In Toscana quasi 30 ospedali aderiscono a ‘Dialisi in vacanza’

Sono quasi 30 i centri dialisi della Toscana che anche quest’anno prendono parte al progetto ‘Dialisi in vacanza’, servizio che consente a chi ha un’insufficienza renale di proseguire la terapia pure in vacanza, nei luoghi di villeggiatura della Toscana.

L’iniziativa è promossa dalla Regione Toscana da circa 20 anni e vuole offrire un aiuto alle persone in dialisi che altrimenti sarebbero in difficoltà a programmare un periodo distante dalla propria abitazione. Per il 2024 la Giunta regionale ha confermato 160mila euro di risorse, la stessa cifra stanziata l’anno prima e che sarà destinata alle Aziende sanitarie per poter organizzare il servizio. Le Asl riceveranno un contributo di 25,82 euro per ogni prestazione ‘straordinaria’ dispensata. Lo scorso anno sono state circa 500 le persone che hanno usufruito del progetto ‘Dialisi in vacanza‘ per un totale di 3500 trattamenti. In tutta la Toscana le persone con insufficienza renale cronica sono il 3-4% della popolazione. Di questa percentuale i pazienti che effettuano la dialisi sono circa il 13%: sette cittadini ogni mille residenti. Ma l’opportunità offerta dal progetto ‘Dialisi in vacanza’ non si rivolge solo ai cittadini toscani: è estesa a chiunque, italiano o straniero, scelga la Toscana per un periodo di vacanza. Il servizio si attiva su richiesta dell’interessato. Per chi volesse usufruirne anche quest’anno è invitato a mettersi subito in contatto con le strutture di interesse, al fine di organizzare al meglio il servizio. I contatti dei centri dialisi presenti sul territorio toscano che aderiscono al progetto sono disponibili sul sito ufficiale della Regione Toscana: https://www.regione.toscana.it/-/dialisi-in-vacanza-1

Scoperti 534 trasferimenti illeciti eseguiti da money transfer

Avrebbero utilizzato i dati e l’identità di persone ignare o di clienti occasionali per intestare loro fittizie transazioni di trasferimento di denaro e garantire così l’anonimato ai reali esecutori delle rimesse di soldi.

E’ l’accusa contestata a due fratelli di origine pakistana, titolari di quattro agenzie di money transfer a Livorno, Cecina e Grosseto, denunciati dalla Guardia di finanza livornese a seguito di indagini che hanno portato alla scoperta di 534 illecite operazioni di trasferimento di denaro per oltre 228.000 euro, su 24.989 operazioni monitorate per un importo inviato complessivamente di 5.679.144,63 euro. Possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, ricettazione, mancata osservanza degli obblighi di adeguata verifica della clientela previsti dalla normativa in materia di prevenzione e contrasto dell’uso del sistema finanziario a scopo di riciclaggio e finanziamento del terrorismo i reati ipotizzati nell’ambito delle indagini partite dai controlli ai due fratelli, titolari di ditte individuali money transfer “connotate da molteplici e significativi allert di rischio”.

L’analisi dei conti correnti e della documentazione contabile e extra-contabile acquisita con perquisizioni locali e informatiche presso nei quattro punti vendita, avrebbero poi consentito di accertare, si spiega in una nota della Guardia di finanza, “come i due fratelli al fine di garantire l’anonimato ai propri clienti ed eludere la normativa antiriciclaggio che grava sui servizi di rimessa di denaro, avessero utilizzato i dati e l’identità di persone ignare e/o clienti occasionali cui intestare fittizie transazioni di trasferimento di denaro”.

Sono stati sentiti gli stessi clienti delle agenzie ispezionate i quali, in alcuni casi, avrebbero disconosciuto i trasferimenti registrati a loro nome affermando di non averli mai effettuati o di aver effettuato solo alcune delle operazioni che risultavano a loro nome. Per realizzare il “sistema di frode” sarebbe stati appunto usati documenti falsi, rubati o smarriti nonché i dati anagrafici di soggetti del tutto ignari delle operazioni finanziarie agli stessi intestate. I due fratelli sono stati anche segnalati all’Organismo degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi per la conseguente cessazione dall’esercizio dell’attività.

