Regionali:Fattori candidato governatore ‘Toscana a sinistra’

“Toscana a Sinistra è il nuovo nome del progetto che – spiega Fattori – è ancora più largo che nel 2015”, sostenuto da “alcune liste di cittadinanza tra cui Firenze Città Aperta, Una Città in Comune di Pisa, Buongiorno Livorno e da altre forze della sinistra come Rifondazione Comunista e Potere al Popolo”.

Tommaso Fattori, capogruppo in Consiglio regionale di ‘Sì Toscana a sinistra’ è il candidato presidente della Regione Toscana alle prossime regionali per una coalizione che riunisce varie sigle di sinistra tra cui Rifondazione comunista e Potere al popolo: il nome è stato annunciato nel corso di una videoconferenza in cui sono state presentate proposte per affrontare l’emergenza Coronavirus.
“Toscana a Sinistra è il nuovo nome del progetto che – spiega Fattori – è ancora più largo che nel 2015”, sostenuto da “alcune liste di cittadinanza tra cui Firenze Città Aperta, Una Città in Comune di Pisa, Buongiorno Livorno e da altre forze della sinistra come Rifondazione Comunista e Potere al Popolo”.
“Unanimemente – ha detto Fattori – è stato proposto il mio nome e ne sento tutta la responsabilità, a maggior ragione in questo momento. Sarà un’assemblea regionale a ratificare questa scelta, non appena sarà possibile convocarla”.

Coronavirus: Sì Toscana, istituire reddito di quarantena

Il reddito di ‘quarantena’ o di emergenza per chi non può lavorare, è stato spiegato, potrebbe essere introdotto con la creazione di un fondo regionale, ad integrazione delle misure nazionali”

Un piano per la requisizione di attività produttive per la produzione di mascherine e di altri beni essenziali, e anche di grandi immobili privati adatti ad accogliere le persone in quarantena, insieme allo stop delle alienazioni del patrimonio immobiliare delle Asl regionali e l’introduzione di misure di sostegno economico per chi è in difficoltà a causa dell’emergenza Coronavirus prevedendo un reddito di ‘quarantena’. Sono alcune delle proposte avanzate in una videoconferenza dai consiglieri regionali di Sì Toscana a sinistra Tommaso Fattori (capogruppo) e Paolo Sarti insieme a esponenti di Potere al popolo, Rifondazione comunista Toscana e liste di cittadinanza. Il reddito di ‘quarantena’ o di emergenza per chi non può lavorare, è stato spiegato, potrebbe essere introdotto con la creazione di un fondo regionale, ad integrazione delle misure nazionali, per dare una continuità salariale alle categorie prive di tutela e di un fondo straordinario per dare un sostegno a coloro che non riescono a pagare l’affitto. “Si tratta di oltre 20 proposte concrete e abbastanza minuziose” ha detto Fattori per il quale dopo la fine dell’emergenza Coronavirus “occorre voltare pagina, tutto andrà bene se non tornerà tutto come prima, cioè se chiuderemo la stagione delle privatizzazioni, del definanziamento del sistema sanitario nazionale, se abbandoneremo le politiche di precarizzazione del lavoro, se rafforzeremo le politiche del sistema sanitario pubblico”.

Coronavirus, Fattori e Sarti: “fermare l’industria bellica, non è strategica durante l’epidemia”

Fattori e Sarti si sono uniti oggi alla campagna Sbilanciamoci!, alla Rete della Pace e alla Rete Italiana per il Disarmo nella richiesta di un immediato blocco di tutte le fabbriche che producono sistemi bellici.

“Perché assieme alle attività produttive essenziali, agli alimentari, alle farmacie e alle edicole devono restare aperte anche le fabbriche dove si producono armi e cacciabombardieri? Il decreto del governo entrato in vigore ieri ha ulteriormente ridotto le attività produttive a causa del coronavirus ma ha escluso dal blocco le fabbriche che realizzano sistemi d’arma. Questo è assurdo e inaccettabile”, affermano i consiglieri regionali di Sì Toscana a sinistra, Tommaso Fattori e Paolo Sarti, “a meno che l’industria bellica non sia ritenuta fondamentale anche in un periodo di epidemia, al punto da rischiare la diffusione del contagio tra i suoi lavoratori. Probabilmente qualcuno pensa che il virus debba essere debellato con bombe e mitragliatrici, invece servono più ospedali e più personale medico sanitario, non più armi”.

