Quartieri 1,3 e 4 Firenze: raccolta porta a porta e rimozione cassonetti

Dal 21/7 al via la rimozione dei cassonetti nei quartieri interessati dalla raccolta porta a porta, sulla strada rimarranno solo le campane del vetro

Ad un mese circa dall’avvio del servizio di raccolta rifiuti ‘porta a porta’, nelle aree di Bellosguardo, Mantignano, Ugnano, Villamagna, Nave a Rovezzano, Boboli, Cinque Vie, Giogoli, Michelangiolo e Sorgane (comprese via De Nicola e Via Zoli ubicate nel comune di Bagno a Ripoli), prenderà il via mercoledì, 21 luglio, la progressiva rimozione di tutti i vecchi cassonetti fin qui utilizzati, circa 1.500. Sulla sede stradale rimarranno le sole campane verdi per la raccolta degli imballaggi in vetro (bottiglie e vasetti): le altre frazioni (organico, carta e cartone, imballaggi in plastica-metallo-tetrapak-polistirolo e rifiuti residui non differenziabili) dovranno essere unicamente conferite attraverso l’esposizione di bidoncini o sacchi secondo quanto previsto dal calendario ‘porta a porta’. E’ quanto annunciato, in una nota, da Alia Servizi Ambientali.

Alia ricorda ai cittadini che il calendario settimanale prevede la raccolta giornaliera di ogni singolo materiale, con esposizione dei bidoncini o sacchi, dopo le ore 20 della sera prima, secondo le modalità indicate sul calendario o concordate col gestore: lunedì e venerdì organico; martedì carta e cartone; mercoledì imballaggi in plastica-metallo-tetrapak-polistirolo; – giovedì rifiuti residui non differenziabili. Coloro che non hanno ancora ricevuto il kit con la dotazione necessaria per conferire correttamente i propri rifiuti, possono prenotarne il ritiro contattando telefonicamente, dal lunedì al venerdì dalle ore 09.00 alle ore 14.30, il numero 055-0541023

“Vogliamo eliminare 100mila kg di rifiuti di plastica”,Plastic Free day, Toscana

Il Covid ha portato un aumento dell’uso della plastica monouso. Sette iniziative in Toscana per la raccolta dei rifiuti organizzate per il plastic free day

18 aprile: plastic free day anche in Toscana. Il Covid ha portato un aumento dell’uso dei dispositivi di protezione individuale (guanti, mascherine…), sanificazione, di contenitori per il cibo da asporto e di tutti gli involucri degli oggetti venduti online. Un aumento esponenziale dell’impronta ecologica legata all’uso della plastica che avrà un rilevante impatto a lungo termine come raccontano studi tra cui quello pubblicato sul database di ricerca globale Science Direct, pubblicato da un team internazionale. Secondo la ricerca sono 16 milioni di tonnellate al giorno di plastica utilizzata globalmente di cui 3,4 miliardi di dispositivi di protezione individuale con conseguenze a lungo termine per gli ecosistemi.
 
Un aumento dell’uso della plastica monouso accompagnata anche da freno globale ai recenti progressi fatti in materia di sostenibilità e gestione dei rifiuti. L’Europa aveva approvato la direttiva sul divieto per dell’uso di oggetti come piatti di plastica, posate, cannucce monouso. Invece, durante l’ultimo anno segnato dal Covid c’è stato un freno a queste politiche, con le pressioni delle lobby della plastica che spingono per il ritiro di queste normative.
Per ridurre l’inquinamento generato dalla plastica sono in corso mobilitazioni anche in Toscana. Domenica 18 aprile è la giornata nazionale plastic free: iniziativa che avrà luogo in tutta italia con l’obiettivo nazionale di rimuovere 100.000 kg di plastica e rifiuti dall’ambiente organizzando oltre un centinaio di appuntamenti di raccolta in Italia.
In Toscana sono sette le iniziative a cui si può partecipare ad Altopascio, Marina di Pisa, Monsummano Terme, Pontedera, Livorno, Marina di Massa ed Empoli. Ci si può iscrivere sul sito dell’ong Plastic Free onlus che organizza l’evento.
Come racconta Gerardina Trotta, coordinatrice Toscana di Plastic Free Onlus ai microfoni di Monica Pelliccia

Grosseto, Le Strillaie:”stessa proprietà inceneritore Scarlino”,ambientalisti preoccupati

Le Strillaie, impianto per il trattamento meccanico e biologico dei rifiuti. “Il problema è che chi gestisce Le Strillaie è anche il proprietario dell’inceneritore di Scarlino: possibile conflitto d’interessi”. La proprietà smentisce: “Non ho niente da rispondere, possiamo avere solo miglioramenti gestione”

