Valenti: “Cpr prima o poi si farà anche in Toscana”. Giani: “Rimane il no al Cpr”

Firenze, Valerio Valenti, commissario per l’emergenza immigrazione, che ha partecipato al Cosp con i prefetti toscani, il presidente della Regione Eugenio Giani, i sindaci Dario Nardella (Firenze) e Matteo Biffoni (Prato), che è presidente di Anci Toscana, ha espresso un suo parere sull’eventuale apertura di un Centro di permanenza per i rimpatri (CPR) in Toscana.

“Non era all’ordine del giorno dell’incontro di oggi il Cpr” ma, ha spiegato Valenti “penso comunque che il Cpr prima o poi si farà anche in Toscana, perché è questa la linea dell’attuale governo, e su questo ci sono delle norme all’interno del decreto legge immigrazione”.

“L’incontro era sull’accoglienza e sulla dichiarazione di stato d’emergenza”, ha ricordato Valenti, spiegando che si è parlato anche dell’ipotesi di Cpr, a cui la Regione Toscana rimane contraria.

“Non ho capito molto bene – ha affermato – quali sono le condizioni che la Regione Toscana pone, perché noi abbiamo messo sul piatto un’ampia apertura rispetto a eventuali proposte, sia nelle modalità, della accoglienza diffusa, sia nella tipologia di strutture, sia per quanto riguarda gli importi, perché non abbiamo ricevuto indicazioni”.

Eugenio Giani

“Rimane il no al Cpr, ma” rimane “la consapevolezza che la Toscana può essere una regione leader per quello che riguarda l’accoglienza e l’integrazione”, ha affermato invece Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, a margine dello stesso incontro in Prefettura a Firenze col commissario per l’immigrazione Valerio Valenti e i prefetti toscani.

“Riunioni come queste ci aiutano a creare la concertazione, e magari portare presto anche a firmare l’intesa”, ha detto Giani, riferendosi all’intesa per l’affidamento al commissario Valenti della gestione dell’accoglienza, “però i temi li dovevamo mettere sul tavolo – ha aggiunto -, e oggi sono stati messi in modo molto costruttivo, per cui mi sento di ringraziare tutti i partecipanti”.

Giani ha osservato che “non c’era una questione di porre oggi il sistema dell’intesa. L’intesa, e lo dico per me, ma ho sentito il collega Bonaccini nell’Emilia Romagna, ho sentito Emiliano per la Puglia, è un tema che abbiamo noi al nostro interno nella conferenza Stato-Regioni, non possiamo accettare intese quando non c’è un lavoro preventivo di concertazione. Ma su questo tema sarebbe bene che tutte le Regioni procedessero all’unisono”.

Il prefetto di Firenze Valerio Valenti consegna onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana

Firenze, nella mattina di oggi, mercoledì 14 dicembre, si è svolta nel Salone di Carlo VIII presso Palazzo Medici Riccardi la cerimonia di consegna delle onorificenze dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Come riportato in un comunicato della prefettura, il prefetto di Firenze, Valerio Valenti, insieme all’assessora comunale di Firenze, Sara Funaro, e ai rappresentanti dei Comuni di residenza degli insigniti – ossia Borgo San Lorenzo, Fucecchio, Impruneta e Montelupo Fiorentino -, ha consegnato i diplomi conferiti dal Capo dello Stato a coloro che si sono distinti per aver acquisito benemerenze nella propria vita lavorativa, in attività svolte a fini sociali e umanitari o per i lodevoli servizi svolti nelle carriere civili e militari.

“Ritengo che cerimonie come questa – ha affermato il prefetto Valenti – costituiscano un momento significativo per portare avanti ed esaltare quelli che sono i valori fondanti custoditi nella nostra Carta costituzionale, valori quali il lavoro, la solidarietà, una società coesa resa tale grazie anche all’impegno costante di persone che giorno dopo giorno offrono il loro contributo alla comunità”.

Queste le persone insignite a Cavaliere: Luca Bachechi, Maurizio Bargiacchi, Alessandro Bennucci, Filippo Cannata, Ivo Mancini, Antonio Masoni, Michele Romeo Jasinski, Francesco Luigi in arte Franco Simone. Stefano Fantucci è stato invece insignito a Cavaliere mentre Paolo Maria Pomponio a Commendatore.

Il prefetto Valenti apre all’ipotesi di un Centro di permanenza per i rimpatri dei migranti. Nardella, siamo a disposizione per la ricerca di strutture

Firenze, si è tenuta ieri a Palazzo Medici Riccardi la Conferenza Regionale delle Autorità di Pubblica Sicurezza. Tra i temi affronti anche l’ipotetica creazione in Toscana di un Centro di permanenza per i rimpatri dei migranti – CPR, nonostante fino a oggi la Toscana si sia sempre opposta alla sua creazione.

