Nardella: “Denunciate chi abbandona rifiuti”

?Sono stati 340 gli interventi della polizia municipale e 94 quelli degli ispettori ambientali di Alia da gennaio a ottobre di quest’anno, con 229 sanzioni amministrative, record degli ultimi cinque anni e cresciute del 25% rispetto allo scorso anno, e nove denunce penali, in un caso anche con un sequestro di un furgone.

Lo ha detto il sindaco di Firenze, Dario Nardella, annunciando in conferenza stampa le iniziative dell’amministrazione contro il fenomeno dei rifiuti abbandonati.

Contro l’abbandono dei rifiuti, speiga Nardella, “saremo inflessibili: faremo di questa una vera e propria crociata fino a quando non sarà chiaro che bisogna rispettare le regole e che non si può amare la città solo a parole, ma lo si deve dimostrare nei fatti. Per questo è indispensabile la collaborazione dei cittadini, che devono denunciare alla polizia municipale o ad Alia ogni caso di abbandono, anche in flagrante.”

“A Firenze – ha affermato il sindaco – non c’è un problema di rifiuti, c’è un problema di inciviltà: ci sono persone che abbandonano i rifiuti sui marciapiedi e non rispettano la raccolta differenziata. Da ottobre abbiamo iniziato a intervenire con controlli intensificati e sanzioni anche molto pesanti”.

Grazie alle 12 “fototrappole” collocate nelle zone più difficili per l’abbandono dei rifiuti, si è riusciti in tanti casi di arrivare a individuare i responsabili visionando in un mese oltre 10mila fotogrammi. Al lavoro su questo tema una squadra della polizia municipale, 15 guardie ambientali volontarie e cinque squadre di ispettori di Alia, destinate a raddoppiare entro l’anno, come ha annunciato l’amministratore delegato della società, Alessia Scappini.

Gimmy Tranquillo ha intervistato il sindaco Nardella:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/10/181029_GUERRA-RIFIUTI-ABUSIVI_NARDELLA.mp3?_=1

Toscana: risparmi da 1,5 mln su rifiuti ospedalieri

Stando a quanto emerge dall’audizione dei funzionali dell’Agenzia regionale recupero risorse (Arrr) ascoltati oggi dalla commissione d’inchiesta in merito alle discariche sotto sequestro e al ciclo dei rifiuti del Consiglio regionale, la Toscana risparmierà un milione e mezzo di euro all’anno nella gestione dei rifiuti ospedalieri.

In Toscana si spenderebbero circa 10 milioni di euro per la gestione dei rifiuti ospedalieri. Il risparmio annunciato costituisce un risultato “ottimo”, ha sottolineato il presidente della commissione Giacomo Giannarelli (M5s) al termine dell’audizione.

“Frutto anche – ha aggiunto- delle pressioni arrivate dai territori che chiedevano maggior efficienza nelle spese sanitarie”. “Oggi abbiamo appreso – continua Giannarelli – che grazie all’imminente bando dell’Ente di supporto tecnico amministrativo regionale (Estar) risparmieremo circa un milione e mezzo di euro l’anno”.

Per Giannarelli serve un: “ripensamento del sistema della certificazione dei dati sulla raccolta differenziata, che presenta delle “fragilità”. Per il vicepresidente della commissione, Francesco Gazzetti (Pd), “i contributi forniti da Arrr hanno dimostrato che il lavoro svolto ci pone ai posti più alti nel panorama nazionale”.

Paolo Marcheschi (Fdi) ha sottolineato la necessità di indagare anche sugli “impianti che, a differenza delle discariche, sembrano avere molti problemi”.
Nel ricordare l’incendio di qualche giorno fa alla Waste Recycling Spa nel pisano, Marcheschi ha suggerito di allargare le audizioni anche ad Arpat e al Noe, il nucleo operativo ecologico dei carabinieri. Suggerimento accolto da tutti i commissari e sulla base del quale verrà riorganizzato l’elenco dei soggetti da chiamare.

