Affitti brevi, CGIL e Sunia: Regione intervenga senza aspettare governo

L’aumento della cedolare secca degli affitti brevi nella manovra di bilancio del governo “è una delle poche cose che ha ricadute positive, ma non è quella sufficiente. Va regolamentato il settore”. È quanto ha detto Rossano Rossi, segretario generale Cgil Toscana, a margine dell’incontro ‘Abitare le città del turismo: verso una regolamentazione degli affitti brevi in Toscana’, organizzato da Cgil Toscana, Cgil Firenze e Sunia.

La Regione Toscana  deve intervenire, “laddove possibile, senza attendere improbabili interventi legislativi nazionali dai tempi indefiniti, attraverso due proposte di modifica e integrazione alle due normative regionali in tema di turismo e governo del territorio”. lo chiedono CGIL e Sunia in materia di emergenza abitativa e affitti brevi.

Una, è stato spiegato, “è intervenire sulla legge regionale n° 86/2016 (“Testo Unico del sistema turistico regionale”), prevedendo la facoltà di intervento da parte dei Comuni grazie alla modifica di destinazione d’uso ai fini urbanistici”. L’altra è relativa alla “modifica dell’articolo 99 della legge regionale, n° 65/2014 (“Norme per il governo del territorio”), meglio nota come Legge Marson, introducendo due sottocategorie all’interno della categoria d’uso turistico ricettiva, in modo da permettere ai Comuni di distinguere in tutto il proprio ambito territoriale e senza automatismi di passaggio, l’uso residenziale proprio da quello a fini ricettivo extra-alberghiera, qualora la locazione breve non sia saltuaria”.

Per Cgil e Sunia le proposte “consentirebbero ai Comuni di poter intervenire e regolamentare gli affitti brevi anche al di fuori di aree circoscritte come, ad esempio, le aree Unesco”. Cgil e Sunia “da tempo sollecitano un intervento di revisione sulla normativa nazionale in materia di condominio, locazioni, fisco, turismo efficaci nel governare e riequilibrare il fenomeno della proliferazione incontrollata degli affitti brevi. La proposta recentemente partorita dal governo Meloni su iniziativa della ministra Santanchè non fa presagire nulla di risolutivo”. È quanto è emerso nel corso dell’incontro ‘Abitare le città del turismo: verso una regolamentazione degli affitti brevi in Toscana’ organizzato a Firenze da Cgil Toscana, Cgil Firenze e Sunia.

Si chiede nel dettaglio Il segretario generale della Cgil Toscana Rossano Rossi ha ribadito che “va regolamentato il settore”, il presidente del Consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo ha ricordato che la Toscana ha lavorato “nella scorsa legislatura nel testo unico del turismo. Proponemmo di regolamentare gli affitti brevi nel turismo, il governo sostanzialmente ci bloccò questa norma ritenendo che la competenza fosse di tipo statale”. “Ciò che chiediamo alla Regione è di intervenire nella sua sfera di competenza, ovvero sulla legge urbanistica e sul testo unico del turismo”, spiega Laura Grandi, segretaria di Sunia Toscana secondo la quale “a Firenze” la delibera anti Airbnb del sindaco Nardella “è importante dal punto di vista politico, è un primo passo ma non è sufficiente. Certo, è tutto ciò che poteva fare il Comune”.

“Il fenomeno degli affitti brevi nasconde mille implicazioni e sfaccettature, molte di queste sono implicazioni negative. Va regolamentato. Gli affitti brevi specialmente nei b&b nascondono molte volte lavoro nero, mal pagato: già era difficile contrattualizzare lavoratori nei grandi alberghi, figuriamoci in questi settori”. L’aumento della cedolare secca degli affitti brevi nella manovra di bilancio del governo “è una delle poche cose che ha ricadute positive, ma non è quella sufficiente. Va regolamentato il settore” dice ancora Rossi. Secondo cui  l’incremento incontrollato degli affitti brevi “contribuisce allo svuotamento delle città da parte di chi ci abita veramente e rende ancor più difficile il mercato degli affitti per chi lavora. È un fenomeno che contribuisce alla carenza di abitazioni, in Toscana ci sono 20mila nuclei familiari che avrebbero diritto a un alloggio popolare, è un fenomeno che privilegia la rendita. La nostra proposta è regolamentare nella miglior maniera possibile questo mercato che è selvaggio. Ci troviamo palazzi in cui i condomini si trovano all’interno un albergo”. A livello più ampio Rossi ha affermato che “anche sulle politiche abitative il governo non ha messo un euro. Così come non ha messo un euro sul contributo degli affitti. Per questo il 17 novembre scenderemo in piazza con uno sciopero generale e regionale e faremo una manifestazione a Firenze”.

