Sab 20 Apr 2024

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Anniversario della Liberazione di Firenze nel nome di Mandela

Oggi sabato 11 agosto si celebra il 74esimo anniversario della Liberazione di Firenze, che quest’anno ha un ospite d’eccezione: l’ex presidente del Sudafrica e membro dell’ANC (African National Congress) Petrus Kgalema Motlanthe, attualmente trustee della Nelson Mandela Foundation.

A Firenze in occasione dei 100 anni dalla nascita di Mandela,  Motlanthe ha deciso di assistere alle celebrazioni della Liberazione della città dal nazifascismo. E’ stato il terzo presidente del Sudafrica dal 25 settembre 2008 al 9 maggio 2009, mentre da quella stessa data al 2014 è stato vicepresidente nominato dal suo successore Jacob Zuma.

Alle 7  di qiuesta mattina a Palazzo Vecchio,i rintocchi della Martinella, la campana della Torre di Arnolfo, che l’11 agosto 1944 annunciò alla città il ritorno alla libertà e alla democrazia. A seguire, alle 9.45 in piazza Santa Croce la cerimonia solenne dell’Alzabandiera con la deposizione di una corona di alloro da parte delle autorità civili, religiose e militari in onore ai caduti di tutte le guerre con le preghiere di suffragio: per la Comunità ebraica lettura del discorso del rabbino capo Amedeo Spagnoletto; per il Consiglio dei pastori evangelici  il pastore Raffaello Volpe, mentre per la  Chiesa cattolica  Monsignor Vasco Giuliani.

Alle 10.15, al termine della cerimonia, il corteo diretto a Palazzo Vecchio, con al seguito i Gonfaloni di Firenze, della Regione Toscana, della Città metropolitana e dei vari Comuni dell’area fiorentina, oltre ai labari della federazione delle associazioni partigiane e della associazioni d’arma e combattentistiche. Sull’Arengario di Palazzo Vecchio, in piazza della Signoria, l’intervento del sindaco Dario Nardella e l’orazione di Renato Romei, membro della segreteria provinciale dell’Anpi di Firenze. Alle 20 sull’Arengario di Palazzo Vecchio si terrà il concerto per la cittadinanza della Filarmonica ‘F. Nucci’ di Ponte Buggianese

Alle ore 6.45 dell’11 agosto 1944, i rintocchi della campana di Palazzo Vecchio, subito seguita da quella del Bargello, danno il segnale dell’insurrezione contro i nazifascisti.

I partigiani, raccolti in Oltrarno, ricevono l’ordine di passare il fiume ed attaccare le truppe tedesche. Contemporaneamente, verso le 7.00, lasciata la sede di via Condotta, entra in Palazzo Medici Riccardi il Comitato Toscano di Liberazione Nazionale (CTLN). Per le strade viene affisso il manifesto con cui il CTLN assume i pieni poteri e invita i concittadini a «contribuire con tutte le proprie forze alla liberazione della città, dare tutto l’aiuto morale e materiale ai nostri coraggiosi patrioti […per conquistarsi] il diritto di essere un popolo libero combattendo e cadendo per la libertà».

È l’alba lungamente attesa nella notte dell’occupazione nazifascista che aveva gravato su Firenze dal settembre ’43. Oltre alla paura per gli sviluppi del conflitto mondiale – che segna duramente la città con i bombardamenti aerei che dal 25 settembre la colpiscono più volte – i fiorentini sperimentano il timore per la presenza tedesca, le requisizioni dei beni e delle persone, le prepotenze e le violenze dei fascisti. Questi, riorganizzatisi all’interno delle strutture della Repubblica sociale italiana (Rsi) eccellono nella rigorosa attuazione delle direttive naziste. Basti solo citare l’attività della banda Carità, il reparto specializzato nella lotta contro gli antifascisti, noto per le torture cui sottopone le proprie vittime e la radicalità delle politiche di persecuzione antiebraica attuate dalle autorità locali della Rsi.

 

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