Costa, individuate diverse ecoballe in golfo Follonica

‘Diciassette giorni fa e’ stata emanata l’ordinanza della Presidenza del Consiglio, e’ gia’ stata raccolta la seconda balla, e ne sono state individuate ben piu’ di due’. Lo ha annunciato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, in una conferenza stampa a Piombino insieme al capo della Protezione civile Angelo Borrelli per fare il punto sulle 60 ecoballe disperse nel tratto di mare fra Follonica, Piombino e l’Elba, nel golfo di Follonica (Grosseto).

‘Oggi e’ una giornata importante per gli equilibri ambientali di queste terre, finalmente abbiamo dato il via alle operazioni di recupero delle 40 ecoballe residuali da 1,2 tonnellate l’una che dal 2015 giacciono sui fondali del golfo di Follonica’, ha anche annunciato il ministro dell’Ambiente Sergio Costa, ad appena due settimane dalla seduta del Consiglio dei Ministri che ha dichiarato lo stato di emergenza per il risanamento ambientale.
‘Le chiamano tutti cosi’ – spiega – ma di ‘eco’ non hanno proprio nulla: sono ammassi di rifiuti di plastica abbandonati a mare da una nave cinque anni fa, nel silenzio generale. Oggi finalmente iniziamo a portarle in superficie con la Marina Militare’.
‘Un lavoro che dal primo giorno del mio insediamento – conclude il ministro Costa – abbiamo affrontato, nominando immediatamente un commissario, l’ammiraglio Aurelio Caligiore, che ringrazio: e’ riuscito, insieme con la Guardia Costiera, a mapparle e identificarle. Lo stato di emergenza e il lavoro della Protezione Civile durerà 6 mesi, e sarà una lotta contro il tempo perché se queste balle piene di plastica dovessero aprirsi andremmo incontro ad un disastro ambientale senza precedenti’.

Ecoballe golfo Follonica, oggi al via le operazioni di recupero

Anche il presidente della Regione assisterà oggi sabato 8 agosto alle 15.30, a Follonica, alle operazioni di ricerca e recupero delle ecoballe disperse nel luglio 2015 dalla motonave Ivy nel mare toscano.

Le attività saranno svolte da una task force della Marina militare coordinata dalla Protezione civile nazionale.

Oltre al presidente della Regione interverranno, tra gli altri, il Ministro dell’Ambiente, i Prefetti di Grosseto e Livorno, il Capo di Stato Maggiore della Marina ed il Sindaco di Piombino.

Nei giorni scorsi è arrivata nel porto di Piombino la task force della Marina militare che, coordinata dal Dipartimento della Protezione civile, insieme alla Guardia Costiera si occuperà della ricerca e del recupero delle ecoballe di combustibile solido secondario, che cinque anni fa erano cadute in mare dalla nave Ivy, battente bandiera fantasma delle  isole Cook, con armatore turco e diretta a Valona, in Bulgaria. Il Gruppo Operativo Subacquei della Marina Militare, tre unità navali specializzate e gli assetti della Guardia Costiera sono pronti ad iniziare le operazioni di recupero delle ecoballe disperse.

Il ministro dell’Ambiente Sergio Costa: «L’abbiamo promesso e l’abbiamo fatto. Abbiamo lavorato in questi ultimi due anni con la Guardia Costiera, il Reparto ambientale marino e, grazie alla dedizione dell’ammiraglio Aurelio Caligiore, siamo riusciti a mappare e individuare le ecoballe, che giacciono sui fondali dal 2015. Il governo ha votato a fine luglio lo stato di emergenza: abbiamo sei mesi di tempo per salvare le nostre coste e il mare. Insieme, con la Protezione Civile, ce la faremo».