Casa: boom di sfratti in Toscana

La denuncia della  Cgil e del  Sunia che parlano di ‘bollettino di Guerra”. La Toscana  è la quarta regione  in Italia per per richieste di esecuzione con forza pubblica e la  quinta per esecuzioni già eseguite.

Un boom. anzi, un vero e proprio bollettino di guerra. E’ la lista degli sfratti in Toscana secondo  la CGIL e il Sunia.  “Il problema non riguarda più solo i comuni capoluogo ma anche le province”, con “Frenze maglia nera, Siena positivo fanalino di coda” dicono i sindacati.

“La casa è un acceleratore di povertà, servono interventi sociali a 360 gradi ma il Governo toglie anziché aggiungere risorse”, affermano Cgil e Sunia della Toscana i cui dati fanno riferimento alla recente ricerca dell’ufficio di statistica del ministero dell’Interno riguardo l’andamento delle procedure di sfratto da immobili ad uso abitativo pubblicata a giugno.

Se a livello nazionale nel 2022 sono stati emessi 42mila provvedimenti di sfratto, in Toscana “i nuovi provvedimenti di sfratto convalidati nel 2022 sono stati 5.978, con un +0.61%” rispetto all’anno precedente, e “che si aggiungono ai 15.026 in attesa di esecuzione con forza pubblica. Ben 2.877 sono state le famiglie toscane messe in strada con l’intervento della forza pubblica. Oltre 55mila sono le persone che hanno presentato domanda di assegnazione di una casa popolare. Di queste solo un 10% troverà soluzione in una casa pubblica”.

Ancora, “il maggior numero degli sfratti convalidati dai giudici si concentra in Lazio (7.228), Lombardia (6.094), Campania (4.184), Piemonte (4.098), per arrivare alla Toscana (sesto posto) con 2.779 convalide di sfratto in attesa di esecuzione. La distanza della Toscana si accorcia per quanto concerne le richieste di esecuzione della forza pubblica”: è quarta “con 8.604 richieste (+200,4% rispetto 2021)” mentre per gli sfratti già eseguiti con la forza pubblica Toscana è quinta con 2490 sgomberi con un aumento del 162,7%.

“Nella provincia di Firenze, sempre nel 2022, gli sfratti per finita locazione convalidati dai Tribunali sono stati solo 93 (a Firenze 82), nelle altre province della Toscana  226; mentre quelli per morosità ammontano a ben 721 nella sola provincia di Firenze (di cui 414 nel comune capoluogo) e altre province toscane sono 1659, per un totale di 2779 esecuzioni”.

Il dato sostanzialmente nuovo che emerge, si spiega, è che l’alto numero di sfratti non si localizza solo nelle città capoluogo, ma si estende anche a molti comuni delle province, “nelle aree dove la crisi economica e il numero di licenziamenti e cassa integrazione si sono fatti sentire con maggiore drammaticità”. Sono anche le province che si affacciano sulla costa a soffrire l’emergenza sfratti.

La medaglia d’oro dell’emergenza abitativa è di Firenze e provincia con 896 nuove convalide di sfratto, 3.120 richieste di esecuzione (275% in più rispetto al 2021), 705 sfratti già eseguiti con forza pubblica (340,06% in più rispetto al 2021)”. Seguono Pisa e provincia – 262 nuove convalide di sfratto, 1.276 richieste di esecuzione (94,8% in più rispetto al 2021), 274 sfratti già eseguiti con forza pubblica (7,5% in più rispetto al 2021) – e poi Prato e provincia – con 230 nuove convalide di sfratto, 883 richieste di esecuzione (181,2% in più rispetto al 2021), 299 sfratti già eseguiti con forza pubblica (205,01% in più rispetto al 2021)-. Al quarto posto ci sono Pistoia e poi a seguire Livorno, Arezzo, Lucca, Grosseto, Massa Carrara. “Fanalino di coda Siena, con 140 nuove convalide di sfratto, 338 richieste di esecuzione (148,5% in più rispetto al 2021), 110 sfratti già eseguiti con forza pubblica (161,9% in più rispetto al 2021)”.

