Greenberg Gallery, New York: quella di copertina è di Stefano Robino, Bambini ai giardini 1959. Poi in ordine di apparizione: Sante Vittorio Malli, Notturno n. 1, 1957; Stefano Robino, Paolo e Fernando Gavi, 1958; Sante Vittorio Malli, Treni, 1957; Mario de Biasi, Napoli, 1950s; Stefano Robino, Alla partenza della Cristoforo Colombo, Genova, 1957; Mario de Biasi, Gli italiani si voltano, Milano, 1954; Mario Giacomello, Scanno, 1957;  Sante Vittorio Malli, Dal tunnel 1957; Stefano Robino, Alla partenza della Cristoforo Colombo, Genova, 1957.

 

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