Tramvia VACS: 26 maggio primo viaggio tecnico verso San Marco

Polemica da FdI che parla di operazione elettorale. Nell’occasione sarà anche intitolata una fermata della tramvia  al politico e intellettuale Giuseppe Matulli, come annunciato dal sindaco Dario Nardella

Siamo a Firenze e non potevano mancare le polemiche. Di certo c’è che il 26 maggio è in programma a Firenze il primo viaggio tecnico della tramvia sulla Variante al centro storico, fino a piazza San Marco. Nell’occasione sarà anche intitolata una fermata al politico e intellettuale Giuseppe Matulli, come annunciato dal sindaco Dario Nardella: si tratta della prima fermata di viale Lavagnini.

Dicevamo delle polemiche. Secondo il  capogruppo uscente di FdI  a Palazzo Vecchio Alessandro Draghi, l’inaugurazione del nuovo tratto della tramvia ha un sapore prettamente elettoralistico.

“Eravamo quasi in pensiero – ha dichiarato Draghi  -. A quando, ci domandavamo, un bel taglio del nastro elettorale del sindaco Nardella con giunta al seguito? Ma ecco qua: durante la prima corsa tecnica della linea Vacs della tramvia fino a piazza San Marco sarà anche intitolata la prima fermata di viale Lavagnini a Matulli. Un’operazione perfetta: a pochi giorni dal voto, il 26 di maggio, non solo si dimostra di esser finalmente riusciti a far arrivare la tramvia  anche in via Cavour e piazza San Marco (con pali annessi), ma si dà anche un contentino agli elettori ex democristiani tentati da Italia Viva, evocando un politico di lungo corso che proviene proprio dalla Dc”.

“Bravo Nardella, bella mossa – ha aggiunto -. Immagino la prima di una lunga serie ben programmata, come da manuale. Poi però l’8 giugno si vota, e allora i nastri resteranno nei cassetti e a parlare saranno le matite”.

TAV: la ‘talpa’ ferma dal 17 aprile. Comitato: troppe terre da smaltire”

“La Tbm, la cosiddetta talpa che dovrebbe correre nel sottosuolo di Firenze per portarci nel futuro è in ‘fermo tecnico’ dal 17 aprile” e un’ipotesi “molto plausibile è che tutto abbia a che fare ancora con le terre di scavo e il loro smaltimento”. Così il Comitato no tunnel Tav Firenze.

Parafrasando un celebre detto potremmo esclamare “benfermata vecchia talpa”. Dal 17 aprile scorso infatti, la “Tbm, la cosiddetta talpa che dovrebbe correre nel sottosuolo di Firenze per portarci nel futuro è in ‘fermo tecnico’” e , secondo il Comitato no tunnel Tav Firenze, che ha reso nota la notizia,  un’ipotesi “molto plausibile è che tutto abbia a che fare ancora con le terre di scavo e il loro smaltimento”.

“Quando fu deciso di realizzare il doppio tunnel con una sola macchina invece che con le due previste originariamente – sottolinea il comitato in una nota – fu detto che si sarebbero risparmiati i soldi del noleggio delle Tbm e che i tempi sarebbero stati comunque rispettati. In realtà questa spiegazione era sostanzialmente falsa, il problema dei problemi di questa opera sono le terre di scavo: due macchine che avessero lavorato contemporaneamente avrebbero prodotto troppa terra tutta insieme per il sito di Santa Barbara, in Valdarno”.

Le terre, spiegano ancora quelli del comitato, “devono essere essiccate, per veder degradati gli additivi aggiunti nello scavo in modo da rendere il terreno da asportare sufficientemente fluido, della consistenza di un dentifricio”, “e, quando mature, essere portate nel vicino luogo dove si dovrebbe realizzare la famosa collina schermo”.

Per il comitato “da indiscrezioni avute da fuori Firenze e fuori Toscana pare addirittura che anche una sola Tbm produca tanta terra da non poter essere smaltita in continuazione. Per questo pare necessario fermare la Tbm”. Il comitato sottolinea che “questo sarebbe un errore progettuale gravissimo per due motivi: il primo è che i tempi dichiarati non sono veri” e “il secondo sarebbe che i cantieri fermi costano. Se lo scorso anno si sono ripresi i lavori sapendo di questi problemi, sui dirigenti delle Fs e i decisori politici cala una luce sinistra”.

“Tutto tace da parte del committente, da parte delle ditte, soprattutto della politica – si osserva ancora -. Sarebbe bene che il presidente della Toscana Eugenio Giani e il sindaco Dario Nardella chiedessero a Rfi i motivi, e magari smentire le ipotesi del Comitato. Anche il ministro Matteo Salvini potrebbe fare un viaggio in Toscana per vedere cosa succede, e come sia possibile che un’opera che doveva costare 1,2 miliardi sia arrivata a 2,735 miliardi preventivati oggi, e dovrebbe valutare a quanto si arriverà con i costi” futuri.