A livello nazionale per Cgil e Sunia “una politica sulla casa a 360 gradi, che agisca a tutti i livelli istituzionali, a livello locale e centrale è ormai una ineludibile necessità”. Alla Regione Toscana la richiesta, da tempo, è di modificare l’articolo 99 della legge regionale 65/2014 – ‘Norme per il governo del territorio’, “introducendo due sottocategorie all’interno della categoria d’uso residenziale, in modo da permettere ai Comuni di distinguere, in tutto il proprio ambito territoriale e senza automatismi di passaggio, l’uso residenziale proprio da quello a fini di locazione breve, o turistico ricettiva. Al contempo, va modificato l’articolo 54 della legge regionale 86/l 2016 – ‘Testo Unico del sistema turistico regionale’, laddove per varie fattispecie di attività ricettive extralberghiere” prevede “la possibilità di insediarsi in immobili a destinazione residenziale senza necessità di cambiarne la destinazione d’uso. Un articolo che entra improvvidamente a piedi pari in materia urbanistica, interferendo con la potestà dei Comuni e alimentando indebite controversie interpretative”.

Stop affitti brevi, Sunia Firenze: è primo passo ora modifica legge regionale

“Si è fatto qualcosa contro l’immobilismo generale in merito alla questione. Ora serve la modifica delle norme regionali: ecco le 2 nostre proposte” questo quanto afferma Laura Grandi segretaria Sunia

“Si poteva fare meglio? Sì, ma intanto si è fatto qualcosa, contro l’immobilismo generale in merito alla questione. Servirebbe anche una normativa nazionale? Indubbiamente sì, e la proposta elaborata da Alta Tensione Abitativa è la migliore possibile perché affronta uno per uno i nodi che solo una legge nazionale può sciogliere. Lo sosteniamo da tempo, pubblicamente e nei molti momenti di discussione con l’ampio gruppo di associazioni e residenti di tutta Italia che ATA ha saputo coinvolgere” lo affermano  Bernardo Marasco (segretario generale Cgil Firenze), Laura Grandi (segretaria generale Sunia Firenze) e Grazia Galli (Progetto Firenze).

Secondo il Sunia “non bisogna limitarsi ad addossare tutte le responsabilità di intervento alla maggioranza che attualmente guida il Paese, perché il governo del territorio e la disciplina urbanistica sono, infatti, materie in cui Regione e Comuni possono fare ancora tanto, e molto più di quanto si è visto sin qui. Il prossimo passo, perciò non può che essere quello che da tempo stiamo chiedendo: la modifica delle norme regionali”.

Il Sunia chiede pertanto alla Regione  Regione Toscana ” due modifiche semplici e chiare. Sia l’articolo 99 della legge regionale, n° 65 / 2014 (“Norme per il governo del territorio”), introducendo due sottocategorie all’interno della categoria d’uso residenziale, in modo da permettere ai Comuni di distinguere, in tutto il proprio ambito territoriale e senza automatismi di passaggio, l’uso residenziale proprio da quello a fini di locazione breve, o turistico ricettiva. Al contempo, va modificato l’articolo 54 della legge regionale n° 86 /l 2016 (“Testo Unico del sistema turistico regionale”), laddove per varie fattispecie di attività ricettive extralberghiere la possibilità di insediarsi in immobili a destinazione residenziale senza necessità di cambiarne la destinazione d’uso. Un articolo che entra improvvidamente a piedi pari in materia urbanistica, interferendo con la potestà dei Comuni e alimentando indebite controversie interpretative”.

🎧 Affitti turistici brevi: rincari del 30% nei condomini, “serve modifica normativa regionale”

Gli affitti brevi a Firenze fanno aumentare le spese condominiali dal 10% al 30%: è uno dei dati che emerge dallo studio di Sunia Firenze e Progetto Firenze, presentato oggi dalla Cgil provinciale.