A presiedere la seduta il prefetto di Firenze Valerio Valenti, il quale ha affermato che in merito alla creazione di un Centro di permanenza per i rimpatri in Toscana si è parlato molto, “è stato uno dei capitoli, e credo sia emersa una generale condivisione sull’opportunità che la Toscana si doti di una struttura”. Per Valenti serve un centro “che funga da deterrente per quegli extracomunitari espellibili che sono più del 50% di chi commette reati che creano particolare allarme sociale. Una struttura di piccole dimensioni, con meno di 50 posti”.

“Già utilizzando gli accordi in essere – ha proseguito il prefetto -, penso al Marocco, alla Tunisia, all’Albania, all’Egitto, ci sono tutti Stati e paesi con i quali esistono gli accordi di riammissione. Parliamo di cifre che vanno nell’ordine di centinaia di persone che in tutta la Toscana reiterano comportamenti delittuosi, e quindi soprattutto reati come lo spaccio, i furti, le rapine la violenza sessuale. Quindi nei confronti di questi soggetti la possibilità di avere un un CPR sarebbe certamente utile”.

Secondo Valenti oggi ci sono pochi rimpatri per “due ragioni che ostano. Una è l’indisponibilità di posti, perché i CPR che ci sono sul resto del territorio nazionale sono tutti pieni. La seconda ragione è la distanza che ovviamente rende economicamente percorribile un trasporto di una persona da Firenze a Brindisi o a Gradisca d’Isonzo, perché significa perdere quattro uomini per minimo tre giorni, e quindi rinunciare a un controllo del territorio che viene a essere gravemente compromesso. Avere invece un centro a disposizione a pochi chilometri, 50-100 o quelli che sono, sicuramente costituirebbe un grande aiuto”.

Il sindaco di Firenze Dario Nardella, commentando la proposta avanzata dal prefetto Valerio Valenti in occasione della Conferenza Regionale delle Autorità di Pubblica Sicurezza, ha affermato di essere a disposizione per vedere se nell’area metropolitana vi siano delle strutture adeguate per la realizzazione di un Centro di permanenza per i rimpatri. Tali strutture, ha spiegato, “devono essere lontane dai centri urbani per non generare problemi di tipo sociale”, ma “vicine a canali di collegamento nazionali ed internazionali, porti, ferrovie, autostrade”.

Secondo il sindaco di Firenze il futuro CPR “non deve essere troppo grande, non deve violare assolutamente i diritti della persona, ma deve essere uno strumento efficace per una brevissima permanenza e poi per creare le condizioni per un veloce rimpatrio”, perché “non stiamo parlando degli immigrati che sono integrati, di persone che lavorano e vivono nelle nostre comunità“, ma “di criminali che delinquono abitualmente e sono una vera minaccia per la società, e che per altro mettono in cattiva luce il tema degli immigrati che invece va trattato con intelligenza, con pragmatismo, e non in modo ideologico o addirittura razzista”.

Prefetto Valenti, baby gang un termine molto inflazionato

Firenze, si è svolta oggi, giovedì 1 dicembre, la Conferenza Regionale delle Autorità di Pubblica Sicurezza presso Palazzo Medici Riccardi. A presiedere l’incontro il prefetto di Firenze Valerio Valenti, che ha esposto il suo punto di vista in merito alle baby gang.

Per il prefetto Valenti il termine baby gang “è molto inflazionato: in realtà spesso siamo in presenza di delinquentelli che si rivolgono spesso nei confronti di coetanei, per lo più con minacce, quindi senza che ci siano poi degli atti criminali veri e propri. Se pensiamo che il fenomeno delle baby gang – ha proseguito – possa essere aggredito con carabinieri, Polizia, guardia di finanza, polizia municipale, siamo sulla strada assolutamente sbagliata. Bisogna lavorare con una visione lunga, cercando di inserirsi nelle scuole, continuando ad ascoltare i territori“.

Secondo il prefetto di Firenze infatti “a volte sono mere situazioni di disagio temporaneo, altre volte siamo in presenza invece di vere e proprie unioni pericolose tra soggetti, italiani e stranieri, che prescindono dal ceto sociale perché troviamo ragazzi più agiati con altri meno abbienti, e quindi rispetto a questi problemi ci dobbiamo porre delle domande e dobbiamo dare delle risposte, sapendo appunto che tutto nasce da una conoscenza un po’ più puntuale”.

Firenze, celebrazioni per il 4 novembre

Firenze, il 4 novembre è il Giorno dell’Unità nazionale e la Giornata delle Forze Armate. In piazza Unità italiana, come da tradizione, si è svolta una cerimonia: una commemorazione dei caduti di tutte le guerre con la deposizione di una corona di fiori.