La protezione Civile spiega che «Il dispositivo prevede l’intervento di un team di Palombari del Gruppo Operativo Subacquei (GOS) del Comando Subacquei ed Incursori (COMSUBIN), di nave Tedeschi, di nave Rimini e nave Caprera del Comando in Capo della Squadra Navale (CINCNAV) e dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Piombino.  Le attività, che inizieranno immediatamente, prevederanno l’impiego delle capacità di scoperta subacquea del cacciamine Rimini che consentiranno di fornire ai palombari del GOS la precisa posizione di ciascuna eco-balla, al fine di consentirne il recupero attraverso una particolare procedura finalizzata a limitare al massimo la dispersione di materiale. Una volta giunte in superficie le ecoballe verranno imbarcate su nave Caprera che provvederà a contenerle a bordo fino alla loro consegna all’impresa individuata dal Coordinatore degli Interventi di Recupero per il loro smaltimento. La Guardia Costiera garantirà la necessaria cornice di sicurezza della navigazione in area di operazioni con l’impiego di proprie unità navali».

Ecoballe disperse in golfo Follonica: ok Cdm a stato emergenza

Il 23 luglio del 2015 una  tempesta convinse il capitano della motonave Ivy a sversare in mare 63 mila kg di plastica pressata che aveva a bordo. Un carico che sarebbe dovuto arrivare integro a Varna, nel Mar Nero. Accolto appello Legambiente

“In questo momento il Governo ha votato lo stato di emergenza per rimuovere le #ecoballe di rifiuti, nel Golfo di Follonica dal 2015. Abbiamo sei mesi di tempo per salvare le nostre coste e il mare”. Lo annuncia su twitter, mentre il Cdm è in corso, il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.  “Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giuseppe Conte, ha deliberato lo stato di emergenza, per un periodo di sei mesi, in conseguenza della dispersione di rifiuti plastici pressati nelle acque del Golfo di Follonica (LI). Considerata la necessità di adottare misure urgenti per procedere al recupero delle eco-balle e a ridurre il rischio di inquinamento ambientale, viene stanziata la somma di 4 milioni di euro a valere sul Fondo per le emergenze nazionali. Il Consiglio dei ministri ha nominato, quale soggetto attuatore del coordinamento degli interventi, il Capo del Dipartimento della protezione civile, Angelo Borrelli.” E’ quanto si legge nel comunicato del Cdm.

“Finalmente si volta pagina. Si è posto fine ad una situazione di incertezza che non era più tollerabile e di fronte alla quale la Regione era più volte e con insistenza intervenuta, chiedendo nel marzo scorso lo stato di emergenza”. Così il presidente della Toscana, Enrico Rossi, commenta la decisione presa dal governo nazionale di dichiarare lo stato di emergenza per la dispersione delle ecoballe nel golfo di Follonica e di nominare il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, coordinatore per gli interventi di recupero. ”La nomina di Borrelli – prosegue Rossi – offre sicuramente elementi di garanzia e a lui, oltre ad augurare buon lavoro, assicuro la piena e fattiva collaborazione della Regione, a partire dalla prima riunione che, con significativa tempestività, il capo della Protezione civile ha già convocato per le 15 di oggi”. ”Ci sono voluti troppi anni per arrivare a prendere le decisioni che servivano e adesso – sottolinea il presidente Rossi – non c’è più tempo da perdere. E’ stata una vergogna lasciare per cinque anni 60 tonnellate di rifiuti nel nostro mare: ora, definiti i ruoli, questo territorio va risarcito con un intervento rapido ed efficace”.

“Finalmente il Governo ha decretato lo stato d’emergenza per quella che è, a tutti gli effetti, una bomba ecologica ad orologeria. Finisce una situazione di pericolosa incertezza che proseguiva senza sosta da anni. È il successo di un impegno caparbio che abbiamo avuto, fin dal nostro insediamento, nel denunciare il pericolo che questo territorio correva. Abbiamo più volte ed in varie sedi lanciato il grido d’allarme per questa situazione, in controtendenza col silenzio assordante della precedenza amministrazione. Ci hanno addirittura accusato di attentare al nostro turismo quando il nostro universo fine era difendere il nostro territorio. Oggi la decisione del Governo ci rende giustizia. Ora mettiamoci subito tutti al lavoro per il recupero delle ecoballe”. Lo afferma Francesco Ferrari, sindaco di Piombino, a proposito dello stato di emergenza dichiarato dal governo per le ecoballe finite nei fondali del golfo di Follonica.