L’indagine è partita dallo sportello di ascolto del Sunia sul tema, con 97 persone ricevute dallo scorso giugno: sui condomini analizzati, in centro ma non solo, la media degli appartamenti destinati ai turisti supera il 50% (minimo 20%, massimo 80%). Queste le lamentele emerse dall’attività di ascolto: rumori a tutte le ore; bivacchi negli spazi comuni; biancheria sporca in attesa di ritiro; più insicurezza (via vai di estranei, condominio permeabile alla strada, principi di incendio); cambiamento del tessuto sociale del quartiere (in giro più turisti che residenti); rifiuti abbandonati; abuso dei servizi (sovraccarico ascensore, più frequenti lavori di manutenzione, aumento interventi spurgo), con conseguente aumento delle spese condominiali.

“Si favorisca la residenza in proprietà o in locazione ad uso di abitazione principale o per motivi di lavoro e studio, e si aumentino i fondi per l’edilizia residenziale pubblica”, chiedono Cgil Firenze-Toscana e Sunia ai Comuni e alla Regione Toscana. Il sindacato esprime inoltre solidarietà all’iniziativa degli studenti universitari che hanno messo le tende in protesta per l’emergenza affitti.

La Cgil Firenze e Toscana, il Sunia Toscana e l’associazione Progetto Firenze hanno già presentato alle istituzioni e alle forze politiche di Comuni e Regione Toscana (Giunta e Consiglio) delle proposte di revisione della normativa regionale in materia di turismo e urbanistica, in modo da consentire la facoltà agli amministratori dei Comuni, in cui il fenomeno della proliferazione incontrollata degli air bnb è presente, di regolamentarlo in modo da favorire la residenza in proprietà o in locazione ad uso di abitazione principale o per motivi di lavoro e studio. Nell’elaborazione di queste norme, le organizzazioni sindacali si sono avvalse del contributo qualificato e autorevole di esperti di urbanistica e docenti universitari di diritto costituzionale ed ammnistrativo. Grazie anche a questi contributi il Comune di Firenze sta deliberando una proposta di modifica al piano operativo urbanistico. L’auspicio, dicono Cgil Firenze (Ilaria Lani) e Toscana (Gessica Beneforti) con Sunia (Laura Grandi, audio intervista) e Progetto Firenze (Grazia Galli), “è che le proposte presentate alla giunta e al Consiglio regionale di modifica e integrazione al Testo unico regionale sul turismo e alla legge regionale in tema di governo e pianificazione del territorio, meglio nota come legge Marson, siano accolte al più presto, in modo da garantire ai Comuni uno strumento efficace per garantire che i centri urbani non si svuotino di residenti e di attività economiche e produttive non incentrate sul turismo mordi e fuggi”.

A Firenze la casa non c’è più, gli sfratti hanno superato i 150 al mese

A Firenze la casa non c’è più: un’emergenza abitativa che si aggrava e che va dagli studenti, che non trovano posti letto a costi accessibili, alle famiglie, colpite dalla crisi economica e lavorativa, fino agli anziani, i cui sfratti sono in aumento. I risultati del questionario Cgil-Sunia.

Intervista di Chiara Brilli a Laura Grandi segretaria Sunia Firenze.

Affitti alle stelle, bollette insostenibili, mutui salasso con la volatilità del tasso variabile, inflazione che diminuisce il potere d’acquisto dei lavoratori: l’emergenza abitativa a Firenze e nell’area metropolitana sta raggiungendo livelli da incubo. La precarietà lavorativa va a braccetto con quella abitativa e a Firenze siamo arrivati al totale blocco delle soluzioni per una casa a prezzi sostenibili. Città sempre più inospitale, casa elemento di esclusione sociale: siamo all’ingovernabilità del fenomeno. Il 4 aprile il sindaco Nardella ha convocato a Palazzo Vecchio le parti sociali e tutti gli attori del settore per avviare una discussione: Cgil e Sunia, con Spi Cgil e Udu, nell’occasione lanceranno un allarme e avanzeranno proposte, chiedendo di intervenire al più presto, per dare un chiaro messaggio politico, per le tante famiglie in emergenza.

IL QUESTIONARIO

Sunia e Cgil hanno di nuovo fatto un sondaggio per capire quale sia la situazione nel territorio, su un campione di 703 persone che si sono rivolte al sindacato. Ciò che emerge da questo campione di persone fa riflettere su come la città di Firenze sia diventata sempre più inospitale e come ormai la casa sia diventata un elemento di forte esclusione sociale.

