Gio 28 Mar 2024

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Barni: “6,5 milioni per il diritto allo studio universitario dei più fragili”

Firenze, presentato dalla vicepresidente Monica Barni, la scelta del governo toscano a vantaggio degli studenti universitari con difficoltà economiche aggravate dall’epidemia di coronavirus.

“La nostra attenzione agli studenti borsisti più fragili resta alta anche durante l’emergenza Coronavirus – ha detto la vicepresidente Barni – Penso alla vita quotidiana stravolta di chi proviene da famiglie meno abbienti ed è iscritto alle Università toscane. Penso alle difficoltà di tutti quegli studenti capaci e meritevoli, alle tante matricole che vorrei non diminuissero il prossimo anno, a coloro che sono accompagnati nel loro percorso didattico e formativo dall’Azienda per il Diritto allo studio. Per sostenerli economicamente in questo difficile momento abbiamo deciso, di concerto con l’Azienda, una serie di misure che riguardano gli alloggi e i servizi mensa. Un impegno per la Regione Toscana di circa 6,5 milioni di euro che la giunta ha approvato all’unanimità su mia proposta. Si tratta di garantire loro una permanenza meno disagiata possibile nelle città in cui studiano e a compensare parzialmente le ristrettezze che si trovano ad affrontare, a partire dalla riduzione o dalla mancata fruizione dei servizi”.

I contributi saranno destinati in larga parte a coloro che hanno subìto il lockdown fuori sede, sia per chi l’ha vissuto in una casa dello studente, sia per chi abita in un appartamento privato con il sostegno del Dsu. “Abbiamo aumentato il contributo affitto di 150 euro per i mesi di marzo, aprile e maggio, considerata anche l’attuale impossibilità a fare quei lavoretti che permettono ad uno studente di mantenersi fuori casa”, ha detto la vicepresidente. “Anche chi è rimasto in quarantena presso una casa dello studente, in una situazione certamente disagiata, potrà ottenere un bonus di 250 euro una tantum per far fronte a spese accessorie come la connessione ad internet o l’abbonamento a riviste online”.

La delibera garantisce inoltre un contributo per chi il 9 marzo, data d’inizio del confinamento, era in attesa di una residenza pubblica, magari ospite di amici, si è visto negare la possibilità di tornare a casa propria e allo stesso tempo non ha potuto accedere ad una casa dello studente od ottenere il contributo affitto. Una situazione aggravata dal fatto che tante stanze sono rimaste occupate, ad esempio, da chi ha terminato gli esami, ma deve scrivere ancora la tesi o rimane in attesa dell’inizio dei corsi della laurea magistrale. A quest’ultima tipologia di studenti verrà scontato di 150 euro il mini-affitto da 250 e garantito un pasto quotidiano. Un contributo una tantum sarà detinato a pendolari e fuori sede che hanno subìto una riduzione o una limitazione del servizio mensa.

“Infine – ha concluso Monica Barni – e credo che si tratti di una misura importante e innovativa, abbiamo accantonato risorse per tutti quegli studenti che dovessero vivere una situazione sanitaria di emergenza durante la crisi Covid-19. Com’è naturale che sia saranno assistiti dal Servizio sanitario regionale gratuitamente, ma è giusto che siano supportati in tutti i disagi che potenzialmente potranno subire a partire dal ricovero in ospedale o dall’isolamento domiciliare. E lo saranno grazie all’istituzione di questo fondo rischi che spero con tutto il cuore che non serva mai a nessuno” L’accantonamento di risorse servirà poi a coprire i maggiori costi conseguenti alle misure anticontagio messe in atto dall’Azienda DSU quali ad esempio, pulizie e sanificazioni straordinarie, messa a disposizione di gel disinfettante, consegna dei pasti da asporto agli studenti alloggiati direttamente presso le residenze principali.

“La Regione ha raccolto l’appello rivolto all’Azienda per il Diritto allo studio dai destinatari dei benefici che si sono trovati in difficoltà, soprattutto i fuori sede costretti a dover permanere nel comune sede di università” – ha dichiarato il presidente del DSU Marco Moretti – permettendo l’erogazione di ulteriori contributi monetari che hanno evitato ai ragazzi di richiedere un sostegno straordinario alle proprie famiglie già fortemente gravate dalla crisi in corso. È stato dunque perseguito l’obiettivo di sostenere i soggetti in condizioni economiche meno favorevoli in questo momento di emergenza, anche garantendo la continuità dei servizi essenziali come la mensa e l’alloggio nelle residenze universitarie nel rispetto delle norme e dei criteri di sicurezza, continuando ad adempiere al dovere istituzionale di pubblica utilità e difesa del diritto di cittadinanza degli studenti provenienti da fuori regione e nazione”.

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