🎧 Sfratti in Toscana, allarme sindacati: oltre 5.500 da eseguire

Firenze, un alto numero di richieste di sfratti, con la città di Firenze che ha il primato toscano in questi primi mesi del 2022 di richieste in rapporto al numero di abitanti (50 convalide di sfratto a settimana), seguita da Pisa (23) e Livorno (22). Includendo anche il periodo pandemico si tratta di 5.500 sfratti in tutta la Toscana.

Sono i numeri degli sfratti che emergono dalla conferenza stampa di Cgil, Cisl e Uil e sindacati inquilini sull’emergenza casa. In totale sono 175.000 le famiglie in crisi abitativa, tra chi ha problemi con gli sfratti e chi ha difficoltà a pagare i canoni di locazioni.

In podcast l’intervista alla segretario generale del SUNIA della Toscana, Laura Grandi, a cura di Gimmy Tranquillo.

Dal 1° settembre 2021 al 28 febbraio 2022 sono stati 3.471 i toscani che si sono rivolti agli sportelli territoriali dei sindacati degli inquilini: sono 1.631 i cittadini stranieri che hanno chiesto aiuto, il 47% del totale (contro il 53% degli italiani). Per quanto riguarda i canoni d’affitto l’11% paga tra i 500 e i 600 euro mensili, il 28% tra i 600 e 700 euro, il 42% tra i 700 e gli 800 euro mentre il 19% paga più di 800 euro mensili.

Per l’89% il solo affitto (escluso dunque utenze e condominio) incide per oltre il 45% dei propri redditi. Il 18% del campione versa anche una somma a nero oltre l’affitto dichiarato, il 90% auspica l’assegnazione di una casa popolare e di un contributo affitto utile a mitigare anche i costi delle utenze domestiche.

Un dato nuovo riguarda anche gli inquilini delle case popolari dove i canoni di affitto sono sensibilmente più bassi rispetto al mercato. Nel corso del 2021 e nei primi due mesi del 2022, è stato spiegato, la morosità per affitti e soprattutto per le spese condominiali sta crescendo andando in media oltre il 12% contro il 4% degli anni precedenti.

Diverse le proposte presentate: tra queste, è stato sottolineato, “è indispensabile individuare una sede istituzionale, dove governare il fenomeno degli sfratti e graduare le esecuzioni con il concorso di tutte le parti in causa e ristrutturare tutti gli alloggi di edilizia pubblica sfitti, ad oggi oltre 3500”.

Serve anche “una revisione della legge nazionale sulle locazioni che punti, attraverso la contrattazione collettiva e la leva fiscale, ad abbassare il livello degli affitti privati e ad aumentare l’offerta ad uso di abitazione principale”.

Martedì 22 marzo, è in programma una mobilitazione nazionale e un presidio a Roma, davanti al ministero delle Infrastrutture, per sostenere le proposte unitarie contro sfratti, caro affitti e bollette e a sostegno dell’edilizia pubblica. Secondo i sindacati i provvedimenti adottati in materie di politiche abitative “non danno la necessaria centralità all’obiettivo imprescindibile di un rilevante e strutturale piano pluriennale di edilizia residenziale pubblica e sociale per avviare e consolidare una politica abitativa che sia volta ad aumentare l’offerta di alloggi pubblici e a canoni sostenibili, viste le precarie condizioni reddituali delle famiglie che non trovano soddisfacimento dall’attuale mercato”.

Caro bollette, l’allarme di Sunia: “Famiglie stanno rinunciando a riscaldamento”

Il caro bollette unito alla crisi pandemica stanno mettendo in ginocchio le famiglie fiorentine. L’allarme arriva, questa volta, da Sunia che sottolinea e annuncia il difficile momento per i nuclei familiari del capoluogo toscano.

A causa del caro bolletta, gli aumenti sono nell’ordine del 40% per l’energia elettrica, 10-15% per il gas e del 25% per il gasolio: una situazione che accelera la povertà di migliaia di famiglie.  La spesa sale mediamente a  400 euro mensili per le utenze e questo porta le famiglie a rinunciare a scaldarsi e ad usare elettrodomestici come lavatrici e forni.

Tutto questo, “per evitare bollette capestro e trovarsi con utenze staccate per mancato pagamento”, afferma Laura Grandi, segretaria Sunia Toscana e Firenze

“Gli stessi aumenti finiranno per pesare anche sulle rate condominiali – aggiunge in una nota -, minando la sostenibilità dei bilanci familiari di tutti, tanto più delle famiglie che vivono in affitto. Gli amministratori di condominio stanno registrando alte inadempienze nei pagamenti delle rate, con grosse ricadute negative di gestione e centinaia di avvii di procedimenti di ingiunzioni”.