“Alla fine la dichiarazione di stato di emergenza e l’individuazione di un commissario da parte del governo è arrivata per giungere alla rimozione di tonnellate di plastica nel mar Tirreno fra Piombino, Follonica ed Elba. Dopo il pasticcio burocratico che ha bloccato per mesi le operazioni di recupero di decine di ecoballe in fondo al mare”. Lo afferma il portavoce nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni che sulla vicenda aveva presentato nel maggio scorso un’interrogazione parlamentare all’esecutivo. ”E questo – prosegue l’esponente di Leu – grazie all’impegno degli enti locali, delle associazioni ambientaliste e della campagna di denuncia e sensibilizzazione del quotidiano Il Tirreno. Ora non c’è tempo da perdere, anzi senza indugio occorre recuperare i mesi di fermo”. “Sono certo che i lavori saranno solleciti, comunque – conclude Fratoianni – non mancheranno da parte nostra momenti di verifica parlamentare”.

Qualità dell’aria in Toscana: accordo Ministero-Regione per 5 mln di risorse

Un accordo di programma per il miglioramento della qualità dell’aria in Toscana: è stato firmato oggi dal presidente della Regione e dal ministro dell’ambiente Sergio Costa. 5 i milioni messi in campo di cui 4 dal ministero ed il resto dalle risorse regionali. “Siamo in infrazione europea per la scarsa qualita’ dell’aria in alcune zone d’Italia. Il nostro Paese deve affrontare questo problema facendo squadra”. Ha detto il ministro  a margine della firma.

“Sono molto contento di firmare questo accordo, perche’ non dimentichiamo alcuni argomenti strutturali di base. Siamo in infrazione europea per la scarsa qualita’ dell’aria in alcune zone d’Italia. L’Italia ha questo problema, pero’ e’ un problema che da soli non si risolve se non si fa squadra”. Lo ha detto il ministro per l’Ambiente, Sergio Costa, a margine della firma di un accordo di programma fra il ministero per l’Ambiente e la regione Toscana, per il miglioramento della qualita’ dell’aria.

“Oggi abbiamo fatto squadra. Sono 31 comuni i che hanno problematiche: parliamo da una parte del biossido d’azoto che ha una derivazione sostanzialmente legata al traffico veicolare e poi abbiamo il Pm10, il particolato che viene sostanzialmente dall’uso di stufe a uso civile di vecchia generazione. E’ importante l’accordo – ha aggiunto – perche’ mettiamo insieme la voglia dell’Italia di uscire come Paese dall’infrazione europea e salvaguardare i cittadini che e’ l’elemento fondamentale rispetto alla salute. Si incomincia strutturalmente a fare qualcosa di serio. Non lo fai da solo come ministero, non lo fai da solo come Regione, ma tutti insieme”, ha concluso Costa.

“Adesso siamo in una fase di confronto e di dialogo che, a mio parere, non si fa con botte di fiducia o di sfiducia, ma si fanno con il concetto di cosa si mette al centro. Per me la prima cosa e’ sempre il benessere del cittadino. Stiamo facendo delle cose utili? Secondo me si’ in generale, parlo come governo. Adesso e’ il momento di continuare a farle perche’ la legislatura ha bisogno di andare avanti”. ha aggiunto il ministro  in merito alle fibrillazioni che sembrano esserci all’interno della maggioranza.