Il 4 novembre a Firenze e in Toscana è un momento di grande intensità – ha sottolineato il presidente della Regione Eugenio Giani durante la cerimonia -. Da un lato il ricordo della vittoria nella Prima guerra mondiale, dall’altro l’Alluvione a Firenze del 1966” che avvenne proprio il 4 novembre, “se la legge sulla protezione civile nel suo prologo fa riferimento all’alluvione di Firenze e al terremoto del Belice possiamo dire che da quella lezione l’Italia si è organizzata con la protezione civile che è un punto di riferimento per l’Italia e l’Europa”.

Il prefetto di Firenze Valerio Valenti ha evidenziato che è necessario “ritrovare un forte senso di unità di un paese che è tradizionalmente diviso, ad esempio tra nord e sud. Oggi invece dobbiamo essere uniti, cogliere le opportunità del Pnrr, c’è la necessità di arrivare alla fine della transizione energetica. Le istituzioni ci sono, noi siamo tutti insieme”.

Il generale di divisione Pietro Tornabene comandante dell’Istituto Geografico Militare ha affermato che “in questo Paese attualmente c’è la percezione che non ci sia unità ma se andiamo a vedere la storia dell’Italia vediamo che siamo sempre stati in grado di risorgere, anche dopo due guerre terrificanti”.

Alla cerimonia presenti anche il vicepresidente del Csm David Ermini, il questore di Firenze Maurizio Auriemma, il presidente del Consiglio comunale di Firenze Luca Milani. Per la festa del 4 Novembre alcune caserme delle Forze Armate in città sono state aperte alle visite del pubblico.

Migranti, Nardella apre ai Centri di permanenza per i rimpatri

Il dibattito politico regionale torna sul tema dei Centri di Permanenza per i rimpatri (Cpr), le strutture in cui sono trattenuti i cittadini stranieri in attesa dell’esecuzione del provvedimento di espulsione. A riaprire la discussione il prefetto di Firenze Valerio Valenti.

Durante un’intervista il prefetto ha infatti riaperto la porta sul tema proponendo l’istituzione di un Centro di permanenza per il rimpatrio per i cittadini stranieri irregolari in Toscana.

“Non ho in mente nessuna struttura – ha precisato il prefetto -. Io prendo spunto da quello che succede in città e non solo in città, mi pare di capire, anche in altre realtà del territorio regionale, rispetto ai mezzi di contrasto che abbiamo per questi fenomeni. Penso che questo strumento possa essere una buona risposta: come ho detto e ripeto, in piccole dimensioni, non delle megastrutture ma al massimo 50 posti, possibilmente ad uso dell’intero territorio regionale, e quindi l’altro pezzo di questo ragionamento è che ogni regione si doti di una struttura di questo genere”. Ha aggiunto a margine di una iniziativa della Regione Toscana nell’ambito della settimana nazionale della Protezione civile.

A dare man forte al prefetto il primo cittadino fiorentino Dario Nardella. Il sindaco ha affermato più volte che un Centro di permanenza per il rimpatrio in Toscana serve, mentre sulla questione della localizzazione si mantiene più vago. I dem infatti si sono presentati sempre molto moderati sul tema, sottolineando che non c’è mai stata una indicazione precisa sull’ipotetico luogo dove poter costruire la struttura in Toscana.

Criticità e problematiche su questi centri vengono sottolineate dall’assessore all’immigrazione Stefano Ciuffo. “Capisco la presa di posizione del prefetto Valenti, che segnala una criticità e non possiamo far finta di nulla. Va trovata una soluzione, assieme allo Stato. Ma va considerato anche il rischio che diventi un punto di raccolta di tanti stranieri con pochissimi rimpatri, simile ad un centro di detenzione“.

Anche il sindaco di Prato Matteo Biffoni si mostra critico: “Dobbiamo uscire dall’ipocrisia. Poliziotti e carabinieri devono portare chi è espulso in giro per l’Italia perdendo soldi, tempo e uomini. Il Centro di permanenza per il rimpatrio in Toscana può essere utile se è un vero Centro di permanenza per il rimpatrio, con tutte le garanzie, non un centro di detenzione mascherato“.

FdI e Lega si mostrano soddisfatti e attaccano. “Bene il prefetto di Firenze su un Cpr, richiesto da anni da noi — dice il capogruppo della Lega di Firenze, Federico Bussolin —. Da parte della Lega c’è l’accordo per la realizzazione di questa struttura, fondamentale per rispedire i clandestini a casa loro: si faccia subito”. E il capogruppo in Consiglio regionale per FdI, Francesco Torselli, aggiunge: “Il Centro di permanenza per il rimpatrio lo chiediamo da anni”.

E alla domanda riguardo la creazione del centro in un comune amministrato dal centro destra, Torselli risponde convinto. “Io mi auguro che si faccia e che sia la regione stessa a chiederlo al nuovo governo. Se così sarà, immagino sarà concertato con il territorio”.

Un no netto arriva invece da Sinistra Italiana, secondo cui “Si fanno proposte vecchie che risalgono ad un dibattito di venti anni fa. Si propongo strutture ‘lager’ per i clandestini senza proporre di cancellare la legge che li genera“.

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