Bomba Firenze, chieste condanne fino a 11 anni

I pm Filippo Focardi e Beatrice Giunti hanno chiesto condanne fino a 11 anni nel processo a carico di 39 anarchici imputati a Firenze per vari episodi tra cui, il più grave, il tentato omicidio dell’artificiere della polizia di Stato Mario Vece, rimasto ferito gravemente a causa dello scoppio di un ordigno posizionato la notte del Capodanno 2017 alla libreria il Bargello, vicina a CasaPound.

Le condanne maggiori sono state chieste proprio per i quattro anarchici accusati di tentato omicidio per l’episodio di Capodanno: 10 anni di reclusione per Salvatore Vespertino, 11 per Giovanni Ghezzi, 10 anni e mezzo per Pierloreto Fallanca e 10 anni per Salvatore Almerigogna.
“La mattina dell’1 gennaio 2017 il mondo giudiziario fiorentino si è svegliato col rumore di una bomba”, ha affermato il pm Filippo Focardi nella sua requisitoria sottolineando che “si tratta della prima bomba piazzata a Firenze nel Dopoguerra, se si esclude l’autobomba dei Georgofili”. Nel suo intervento il pm Focardi ha ripercorso alcuni episodi antecedenti rispetto al Capodanno 2017, anche questi contestati nell’ambito del processo, tra cui il lancio di molotov contro una caserma dei carabinieri a Rovezzano e l’esplosione, sempre in precedenza, di una bomba carta contro la saracinesca della libreria il Bargello, quando questa di trovava in una sede diversa da quella colpita a Capodanno.
“Episodi – ha detto Focardi – che indicano il sorgere di un’associazione estremamente pericolosa”, che era “già cristallizzata fin dall’autunno precedente” al Capodanno 2017. Il gruppo anarchico, ha sostenuto Focardi, aveva fin dall’inizio come scopo associativo quello di fare “resistenza agli organi dello Stato ogni qualvolta se ne fosse presentata l’occasione”. Sempre secondo quanto sostenuto da Focardi nella sua requisitoria, la bomba esplosa il primo gennaio 2017, “fu effetto di un’accelerazione imposta da qualcuno di fuori”, esterno al gruppo degli anarchici fiorentini.
In totale, nella requisitoria i pm Focardi e Giunti hanno chiesto 39 condanne: oltre ai quattro anarchici imputati di tentato omicidio per la bomba esplosa alla libreria Il Bargello, sono state fatte richieste per altri 35 esponenti dell’area anarchica a cui vengono attribuiti, a vario titolo, numerosi episodi avvenuti nel territorio di Firenze. Così, in un’inchiesta che ha visto contestare reati come danneggiamento, violenza, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale, lesioni, imbrattamento, fabbricazione e porto di esplosivi, detenzione di artifici pirotecnici, rifiuto di fornire le generalità, i pm hanno chiesto condanne da 15 giorni a 7 anni.
L’avvocato Federico Bagattini ha reso noto che il suo assistito, l’artificiere della polizia di Stato Mario Vece, parte civile, ha chiesto danni per 2 milioni di euro ai quattro anarchici accusati di tentato omicidio per le lesioni permanenti riportate per lo scoppio dell’ordigno. “Un milione di euro – ha precisato Bagattini – sarà destinato al Fondo assistenza per il personale della polizia di Stato”. Tra le altre parti civili, c’è il sindacato di polizia Siulp, sempre rappresentato da Bagattini, che ha chiesto agli stessi quattro anarchici imputati di tentato omicidio 100.000 euro di danni, di cui 50.000 da destinare al Fondo assistenza per il personale della polizia di Stato.

Peretola: MIT recepisce sentenza Tar e blocca nuova pista

Nella giornata di ieri il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha adottato il provvedimento che sospende l’esecuzione del decreto direttoriale 6674/2019 con il quale era stata ratificata la conclusione della conferenza dei servizi sull’aeroporto di Firenze, accertando il perfezionamento del procedimento d’intesa Stato – Regione Toscana, relativo al Masterplan dell’Aeroporto “Amerigo Vespucci”.

La sospensione si è resa necessaria a seguito della sentenza del TAR Toscana n. 793/2019 che ha annullato il  Decreto di compatibilità ambientale (VIA) del Ministero dell’ambiente, della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministero per i beni e le attività culturali, n. 377 del 28.12.2017 relativo al richiamato Masterplan.

