Sentenza Tar su aeroporto Firenze, la Regione  ricorrerà al Consiglio di Stato

“Il M5Stelle con i suoi ministeri si prodiga a far danni alla nostra regione. Ad esempio, per un anno ha bloccato i contributi alla geotermia impedendo investimenti per centinaia di milioni su questa energia rinnovabile. Inoltre, non un’opera pubblica ha fatto un passo avanti con Toninelli: né la Tirrenica, né il sotto attraversamento, né la nuova stazione di Firenze, né le terze corsie autostradali, né il porto di Livorno, nulla di nulla. Un anno perso, dimenticato. Oggi apprendiamo che, per ordine dei ministri Toninelli e Costa, sollecitati dal M5stelle toscano, sollecitato a sua volta dai comitati, i dicasteri dei trasporti e dell’ambiente non si assoceranno all’Avvocatura di Stato per difendere l’operato dei loro tecnici nella formazione del parere positivo sulla nuova pista dell’aeroporto di Firenze, che miglio ra sia l’impatto ambientale sia la funzionalità della infrastruttura».

Comincia così la nota con cui il presidente Enrico Rossi annuncia il ricorso della Regione Toscana al Consiglio di Stato contro le sentenze del Tar della Toscana, che nel maggio scorso ha annullato il decreto di Via relativo al masterplan di potenziamento dell’aeroporto di Firenze. Proprio ieri l’Avvocatura generale dello Stato ha infatti presentato il suo ricorso a difesa dell’operato del ministero dell’Ambiente, del ministero dei Beni culturali e dell’Enac.

«Così – continua Rossi – scopriamo che questo governo accanto all’Avvocatura di Stato ha un’avvocatura voluta dai Cinque stelle che è nemica, ancora una volta, dello sviluppo e del lavoro, anche quando vengono migliorati i parametri ambientali. Ma si sa, i ministri pentastellati di fronte ad una manciata di voti non resistono. Solo quando capiscono che rischiano di andare a casa sono pronti ad arretrare, come è accaduto per la Tav. In questo caso allora fanno firmare le carte ai tecnici che poi però, se non fa comodo, non vengono difesi».

«Un degrado così – conclude il presidente Rossi – non si era ancora visto. Noi faremo ricorso con l’avvocatura regionale e continueremo ad impegnarci per il bene della Regione avendo sempre più chiaro che il populismo del M5stelle è nefasto per la Toscana almeno quanto quello della estrema destra nazionalista della Lega».

Anche il Comune di Firenze fa sapere che procederà “con il ricorso ad adiuvandum di Toscana Aeroporti” control’annullamento del decreto di Via dell’aeroporto. Sono le parole della vicesindaca del capoluogo toscano, Cristina Giachi che ritiene che il ritiro del ricorso sia “un chiaro balletto politico” secondo cui “non è verosimile la ricostruzione che dice che non c’è stato un incarico: l’Avvocatura dello Stato – continua Cristina Giachi – non si muove se non c’è una struttura del Governo che la incarica, sarebbe come se la mia avvocatura facesse un ricorso senza aver avvertito la struttura di governo della città che lo fa”. Secondo la vicesindaca, dunque, “è chiaro che il ricorso era partito perché probabilmente c’era stato un input, e poi dopo questo input è stato ritrattato. Noi per parte nostra andremo avanti perché siamo convinti – e conclude – che l’iter amministrativo fosse compiuto, e fosse quello giusto, quindi impugneremo la sentenza del Tar”.

Maltempo: Arezzo, oggi i funerali della vittima del nubifragio di sabato

Il sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, ha firmato ieri l’ordinanza con cui veniva proclamato il lutto cittadino per oggi in occasione dei funerali di Carlo Pergentino Tanganelli, il 72enne vittima del nubifragio che sabato scorso ha colpito Arezzo: la cerimonia si terrà alle 15 in Duomo.

“L’intera città di Arezzo è rimasta profondamente colpita da questo drammatico evento – si legge in una nota per la stampa – e, interpretando il comune sentire della cittadinanza, il sindaco ha proclamato il lutto cittadino in segno di cordoglio e di partecipazione al dolore della famiglia. Ai concittadini, alle istituzioni pubbliche, a tutte le organizzazioni pubbliche e private, rivolgiamo l’invito a manifestare la propria vicinanza nelle forme più opportune, in rispetto della vittima”.