Il campione di intervistati è stato di 703 persone, che tra il 3 ottobre 2022 e il 3 marzo 2023 si sono rivolte agli uffici del sindacato a Firenze; il 38% per cento sono cittadini stranieri, dei quali il 15% dell’America latina, il 26% albanesi, il1 4% della ex Jugoslavia, 45% del nord Africa, il restante 10% sono varie nazionalità. Mentre il 62% sono cittadini italiani. Di questo campione, solo 187 persone hanno fatto la domanda per le case popolari; mentre gli studenti fuori sede sono rimasti ‘senza sede’ per davvero, senza soluzioni alternative ai posti letto a 600 euro mensili.

La dura realtà del territorio, manifestata in tutte le interviste, ha un unico comune denominatore: la quasi impossibilità di trovare una casa a Firenze. Mentre fino a qualche anno fa ci si scontrava con un mercato delle locazioni che escludeva a causa dei canoni di locazione esorbitanti, oggi c’è l’impossibilità di trovare anche alloggi in affitto a canoni alti. Siamo in presenza di un mercato bloccato, a causa del turismo, che detta i ritmi e i tempi dell’abitare in città. Ci troviamo di fronte al paradosso che persino gli studenti, un tempo merce rara per i proprietari, trovino difficoltà a trovare soluzioni alloggiative in città, e siano costretti a spostarsi sulla direttrice delle linee dei treni. La difficoltà di trovare una casa a Firenze ha fatto spostare sugli altri comuni delle aree metropolitane chi cercava una casa in affitto, facendo così aumentare anche in quei luoghi i canoni di locazione e facendo conoscere il problema dell’emergenza abitativa dove non si era mai presentata. Ormai, per accedere ad un alloggio in affitto, non è più necessario avere almeno due contratti a tempo indeterminato: è necessario molto, ma molto di più. E va da sé che prendere una casa in affitto diventa sempre di più un percorso ad ostacoli, un vero e proprio miraggio.

La difficoltà nel reperire un alloggio si scontra con una difficoltà anche di natura lavorativa. Infatti, dal campione intervistato, il 48% dichiara di essere occupato con contratto a tempo determinato, il 19% di essere disoccupato, solo il 33% ha un contratto a tempo indeterminato; il 100 % del campione riferisce di non riuscire ad arrivare alla fine del mese.

Il dato che ha confermato le preoccupazioni è quello relativo ai costi dell’abitare: infatti il 92% delle persone intervistate ha riferito che le voci che più gravano sul loro reddito sono il costo dell’affitto, la rata del mutuo e delle spese condominiali. Il 64% delle famiglie ha spese che incidono per oltre il 53% del loro reddito. Il 34% dichiara che incide tra il 30% e il 35%; il 2% sotto il 30%.

La città di Firenze presenta un mercato degli affitti ‘desolante’ dove è molto difficile ormai trovare soluzioni abitative adeguate ai redditi delle famiglie. Il boom degli affitti brevi per turisti ha reso sempre più improbabile trovare una soluzione abitativa per le famiglie, ma soprattutto diventa una caccia al tesoro reperire un alloggio a prezzi equi.

Il 93% degli intervistati riporta di aver trovato un grande aumento per quanto riguarda le bollette dei servizi: acqua (il 100%, con bollette-salasso), luce e gas sono la triade maledetta, che ogni due mesi fa piangere gli intervistati. I mesi invernali sono quelli più temuti: quando arriva novembre, con il freddo e l’ora legale, si cerca di fare di tutto per non rimanere svenati e senza liquidità fin dalla prima quindicina del mese.

E’ stato poi chiesto agli intervistati come fanno a far quadrare il bugdet familiare: il 51% riferisce di fare grossi salti mortali per arrivare a fine mese; il 20% di arrivarci grazie ad aiuti esterni (familiari); il 29% di non farcela proprio ad arrivare alla fine del mese e di non riuscire a pagare affitto o condominio.

Un 10% circa del campione riferisce di essersi rivolto a Finanziarie per un prestito, necessario a far fronte al canone di locazione, per una momentanea difficoltà economica.