Con la sentenza n. 793/2019, pubblicata in data 27 maggio, il TAR della Toscana ha accolto il ricorso presentato dal Comune di Sesto Fiorentino contro il decreto di VIA per il progetto del nuovo aeroporto di Firenze. I giudici hanno accolto pienamente il ricorso, giudicando illegittimo il decreto di VIA poiché non ha compiutamente valutato l’impatto ambientale del progetto, prevedendo un elevato numero di prescrizioni che per tenore di fatto hanno posticipato la valutazione dell’impatto ambientale alla effettiva realizzazione del progetto. Tra gli elementi di criticità, anche la costituzione dell’osservatorio ambientale senza il coinvolgimento dei Comuni interessati dall’opera.

Secondo i giudici “la previsione di un numero così elevato di prescrizioni, ma soprattutto il carattere e il tenore di queste ultime, dimostra inevitabilmente il difetto di istruttoria in cui sono incorsi i Ministeri” dell’Ambiente e dei Beni culturali “che si sono limitati a posticipare la valutazione dei relativi impatti ambientali”, perché le prescrizioni “devono attenere alla fase di esecuzione del progetto e non riguardare aspetti che avrebbero dovuti essere valutati e risolti in sede di Via”.

Firenze, 7 progetti per avvicinare giovani al volontariato

Sette i progetti finanziati a Firenze, per un totale di quasi 30mila euro, attraverso il bando regionale “Giovani protagonisti per le comunità locali” promosso da Cesvot con il sostegno del Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile nazionale, Regione Toscana – Giovanisì e Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Un progetto regionale nato con un obiettivo: coinvolgere e rendere i giovani protagonisti del mondo del volontariato e dell’associazionismo, abbassando l’età media dei volontari e degli operatori.

In tutta la Toscana sono stati 54 progetti vincitori presentati dagli enti del terzo settore toscani iscritti ai registri del volontariato, della promozione sociale e all’anagrafe delle onlus. Un totale di 260 mila euro (200mila euro stanziati da Regione Toscana – Giovanisì e 60mila euro dalla Fondazione Monte dei Paschi), per finanziare progetti che coinvolgeranno attivamente i giovani sia nella fase di ideazione che di realizzazione.

Firenze si conferma una delle aree più attive, con 7 progetti di carattere sociale e culturale dedicate ai ragazzi. Si va dai progetti formativi su integrazione, ambiente e contro la violenza di genere, a momenti di approfondimento e socializzazione fino alla scambio generazionale con incontri tra giovani e anziani di una casa di riposo.

“La risposta al bando è stata entusiasmante e la qualità dei progetti alta – dichiara il presidente di Cesvot, Federico Gelli – il mondo del volontariato ha bisogno della motivazione, della forza e della curiosità dei giovani. Sarà un rapporto di scambio e di crescita reciproco. I ragazzi avranno l’opportunità di conoscere e costruirsi una coscienza civile più solida e avvicinarsi a un settore complesso ma affascinate, per sentirsi parte di una comunità più ampia e contribuire a crearne il futuro”

Dai dati Istat, confermati anche dalla ricerca Cesvot “Capire il cambiamento. Giovani e partecipazione” e dallo studio di Regione Toscana “I giovani in Toscana. Vita e identità”, il tasso di volontariato giovanile in Toscana è ancora basso: l’11,2%, percentuale che sale al 16,7% se consideriamo la partecipazione gratuita ad altre tipologie di organizzazioni non profit. Valori che sono un po’ più alti rispetto alla media nazionale, il 12,9%. Tuttavia, una visione ottimistica è data dai dati di lungo periodo sulla propensione al volontariato, che è andata gradualmente aumentando negli anni: più 40% dal 1993 al 2016 nei giovani tra i 14 e i 17 anni, del 44% nella fascia di età tra i 18 e i 19 anni, e del 37% per i giovani di età compresa tra i 20 e i 24 anni di età. Sempre secondo l’Istat, per il 28,1% dei giovani che svolgono attivit&ag rave; di volontariato l’impegno in una associazione “cambia il modo di vedere le cose” e secondo il 20,4% contribuisce a creare una “maggiore coscienza civile”.

Nel dettaglio, ecco progetti dell’area metropolitana di Firenze destinatari dei finanziamenti.

