Lo afferma Coldiretti che dice: ‘l’agricoltura toscana è fragile, perdiamo imprese e superficie’. Secondo l’associazione servono “risorse e politiche di promozione importanti per invertire tendenza’
Cresce la produzione, cresce il pil, crescono le esportazioni, ma nell’arco di 10 anni si è perso il 23% delle imprese e il 15% della superficie agricola. “L’agricoltura toscana è molto fragile” “c’è questo è un arretramento di presidio, di territorio, di toscanità, non solo d’economia”. Lo ha detto Letizia Cesani, presidente di Coldiretti Toscana, a margine dell’incontro ‘L’orgoglio di coltivare il futuro’, promosso dall’associazione a Firenze, a cui hanno partecipato anche il governatore Eugenio Giani e alcuni assessori.
“Noi in maniera pressante dobbiamo invertire la tendenza”, ha proseguito, spiegando che “è fondamentale” l’aiuto del governo nella tutela del made in Tuscany: “L’agricoltura ha bisogno di tutti, in particolare l’agricoltura toscana che è un’agricoltura distintiva, di qualità fatta di particolarismi e di territori. Quindi da sola non va da nessuna parte, è importante che abbia il supporto di risorse e di politiche promozionali importanti di tutto il sistema Paese”.
Per Cesani “quello che vogliamo fare insieme è provare a cambiare un paradigma di ragionamento e trovare delle soluzioni sartoriali. A problemi diversi, dobbiamo trovare soluzioni diverse e dobbiamo parlare di futuro, ma non dimenticando che bisogna prima sbarcare questo terribile presente. Perché le nostre imprese in questo momento sono in un mare in tempesta e quindi insieme a delle visioni strategiche di lungo periodo, dobbiamo assolutamente attrezzarci con risposte immediate, che si tratti di risorse, ma si tratti anche di strumenti innovativi, si tratti d’ascolto e d’attenzione”.


