Fontaines D.C. “Skinty Fia”. Disco della settimana.

Allontanati i paragoni con Joy Division e Fall, i Fontaines D.C. danno alle stampe un album di cui tutti parlano ma che divide, una delusione per qualcuno, il primo disco di peso di questa nuova generazione del “post-punk” per altri. A voi il giudizio.

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‘Skinty Fia’, il terzo album degli irlandesi Fontaines D.C. è ora appena uscito per Partisan Records. Il titolo dell’album, Skinty Fia è una frase irlandese che può essere tradotta come “la dannazione del cervo” e la copertina dell’album presenta appunto un cervo strappato dal suo habitat naturale e inserito in una casa, illuminato da una luce rossa artificiale. Il cervo gigante irlandese è una specie estinta e i pensieri della band sull’identità irlandese sono al centro dell’album. La frase, che è usata per manifestare delusione o fastidio, ha risuonato con il frontman Grian Chatten come l’esatta espressione dei suoi sentimenti nei confronti della “mutazione” della cultura irlandese all’estero e la canzone, che dà il tono a tutto l’album, esplora quei sentimenti attraverso la lente di una relazione condannata da paranoia, alcool e droghe.
YouTube video playerIl video musicale diretto da Hugh Mulhern, cattura la tensione della canzone con Grian che si muove inosservato in mezzo a una folla in festa.
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Ci sono gli echi rock di Dogrel e le atmosfere più cupe di A Hero’s Death, ma Skinty Fia è molto più ampio e cinematografico. I Fontaines D.C. sono una band in uno stato di costante evoluzione e questa volta il risultato è un album di stati d’animo mutevoli, intuizioni sorprendenti e maturità.

Skinti Fia è il nostro “Disco della settimana“.
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Vieri Cervelli Montel, dal vivo “I”, il disco d’esordio.

Vieri Cervelli Montel, scoperto e lanciato nell’edizione 2018 del Rock Contest, presenta dal vivo il suo disco d’esordio in uscita per l’etichetta di IOSONOUNCANE.

Giovedì 5 maggio ore 21.15, presentato dalla rivista Lungarno, sul palco della Sala Vanni di Piazza del Carmine a Firenze, arriva Vieri Cervelli Montel per presentare il suo debutto “I” (“primo”), disco che inaugura la nuova etichetta di IOSONOUNCANE, Tanca, e che uscirà venerdì 6 maggio, pochi minuti dopo la fine del concerto.
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Se, come ogni disco d’esordio, I [primo] è il punto d’approdo, un romanzo di formazione, la fotografia in movimento del divenire musicista, l’(auto)biografia che ne è alla base ha inizio dalla perdita del padre del musicista avvenuta quando VCM aveva nemmeno 7 anni, vent’anni prima della pubblicazione di questo disco.
L’angolazione è spietata, ma non per questo I [primo] è un disco privo di speranza e prospettiva.
Racconta la perdita, ma anche come si impara ad amare al di là della perdita stessa.
È coraggioso da parte di VCM affrontare argomenti che nella musica italiana attuale sono quasi un tabù: la morte, la memoria e la stessa infanzia.
È infatti la traccia finale del disco, la title track primo, a suggerire una ciclicità quasi rigenerativa dopo ultimo (che invece cerca di ricreare l’ultimo momento insieme al padre perduto). I [primo] è un disco sì autobiografico, ma anche universale, che tratta temi archetipici come l’infanzia e la crescita, il ricordo di ciò che è perduto, la morte e la vita che, invece, resta.
Nel 2022, vent’anni dopo la morte del padre, I [primo] racchiude il percorso che ha portato l’autore a metabolizzare realmente la perdita, e ad abbracciare chi ama cessando di aver paura che un giorno non ci sia più.
La lavorazione è stata lunga, tortuosa ma al contempo una decisa presa di coscienza delle forme del proprio linguaggio da parte dell’autore.
VCM ha scritto le nove canzoni che compongono I [primo] e le ha distrutte attraverso manipolazione elettronica e sessioni di improvvisazione radicale coi compagni Nicholas Remondino (alla batteria preparata), Luca Sguera (pianoforte e sintetizzatori) e Alessandro Mazzieri (basso e contrabbasso), incontrati durante gli studi a Siena Jazz, coi quali dopo un lungo periodo di scrittura solitaria ha deciso di condividere le canzoni nude.
Nell’album, i testi di VCM comunicano con estetiche musicali eterogenee e all’apparenza antitetiche, dalla canzone piano e voce (stanca) all’improvvisazione libera (stanza), dalla techno (ultimo) al noise (scale).

