Matematico, intellettuale, sindaco di Firenze negli anni ’90, storico collaboratore di Giorgio La Pira, Mario Primicerio è morto ad 84. Fu il primo sindaco di Firenze ad essere votato direttamente dai cittadini.
Lascia una traccia importante nella storia amministrativa di Firenze. La morte di Mario Primicerio rimanda ad una stagione fatta di una nuova legge per eleggere direttamente i sindaci, ad una stagione di civismo, di intellettuali prestati ai partiti, di quella voglia di rinnovamento della politica che caratterizzò i primi anni ’90, di un attivismo che si accompagnò ai primi passi del lungo periodo dominato dal berlusconismo politico e culturale. Persona di grande spessore intellettuale, cattolico, matematico apprezzato (fu anche il Presidente della società europea di matematica), partecipe della vita politica sin dai tempi del “sindaco santo” Giorgio La Pira. Primicerio era ammalato da tempo e per questo non era riuscito a ritirare personalmente il Giglio d’Oro che gli era stato attribuito dal Comune di Firenze. Il nome di Primicerio resta per la città legato da una parte alla partecipazione alla leggendaria missione in Vietnam nel 1965, dove La Pira incontrò personalmente Ho Chi Minh. Dall’altra Primicerio non fu solo il primo Sindaco dei cittadini (e molto meno dei partiti, di cui pure non faceva parte), ma fu anche il sindaco chiamato a riavvicinare i cittadini stessi ad un mondo profondamente screditato dopo gli anni di Tangentopoli. Mise in moto in quegli anni una serie di provvedimenti importanti i cui effetti sono visibili ed in essere ancora oggi. Tenne insieme il Pds (poi Ds) con i Verdi e Rifondazione comunista, per poi decidere (ma fu veramente lui a deciderlo?) non ricandidarsi per il secondo mandato. Oggi Mario Primicerio lascia in eredità alla città l’esperienza di una politica fatta di etica pubblica e sobrietà, viatico senza tempo per la vita democratica di una comunità.