Ven 29 Mar 2024

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Toscana, sindacati sanità contro neo-direttore Gelli: “sua lettera blocca assunzioni”

Lo rivelano i segretari sindacali regionali della funzione pubblica, Bruno Pacini (Fp Cgil Toscana), Mauro Giuliattini (Fp Cisl Toscana) e Mario Renzi (Uil Fpl Toscana) evidenziando che la lettera di Gelli imputa “queste scelte ‘allo stallo nelle trattative con gli organi politici’

“Un atto grave nei modi e nei contenuti, che blocca completamente le assunzioni nel Sistema sanitario regionale, riportando ai numeri del 2019 le dotazioni di personale della sanità toscana” è quanto sostengono i segretari sindacali regionali della funzione pubblica, Bruno Pacini (Fp Cgil Toscana), Mauro Giuliattini (Fp Cisl Toscana) e Mario Renzi (Uil Fpl Toscana) in merito alla “comunicazione che il neo-direttore dell’assessorato alla Sanità della Toscana, Federico Gelli, ha inviato il 30 dicembre ai direttori generali delle Aziende ed enti del Ssr”.

I sindacati sottolineano che  la lettera di Gelli imputa “queste scelte ‘allo stallo nelle trattative con gli organi politici’ (testuale): con questa dichiarazione, di fatto, gli organi tecnici dell’assessorato alla salute assumono la guida delle politiche sanitarie in Toscana”.

Di fatto – commentano le sigle – on la lettera inviata da Gelli “si ignora la necessità di effettuare migliaia di assunzioni, e si mettono a rischio anche quote di salario per chi è già in servizio. Tutto questo accade mentre è ancora in atto lo stato di agitazione del personale del Ssr, durante una vertenza aperta a livello regionale e in piena trattativa con le organizzazioni sindacali, dove il nodo centrale era proprio eliminare il blocco delle assunzioni del personale deciso questa estate dalla Regione Toscana”, inoltre “con questa nuova determinazione dell’Assessorato di fatto saltano il tavolo e il confronto con i sindacati” e si “favorisce ancora una volta lo spostamento delle attività verso il settore privato, come già sta accadendo in questi giorni per il sistema diagnostico: la scelta di utilizzare i test antigenici presso le farmacie introduce un ulteriore, surrettizio elemento di privatizzazione”.

I sindacati accusano la missiva inoltrata dal neodirettore di “delegittimazione del confronto tra le parti sociali che non tiene conto dello sforzo dei lavoratori della sanità ed anche del sistema sociosanitario ad essa collegato, ancora sotto piena pressione dal marzo 2020: lavoratrici e lavoratori che non hanno più regole contrattuali e certezze e che nonostante ciò continuano responsabilmente a sostenere ogni sforzo, con la difficoltà di credere ancora in una conduzione politica organizzata che sembra priva di un progetto. Questi atti da parte del governo regionale non saranno privi di conseguenze, come è immaginabile”.

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