Per Grandi, “già nel 2020 (ultimo anno disponibile) i provvedimenti di sfratto per morosità emessi nella nostra area metropolitana, secondo il ministero dell’Interno, erano stati 2600. Quella di Firenze è una delle tre città più care in Italia, dove trovare una casa a canone sostenibile è impossibile. Quello che ci aspettiamo è, senza dubbio, un ulteriore aumento degli sfratti”.

Il segretario Sunia sottolinea che “il tribunale fiorentino sta ‘sfornando’ 50 richieste di esecuzione di sfratto a settimana e andando avanti così ci troveremo un’emergenza terribile da affrontare. Sarebbe importante trovare degli accordi con i gestori e le associazioni dei consumatori per consentire la rateizzazione delle bollette e per evitare i distacchi delle utenze”.

“Servono misure urgenti per casa e consumi – conclude Grandi -, che, superando la logica dei bonus, intervengano progressivamente in ragione dei redditi delle famiglie. Occorre rilanciare e far conoscere strumenti che già esistono ma che sono poco utilizzati, spesso perché poco conosciuti, come i fondi per la morosità incolpevole ed i bandi per la rinegoziazione degli affitti”.

“Contratto sicuro 2021, affittare casa secondo le regole conviene”

Al via la campagna del Sunia Toscana, con la consulenza giuridica sulla tipologia di contratto più utile alle esigenze delle parti, per evitare contenziosi e dare un contributo di trasparenza e correttezza nel mercato degli affitti

“Nella regione Toscana abbiamo circa 2.124.990 abitazioni di cui il 25% in affitto. Il mercato della locazione nel nostro territorio è condizionato da diversi fattori che determinano un costo medio dei canoni di locazione, tra i più alti in Italia” lo dice il Sunia CGIL in un comunicato in cui lancia la campagna ‘contratto sicuro’.

“Vi è inoltre un alto tasso di irregolarità sotto il profilo della contrattualistica e la conseguente insorgenza di molti casi di difficoltà nei rapporti tra inquilino e proprietario. Tutte situazioni che rendono il contratto di  locazione un elemento difficile da gestire: e il sindacato può contribuire a risolvere, mitigando e smussando possibili contenziosi” aggiunge il sindacato.

Come?

Attraverso “agevolazioni fiscali e comunali (IMU), tutele sia per il proprietario che per l’inquilino: il contratto conviene ad entrambi farlo bene, con regolarità e correttezza”.

“Ci siamo mai chiesti come mai per comprare una casa sia necessario un notaio, mentre per un contratto d’affitto, a volte ci si affida al fai da te o a soggetti non ben attrezzati per metterci in sicurezza, dopo la stipula del contratto?” prosegue il comunicato.

Per evitare contenziosi, per avere una consulenza giuridica sulla tipologia di contratto più utile alle esigenze delle parti, per dare un contributo di trasparenza e correttezza nel mercato degli affitti, il SUNIA della Toscana dal mese di giugno partirà con ‘Contratto Sicuro’, una campagna per affittare secondo le regole, per avere una consulenza giuridica su ogni tipologia contrattuale.

“Il nostro obiettivo” dice Laura Grandi , segretaria del Sunia della , “ è quello di dare un contributo tangibile a rendere legale il mercato toscano degli affitti. La mission del SUNIA della Toscana è quella di far percorrere a tutti la strada di contratti regolari e ‘sicuri’. E dove meglio che presso un Sindacato serio e preparato, ci si può rivolgere?”

“Al SUNIA della Toscana sarà possibile trovare un servizio utile alla stipula e alla corretta comprensione delle normative e delle clausole contrattuali ed una competente guida ai benefici economici e fiscali. Perché per non rischiare, conviene affittare secondo le regole!” conclude la nota del sindacato.

🎧 Firenze, BnB: in 2 anni – 30% appartamenti. “Ma per le famiglie non è cambiato nulla”

La denuncia del Sunia: “nonostante i turisti non ci siano, il mercato immobiliare a Firenze rimane proibitivo: per le famiglie solo contratti transitori e ‘creativi'” . Secondo i dati Air DNA le case sulla piattaforma sono  5 mila  in meno rispetto a dicembre 2018

Firenze – Il calo drammatico del turismo nelle città d’arte ha fatto esplodere la bolla degli affitti turistici a bere termine ma non ha migliorato assolutamente il mercato immobiliare per le famiglie alle prese con difficoltà abitative e che devono confrontarsi comunque con un mercato immobiliare proibitivo. Nonostante infatti, secondo i dati forniti del sito Airdna, citato oggi su Repubblica, a Firenze rispetto al  febbraio 2020 a  si contano circa 3 mila case in offerta (5 mila rispetto a  dicembre 2018) molti appartamenti rimangono sfitti in attesa di tempi migliori ed altri vengono offerti in affitto ma a condizioni del tutto inavvicinabili per chi cerca una stabilità abitativa di medio periodo.