Eccedenze alimentari e riduzioni rifiuti, siglato protocollo in Toscana

Protocollo per favorire e valorizzare la donazione delle eccedenze alimentari e contemporaneamente ridurre la quantità di rifiuti, è stato siglato stamani in Regione nel corso dell’evento che si è tenuto in Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati, dal titolo “Se lo spreco zero è un’utopia ridurre le eccedenze e aumentare le donazioni è un obiettivo possibile”.

Prima della firma del protocollo è stato illustrato il progetto LIFE-Food.Waste.StandUp (progetto di filiera, co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma per l’ambiente e l’azione per il clima LIFE 2014-2020), coordinato da Federalimentare (capofila), in partenariato con Federdistribuzione, Fondazione Banco Alimentare onlus e Unione Nazionale Consumatori e finalizzato ad aumentare la sensibilizzazione sociale sul tema della lotta allo spreco e sull’incremento delle donazioni alle persone in stato di bisogno.

A siglare il protocollo sono stati, per la Regione, gli assessori alle attività produttive, credito, turismo e commercio Stefano Ciuoffo, e al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi; Sandro Fallani in rappresentanza di Anci Toscana; e i rappresentanti di Federalimentare, Massimiliano Boccardelli; Federdistribuzione, Claudio Gradara; Fondazione Banco Alimentare onlus, Leonardo Carrai; Unione Nazionale Consumatori, Concettina Graziadio, riunite nel Consorzio LIFE-Food.Waste.StandUp.

“La crisi economica ha impoverito molte famiglie, mettendole in difficoltà anche per l’acquisto di cibo”, è il commento dell’assessore Stefania Saccardi “Per combattere questo fenomeno, Regione Toscana ha già attuato dal 2015 un programma di interventi assieme alla Caritas e all’Associazione Banco alimentare della Toscana, e un nuovo piano di interventi di contrasto alla povertà alimentare è in corso di definizione per il 2018-2020. Inoltre, sempre con Caritas e Banco alimentare, e i soggetti della grande distribuzione, abbiamo realizzato il progetto “Spesa per tutti”. Questo protocollo ci consente di proseguire su questa strada virtuosa già intrapresa, combattendo lo spreco alimentare e destinando le eccedenze a chi ne ha bisogno”.

“Tutti i soggetti coinvolti in questa iniziativa, che peraltro prosegue e rafforza quelle già in atto da vari anni”, chiarisce l’assessore Stefano Ciuoffo “sono chiamati ad agire, nell’ambito delle rispettive competenze, per creare un circolo virtuoso che consente di soddisfare anzitutto un bisogno primario di tante famiglie in difficoltà. E successivamente di incidere in modo positivo sugli sprechi alimentari, sul riciclo dei materiali e su un complessivo, e potenzialmente importante, beneficio sociale collettivo. Fare squadra e agire in modo coordinato in ogni fase della catena permetterà di ottimizzare gli sforzi”.

“Quello delle perdite e degli sprechi alimentari”, ha detto Federica Fratoni nel suo saluto iniziale “é un problema che interessa l’intera filiera, dalla produzione al consumo, e che genera impatti ambientali ed economici negativi, sollevando anche questioni di carattere sociale. Non solo, lo spreco alimentare ha serie ripercussioni anche sui cambiamenti climatici, basti pensare alla dispersione delle risorse idriche ed energetiche. Si tratta di una sfida di responsabilità che ci coinvolge tutti, soggetti pubblici, privati e singoli cittadini, e che inizia dalle buone pratiche quotidiane. Progetti come il Like Food Waste StandUp sono importanti per promuovere la conoscenza e sensibilizzare verso la lotta allo spreco e il contrasto alla povertà sociale, anche attraverso interventi di recupero e redistribuzione delle eccedenze alimentari”.

