Sab 27 Apr 2024

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Camorra: operazione a Firenze, bloccati anche finanziamenti Covid

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Camorra: operazione a Firenze, bloccati anche finanziamenti Covid
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Camorra: in corso d’esecuzione a Firenze e nelle province di Salerno, Prato, Latina, Verona e Potenza misure cautelari e perquisizioni per 13 indagati in un’operazione con la quale, si spiega, sono stati bloccati “l’ascesa di un clan camorristico e finanziamenti Covid”, condotta da Polizia e Guardia di finanza di Firenze, diretta dalla Dda fiorentina e coordinata dalla Dna. (il servizio di Chiara Brilli)

I reati ipotizzati a vario titolo sono associazione a delinquere con l’aggravante mafiosa finalizzata a ricettazione, furto, detenzione e porto abusivo di armi ed esplosivi, riciclaggio, indebita percezione di erogazioni pubbliche, violazione delle norme sull’immigrazione.

La Polizia di Stato e la Guardia di Finanza di Firenze stanno eseguendo nel capoluogo toscano e in alcune località nelle province di Salerno, Prato, Latina, Verona e Potenza, misure cautelari e perquisizioni nell’ambito di un’operazione di polizia, diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia fiorentina e coordinata dalla Direzione Nazionale Antimafia, con la quale è stata fermata l’ascesa di un clan camorristico e sono stati bloccati finanziamenti covid. Sarebbero 10, secondo quanto appreso, gli arresti disposti dal gip di Firenze. Complessivamente sono in corso di esecuzione 13 misure cautelari.

I reati contestati a vario titolo, si fa sapere in una nota, sono quelli di associazione a delinquere, con l’aggravante mafiosa, finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, ricettazione, furto, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco ed esplosivi, violazione della normativa in materia di immigrazione, all’indebita percezione di erogazioni pubbliche, nonché al riciclaggio e al reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.

Un’associazione criminale che agevolava la camorra svolgendo i suoi affari a Firenze, e i cui componenti si riunivano quasi ogni giorno in una pizzeria della città, acquistata subito dopo l’inizio della pandemia e poi finita al centro di una guerra tra clan culminata con l’esplosione di una bomba carta davanti al locale il 23 febbraio del 2021. E’ quanto scoperto dalle indagini della Dda di Firenze che questa mattina hanno portato a dieci arresti, di cui sette in carcere e tre ai domiciliari.
Sottoposti all’interdizione dall’esercizio dell’attività professionale un commercialista di Prato e un consulente del lavoro di Nocera Inferiore. Indagato anche un minorenne, sottoposto alla misura del collocamento in comunità. Disposto il sequestro preventivo di conti correnti e somme di denaro.
Secondo quanto riferito, le indagini, partite nel luglio 2020 e condotte da polizia e guardia di finanza, hanno permesso da subito di accertare che due fratelli avevano creato un nuovo gruppo criminale a Firenze, nato per agevolare un clan camorristico attivo a Salerno e al quale erano da ricondurre una pluralità di illeciti, commessi in diverse occasioni. La base del gruppo era la pizzeria, gestita dal fratello di un presunto capo clan, usata anche per lo stoccaggio del proventi degli affari illeciti. Sempre secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la bomba carta che esplose davanti al locale fu piazzata da associati di un clan rivale, arrivati dalla Campania per mettere a segno il blitz incendiario. La licenza per il locale, era stata ottenuta con la presentazione di una falsa dichiarazione sulla sussistenza dei requisiti di onorabilità del richiedente, non posseduti da quest’ultimo in quanto già destinatario di una misura di prevenzione personale a suo tempo adottata dal tribunale di Salerno. Sempre una falsa attestazione sarebbe stata usata affinché la società di gestione della pizzeria ottenesse indebitamente contributi a fondo perduto e finanziamenti con garanzia statale per 32mila euro grazie alle misure di sostegno alle imprese per il Covid. Le indagini, spiegano polizia e gdf, hanno anche impedito che l’organizzazione riuscisse a ottenere erogazioni per 90mila euro già richieste a due banche.
I proventi delle attività criminose sarebbero stati reinvestiti a Firenze e a Nocera Inferiore e usati anche per finanziare i sodali, ancora presenti nel territorio d’origine e coinvolti in una faida con un gruppo rivale, iniziata nel dicembre del 2020 al momento dell’uscita dal carcere del presunto capo clan, fratello del gestore della pizzeria fiorentina. Quest’ultimo  è accusato insieme ad altri indagati anche di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: per l’accusa avrebbe cercato di fare entrare in Italia almeno 15 cittadini del Bangladesh usando falsi contratti di assunzione e chiedendo a ciascuno di loro 1.500 euro.

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