
Lunedì il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, del Pd, vedrà a Roma la segretaria del partito Elly Schlein per ricucire dopo la mail di auto ricandidatura per il secondo mandato in vista delle elezioni regionali di ottobre. E, sempre in settimana, dovrebbe esserci la direzione regionale del partito. Resta l’incognita coalizione.
Ora che Giani ha fatto la sua mossa, i prossimi giorni saranno decisivi. Già quelli che ci lasciamo alle spalle, la settimana appena finita, non sono stati male. La Pec, il messaggio di posta elettronica certificata, mandata dal presidente uscente del Pd per annunciare in sostanza la sua auto ricandidatura ha impresso un’accelerazione ad un processo che ristagnava da mesi. E che per molti era diventato insostenibile. Sondaggi favorevoli, raccolte di firme, prese di posizione persino di Cgil, Cisl e Uil, hanno convinto Giani a darsi una mossa. E che mossa. Lunedì (o, al massimo, martedì), il presidente toscano sarà a Roma a ricucire lo strappo con la segretaria nazionale del Pd Elly Schlein, che evidentemente della Toscana si era dimenticata. Impegnata ad occuparsi di Puglia e Campania e a ripetere il mantra “prima la coalizione”. Già la coalizione. L’asse – laboratorio nazionale fondante per la segreteria Schlein – Pd/Avs/M5s. E poi c’è Renzi, per il momento sul greto del fiume ad osservare. Ma per avere legittimità a comporre una coalizione, per avere un mandato a farlo, è necessario il passaggio in Direzione regionale. Obiettivo: evitare di andare alla conta. Sarebbe un massacro e avrebbe delle conseguenze. Anche questo passaggio è atteso entro la settimana. Se il segretario regionale Emiliano Fossi non si decide per convocarla venerdì prossimo, i sostenitori di Giani sono già pronti a presentare le firme necessarie per l’autoconvocazione. E non sarebbe uno spettacolo bello. Né un bel modo di presentare il partito al tavolo delle trattative per la costruzione dell’ormai imprescindibile campo largo.