Lo spreco alimentare e la difficoltà ad acquistare cibo

In Italia, secondo i dati del Politecnico di Milano, ogni anno vengono prodotte circa 5,6 milioni di tonnellate di eccedenze alimentari; di queste, solo l’8,6% è recuperato attraverso donazioni alle persone bisognose, mentre il resto diventa spreco: 12,6 miliardi di euro. Tra il 2012 e il 2015 l’Italia ha intrapreso un percorso virtuoso, complessivamente lo spreco è diminuito del -7,9% e le donazioni sono aumentate del +6,4%, ma molto può essere ancora fatto.

In Toscana, secondo elaborazioni di Federdistribuzione, si stima che lo spreco alimentare sia pari a circa 388.000 tonnellate, per il 45% attribuite alle famiglie e la restante parte agli operatori economici, con l’agricoltura responsabile per il 34%, il 14% a carico della distribuzione, il 5% da attribuire alla ristorazione e il 2% all’industria.

In Italia il dato più recente sulla spesa per consumi alimentari delle famiglie (Istat 2016) segnala una criticità diffusa: 6,5 famiglie su 100 dichiarano di non avere soldi in alcuni periodi dell’anno per l’acquisto del cibo. Il dato non è disponibile per la Toscana, ma si ferma al livello della ripartizione territoriale del Centro Italia, dove le famiglie in difficoltà per la spesa alimentare scendono al 5%, sotto la media nazionale.

Questo dato, tuttavia, risulta in calo progressivo dopo il picco registrato nel pieno della crisi economica, quando il 9% delle famiglie in Italia e il 7,5% delle famiglie del Centro Italia si trovavano in condizione di non poter coprire la spesa per consumi alimentari per tutto l’arco dell’anno. Il livello attuale dell’indicatore per il Centro Italia è tornato ai valori del 2007.

LIFE-Food.Waste.StandUp, il primo progetto di filiera contro lo spreco alimentare in favore delle donazioni

Il progetto, co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma per l’ambiente e l’azione per il clima LIFE 2014-2020, è incentrato sul tema della prevenzione e riduzione dello spreco alimentare e del recupero delle eccedenze, con l’obiettivo di sensibilizzare l’intera filiera, con attività di comunicazione e di informazione su tutto il territorio nazionale e anche in ambito europeo. E’ finalizzato alla lotta allo spreco e all’aumento delle donazioni alimentari a enti caritativi e persone bisognose.

Il progetto, coordinato da Federalimentare, in partenariato con Federdistribuzione, Fondazione Banco Alimentare onlus e Unione Nazionale Consumatori, è partito il 7 luglio 2016 e si concluderà il 30 giugno 2019.

Il protocollo siglato stamani

Con la firma del protocollo, i soggetti firmatari si impegnano a:

promuovere forme di sostegno a persone indigenti, attraverso il recupero e la donazione delle eccedenze alimentari (prodotti non più commercializzabili ma ancora commestibili) ad enti assistenziali e caritativi; promuovere la riduzione in proporzione dei quantitativi di rifiuti prodotti e, di conseguenza, i relativi costi economici, sociali ed ambientali di smaltimento degli stessi; proporre, in relazione al punto precedente, meccanismi premiali (tra cui la riduzione della tariffa comunale sui rifiuti) a favore degli operatori economici che donano le proprie eccedenze, anziché destinarle a rifiuto; diffondere la cultura dell’importanza di ridurre lo spreco alimentare; comunicare e divulgare i risultati e le best practices che ne deriveranno.

Verranno avviate attività per: favorire la raccolta presso i luoghi indicati dalle Aziende dei prodotti alimentari non più commercializzabili ma ancora edibili per la loro redistribuzione a strutture caritative, comprese Organizzazioni ed enti con cui le imprese hanno già un’attività di collaborazione; promuovere presso i Comuni l’adozione di misure premiali, in particolare la riduzione della tariffa comunale sui rifiuti, per le imprese che donano le proprie eccedenze; comunicare e divulgare i risultati e le best practices che ne deriveranno; promuovere l’incremento del numero di aziende e dei punti vendita che donano le proprie eccedenze alimentari; realizzare e diffondere campagne di comunicazione e/o informazione sull’importanza della riduzione dello spreco alimentare.

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