Fondamentale è stato l’apporto di IOSONOUNCANE che è entrato in contatto con VCM e le sue canzoni nel 2018, quando già il primo nucleo dei brani aveva una forma ben precisa.
L’artista sardo ha fornito indizi e percorsi per risolvere il rebus del sound del disco e, attraverso un serrato dialogo con VCM, è stato elemento determinante per procedere a un meticoloso labor limae sui testi.

Biografia:
Vieri Cervelli Montel nasce nel 1995 a Firenze ma affonda le sue radici in Sardegna e Normandia.
Negli anni di studio alla Siena Jazz University scopre l’improvvisazione radicale e inizia a coltivare una poetica che rifiuta i codici estetici dei generi musicali e ne opera la destrutturazione in canzoni ibride e contaminate. Scoperto e lanciato dall’edizione 2018 del Rock Contest di Controradio, nel quale vince il Premio Siae per la miglior composizione, esordisce pubblicando nel 2021 una versione controcorrente di Almeno tu nell’universo, una rilettura contemporanea del classico di Mia Martini.
Lo stesso anno intraprende un tour estivo in apertura a IOSONOUNCANE, che collabora in veste di produttore all’album d’esordio di Vieri, I [primo], e decide di renderlo il primo disco pubblicato dalla sua nuova etichetta Tanca Records, nel maggio 2022.
Le nove canzoni, elaborate tramite manipolazione elettronica e improvvisazione radicale con un ensemble di musicisti, danno vita a un materiale sospeso tra canzone tradizionale e sperimentazione contemporanea: Vieri scrive parole e musica che si trasformano nell’improvvisazione collettiva, dando vita a canzoni aperte agli scenari possibili.

LUNGARNO presenta:
VIERI CERVELLI MONTEL – live
Giovedì 5 maggio ore 21.15
Sala Vanni
Piazza del Carmine, 14 – Firenze
Ingresso libero
Ottieni il tuo biglietto gratuito qui:
https://www.eventbrite.it/e/biglietti-lungarno-presenta-vieri-cervelli-montel-live-321162404397
https://www.facebook.com/vieridinome
https://www.instagram.com/vieridinome/

Alessandro Fiori, “Mi sono perso nel bosco”. Disco della settimana.

Alessandro Fiori è una delle personalità più creative e orgogliosamente indecifrabili di tutto il panorama indipendente italiano degli ultimi vent’anni. Un artista poliedrico e raffinato, a tratti inafferrabile, un flusso continuo ed eterogeneo di musica e parole. “Mi sono perso nel bosco” è forse il suo disco più compiuto e rappresentativo.

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Un attesissimo ritorno quello di Alessandro Fiori, anticipato dai singoli “Amami meglio” e “Una sera”, che segna anche la sua entrata tra gli artisti di 42 Records. Il disco esce in tutti gli store digitali , in CD e in una versione limitata e numerata (a mano) in vinile bianco (più cd slim).

A distanza di sei anni dal precedente lavoro “Plancton”, “Mi sono perso nel bosco” racchiude e condensa la poetica unica e disallineata dell’eclettico cantautore toscano, e al tempo stesso segna una sorta di punto zero del suo percorso solista: non tanto la chiusura di un cerchio, quanto la ripartenza della spirale. Un fratello maggiore di “Attento a me stesso” (2010), il suo album d’esordio solista.

“Mi sono perso nel bosco” è un disco d’amore. Amore in ogni sua forma e tempo, esplorato in ogni sua sfumatura e momento. Dodici canzoni, scritte per la maggior parte al pianoforte, che tratteggiano un microcosmo personale, raccontato con delicatezza e poesia.

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Immaginate un mix tra Luigi Tenco e i Flaming Lips, tra la canzone italiana più “classica” e un estro creativo brillante e sorprendente, che si esprime anche nell’utilizzo di strumenti inusuali: wurlitzer, harmonium, omnichord, philicorda, marxophone, flauto shakuhachi. Sopra arrangiamenti ricchi e raffinati, sospesi e mai scontati, sono incastonate storie sempre un po’ sfumate, un po’ nascoste, ma straordinariamente immediate. Testi nati di getto, intimi e autobiografici, di una sincerità così potente che non può che affondare sotto la pelle di chi li ascolta.