  • “Giovani per giovani: insieme contro la violenza di genere” del Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti (capofila) e CISV
  • “YOUNG ENERGY – Nuove generazioni a confronto sulla disabilità” dell’Arciconfr. di Misericordia di Lastra a Signa (capofila) e Fondazione San Sebastiano della Misericordia di Firenze
  • “IncontrArti” dell’Associazione Museo Art Brut Firenze (capofila) con Associazione Diabetici area fiorentina
  • “La panchina degli incontro- sviluppare la cultura dell’incontro e della narrazione intergenerazionale tra i giovani e gli anziani” dell’Associazione Giulia due mani per la vita (capofila) e Associazione Amici della Consolata Onlus
  • “Incontriamoci al fiume” dell’Associazione di Protezione civile volontari Marradi (capofila) e Associazione volontari Valle Acerreta
  • “State con Noi” della Fondazione Ora con Noi Onlus (capofila) e Pubblica Assistenza Humanitas Firenze
  • “Contaminazioni – Giovani produzioni in città” dell’Associazioni di Volontariato Penitenziario (capofila) con A.S.D. Skateboard di Sesto Fiorentino, Associazione culturale multietnica Gli Anelli Mancanti, Uisp Solidarietà di Firenze

Ex sanatorio Banti, Idra: ‘deserta anche la 4/a asta’

E’ andata deserta la quarta asta pubblica per la vendita dell’ex sanatorio Guido Banti a Pratolino, sulle colline di Firenze, di proprietà dell’Asl Toscana centro e in vendita dal 2005. Ne dà notizia l’associazione Idra, oggi presente all’asta, ricordando che anche le precedenti tre vendite all’incanto, nel 2005, 2010 e 2018, erano andate deserte. Da tempo il grande complesso versa in stato di abbandono.

“Continua così l’agonia di un manufatto prestigioso, simbolo della grande architettura razionalista degli anni Trenta del secolo scorso – sottolinea l’associazione in una nota – e restano aperte tutte le problematiche che da tempo, ed anche di recente, l’associazione Idra ha evidenziato ai soggetti pubblici coinvolti nella vicenda”. Tra queste: “le modifiche nelle destinazioni d’uso del Banti, già previste nel regolamento urbanistico 2004 del Comune di Vaglia (Firenze) e in fase di ulteriore estensione nell’attuale iter della variante al piano strutturale, appaiono in palese conflitto con la destinazione pubblica e sanitaria prevista dalla donazione della principessa Maria Demidoff del 15 luglio 1935″.

L’associazione fa sapere inoltre che “permane l’incertezza sui tempi e sull’esito del procedimento amministrativo di variazione del piano strutturale del Comune di Vaglia, la cui approvazione finale, ad oggi, non risulta ancora intervenuta, subordinata alla valutazione delle competenti commissioni della Regione Toscana e del ii, e alla definitiva espressione di voto da parte del consiglio comunale di Vaglia. Restano poi aperte – conclude l’associazione Idra – tutte le questioni relative allo smaltimento delle coperture in eternit, ormai ampiamente deteriorate”.

Fatture false, sentenza prevista il 7 ottobre

È prevista per il 7 ottobre prossimo la sentenza del processo per emissione di fatture false che vede imputati a Firenze i coniugi Tiziano Renzi e Laura Bovoli e l’imprenditore Luigi D’Agostino.

Lo ha annunciato nel corso dell’udienza del processo per presunte fatture false di questa mattina, durante la quale si è conclusa la fase istruttoria, il giudice Fabio Gugliotta. Il 7 ottobre sono previste la requisitoria della pm Christine Von Borries, che parlerà per circa un’ora, e gli interventi dei difensori e delle parti civili, al termine dei quali è prevista la camera di consiglio.

I coniugi Tiziano Renzi e Laura Bovoli, tramite i loro legali, hanno depositato ciascuno dichiarazioni spontanee scritte al processo di stamani. Nessuno dei due questa mattina era presente in aula. In queste dichiarazioni, ha spiegato uno degli avvocati della coppia, Federico Bagattini, “i coniugi Renzi hanno sostenuto quello che i loro difensori hanno già anticipato, e cioè che le due fatture sono assolutamente vere, relative a prestazioni effettivamente eseguite, e che tutte le tasse e le imposte relative a questa fatturazione sono state regolarmente versate”.

In un passaggio della memoria, Tiziano Renzi afferma: “Ho sempre lavorato: non ho avuto bisogno di avere il figlio premier per lavorare”, “ho sempre lavorato e dato lavoro. Chi dice il contrario mente”. “Non c’è nessuna fattura falsa solo tante tasse vere – si difende – tutte pagate fino all’ultimo centesimo: questo è ‘oggettivamente esistente'”. L’uomo continua scrivendo “mi indigno quando sento parlare di evasione, di lavoro nero, di assurdità che non mi hanno mai riguardato” e, “quando mio figlio è diventato presidente della Provincia nel 2004 la prima conseguenza è stata abbandonare tutti i rapporti con società partecipate di enti pubblici, a cominciare da quello con la Centrale del Latte di Firenze”.  “Se è un reato chiamarsi Renzi, allora sono colpevole, non c’è bisogno nemmeno di celebrare un processo. Giudicatemi, invece, per le prestazioni che ho svolto e per le tasse che ho pagato, non per il nome che porto”, aggiunge, “sentirsi accusato di falsa fatturazione per chi ha sempre pagato tutte le tasse fino all’ultimo centesimo è avvilente”.