La conclusione dell’esame cadaverico, effettuato sulla vittima dall’equipe di medicina legale di Siena, ha confermato che il pensionato di 72 anni, morto sabato scorso durante il nubifragio che ha colpito la zona dell’ Aretino, sarebbe caduto travolto dalla furia delle acque sbattendo violentemente la testa a terra, precipitando poi nel canale di sfogo.

L’accertamento sul corpo del pensionato e dirigente sportivo è il primo passo fatto dal pm Laura Taddei, aperto in Procura per far luce su quanto accaduto con esattezza; il magistrato dispone già di un’accurata relazione sui fatti di sabato, il punto principale è chiarire se alla base ci sia stato solo un fenomeno naturale di straordinaria violenza o se abbiano contribuito ad aggravarlo responsabilità pubbliche o private.

Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, è intervenuto sulla questione, rispondendo alla Camera per il question time a una interrogazione di Forza Italia sugli intendimenti del Ministero, in ordine alla dichiarazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale per i danni da maltempo nell’area aretina: “C’è la disponibilità ad essere a fianco della Regione Toscana e della zona aretina con tutto ciò che necessita per l’aspetto emergenziale, per l’affiancamento amministrativo che serve per aiutare quelle popolazioni, non appena i carteggi arrivano”.

Spiega Costa, rispondendo ai deputati Felice Maurizio D’Ettore e Stefano Mugnai: “La Regione Toscana ci ha informato che sta lavorando per la definizione dello stato di emergenza regionale, che è di competenza tutta regionale; io ho preso informazioni. Ci ha anche riferito che sta attivando la procedura per lo stato di emergenza, di calamità naturale nazionale. Ho preso informazioni: però finché i carteggi non arrivano e si completa l’iter amministrativo, non c’è solvibilità”.

Prosegue il ministro: “Secondo i dati della Regione Toscana nella provincia di Arezzo stiamo parlando di 20mila soggetti” colpiti, e dunque “il danno è oggettivamente grosso”.

Pisa: primo porto in Italia ‘plastic-free’

Lo rende noto la società di gestione dello scalo pisano: il porto di Pisa dice addio alla plastica monouso e sarà inserito nell’apposito elenco del ministero dell’Ambiente.

“C’è molta attenzione intorno a questo tema – sottolinea l’amministratore unico di Porto di Pisa, Simone Tempesti – ed è importante non solo continuare a parlarne, ma soprattutto avere il coraggio di impegnarsi concretamente, anche adottando misure drastiche. Il nostro percorso prevede l’abbandono della plastica monouso all’interno dei nostri uffici e della marina e il lancio di una campagna di comunicazione nazionale. Accogliere l’appello del ministro, Sergio Costa, è stato per noi un dovere morale perché soffocando mari e fiumi sotto tonnellate di plastica soffochiamo il nostro futuro e quello dei nostri figli”.

Il porto pisano ospiterà, il 15 maggio, un convegno dedicato ai temi dell’inquinamento da plastica e microplastiche e alle nuove prospettive del riciclo, in collaborazione con le università di Siena e Pisa, laboratorio Archa, parco naturale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, Comune di Pisa, Regione Toscana e ministero dell’Ambiente. L’evento si terrà sul molo, una lingua di terra tra la foce dell’Arno e il mare.

Grosseto, CC sequestrano rocce contenenti amianto, 4 denunciati

rifiuti, provenienti dai residui della lavorazione di imprese legate allo sfruttamento dell’energia geotermica, erano stati stoccati da oltre un anno, non distante da un torrente, e con volumi di gran lunga superiori ai limiti massimi consentiti.