Il governo “ha bisogno di andare avanti non soltanto dal punto di vista di crescita di una bella amalgama all’interno di questa maggioranza, ma anche di crescita per dimostrare che le cose si possono fare e che si fanno. Per essere chiari, l’avevate mai vista nella storia della Repubblica una norma sul clima che e’ la prima fatta a livello di Unione Europea? L’abbiamo fatta nel giro di tre mesi con questa maggioranza, quindi le cose si posso fare, continuiamo a farle”, ha chiosato Costa.

“E’ l’inizio di una collaborazione importante sui temi dell’ambiente”, ha spiegato il governatore toscano Enrico Rossi. “Il ministro mette a disposizione 4 milioni – ha proseguito – noi aggiungiamo un altro milione, e l’obiettivo è intervenire nelle due aree, la piana di Lucca e quella di Firenze fino a Prato e Pistoia, dove ci sono problemi di qualità dell’aria. Naturalmente l’aria deve migliorare ovunque, ma intanto iniziamo a intervenire lì. Voi sapete che noi stiamo già piantumando, come Regione, sulla Piana fra Sesto e Prato, sono in corso piantumazioni importanti”.

“Tali risorse – ha detto sempre Rossi – saranno investite in interventi per favorire la mobilità sostenibile: insieme a questo, ha aggiunto, “mettiamo altri cinque milioni di fondi europei che andranno a bando per le piantumazioni, quindi già sono 10 milioni; in più ci stiamo predisponendo per attingere ad altri fondi nazionali che sono stati messi a disposizione con la Finanziaria, sempre finalizzati al miglioramento della qualità dell’aria”.

Fra le misure che la Regione Toscana si impegna ad attuare, si va dalla limitazione della circolazione per alcune autovetture e veicoli commerciali diesel al divieto di utilizzo dei generatori di calore alimentati a biomassa con una classe di prestazione emissiva inferiore a ‘3 stelle’, con incentivi per la loro sostituzione; dal potenziamento nelle aree urbane delle infrastrutture per la mobilità ciclo-pedonale all’incentivazione dell’uso del trasporto pubblico locale, fino alla piantumazione di specie arboree utili per la riduzione dell’inquinamento atmosferico.

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Firenze, Confcooperative: entro il 2023 ogni 5 nuovi posti di lavoro 1 arriverà dal green

E’ quanto emerge da ‘Smart & Green, l’economia che genera futuro’, uno studio Censis Confcooperative che è stato illustrato nel corso di ‘Green deal: il lavoro al centro’, il seminario in corso a Firenze dove i settori della produzione lavoro e servizi, dell’agroalimentare e della pesca di Confcooperative si confrontano con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