La prima casistica di chi fa i salti mortali e riesce a non essere moroso dichiara di rinunciare a: vacanze (un 35% dichiara di non fare vacanze da 5 anni), pizzeria (i ristoranti sono entità sconosciute ai più), cinema/teatro/libri, palestra, attività ludiche per i figli. Il 73% degli anziani dichiara di rinunciare alle spese sanitarie troppo costose: ma l’aspetto che ha più colpito riguarda le spese dentistiche, dove quasi il 90% dei casi ci dice di rinunciare alle spese dentistiche e di dover rinunciare all’apparecchio per denti dei figli.

GLI SFRATTI

C’è un netto aumento degli sfratti per morosità: solo un 10% di intervistati dichiara di avere uno sfratto perché il contratto è finito. Ed infatti gli altri sono tutti per morosità ed oltre il 45% dichiara di avere un’esecuzione forzata in corso.

Gli ultimi dati elaborati dal ministero dell’Interno sul numero di sfratti emessi nei capoluoghi di provincia nel corso del 2022 confermano ciò che il Sunia e la Cgil da tempo avevano più volte denunciato e paventato: la costante e progressiva presenza degli sfratti per morosità, a seguito della perdita del lavoro. Il capoluogo di Regione, Firenze, risulta essere seconda città in Italia in rapporto ai numeri di abitanti. L’elemento che desta maggiore preoccupazione è dovuto all’aumento del numero degli anziani investiti dalle convalide di sfratto rispetto all’anno precedente. Negli ultimi tre mesi i dati sono spaventosi: 150 sfratti al mese con forza pubblica; il 98% di questi sono sfratti per morosità; l’80% di questi per morosità sono dovuti alla perdita di lavoro, riduzione orario di lavoro, chiusura della propria attività; 15 sfratti sono di cittadini sopra i 75 anni.

A Firenze la situazione è sempre pesante: nelle cancellerie aumentano le richieste di convalida di sfratto. I prossimi mesi saranno caratterizzati da una miriade di nuclei familiari che dovranno fare i conti con la polizia alle porte (in linea col trend, si stimano oltre 600 sfratti nei prossimi tre mesi). Intanto, le domande di alloggio Erp hanno una risposta solo nel 4% dei casi per chi è in graduatoria. E la questione degli anziani pone un problema inquietante: quale soluzione per chi è solo, con la piccola pensione e senza un quadro familiare in grado di aiutarli? In tutto questo, a Firenze ci sono oltre 800 case popolari sfitte, in attesa di lavori di manutenzione, e la cifra supera le 1.200 in tutta l’area metropolitana.

GLI STUDENTI UNIVERSITARI FUORISEDE

La crisi abitativa studentesca del territorio fiorentino si configura su due piani. Su uno, si trovano gli studenti universitari fuorisede che, per ISEE e ISPE al di sotto di una certa soglia (rispettivamente di € 24.335,11 e di € 52.902,43), possono richiedere e accedere alle residenze universitarie. Questo anno accademico, il numero di posti alloggio offerti dall’ARDSU (Azienda Regionale per il Diritto allo Studio Universitario) è stato notevolmente ridotto per la chiusura parziale delle due più grandi residenze universitarie di Firenze. La conseguenza è che centinaia, se non migliaia di studenti idonei per il posto alloggio non hanno potuto accedere a questo servizio, al contrario degli anni accademici passati in cui i numeri di posti alloggio erano sufficienti per soddisfare tutte le richieste. A fronte di ciò, l’ARDSU ha messo a disposizione un contributo sostitutivo per gli studenti che, pur trovandosi nelle graduatorie dei vincitori, non sono ancora stati convocati e che hanno deciso di prendere una stanza in affitto. Tuttavia, tale contributo, di 350 euro mensili, risulta inefficace per coprire la totalità dei costi del mercato degli affitti fiorentino. Una soluzione come questa non è risolutiva ma ha il mero scopo di tamponare la carenza del servizio offerto.

Il secondo piano riguarda il mercato degli affitti su Firenze. La comunità di studenti fuorisede è inserita in un contesto economico liberista che tende sempre al rialzo dei prezzi a fronte di un aumento della richiesta di alloggi. Le cifre per una stanza in una casa condivisa con altre persone si aggirano sui 500 euro al mese. Per di più, si sta consolidando una tendenza a spingere verso le periferie gli studenti adibendo le abitazioni del centro agli affitti brevi per turisti. Queste dinamiche spostano l’offerta verso fasce di prezzo maggiori, favorendo quindi l’espulsione di studenti e lavoratori dal quartiere e creando un effetto complessivo di aumento dei canoni.