Fattori e Sarti si sono uniti oggi alla campagna Sbilanciamoci!, alla Rete della Pace e alla Rete Italiana per il Disarmo nella richiesta di un immediato blocco di tutte le fabbriche che producono sistemi bellici. “Da giorni l’Italia si è fermata, le strade sono deserte, i negozi chiusi e molti lavoratori rischiano di ammalarsi per garantire i servizi essenziali negli ospedali, nei trasporti e nella distribuzione alimentare – proseguono Fattori e Sarti – ma non si capisce perché debba rimanere in funzione, ad esempio, lo stabilimento di Cameri, in provincia di Novara, che produce e assembla i famigerati caccia F-35, nonostante due lavoratori siano già stati riscontrati positivi.

Tale attività non ha niente di strategico e tenerla aperta è solo un favore all’industria bellica e al business del commercio di armamenti”. Il gruppo regionale Sì Toscana a sinistra fa notare che in altri paesi, come ad esempio il Giappone, la produzione di F-35 è già stata interrotta a causa del coronavirus. “Chiediamo quindi al Governo di rivedere immediatamente l’elenco dei settori produttivi esclusi dal blocco fermando il lavoro in tutte le fabbriche che producono sistemi d’arma”, concludono Fattori e Sarti. “Questa dovrebbe essere l’occasione per un ripensamento e una riconversione strutturale dell’industria bellica verso produzioni socialmente utili, come quelle sanitarie”.

Fattori: “Istituire ‘reddito di quarantena’ per precari, Partite Iva e chi escluso da ammortizzatori sociali”

“Dobbiamo contenere il virus ed estendere i diritti, l’emergenza sanitaria non può trasformarsi in emergenza sociale e lavorativa”, esordisce così Tommaso Fattori, capogruppo di Sì Toscana a Sinistra, nel presentare il pacchetto di proposte “volte a garantire continuità di reddito a tutti, indipendentemente dalla condizione contrattuale” appena presentate in Consiglio regionale.

Istituire un fondo che garantisca un “reddito di quarantena” e continuità salariale a lavoratori e lavoratrici con partita Iva o ad ore e a tutte le categorie prive di tutela costrette a interrompere il lavoro a causa dell’emergenza Coronavirus – aggiunge Fattori -. Ripristinare la Cassa integrazione in deroga per evento imprevisto e imprevedibile per i lavoratori subordinati integrando il salario realmente percepito, come appena avvenuto in Emilia Romagna. Infine prevedere un’integrazione del reddito, sgravi fiscali e contributi figurativi per i lavoratori e le lavoratrici autonome in possesso dei requisiti per il regime forfettario. Sono queste le principali richieste del gruppo regionale Sì Toscana a sinistra contenute nella mozione che sarà discussa nella prossima seduta consiliare.

“Il presidente della Regione Toscana deve chiedere al governo nazionale di far approvare questi interventi eccezionali a sostegno dei freelance – prosegue nel comunicato Fattori -, dei precari, degli intermittenti, dei collaboratori ad ore, degli autonomi con partita Iva e degli atipici che dovranno affrontare senza tutele una lunga crisi che si protrarrà ben oltre il periodo di picco dei contagi, anche a causa del Ddl sul lavoro autonomo del 2015 che non ha mai avuto decreti attuativi.”

“Le partite Iva sono i nuovi reietti – ha aggiunto Fattori – non hanno ferie, congedi, malattie e in questa situazione di emergenza patiscono una doppia pena, non possono lavorare e non hanno tutele”. “Molti impieghi nel settore del turismo e dei servizi educativi, sociali, culturali, dello spettacolo e dello sport sono regolati da forme contrattuali che consentono revoche istantanee, senza la previsione di ammortizzatori sociali. Quella dei lavoratori in appalto, sia nelle pubbliche amministrazioni che nel settore privato, è una delle categorie più esposte, e l’interruzione della retribuzione o la riduzione drastica delle ore lavorate è purtroppo all’ordine del giorno. Si tratta di settori spesso invisibili che rischiano di essere tagliati fuori dai provvedimenti straordinari del Governo e delle Regioni”.