Cambio alla guida de Le Strillaie, impianto per il trattamento meccanico e biologico dei rifiuti. Il Gruppo Iren ha acquisito il controllo di Futura, società per azioni con sede a Grosseto che gestisce Le Strillaie, un impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti indifferenziati e di compostaggio per la realizzazione di compost.
La società toscana attualmente gestisce un impianto di trattamento meccanico e biologico che tratta circa 140 kt/anno di rifiuti indifferenziati e frazione organica e, una sezione di compostaggio per la frazione organica ed il verde da 33 kt/anno, la cui concessione scade al 2041. Il piano industriale della società prevede la realizzazione di un impianto di digestione anaerobica della frazione organica da 80 kt/anno, con una produzione a regime di 4,6 milioni di mc/anno di biometano. L’investimento previsto è di circa 26 milioni in tre anni e consentirà alla società di raggiungere un Ebitda di circa 6,5 milioni.
“Le Strillaie nasce come un impianto di trattamento meccanico biologico per realizzare il combustibile dai rifiuti indifferenziati”, spiega Roberto Barocci, presidente del Forum Ambientalista, “il problema è che chi gestisce Le Strillaie è anche il proprietario dell’inceneritore di Scarlino. Lo era prima e lo è oggi. Pertanto non si comprende il conflitto d’interessi così si assicura una produzione fino al 2040 di indifferenziato e quindi di combustibile per l’incenerimento”.
Da vari decenni, Roberto Barocci e i gruppi ambientalisti locali denunciano i danni alla salute e all’ambiente dell’inceneritore di Scarlino.Per cinque volte è stata annullata l’autorizzazione all’esercizio di quell’impianto a seguito dei ripetuti sforamenti che i ripetuti accertati sforamenti di diossine nelle emissioni ai camini dovuti alla struttura non conforme dei tre forni. La battaglia legale contro l’inceneritore è in corso una battaglia legale dal 1996 portata avanti dai comuni di Follonica e Scarlino insieme al Comitato per il No all’inceneritore.
Gli ambientalisti locali chiedono più impegno per raggiungere gli obiettivi della differenziata, che nella provincia di Grosseto è ferma al 41,46%, fanalino di coda in Toscana. Per quanto riguarda la gestione dell’impianto delle Strillaie: “per cambiare le cose è necessario che il gestore sia un soggetto pubblico che ha interessi diversi”.
L’amministratore delegato di Futura replica sull’entrata del gruppo Iren: “Non cambia niente, se non che abbiamo un soggetto molto forte e radicato con il territorio ma direi che possiamo avere soltanto dei miglioramenti nella gestione”, commenta Fabrizio Catarsi, Amministratore Delegato di Futura. Per quanto riguarda il possibile conflitto di interessi messo in luce dagli ambientalisti locali replica: “non ho niente da rispondere, perché ripeto Iren si è dimostrata nella sua storia tra Emilia, Piemonte e Liguria come una società legata ai territori in cui si insedia. Metterà sicuramente a disposizione del territorio questo approccio della società”.

Toscana: +3% imballaggi differenziati nel primo semestre del 2020

In primi sei mesi 2020 conferiti oltre 153mila tonnellate di rifiuti per quanto riguarda la raccolta differenziata in Toscana

Nei primi sei mesi del 2020 i toscani hanno conferito in modo differenziato al Consorzio nazionale imballaggi (Conai) più di 153mila tonnellate di rifiuti di imballaggio, con una crescita di oltre tre punti percentuali rispetto all’anno precedente. Lo rende noto il Conai in occasione della Giornata mondiale del Riciclo, tracciando un primo bilancio sulle performance della Toscana nei mesi in cui è esplosa l’emergenza sanitaria del Covid.

Quanto al valore pro-capite, tra gennaio e giugno 2020 i toscani hanno conferito al sistema consortile una media di più di 42 kg di rifiuti di imballaggio a testa. Un quantitativo che, in un anno, cresce di oltre un punto percentuale: nel corso dei primi sei mesi del 2019 ogni cittadino della Toscana aveva conferito una media di circa 41,4 kg. Nel dettaglio, Conai rileva come nel corso del primo semestre del 2020 ogni abitante della Regione abbia differenziato in media 2,1 kg di acciaio, 0,1 kg di alluminio, 14,2 kg di carta, 1,5 kg di legno, 10,4 kg di plastica, e più di 13 kg di vetro. “Anche durante i mesi dell’esplosione dell’emergenza, i ritiri dei rifiuti di imballaggio da raccolta urbana non si sono mai interrotti – commenta Luca Piatto, responsabile rapporti con il territorio -. Anzi, hanno continuato a crescere: segno che la raccolta differenziata è ormai radicata fra le nostre abitudini. Si tratta di un fenomeno legato anche all’aumento degli acquisti di prodotti imballati nei comparti dell’alimentare, della farmaceutica e della detergenza. Non solo nella Regione Toscana, che continua a mettere a segno risultati incoraggianti, ma anche in tutto il Paese”.