LE PROPOSTE CGIL-SUNIA-SPI CGIL-UDU

Il Sunia e la Cgil, con Spi Cgil e Udu, chiedono a gran voce di riportare al centro dell’agenda politica il problema abitativo. C’è un tema della sicurezza: quello della sicurezza sociale, dei diritti negati, tra i quali ci sta quello del diritto ad una casa; una casa ad affitti sostenibili, che permetta alle famiglie di poter liberare il proprio reddito per la propria vita, socialità, ascensore sociale. Di fronte a questa grave situazione di disagio, di estrema precarietà abitativa di tanti cittadini dell’area metropolitana, Sunia, Cgil, Spi Cgil e Udu chiedono a sindaco e giunta: di intervenire presso l’Anci per chiedere al Governo il rifinanziamento dei fondi previsti dalla ln 124/2013 per la morosità incolpevole e dei fondi previsto dalla l. 431/98 per il contributo affitto; di lavorare per un’azione volta a liberare gli alloggi nel mercato del privato, agendo con la leva fiscale per facilitare i canoni calmierati; di istituire, d’intesa con parti sociali e operatori del settore, un fondo di garanzia straordinario a sostegno delle famiglie in affitto colpite dalla crisi economica; di costruire una strategia pubblica sull’edilizia residenziale pubblica, con fondi certi e strutturali sia regionali e con risorse comunali, per ripristinare il tanto vuoto pubblico che abbiamo, ma anche per costruirne di nuovo, molto meglio se con demolizioni e ricostruzioni a consumo di suolo zero; di verificare il numero degli appartamenti privati sfitti, fotografando l’esistente e appurando  le  strutture e aree pubbliche dismesse, utilizzabili per fini residenziali, aprendo un ragionamento con gli Istituti di credito, che sono proprietari di innumerevoli alloggi sfitti, oggetto di esecuzioni immobiliari: di realizzare attraverso politiche comunali una più efficace Agenzia per la casa a gestione comunale con l’obiettivo di immettere in breve sul mercato patrimonio immobiliare per la locazione a canone calmierato, che diano risposta a quella ‘fascia rossa emergenziale’ che sta sopra le case popolari e sotto il mercato e che l’edilizia sociale e convenzionata non copre più; di incentivare le forme di abitare condiviso.

Altre proposte che Cgil, Sunia, Spi Cgil e Udu lanciano: lavorare per una efficienza energetica per avere bollette più leggere; massima attenzione alla popolazione che diventerà sempre più anziana promuovendo azioni che volgano alla  regolamentazione per la  realizzazione di nuove modelli di residenza per anziani in cui siano garantite l’indipendenza, opportunità d’incontro e cura leggera; aprire un confronto per una collaborazione volta a incentivare l’utilizzo ad affitto calmierato delle abitazioni degli  anziani che accedono a Silver Housing o a Residenze Sanitarie per Anziani; garantire politiche di diritto allo studio intervenendo con un serio e concreto investimento da parte di Regione Toscana, ARDSU, Università Istituzioni Fiorentine per finanziare la realizzazione di grandi residenze universitarie pubbliche e dare una risposta a tutti gli studenti fuori sede che beneficiano di borse di studio; incrementare la disponibilità dei posti letto anche per i giovani studenti che non rientrano nelle graduatorie per le borse di studio con politiche pubbliche che vadano ad intervenire sul mercato privato con una regolamentazione che favorisca l’accesso per gli studenti fuori sede ed investimenti attraverso le risorse Next Generation Eu per student housing pubblici.

Report firmato da: Giancarla Casini (segreteria Cgil Firenze), Laura Grandi (segretaria generale Sunia Firenze), Mario Batistini (segretario generale Spi Cgil Firenze), Udu Firenze

🎧Emergenza abitativa a Firenze, Sunia: “130 famiglie al mese sfrattate per morosità”

Firenze – Costi di affitto troppo alti per 15mila famiglie a Firenze. 2400 sfratti previsti per il 2022. La denuncia di Sunia e Cgil: “C’era tempo per gesitre la situazione”.