Il green, si rileva nello studio, è il nuovo eldorado dell’occupazione italiana, da oggi al 2023 ogni 5 nuovi posti di lavoro creati dalle imprese attive in Italia 1 sarà generato da aziende ecosostenibili: oltre il 50% in più di quelli generati dal digitale, che non riuscirà ad andare oltre 214mila nuovi occupati, e il 30% in più di quelli prodotti dalla tutte le imprese della filiera salute e benessere, che si attesterà a quota 324 mila assunzioni.
“Da rifiuto a risorsa che fa bene alle imprese e all’ambiente si può. La plastica raccolta può dare vita a oggetti green che possono essere inseriti tra gli acquisti della Pa la cui spesa annuale ammonta a oltre 170 miliardi. Se di questi se ne destinassero 20 miliardi, attraverso gare di appalto e public procurement, all’acquisto di prodotti nati da plastica riciclata si genererebbe nuova occupazione, che tra filiera diretta e indiretta, creerebbe lavoro per circa 80.000 persone in meno di 3 anni”. È la richiesta di Massimo Stronati, presidente di Confcooperative Lavoro e Servizi nel corso di ‘Green deal: il lavoro al centro’, il seminario in corso a Firenze dove i settori della produzione lavoro e servizi, dell’agroalimentare e della pesca di Confcooperative si confrontano con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
“La spesa pubblica e il public procurement possono e devono essere sempre più volano di sviluppo e moltiplicatore di ricchezza ed evitare la tentazione di internalizzare i servizi. Oltre alle cifre conta soprattutto la qualità della spesa. Incoraggiare gli acquisti green fa bene alle imprese, all’economia e all’ambiente se pensiamo che nello scenario di riscaldamento globale le stime dei danni da disastri climatici nei paesi del G20 sono pari a oltre il 4% del loro Pil. Incoraggiare l’economia verde -dice Stronati – è un investimento non una spesa, così come prevedere dei meccanismi di incentivi e dei premi di produttività per le imprese più impegnate nella sostenibilità e che creano occupazione nel green”.
In tema di new green Deal, Giorgio Mercuri, presidente di Confcooperative – Fedagripesca, sottolinea che “la filiera cooperativa lavora da tempo per un’agricoltura più sostenibile sia con progetti volti a ridurre le emissioni di CO2 grazie a impianti di produzione di biometano, sia nell’ottimizzazione di risorse idriche con l’agricoltura di precisione che nelle coltivazioni orticole riduce di almeno il 40% il consumo di acqua. Sosteniamo le nostre imprese nel realizzare strumenti che consentano al consumatore di misurare quanto viene fatto in termini di sostenibilità e scegliere consapevolmente i prodotti”. Per questo, rileva, “riteniamo fondamentali politiche pubbliche che spingano verso una logica d’incentivazione degli investimenti e siamo preoccupati per ‘plastic tax’ e ‘sugar tax’ prive di ogni effetto positivo sull’ambiente e che, se non opportunamente ripensate, rischiano di pregiudicare la sostenibilità economica delle nostre imprese, con implicazioni anche sui percorsi di sviluppo in termini ambientali e sociali”.
Tra i materiali a basso impatto ambientale e la raccolta dei rifiuti Paolo Tiozzo vice presidente di Confcooperative Fedagripesca ha messo in evidenza come “i pescatori sono i veri guardiani del mare. Hanno raccolto in poco tempo plastica pari a 2miloni e mezzo di cottonfioc, ben 170 mila bottiglie di plastica. Il vero problema sorge nel momento in cui il rifiuto arriva in banchina e deve essere smaltito. Per molti Comuni marinari si tratta di un aggravio di costi che spesso è troppo oneroso per le loro casse. Manca un anello importante della filiera: chi ritira il rifiuto e lo conferisce in discarica”.

Agricoltura: contro cimice asiatica arriva vespa samurai

Per fermare l’invasione della cimice asiatica arriva il via libera alla diffusione in Italia della vespa samurai, nemica naturale dell’insetto che sta devastando meli, peri, kiwi, ma anche alberi di pesco e albicocca, ciliegi e piante da vivai con danni per ora calcolati in circa 250 milioni di euro.

A renderlo noto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’annunciare l’entrata in vigore, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, del D.P.R. 5 luglio 2019 n. 102 che riguarda le norme necessarie all’immissione sul territorio di specie e popolazioni non autoctone, in modo da contrastare la diffusione di insetti alieni come la cimice asiatica.

Prandini ha chiesto un incontro urgente al ministro dell’Ambiente Sergio Costa che, sentiti il ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e il ministero della Salute, deve ora autorizzare l’immissione in natura della vespa samurai su richiesta delle regioni. La situazione è drammatica, denuncia Coldiretti, soprattutto al Nord: nel solo Veneto i danni alle produzioni hanno raggiunto 100 milioni di euro, di cui quasi 80 nella sola provincia di Verona.

La ‘cimice marmorata asiatica’ arriva dalla Cina ed è molto pericolosa perché prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all’anno con 300-400 esemplari alla volta che rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili. La diffusione improvvisa di questi insetti che in Italia non hanno nemici naturali, precisa Coldiretti, è favorita dalle alte temperature e dalla loro polifagia, potendosi spostare su numerosi vegetali coltivati e spontanei. La lotta in campagna per ora può avvenire attraverso protezioni fisiche come le reti a difesa delle colture.

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