Se infatti, sempre secondo i dati publicati su Repubblica, “siamo passati da 12.500 “active rentals”, offerte attive sui vari portali ( Airbnb, Vrbo, ecc) a fine 2018 alle 7.500 di oggi” e dunque “un terzo delle case pre- pandemia oggi non ci sono più, la gran parte proprio nel centro storico Unesco”, a Firenze le offerte per chi decide di affittare, sono solo  contratti transitori a breve termine (massimo un anno, per lo più sei mesi), per altro a prezzi comunque sostenuti. Altri, preferiscono starsene a guardare in attesa di tempi migliori.
“Le persone che si sono rivolte ai nostri sportelli confermano che le proposte fatte riguardano solo contratti transitori, per altro sarebbe interessante capire quanti di questi poi vengono regolarmente registrati” dice Laura Grandi del Sunia di Firenze.
La politica poteva fare di più?
“Certo” dice Grandi “poteva assolutamente approfittare di questo periodo della pandemia e delle condizioni che si erano cerate per affrontare in maniera organica, con una legge, la questione della regolamentazione del settore, ed invece rischiamo che quando il turismo, a breve immagino dopo l’estate, ripartirà, ci ritroveremo nelle medesime condizioni di prima”

“Prorogare il blocco degli sfratti”: lettera-appello dei sindacati Toscana

Il 31 dicembre scade il blocco degli sfratti, Cgil-Cisl-Uil Toscana, Sunia Uniat, e Unione inquilini della Toscana scrivono una lettera-appello a parlamentari, istituzioni e prefetti della Toscana: “Si rinnovi la sospensione delle esecuzioni e si aumentino i fondi di sostegno all’affitto, altrimenti si apriranno le porte a un nuovo fronte di grave disagio sociale”

Prorogare il blocco degli sfratti con forza pubblica per abitazioni private e esercizi commerciali che termina il 31 dicembre. Lo chiedono i sindacati Cgil, Cisl, Uil, Sunia, Sicet, Uniat, e Unione inquilini della Toscana in una lettera appello alle istituzioni toscane affinché facciano pressione su Governo e Parlamento. In particolare, la lettera è indirizzata ai parlamentari eletti in Toscana, al presidente della Regione Eugenio Giani, all’assessore regionale alla casa della Toscana Serena Spinelli, all’Anci, ai prefetti.

“Il prossimo 31 dicembre scadrà la proroga del blocco alle esecuzioni di sfratto con forza pubblica – ricordano i sindacati nella lettera – sia per gli inquilini di abitazioni private e degli esercizi commerciali, sia per i proprietari che non sono riusciti a pagare i mutui prima casa. Nonostante il perdurare e l’inasprirsi della pandemia con tutte le sue conseguenze economiche, sociali, lavorative, sanitarie, nella legge di bilancio in discussione in Parlamento non vi è traccia di una norma di rinnovo della sospensione. Questo significherebbe un sostanziale via libera agli sfratti dall’1 gennaio”. Per i sindacati, “in questa epocale congiuntura l’assenza di un provvedimento di sospensione risulterebbe del tutto incomprensibile, aprendo le porte ad un nuovo fronte di grave e pericoloso disagio sociale”. “L’alternativa allo sfratto selvaggio esiste – sottolineano – e consiste nel predisporre fin d’ora misure che consentano di salvaguardare la locazione, evitando il contenzioso giudiziario e incentivando e agevolando con lo strumento fiscale la rinegoziazione dei contratti per la diminuzione degli affitti”. I sindacati degli inquilini annunciano che nei prossimi giorni chiederanno un incontro ai prefetti per discutere di queste problematiche.

 

 

Affitti universitari, in Toscana costi insostenibili e irregolarità: allarme e proposte di Cgil-Sunia-Udu

Contratti irregolari, affitti cari che neanche il Covid ha abbassato, quasi inesistente supporto pubblico: “essere uno studente fuori sede è diventato insostenibile economicamente, si rischia l’abbandono degli atenei, il concetto stesso di mobilità studentesca rischia di scomparire”, è l’allarme lanciato da Cgil, Sunia e Udu in Toscana. Che presentano i numeri del fenomeno e lanciano alcune proposte: più alloggi pubblici, più edilizia residenziale universitaria, fondo di sostegno all’affitto, vantaggi fiscali, lotta alle irregolarità