I rifiuti, contenuti in grandi sacchi del volume complessivo di 460 metri cubi, erano stati stoccati da oltre un anno e con volumi di gran lunga superiori ai limiti massimi consentiti. I carabinieri del Noe hanno sequestrato 460 tonnellate di terre e rocce contaminate da amianto stoccate in due distinti siti da due aziende, provenienti da attività di bonifica eseguite su terreni del Grossetano. I rifiuti, contenuti in grandi sacchi del volume complessivo di 460 metri cubi, erano stati stoccati da oltre un anno e con volumi di gran lunga superiori ai limiti massimi consentiti. I militari hanno denunciato per deposito incontrollato di rifiuti pericolosi quattro persone, tra amministratori e tecnici delle due società responsabili delle attività di bonifica.

Il terreno utilizzato pert lo stoccaggio  I rifiuti, contenuti in grandi sacchi del volume complessivo di 460 metri cubi, erano stati stoccati da oltre un anno e con volumi di gran lunga superiori ai limiti massimi consentiti si trova a Monterotondo Marittimo (Grosseto) I rifiuti erano stati stoccati da oltre un anno e con volumi di gran lunga superiori ai limiti massimi consentiti. I rifiuti, provenienti dai residui della lavorazione di imprese legate allo sfruttamento dell’energia geotermica, erano stati stoccati da oltre un anno, non distante da un torrente, e con volumi di gran lunga superiori ai limiti massimi consentiti. Quattro persone, tra amministratori e tecnici delle due società responsabili che operavano in provincia di Pisa sono state denunciate per deposito incontrollato di rifiuti pericolosi.

“Mi congratulo con i Carabinieri del Noe di Grosseto per l’operazione che ha portato al sequestro di quattrocentosessanta tonnellate di terre e rocce contaminate da amianto, nell’ambito delle operazioni di controllo su alcune società che operano nel settore delle bonifiche ambientali da amianto nell’area nord della provincia”. Così il ministro dell’Ambiente Sergio Costa (M5S) commenta l’ultima operazione dei Noe di Grosseto. “Si tratta – prosegue Costa – dell’ennesima, valorosa prova della professionalità dei Carabinieri nella repressione dei reati ambientali e nel ripristino della legalità, a tutela della sicurezza dei cittadini e dell’ambiente. Chi è responsabile di questi reati non deve rimanere impunito”.

Collisione navi: si conclude oggi recupero carburante

Sono in corso e si concluderanno oggi le operazioni di svuotamento e recupero, dalla cassa danneggiata dalla collisione, del carburante ancora presente a bordo della nave Virginia.

 

Operazioni svolte da parte del rimorchiatore greco “AEGIS I”, che ha raggiunto nelle ore scorse l’area interessata dalla collisione avvenuta il 7 ottobre tra due mercantili al largo della Corsica.

Le operazioni di svuotamento del carburante sono state volute dal Ministero dell’Ambiente. Nel suo ruolo di focal point nazionale dell’Accordo RAMOGE, ha richiesto esplicitamente alla Prefettura Marittima francese, che ha coordinato gli interventi, di attuare prioritariamente questa misura. Lo scopo è di limitare l’inquinamento marino dovuto alla collisone delle navi mercantili.

Inoltre, quale garanzia ambientale, il Ministero ha richiesto che qualora vi fosse pericolo di ulteriori sversamenti, venga prescritto alla nave Virginia nel momento del trasferimento nel porto di destinazione, di uscire prima possibile dal Santuario dei Cetacei Pelagos e tenersi fuori dalla Zona di Protezione Ecologica italiana.

Nelle acque davanti l’Arcipelago toscano, sono ancora presenti mezzi della Guardia Costiera italiana e mezzi antinquinamento della flotta del Ministero dell’Ambiente, impegnati in attività di monitoraggio per prevenire ogni possibile danno.
“Il Ministero dell’Ambiente – afferma il ministro Sergio Costa – ha immediatamente risposto alla richiesta francese di aiuto, inviando quattro navi della flotta disinquinante nazionale che hanno recuperato circa 280 metri cubi di prodotto petrolifero”.

“Gli interventi tempestivi – aggiunge il ministro Costa – hanno fatto tesoro dell’esercitazione antinquinamento RAMOGEPol 2018 svoltasi meno di un mese fa nell’Arcipelago de La Maddalena. Il mio plauso, dunque, e il mio ringraziamento va sia al personale del mio Dicastero che alla Guardia Costiera. La cui professionalità ha permesso di lavorare in un clima di serena sinergia”.