Armi nei porti toscani, Fattori (SI, Tosc): “fermare subito la movimentazione verso i paesi in guerra.

Presentata mozione che chiede anche una mappatura aggiornata dei luoghi di attracco e transito di armamenti in Toscana.

“È inaccettabile che il transito di armi e strumenti bellici anche verso paesi in guerra sia tollerato in una regione come la Toscana che vanta da sempre una tradizione di pace e di rispetto dei diritti umani”. L’ha affermato il capogruppo di Sì-Toscana a Sinistra, Tommaso Fattori, presentando una mozione sottoscritta con il collega Paolo Sarti, in cui si chiede alla Giunta regionale di produrre una mappatura aggiornata dei luoghi di attracco e di transito di armi e materiale bellico sul territorio toscano e di impedire l’utilizzo di infrastrutture civili e militari per la movimentazione di armamenti destinati a paesi in conflitto.
“L’Italia è uno dei principali produttori di armi nel mondo, con oltre la metà delle esportazioni destinate al Medio Oriente e al Nord Africa, a nazioni in conflitto e a regimi autoritari che non rispettano i diritti umani”, ha aggiunto Fattori. “Eppure, come denuncia da tempo una rete di Ong, nei porti toscani transitano regolarmente indisturbate le navi cargo statunitensi che trasportano armamenti destinati a paesi in guerra, in contrasto con le norme vigenti, in particolare con la legge 185/90”.
Citando una specifica richiesta della CGIL di Livorno, l’atto di indirizzo presentato da Sì-Toscana a Sinistra impegna infine la Giunta ad attivarsi “affinché nel nostro territorio, nel rispetto dell’articolo 11 della Costituzione, tutti i lavoratori e le lavoratrici che operano con materiale bellico vengano opportunamente informati e formati e possano liberamente esercitare obiezione di coscienza”. Conclude Fattori, “proprio come nel caso dei camalli, i portuali genovesi che si sono rifiutati di imbarcare armi destinate alla guerra in Yemen

Aeroporto di Firenze, Fattori a Renzi: “ridicolo paragonare Peretola al ponte Morandi”.

“La nuova pista dell’aeroporto di Firenze è diventata un’ossessione per l’attuale maggioranza regionale. Oggi (ieri ndr) il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, è arrivato addirittura a paragonare l’ampliamento dello scalo di Peretola alla ricostruzione del ponte Morandi, avanzando la ridicola proposta della nomina di un commissario”. È quanto ha affermato il capogruppo di Sì-Toscana a Sinistra in Consiglio regionale, Tommaso Fattori in merito alle dichiarazioni che il leader di IV ha fatto ieri in una conferenza stampa sull’ampliamento di Peretola.

“Renzi ha parlato di ‘norme farraginose’ e ‘cavilli’ che bloccano le procedure. Eppure la sentenza del Consiglio di Stato è stata chiara e inequivocabile, e ha dimostrato che in Italia nessuno può violare le leggi, neppure i potenti e gli amici degli amici. Il masterplan presentato da Toscana Aeroporti non era neppure degno di essere definito ‘progetto’, talmente era lacunoso e mancante di elementi essenziali. Avrebbe dovuto essere respinto dai Ministeri, senza bisogno di ricorrere alla giustizia amministrativa, ma invece si è voluto procedere di forzatura politica in forzatura politica, facendo perdere alla collettività tempo e denaro”.

“Mi chiedo – ha aggiunto Fattori – perché Renzi, al pari del candidato del centrosinistra alle prossime regionali della Toscana, Eugenio Giani, non si arrendano di fronte all’evidenza e non prendano atto che hanno vinto i comitati, le associazioni, i sindaci, i cittadini della Piana e tutti coloro che hanno a cuore la qualità della vita e la qualità dell’ambiente”.

“Quello che propone Renzi non è un piano ‘shock’ ma un piano sciocco, ancorato a una visione vecchia di sviluppo, cieca davanti all’emergenza climatica e alla necessità di una svolta verde nell’economia. Renzi e Giani hanno la stessa identica idea di sviluppo che hanno Salvini, Meloni e Berlusconi: cemento sparso a piene mani come unica soluzione per la ripresa economica”.

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