In podcast l’intervista a Laura Grandi (Sunia) e a Giancarla Casini della Cgil, a cura di Lorenzo Braccini. 

A Firenze c’è una forte emergenza abitativa, la denuncia arriva da Cgil e Sunia. Sarebbero 15mila le famiglie fiorentine che rischiano di non avere più una casa, secondo i dati presentati questa mattina dal sindacato. Lo sblocco degli sfratti con forza pubblica, dopo i 18 mesi di stop dovuti all’emergenza pandemica, sta aggravando la situazione in tutta l’area Metropolitana.

Una combinazione tra gli sfratti, il rialzo dei prezzi dei beni energetici, dei prodotti alimentari e dei beni di prima necessità, l’incertezza per la guerra in Ucraina, la perdita del potere d’acquisto con salari non adeguati, ha portato al boom dell’emergenza abitativa. Gli affitti sono sempre più alti e il caro bollette è una spesa che pesa nelle tasche di molti cittadini. Secondo Sunia, a Firenze, ci sono 800 alloggi disponibili di edilizia pubblica (Erp) che potrebbero essere utilizzati.

Attualmente il 98% degli sfratti sono per morosità e si prevede che il Comune di Firenze si trovi da maggio 2022 con 130 sfratti con forza pubblica al mese, con una previsione di 2400 sfratti convalidati entro l’anno.

Le proposte di Sunia e Cgil riguardano in primis la riattivazione delle commissioni territoriali rispetto agli sfratti per morosità e poi, la riattivazione dei fondi di solidarietà per dare un ristoro a chi non riesce a pagare le utenze. “Sarà necessario uno stanziamento economico da parte del Comune – affermano da Sunia -, per aiutare le famiglie con le bollette: una sorta di bando per un contributo alle utenze che sono andate alle stelle. Inoltre, l’Agenzia sociale per la Casa del Comune di Firenze stenta a decollare per mancanza di abitazioni private disponibili eppure l’agenzia può assumere funzioni importanti e innovative.”

“Si sente infine la necessità che le forze politiche a livello di Area Lode e Area Metropolitana affrontino il vero nodo dell’emergenza casa – concludono da Sunia -: alloggi popolari sfitti, mercato delle locazioni turistiche che asfissia la possibilità dei residenti di trovare una soluzione abitativa, canoni di locazione a prezzi altissimi. Tutti problemi che hanno un’unica causa: la scarsità di alloggi ad affitto sostenibile. In uno stato così di estremo bisogno, abbiamo la necessità di mettere in campo tutte le sinergie possibili, fra Enti Locali, Lode e Organizzazioni Sindacali, provando ad individuare strade nuove per dare una risposta seria ai vecchi problemi ma anche nell’individuare basi per il futuro.”

Gli sportelli del Sunia e della Cgil hanno avuto un alto numero di contatti con persone che hanno fatto richiesta di aiuto per far fronte ai costi dell’abitare. Dal 1° gennaio 2022 al 3 aprile 2022, ci sono stati 872 contatti con persone che si sono rivolte agli sportelli preposti: 44% sono cittadini stranieri; 56% cittadini italiani. Di questi: il 49% sono pensionati (di questi, 80% pensionati al minimo); l’11% partite iva, commercianti; il 27% sono famiglie di lavoratori; 13% cittadini che lavorano irregolarmente (a nero). Di questi cittadini, la quasi totalità lavorava nel comparto turistico (il 34% di questi lavorava come tutto fare nell’accoglienza degli affitti brevi; ma anche come camerieri, gelatai, cuochi).

I pensionati sono quelli più colpiti dal caro bollette, essendo quelli che passano più tempo in casa. Nelle settimane più fredde, qualcuno ci ha detto di passare più tempo, il pomeriggio, nei centri commerciali, per evitare di accendere il riscaldamento in casa. Una signora ci ha riferito che suo marito si è preso una broncopolmonite, per non accendere il riscaldamento. Ma soprattutto, quello che è più indicativo, ci sono tanti anziani che, temendo la bolletta in arrivo, non accendono mai il riscaldamento, per paura di non saper come fare a pagare. Una famiglia di giovani sposi con una bambina appena nata, ci ha riferito di essere tornata a vivere per il periodo invernale con i genitori materni, per poter evitare le spese dell’appartamento.

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