“La tutela dell’ambiente e dell’ecosistema marino – dichiara il comandante generale della Guardia Costiera Giovanni Pettorino – rientra tra le attività principali che il Corpo svolge quotidianamente a favore della collettività. Soprattutto in termini di lotta all’inquinamento, di sicurezza della navigazione e dei traffici marittimi e di protezione delle specie marine e dell’habitat costiero”.

Lupi: Toscana chiede gestione autonoma per abbattimenti selettivi

La Regione Toscana, e le Province autonome di Trento e di Bolzano, chiedono al governo e all’Unione europea di poter gestire in autonomia i lupi, con la possibilità di abbattimenti selettivi. La richiesta è stata concordata dai tre enti locali in un incontro in Trentino.

Sul territorio toscano, ha detto l’assessore Remaschi, si è accertata la presenza di circa 110 branchi, per un numero presunto complessivo di circa un migliaio di lupi. Circa 500 all’anno sono le predazioni, per indennizzare le quali la Regione Toscana spende oltre 1 milione di euro. “Senza apprezzabili risultati si è rivelato il tentativo di ridurre tale pesante impatto attraverso la cattura di circa una ventina di esemplari, operazione – ha spiegato Remaschi-, insostenibile sia per il costo che per le difficoltà pratiche di attuazione”.

La Regione Toscana quindi ha annunciato che approverà una legge sulla gestione autonoma dei lupi (con la possibilità degli abbattimenti), come quelle già varate da Trento e Bolzano. La posizione comune dei tre enti è stata concordata in un incontro avvenuto a Passo Pordoi (Trento) fra gli assessori all’Agricoltura della provincia di Trento, Michele Dallapiccola, di Bolzano, Arnold Schuler, e della Regione Toscana, Marco Remaschi.

All’incontro ha partecipato anche il sindaco di Canazei (Trento), Silvano Parmesani. I tre assessori nei prossimi giorni scriveranno alla Commissione Politiche agricole del parlamento italiano, perché convochi un incontro con il governo, per sollecitare una rapida approvazione del Piano Lupo.

Il prossimo 4 settembre Dallapiccola e Schuler saranno a Bruxelles per incontrare la Commissione Agricoltura dell’Europarlamento. A questa chiederanno una specifica deroga alla Direttiva Habitat, da potersi applicare su base regionale. L’assessore Remaschi ha annunciato ai colleghi trentino e altoatesino che la Regione Toscana procederà all’approvazione di una propria legge, simile a quelle recentemente approvate da Trentino e Alto Adige. Il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa (M5S), ha già annunciato che impugnerà le norme davanti alla Corte Costituzionale.

“E’ curioso che a chiedere di intervenire sui lupi tramite abbattimenti per limitare i danni all’allevamento sia proprio la Regione Toscana, visto che quest’anno non ha stanziato un solo euro per la prevenzione. Questo somma al danno la beffa per gli allevatori” ricorda il WWF, dato che in Regione gli indennizzi li possono ricevere solo gli allevatori che hanno già messo in atto adeguate misure di prevenzione, che purtroppo rappresentano ancora una minima parte.

Il WWF commenta così la notizia della richiesta che giunge dalla Toscana,  per gestire in autonomia il lupo, specie protetta a livello europeo oltre che dalle leggi italiane.  “Al di là dell’incostituzionalità della richiesta, perché la tutela della fauna è materia di competenza statale, e dell’assoluta non efficacia della degli abbattimenti per ridurre i danni, come dimostrato da studi in ogni parte del mondo, è grottesco che la Regione non abbia nemmeno accolto la nostra proposta di mettere in campo alcuni dei migliori tecnici sulla prevenzione per supportare al meglio gli allevatori nel ridurre davvero i danni al bestiame – e per di più a costo zero, perché il tutto sarebbe stato sostenuto dalle donazioni raccolte dal WWF a favore del lupo. Purtroppo, è evidente  che siamo alla pura demagogia” sottolinea Marco Galaverni, Responsabile Specie e Habitat WWF Italia.

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