Ven 10 Mag 2024

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Affitti brevi, Santanchè: “Fino a due case cedolare secca”

Per la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, la regolamentazione degli affitti brevi è urgente e fondamentale. La proposta di legge da lei sostenuta prevede un codice identificativo nazionale (CIN), grazie al quale risulterebbe più semplice fare un computo dei letti a disposizione, e la cedolare secca ai proprietari di non più di due case

La proposta di legge in tema di affitti brevi ha come obiettivo quello di regolamentare il fenomeno e non di criminalizzarlo”, ha sempre affermato il ministro del Turismo Daniela Santanchè, che spinge per imporre la cedolare secca ai proprietari di non più di due case ed utilizzare un codice identificativo nazionale.

Nel suo recente intervento in occasione dell’Assemblea di Confagricultura di ieri, 13 luglio 2023, il ministro ha rimarcato lo spirito che anima la proposta di legge: “Prima di fare una proposta di legge è mia abitudine ascoltare tutte le associazioni di categoria, perché sono coloro che sanno meglio di tutti quali sono i reali problemi. Ho ascoltato tutti i sindaci delle città metropolitane da Firenze a Roma e Milano per capire insieme quale era la soluzione”.

Ci dobbiamo rendere conto di due cose, nota la Santanchè: “La prima è che è una materia molto delicata.: se non ci fossero gli affitti brevi, non consentiremmo a nessun turista di poter pernottare e, quindi, questo è un problema. L’altra è che mancano gli alberghi in Italia e lo dobbiamo dire con chiarezza. Abbiamo circa un milione e 200 mila camere: sono troppo poche rispetto alla richiesta di venire nella nostra Nazione, motivo per il quale non si criminalizza il fenomeno ma si punta a regolamentarlo”.

Il ministro ha allora specificato: “Sugli affitti brevi un tema c’è: è il far west, perché non c’è una norma precisa, quindi nella nostra proposta, che spero vada presto in Parlamento, c’è innanzitutto il codice unico identificativo (CIN) perché ora ogni Regione ha il proprio codice identificativo e questo crea problemi. Vogliamo, invece, un codice identificativo nazionale, dove sarà facile capire quanti sono i letti a disposizione, al fine di tutelare sia il turista che la proprietà privata. Se hai una o due case è giusto che hai la cedolare secca, ma se hai dieci case, devi avere le stesse regole di chi fa impresa”.

“C’è chi dice che lo spopolamento dei centri è dovuto agli affitti brevi”, chiude la Santanchè: “Non credo sia così, perché è un problema di cui parliamo da venti anni, sono altre le motivazioni. Continuare ad allargare le zone vietate al traffico crea disagi alle famiglie. Non sono per criminalizzare nessuno, ma per regolamentare. E mi auguro, come avevo promesso, che entro la fine di luglio la nostra proposta, che abbiamo adesso fatto circolare agli assessori del turismo e sindaci delle città metropolitane, abbia il suo iter parlamentare”.

“Chi ha fino a due case, avrà la cedolare secca, mentre da tre case in su si deve adeguare al mercato imprenditoriale”.

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