Morto in incidente stradale Direttore Opera Laboratori

L’uomo sarebbe stato colpito da malore mentre guidava l’auto a Castelfiorentino. Opera Laboratori spa, società con sede a Firenze che si occupa di servizi ai musei in tutta Italia.

Daniele Petrucci, 49 anni, direttore generale di Opera Laboratori spa (società con sede a Firenze che si occupa di servizi ai musei in tutta Itali)  è morto in un incidente stradale.

L’incidente si è verificato a Castelfiorentino, in località Malacoda,  in un tratto rettilineo della Sr 429 martedì sera. Secondo quanto appreso il direttore di Opera spa stava tornando da un incontro di lavoro quando avrebbe accusato un malore mentre era alla guida di un Suv che poi si è schiantato contro un albero ed è finito in un fosso.

Sul posto i sanitari del 118 e i vigili del fuoco, più i carabinieri. L’uomo è morto sul posto e non è stato possibile salvarlo. L’incidente non ha coinvolto altri veicoli. In accertamento la dinamica e i motivi per cui il manager ha perso il controllo del mezzo ma l’ipotesi di un infarto o di un altro malore è quella più accreditata. Il magistrato di turno della procura non ha disposto l’autopsia e la salma è stata restituita ai familiari. La vettura non è stata sequestrata. Secondo quanto appreso, anche testimoni di passaggio confermano che si è trattato di un incidente autonomo della vettura. Daniele Petrucci abitava a Firenze. Lascia la moglie e una figlia.

Il sindaco Luca Salvetti e l’amministrazione comunale di Livorno in una nota esprimono cordoglio alla famiglia e a tutti i dipendenti di Sillabe, per la perdita di Daniele Petrucci, direttore generale e consigliere delegato di Opera e amministratore unico e direttore di Sillabe, “persona gentile e umana, molto apprezzato e amato dai dipendenti di Opera e Sillabe”. Il cordoglio “si estende anche alla squadra di basket labronica Pallacanestro Livorno di cui Petrucci era dirigente”.

Stadio Fiorentina, Saccardi (IV): “Nardella lascia bega a successore”

“Si è deciso di usare le risorse pubbliche per il restyling dello stadio che però, ad oggi, non sono sufficienti e, dunque, si prospetta per lo stadi oFranchi un progetto incompleto ed un intervento rabberciato”. Così la candidata Iv a sindaco di Firenze Stefania Saccardi intervenendo al programma Refresh.

Ancora polemiche in salsa elettorale in merito alla vicenda dello Stadio Franchi e del suo restyling. “Quello che ci siamo impegnati a fare lo abbiamo fatto, ringrazio il ministro Abodi” ha dichiarato oggi il sindaco di Firenze e candidato alle Europee per il Pd Dario Nardella, a margine di un evento elettorale, a proposito della ristrutturazione dell’impianto di Firenze, rispondendo alle accuse voletegli ieri dal patron dei Viola Rocco Commisso.

“Sullo stadio Franchi “il dialogo che Nardella sta provando ad avviare con la Fiorentina per dividere le spese sui fondi mancanti bisognava cercarlo prima. Il sindaco Nardella lascia, come si dice a Firenze, una bella bega a chi verrà dopo di lui. Mancano 100 milioni per completare la ristrutturazione. Si è deciso di usare le risorse pubbliche per il restyling dello stadio che però, ad oggi, non sono sufficienti e, dunque, si prospetta un progetto incompleto ed un intervento rabberciato”. Così invece la candidata Iv a sindaco di Firenze Stefania Saccardi intervenendo al programma Refresh – Rassegna stampa su Toscana Tv.

Per Saccardi, spiega una nota, “la proprietà viola ha rispedito al mittente l’appello di Nardella di dividere in parti uguali, fra istituzioni pubbliche e club, i fondi mancanti necessari per completare l’investimento sullo stadio. Credo che la riluttanza manifestata a tal proposito dal patron gigliato Commisso sia abbastanza emblematica e, soprattutto, confermi come sia stata gestita male la vicenda. Resta un fatto evidente che la decisione di utilizzare i fondi del Pnrr per ristrutturare l’impianto di Nervi invece che battersi per consentire ad un privato di investire soldi di tasca propria e stata una scelta politica”.

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