Chianni (Pisa): discarica Grillaia, messa in sicurezza sito e chiusura entro 8 anni

Vergero acquisisce discarica Grillaia nel Pisano e ha presentato il piano per la messa in sicurezza della discarica chiusa da 23 anni

Il gruppo Vergero ha acquisito dalla società Nsa le quote di maggioranza del sito autorizzato per il conferimento di rifiuti di Chianni (Pisa) ‘La Grillaia’ e ha definito un piano di patrimonializzazione e rifinanziamento della società per 5 milioni di euro, di cui 2 già versati per le prime e urgenti attività di messa in sicurezza della vecchia discarica. Lo rende noto lo stesso gruppo Vergero precisando che “con un investimento complessivo di circa 18 milioni di euro, compresi i costi di gestione, ‘La Grillaia’ sarà messa in sicurezza attraverso l’utilizzo delle tecnologie più avanzate oggi disponibili, ed entro otto anni se ne prevede la chiusura attraverso il conferimento di 270mila metri cubi di amianto, materiale giudicato dai tecnici della Regione più adatto e sicuro per il completamento dell’area”.

L’intervento su Chianni consiste in due azioni principali: la messa in sicurezza delle aree che non necessitano di ulteriori conferimenti e il recupero volumetrico dell’area depressa e la sua successiva messa in sicurezza.

Per la prima si prevedono interventi per garantire una migliore protezione ambientale di suolo, sottosuolo ed emissioni in atmosfera (tra cui la gestione di percolato e biogas derivanti dai rifiuti già presenti) , per la seconda, è previsto il conferimento di rifiuti di amianto (che arriveranno in loco dopo essere stati messi in sicurezza già presso il cantiere di provenienza, sotto la supervisione dell’Asl di riferimento), di rifiuti inorganici inerti non pericolosi e la successiva messa in sicurezza dell’area attraverso una ricopertura finale per ricreare la morfologia originaria della collina e di inserimento ambientale e paesaggistico con la creazione di due laghetti naturalistici e la piantumazione di vegetazione arbustiva e piante autoctone.

Consiglio di Stato: stop riapertura inceneritore di Scarlino

Il Consiglio di Stato ha accolto quattro dei cinque motivi di ricorso contro l’inceneritore di Scarlino (Grosseto) presentati dai Comuni di Follonica e di Scarlino, annullando così ogni autorizzazione rilasciata dalla Regione Toscana per la riapertura dell’impianto.

La Regione aveva autorizzato la riaccensione dell’impianto, gestito dalla Scarlino Energia dal 2015, nel luglio scorso dopo il via libera alla Valutazione di impatto ambientale. Più volte l’impianto è stato chiuso per problemi relativi alle emissioni.

I giudici della Corte suprema scrivono che “è fondato il primo motivo di impugnazione, concernente le lacune e le criticità dell’impianto” aggiungendo che dai documenti versati agli atti del giudizio “risultano puntualmente elencati e descritti (e reiterato nel presente giudizio) i limiti e le lacune in cui sarebbe incorsa l’Amministrazione regionale nel non voler verificare le contraddizioni intrinseche evidenziate nell’istruttoria sugli aspetti tecnici dell’impianto”. Viene inoltre accolto anche “il secondo motivo di appello, concernente il mancato rispetto delle prescrizioni previste dall’articolo 8 numero 133 del 2005 per la riduzione delle emissioni nell’aria delle sostanze inquinanti prodotte nel corso del processo di incenerimento”.

“Questa sentenza dimostra che non ci siamo sbagliati: l’inceneritore di Scarlino rappresenta un pericolo per l’ambiente e per la salute dei cittadini. Adesso dobbiamo occuparci del futuro dei lavoratori impiegati nell’impianto e chiederemo subito alla Regione Toscana di aprire un tavolo interistituzionale per trovare una soluzione per queste persone e le loro famiglie”. Lo ha detto il sindaco di Follonica (Grosseto) Andrea Benini, commentando la sentenza del Consiglio di Stato che vieta la riaccensione dell’impianto del Casone.

“Le nostre preoccupazioni erano fondate – ha detto Marcello Stella, sindaco di Scarlino – dobbiamo però garantire i livelli occupazionali e ci impegneremo subito in questo senso”. Per il capogruppo Pd in Consiglio regionale Leonardo Marras, “la sentenza del Consiglio di Stato accoglie i ricorsi dei Comuni di Follonica e Scarlino e, di fatto, impone il fermo dell’impianto a tutela dell’ambiente e della salute. Già con l’approvazione della mozione, da me presentata a fine settembre, il Consiglio regionale si era espresso in questa direzione chiedendo alla Giunta toscana di rivedere il proprio orientamento. Oggi mi aspetto che la Giunta riveda anche la nuova autorizzazione”.

Il capogruppo M5s in Consiglio regionale Giacomo Giannarelli ricorda che “da tempo il Movimento 5 Stelle si esprimeva in tutte le sedi per ostacolare con forza la riattivazione dell’inceneritore di Scarlino. Adesso la sentenza del Consiglio di Stato rende giustizia a tutti i cittadini che si sono battuti contro questo progetto. Chiederemo subito con una mozione che la Regione Toscana si adoperi per attivare un tavolo interistituzionale per trovare una soluzione al futuro dei lavoratori.”

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