“Mi scuso per non essere in aula. Ho quasi 70 anni e non ho mai avuto nessun problema con la giustizia fino agli ultimi 12 mesi dove sono passata da cittadina irreprensibile a criminale incallita, da nonna premurosa a lady truffa, per quello che vedono i miei nipoti sui social network”. Lo dichiara Laura Bovoli, nelle memorie scritte presentate come dichiarazioni spontanee nel processo.

“Non reggo l’emozione. E non mi va di piangere in pubblico – aggiunge Bovoli -. Quello che è certo è che non truffato nessuno, ho sempre pagato tutte le tasse e ho seguito le stesse procedure che hanno consentito di lavorare per 35 anni senza nessun problema e creando qualche posto di lavoro”. “Io non sono una lady truffa – ribadisce -. Spero che la giustizia possa appurarlo e spero soprattutto che i miei nipoti possano vedere riconosciuta la verità”. “Sono una nonna di dieci ragazzi e bambini – si legge ancora nel documento depositato oggi dai suoi legali – e ho vissuto con dolore il modo nel quale i media hanno descritto la mia vita”.

L’imprenditore Luigi D’Agostino questa mattina ha rilasciato dichiarazioni spontanee al processo: “Quando ho visto l’importo delle fatture sono rimasto perplesso, ma i coniugi Renzi erano i genitori del Presidente del Consiglio, ho subito la sudditanza psicologica e ho ritenuto di non contestare le fatture. Dopo questo fatto non ho più avuto rapporti di lavoro con Tiziano Renzi”. “Non ho fatto nessuna fattura falsa – ha aggiunto – e non ho truffato nessuno”. Al termine dell’udienza D’Agostino si è fermato a parlare con alcuni cronisti: “In quel periodo parliamo di una delle persone più potenti d’Italia, per cui non è che mi metto a discutere con il padre del Presidente del Consiglio” ha affermato ancora, facendo riferimento a quanto dichiarato in aula.

D’Agostino è accusato tra l’altro di truffa, per aver attestato la veridicità di una delle due presunte fatture false – quella da 140.000 euro – con Remi’ Leonforte, che gli era succeduto nell’incarico di amministratore della Tramor srl, la società che aveva commissionato gli studi di fattibilità alle imprese riconducibili ai Renzi e che poi fu acquistata dalla Kering. D’Agostino ha spiegato che la Kering non avrebbe subito alcun danno poiché avrebbe acquistato la Tramor per un prezzo iniziale di 27 milioni di euro, dal quale però furono sottratti circa 4 milioni, relativi alle voci passive del bilancio della srl, tra cui appunto figurerebbero anche le fatture oggetto dell’inchiesta.

Quanto alle dichiarazioni dell’imprenditore Luigi D’Agostino, parlando coi giornalisti Bagattini ha precisato che “se le avesse ritenute esose avrebbe dovuto non pagarle”. Tuttavia, ha precisato ancora Bagattini, “se le ha considerate esose vuol dire che la prestazione c’era”.

E’ di una settimana fa la notizia che Tiziano Renzi e Laura Bovoli hanno rinunciato a essere esaminati dalle parti.

Incendio all’Argentario, bruciati 2 ettari e mezzo

Firenze, un incendio, che al momento si è esteso per circa due ettari e mezzo si è sviluppato intorno alle 14:00 di oggi, domenica 14 luglio, in località Cala Piccola, all’Argentario.

A dare notizia dell’incendio, è il Centro operativo provinciale Antincendi boschivi di Grosseto attraverso la Soup, la Sala operativa unificata permanente della Regione Toscana.

L’incendio, che è attivo lungo due fronti, di circa 100 metri ciascuno, sta interessando una zona non abitata e caratterizzata prevalentemente da macchia mediterranea, la zona è stata già colpita in passato da incendi.

Sul posto sono impegnate 7 squadre di operatori per un totale di circa 20 volontari, tra dipendenti dell’Unione dei Comuni delle colline metallifere, Vigili del Fuoco che stanno presidiando le abitazioni più vicine e volontari antincendi della zona.

Oltre alle squadre dei Vigili del Fuoco, sono in azione anche 3 elicotteri, due della Regione Toscana e uno dei Vigili del Fuoco, oltre a Volontari AIB, Carabinieri e Polizia Municipale

Nonostante qualche apprensione per il forte vento in zona, la situazione è in via di miglioramento e nella zona confluiranno altre squadre di volontari necessarie ad effettuare le opere di bonifica e la sorveglianza notturna.

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