Scritto e composto da Fiori (eccezion fatta per la canzone “Pigi Pigi”), il disco è anche il frutto di un lavoro collettivo. Oltre ai produttori Giovanni Ferrario (PJ Harvey, Hugo Race, Rokia Traoré, Scisma…) e Alessandro “Asso” Stefana (Vinicio Capossela, PJ Harvey, Guano Padano, Mike Patton), tanti sono i musicisti che per la grande stima che hanno nei confronti di Alessandro hanno voluto collaborare alla realizzazione dell’album. Da Brunori Sas a Levante, da Colapesce a Massimo Martellotta, e poi Dente, IOSONOUNCANE ed Enrico Gabrielli – con cui per anni Alessandro ha condiviso uno dei suoi progetti più luminosi, i Mariposa.

L’album si apre con la title-track “Mi sono perso nel bosco”: una canzone immersa in un’atmosfera sospesa e brumosa, che racconta di smarrimento e paura per poi risolversi grazie a una persona che al tempo stesso si fa Virgilio e Beatrice. La segue “Io e te” con Brunori Sas: una poesia di amore quotidiano, dei progetti di una relazione. In “Amami meglio” tornano le atmosfere del bosco con i suoi funghi, i suoi lupi, le sue multisale e i suoi distributori di metano. Un brano in pieno stile Fiori, apparentemente spensierato e intensamente quotidiano, con un breve affaccio su un ricordo d’ infanzia, cullato dal sax di Enrico Gabrielli e dai cori di Colapesce. “Buonanotte amore” è una delle poche canzoni non composte al pianoforte: nata con un harmonium Farfisa del 1961, parla della chiusura di una relazione, dando massima dignità alla fine, prerogativa fondamentale per ogni virtuoso inizio. “Stella cadente” invece nasce alla chitarra acustica per poi svilupparsi con un andamento quasi danzante, sostenuto da una batteria ruspante, ed è dedicata a chi ha il coraggio di buttarsi dal trampolino dei sogni. “Fermo accanto a te” è il primo duetto scritto da Fiori, che coinvolge Levante nel racconto di un tentativo di riavvicinamento tra due ex. Un duetto d’amore inusuale, che canta un fuoco spento che non ha possibilità di riaccendersi. “Una sera”invece è un cortometraggio, una canzone tutta da vedere: il racconto di come l’amore consenta di crescere, imparare ad accettare e perdonare, di dissolversi in un’altra anima e poi in un tutto. “Pigi pigi” è la prima canzone che Fiori interpreta in un suo disco senza averla scritta. Si tratta infatti di un dono dell’amico Luca Caserta, e denuncia – a suo modo – il dramma delle morti in mare nel Mediterraneo e della normalizzazione dell’orrore e del dolore. Se “Per il tuo compleanno” è stata scritta come regalo all’amico Giacomo Allazetta (Giacomo Laser/ Gioacchino Turù) e ricorda un momento domestico felice, in cui due amici si tirano su di morale, “L’appuntamento” invece racconta il complicato processo di rielaborazione di un lutto in seguito alla scomparsa di una persona molto cara. In “Estate” c’è tanta amarezza e malinconia, resa quasi tangibile nell’arrangiamento dei fiati di Enrico Gabrielli: quella di un amore maturo che rimpiange il tempo andato e sa di non poter tornare indietro, ma che comunque non vuole arrendersi e continua a sognare.“Troppo Silenzio”, in chiusura, è una canzone che si ispira a Calderón de la Barca e anzi va oltre, dichiarando che la vita è il sogno di un sogno. Le strofe che aprono il brano sono cantate in dialetto sorsese, paese nel nord ovest della Sardegna dove è nato il padre di Fiori, e raccontano la richiesta di conforto alla nonna di un Alessandro bambino inquietato dagli incubi. I ritornelli sono cantati all’unisono con Dente mentre IOSONOUNCANE dipinge una tempesta tardo romantica di sintetizzatori.

Se Alessandro Fiori si perde in quel bosco reale e immaginario, fisico e sentimentale, è perché ha avuto – ancora una volta – il coraggio di entrarci. Di volerlo esplorare, raccontare, sognare. Di soffrire e respirare, di vivere e amare. E di trovare la strada per uscirne – ancora una volta – con la musica. Perché, come dice lui stesso, tutta questa voce, tutta questa morte, tutto questo disco, tutto questo amore altro non sono che il tentativo di tenersi alla larga dall’assenza della stessa assenza. In fin dei conti ci va bene così, qualsiasi caso la sorte ci assegni il gioco vale la candela.