Circa 20.000 studenti universitari in Toscana sono fuori sede, si stabiliscono in altre città della propria o di altre regioni affrontando spese che incidono pesantemente sui redditi delle famiglie. La possibilità di essere fuori sede in questo momento di crisi economica è un costo che sempre meno studenti possono sostenere. Il costo principale è sicuramente quello legato all’affitto di un posto letto, che si tratti di una stanza doppia o singola, oppure di un monolocale quando la capacita economica è maggiore. Allo stesso tempo il sistema di diritto allo studio universitario italiano offre posti letto in strutture organizzate solo per il 2% degli studenti fuori sede, contro il 10% di Francia e Germania e il 20% di Danimarca e Svezia. Ma quale era la situazione degli studenti prima dello scoppio della pandemia? Dalla ricerca a campione fatta da Cgil, Sunia e Udu (oltre 2mila casi trattati), nel 67% dei casi il contratto risulta totalmente in nero, mentre, per la quota restante, la metà dei contratti risultano registrati per una cifra inferiore a quella realmente pagata. L’affitto incide sul budget degli studenti fino all’80%. Il costo medio si attesta su 11-13 euro a metro quadro, un posto letto costa dai 200 ai 270 euro, una singola da 320 a 400 euro, e nel 75% dei casi di stratta di alloggi privi di qualsiasi manutenzione.  Il 30% degli intervistati ha dichiarato difficoltà da parte delle famiglie a sostenere le spese, anche ridimensionando il bilancio familiare, tanto che il 15 di questi sta pensando di cambiare sede per riavvicinarsi alla famiglia. I centri maggiori risultano quelli con richieste di affitto più elevate, anche se il quadro è problematico anche nelle città di media dimensione, dove i residenti vengono espulsi da intere zone urbane a causa della competizione con gli alti canoni praticati dai proprietari grazie all’affitto dell’alloggio a più studenti. Nella maggior parte dei casi non viene redatto un contratto o viene registrato con una durata minima, con la prospettiva di un rinnovo a canone rivedibile e possibilità di aumenti. Per gli studenti universitari, quindi, a fronte di un quasi inesistente supporto pubblico, costi insostenibili del mercato privato, prevalenza di forme di irregolarità, illegalità ed elusione fiscale, l’accesso allo studio è strettamente legato alla capacita di sostenere soprattutto i costi abitativi.

 

L’IMPATTO DEL COVID

La situazione del mercato delle locazioni, durante il Covid, vede una situazione paradossale: ci sono maggiori disponibilità di alloggi in affitto, ma non è stato scalfito il costo dei canoni. Anzi, addirittura vediamo nel periodo di settembre/ottobre una piccola crescita del prezzo al metro quadro. Sunia, Cgil e Udu in Toscana, nel corso degli ultimi 3 mesi, hanno avuto 2.140 contatti di studenti che hanno disperatamente fatto richiesta di aiuto nel trovare un’abitazione: 22% sono cittadini stranieri, 78% cittadini italiani, il 34% non ha trovato case in affitto tra 900/1100 euro, il 19% ha trovato case tra 1100/1400 euro al mese, il 26% ha trovato case tra 600/900 euro al mese.

LE PROPOSTE

Cgil, Sunia e Udu da anni portano avanti battaglie comuni per tutelare uno dei diritti fondamentali ed inalienabili della persona, quello allo studio, oggi sempre più a rischio per gli alti costi e la scarsità di tutele. Soluzioni devono essere ricercate in un progetto complessivo di diritto allo studio, all’interno del quale devono essere individuate anche forme di sostegno abitativo per gli studenti fuori sede, altrimenti il concetto stesso di mobilità studentesca rischia di scomparire nel nostro paese bloccando ulteriormente le sue possibilità di sviluppo ed evoluzione sociale. Queste le richieste di Cgil, Sunia e Udu per la Toscana:

–          Ampliare il parco alloggi pubblico per studenti in tutte le città universitarie, in particolare in quelle a più alta densità abitativa, per portarla almeno ai livelli degli altri Paese Europei. Soluzioni possono essere individuate anche nell’ambito dei programmi volti alla riqualificazione di aree urbane periferiche, prevedendo quote di alloggi in locazione per gli studenti fuori sede.

–          Rifinanziare la Legge 338/2000 per l’edilizia residenziale universitaria, aumentando gli stanziamenti, semplificando le procedure, perfezionando i criteri esistenti di partecipazione al bando.

–          Istituire un fondo nazionale di sostegno all’affitto per gli studenti universitari fuori sede indirizzato alle famiglie con redditi medio-bassi. Un fondo di 80 milioni circa sarebbe sufficiente ad attribuire un contributo all’affitto a circa 100 mila studenti fuori sede, riducendo la spesa abitativa dal 20% al 30%.

–          Combattere l’illegalità del settore e verificare la regolarità dei contratti: l’articolo 13 della legge 431/98 prevede che e nullo ogni patto che preveda durata e canone diversi da quanto stabilito dalla legge e dagli accordi sindacali.

–          Stabilizzare un sistema di vantaggio fiscale per le famiglie degli studenti fuori sede

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