Ven 26 Apr 2024

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🎧 Firenze, BnB: in 2 anni – 30% appartamenti. “Ma per le famiglie non è cambiato nulla”

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🎧 Firenze, BnB: in 2 anni - 30% appartamenti. "Ma per le famiglie non è cambiato nulla"
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La denuncia del Sunia: “nonostante i turisti non ci siano, il mercato immobiliare a Firenze rimane proibitivo: per le famiglie solo contratti transitori e ‘creativi'” . Secondo i dati Air DNA le case sulla piattaforma sono  5 mila  in meno rispetto a dicembre 2018

Firenze – Il calo drammatico del turismo nelle città d’arte ha fatto esplodere la bolla degli affitti turistici a bere termine ma non ha migliorato assolutamente il mercato immobiliare per le famiglie alle prese con difficoltà abitative e che devono confrontarsi comunque con un mercato immobiliare proibitivo. Nonostante infatti, secondo i dati forniti del sito Airdna, citato oggi su Repubblica, a Firenze rispetto al  febbraio 2020 a  si contano circa 3 mila case in offerta (5 mila rispetto a  dicembre 2018) molti appartamenti rimangono sfitti in attesa di tempi migliori ed altri vengono offerti in affitto ma a condizioni del tutto inavvicinabili per chi cerca una stabilità abitativa di medio periodo.

Se infatti, sempre secondo i dati publicati su Repubblica, “siamo passati da 12.500 “active rentals”, offerte attive sui vari portali ( Airbnb, Vrbo, ecc) a fine 2018 alle 7.500 di oggi” e dunque “un terzo delle case pre- pandemia oggi non ci sono più, la gran parte proprio nel centro storico Unesco”, a Firenze le offerte per chi decide di affittare, sono solo  contratti transitori a breve termine (massimo un anno, per lo più sei mesi), per altro a prezzi comunque sostenuti. Altri, preferiscono starsene a guardare in attesa di tempi migliori.
“Le persone che si sono rivolte ai nostri sportelli confermano che le proposte fatte riguardano solo contratti transitori, per altro sarebbe interessante capire quanti di questi poi vengono regolarmente registrati” dice Laura Grandi del Sunia di Firenze.
La politica poteva fare di più?
“Certo” dice Grandi “poteva assolutamente approfittare di questo periodo della pandemia e delle condizioni che si erano cerate per affrontare in maniera organica, con una legge, la questione della regolamentazione del settore, ed invece rischiamo che quando il turismo, a breve immagino dopo l’estate, ripartirà, ci ritroveremo nelle medesime condizioni di prima”

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