“Mi sono perso nel bosco” sarà presentato in 5 occasioni speciali che alterneranno chiacchiere e qualche canzone al pianoforte, prima di essere eseguito dal vivo con la formazione completa a partire dall’estate 2022, curato da Panico Concerti. Dopo l’anteprima del 21 aprile a Volume a Firenze, Fiori sarà il 23 aprile a Off Topic a Torino, il 28 a Fonoprint a Bologna, il 29 a Germi a Milano e il 30 al Monk a Roma.

“Mi sono perso nel bosco è il nostro “Disco della settimana”!

TRACKLIST

1. Mi sono perso nel bosco

2. Io e te

3. Amami meglio

4. Buonanotte amore

5. Stella cadente

6. Fermo accanto a te

7. Una sera

8. Pigi Pigi

9. Per il tuo compleanno

10. L’appuntamento

11. Estate

12. Troppo silenzio

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Alessandro Fiori. Biografia.

Alessandro FioriArtista toscano estroso e caleidoscopico, Alessandro Fiori con la sua musica e la sua attitudine creativa ha segnato la storia della musica indipendente italiana degli ultimi 20 anni. Nel 1996 fonda i Mariposa, con cui ha avuto all’attivo 9 dischi e più di 400 concerti. Da sempre aperto a ogni genere di collaborazione, negli anni partecipa ad altri progetti musicali, come gli Scudetto, gli Amore e i Craxi. Dopo il successo di stampa e pubblico dell’esordio solista “Attento a me stesso”, (2010) con il successivo “Questo dolce museo” (2012) viene inserito nella rosa dei cinque finalisti della Targa Tenco per la categoria “album dell’anno”. A questo lavoro seguiranno altri due dischi, “Cascata” (2014) e “Plancton”(2016). Oltre alla musica, Fiori insegna teatro, dipinge, scrive poesie e racconti. Apprezzatissimo da molti artisti della nuova scena italiana, può essere considerato il cantautore preferito del tuo cantautore preferito, e dopo un’attesa di sei anni torna ora con il suo quinto album, “Mi sono perso nel bosco”, in uscita il 22 aprile 2022 per 42 Records, anticipato dai singoli “Amami meglio” e “Una sera”.

Calexico: “El Mirador”. Disco della settimana.

“El Mirador“ è il 10° album dei Calexico, un disco dedicato a famiglia, amici e comunità, che, nella tradizione del gruppo, ibrida suggestioni desertiche e ritmi subamericani, questa volta con una particolare attitudine “cosmica”.

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Texas, Messico, polvere e percussioni caraibiche, è sempre stata questa la cifra stilistica del progetto di Burns e Convertino; il decimo album conferma la formula con qualche levigatura di troppo ma rivestendo il lavoro di una inedita dimensione cosmica ed universale.

“El Mirador è dedicato alla famiglia, agli amici e alla comunità”, ha affermato Joey Burns, cantante, polistrumentista e co-fondatore di Calexico. “La pandemia ha messo in evidenza tutti i modi in cui abbiamo bisogno l’uno dell’altro e la musica sembra essere il mio modo di costruire ponti e incoraggiare l’inclusione e la positività. Questo si accompagna alla tristezza e alla malinconia, ma la musica accende il cambiamento e il movimento”. Burns e Convertino si esibiscono insieme da oltre 30 anni, condividendo un profondo amore per il jazz e di solito costruendo canzoni su basi di basso e batteria. “El Mirador” mostra un lato più solare della band, tagliando due anni di nebbia pandemica con un’esplosione di ottimismo ballabile. Scrivendo e registrando insieme a Sergio Mendoza (tastiere, fisarmonica, percussioni), l’album espande le influenze di lunga data di cumbia, mariachi e la pletora di suoni della diaspora che fioriscono in tutto il sud-ovest.
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“Suono con i Calexico da circa 15 anni e ammiro la costante ricerca di nuovi suoni da parte di Joey e John”, riflette Mendoza, il cui studio casalingo di recente costruzione è diventato un rifugio per la band promuovendo una creatività più organica. “Dopo così tanti album”, aggiunge, “sono davvero orgoglioso che siamo riusciti a realizzare qualcosa di così fresco insieme”. Oscillando tra polverose atmosfere desertiche e vivaci sussulti di cumbia e “son” cubano, l’album affronta tematiche come la perdita di significato e certezze, la nostra paura dell’ignoto, le migrazioni, le ansie di un mondo in subbuglio e la manipolazione  delle informazioni, non offrendo mai una diagnosi, ma sostenendo con tutto il cuore l’unità e la compassione come unica cura per i nostri mali sociali.

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El Mirador si erge sia come punto di osservazione che come faro nell’oscurità; un’opportunità per cercare dentro di sé, riflettere sulle nostre connessioni con la Terra e la sua gente e, si spera, illuminare un percorso in avanti. Dopo decenni on the road, la musica di Calexico rimane aperta e romantica.

I Calexico intraprenderanno un tour europeo che includerà spettacoli in Austria, Germania, Francia, Regno Unito e altro ancora. Quest’estate partiranno anche per una serie di spettacoli negli Stati Uniti occidentali e in Canada.

El Mirador è il nostro “Disco della settimana“.

Cucina Sonora presenta “Notte”

“Notte”, il nuovo album di Cucina Sonora, il progetto del pianista e compositore Pietro Spinelli. Ascolta l’intervista a cura di Mirco Roppolo

Un dialogo tra il pianoforte, i synth elettronici, i suoni della notte e le luci e le ombre che si agitano nel proprio inconscio: è questo l’universo attorno a cui si muove “Notte”, il nuovo album di Cucina Sonora , progetto del pianista e compositore Pietro Spinelli, già session man e turnista, tra i tanti, per Rkomi, Gianpace, M.E.R.L.O.T., Claudym, Elasi.

Diplomatosi in pianoforte classico al Conservatorio di Siena, e spostatosi poi a Berlino per studiare composizione elettronica al prestigioso dBs Institute, Spinelli ha sempre cercato nella sua musica una sintesi tra questi due universi di provenienza, addizionando alla materia sonora trattata uno stile pianistico che procede per contrasti, aperto a scontrarsi con glitch e broken-beat elettrici, esplorando nascoste profondità emotive.

Seguendo questo fil-rouge, dopo un disco d’esordio che gli ha permesso di collezionare una ricca esperienza live in Italia ed Europa, e gli ultimi singoli pubblicati per INRI Classic, arriva ora questo nuovo lavoro, “Notte”, che segna un punto importante nel suo percorso di produttore.

“Un panorama sonoro in movimento costante, che permette a Spinelli di mettere in luce le sue attitudini compositive, che guardano a quelle di compositori come Stimming, i Kiasmos di Olafur Arnalds, Francesco Tristano. Undici brani in cui fughe più elettriche si alternano a veri e propri ambienti sonori”.

L’intervista a cura di Mirco Roppolo

 

The Linda Lindas: “Growing Up”. Disco della Settimana

Ancora un disco su cui non fare grandi discorsi. Indie Rock, Punk Rock, Power Pop e Indie Pop shakerati al meglio da The Linda Lindas, 4 ragazzine spinte e inscatolate alla perfezione dallo staff della Epitaph, etichetta di riferimento per lo stile in questione. Fuck art, let’s dance!

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The Linda Lindas sono 4 fumettose ragazzine di origine asiatiche/americane dai 12 ai 18 anni che vivono a Los Angeles. I loro nomi sono Bela, Eloise, Lucia e Mila. Incoraggiate da Kristin Kontroli delle Dum Dum Girls, di loro ci mettono grinta e attitudine, al resto ci pensa il padre di due di loro, Carlos de Garza, pruduttore già di Paramore e Bad Religion che le indirizza in casa Epitaph, una etichetta che è già una garanzia.

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Nel 2020 diventano virali su internet con una astuta strategia di marketing intorno al brano “Racist, Sexist Boy” suonato dal vivo in una biblioteca e condiviso da Tom Morello dei Rage Against The Machine, Flea dei Red Hot Chili Peppers, Thurston Moore dei Sonic Youth e Kathleen Hanna delle Bikini Kill.

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Dopo una manciata di singoli è appena uscito il loro album di debutto dal titolo Growing Up.

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La press-release definisce il disco come “un prodotto di generazioni di musica underground a Los Angeles e oltre. Il debutto di The Linda Lindas incanala punk classico, post punk, power pop, new wave e altre sorprese in canzoni orecchiabili e senza tempo cantate da tutti e quattro i membri, ognuna con il proprio stile ed energia. Con un’abilità di scrittura sempre più matura e un’esperienza di vita ampliata, le Linda Lindas stanno crescendo.”

Growing Up delle Linda Lindas è, senza tanti discorsi, il nostro Disco della Settimana!
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