Allarme per le residenze sanitarie assistite (Rsa)

Sarteano, in provincia di Siena, nuovi casi di pazienti positivi coronavirus sono emersi tra gli anziani ospiti e il personale sanitario della casa di riposo (Rsa) comunale di Sarteano dove ben 34 tamponi sono risultati positivi sui 97 effettuati.

È quanto si apprende da fonti sanitarie che precisano che nessun visitatore esterno era più entrato nella Rsa dal 5 marzo. Le persone positive sono già state isolate e sono stati presi tutti i provvedimenti per la sorveglianza e la sanificazione dei locali e delle superfici.

Salgono così a cinque le strutture del territorio della Ausl Toscana sud est dove ci sono contagi: Bucine, Badia Tedalda, Siena, Grosseto e Sarteano. In tutte le situazioni, la stretta sinergia tra Asl e Comuni ha permesso di individuare le soluzioni più idonee per il contenimento della diffusione del virus e la messa in sicurezza dei cittadini in sinergia con i medici di medicina generale

Pisa, 56, attualmente, i casi positivi al coronavirus censiti dalla Ausl Toscana Nord Ovest nelle rsa presenti nel territorio, che comprende le province di Pisa, Massa Carrara, Lucca e Livorno.

È quanto si apprende in relazione agli ultimi dati disponibili (al 28 marzo) che riguardano 18 case di riposo dove vivono 674 anziani. I casi più numerosi sono registrati in una Rsa di Gallicano (Lucca), con una decina di positivi, e in un’altra a Pontedera (Pisa), anche qui nove casi. Nella zona di Aulla (Massa Carrara) si contano adesso 11 casi di anziani positivi al coronavirus che vivono nelle rsa di quel comune, senza considerare quelli ricoverati in ospedali.

Un Uomo muore carbonizzato in auto in fiamme

San Miniato, in provincia di Pisa, un uomo è morto all’interno di un auto in fiamme stasera nella frazione di Roffia in prossimità del bacino artificiale che fa da cassa di espansione del fiume Arno.

Quando i vigili del fuoco sono giunti sul posto la vettura era completamente avvolta dalle fiamme. Solo quando l’incendio è stato domato dai pompieri è stata accertata la presenza del corpo di un uomo carbonizzato all’interno dell’abitacolo. Secondo alcune testimonianze, l’auto sarebbe rimasta parcheggiata a lungo nel luogo del rogo e prima delle fiamme sarebbe stato avvertito un forte boato simile a uno scoppio.

Secondo le testimonianze raccolte tra gli abitanti, l’uomo era stato visto da circa un’ora prima dell’esplosione seduto all’interno dell’auto mentre era impegnato con il cellulare, poi la deflagrazione, che ha letteralmente fatto tremare i vetri delle case intorno, alla quale è seguito il rogo che non ha lasciato scampo alla vittima.

Sull’episodio, avvenuto intorno alle 20, indagano i Carabinieri.

Emergenza coronavirus non ferma la violenza sulle donne

Pisa, dal 5 marzo scorso la Casa della Donna di Pisa ha sospeso le attività a causa dell’emergenza coronavirus ma non i servizi essenziali del centro antiviolenza, come la Casa rifugio, che al momento ospita due donne e tre minori, e il Telefono Donna, il servizio di ascolto del centro antiviolenza.

Anzi, in questi giorni di emergenza e isolamento forzato in casa, la linea di ascolto è più che mai essenziale, come mostrano anche i primi dati relativi alle chiamate. Nelle ultime due settimane il Telefono Donna ha registrato un consistente numero di telefonate: dal 5 marzo ad oggi il servizio di ascolto ha ricevuto 61 telefonate, 35 le donne che lo hanno contattato, 15 delle quali era la prima volta che chiamavano il centro antiviolenza.

A chiamare soprattutto donne tra 30-40 anni, ma non mancano i casi di over 60. In gran parte si tratta di donne che subiscono violenze di tipo psicologico, fisico ed economico che, anche a causa delle misure di isolamento domestico imposte dall’emergenza, vivono giorni molto difficili.

Come spiega Francesca Pidone, coordinatrice del Telefono Donna, “dalle telefonate che riceviamo in questi giorni emerge un dato molto significativo: stanno cambiando le richieste di aiuto che le donne ci rivolgono. C’è chi vuole essere supportata nel trovare strategie per gestire la convivenza coatta e definire dei piani di sicurezza in caso di escalation della violenza. Altre, invece, approfittando dei momenti in cui il convivente esce a fare la spesa, ci chiamano e ci raccontano le loro storie di abusi denunciando situazioni di conflittualità, maltrattamenti e controllo da parte del partner esasperate dalla vita forzata tra le quattro mura domestiche. Molte si rivolgono al nostro servizio telefonico per non scoppiare e trovare la forza di rimanere lucide per gestire una quotidianità difficile, ancor più, se possibile, di quella che sono abituate a sopportare. In tante – sottolinea Pidone – hanno bisogno di un supporto immediato perché non sanno se possono, ad esempio, rivolgersi ad una assistente sociale o andare in Questura a sporgere denuncia, dato che bisogna ridurre al minimo gli spostamenti”.

Ad oggi, infatti, spiegano le responsabili del centro antiviolenza della Casa della donna, le misure anti-contagio rendono i servizi territoriali di emergenza per chi è vittima di violenza molto più faticosi. L’attivazione del Codice Rosa, ad esempio, presenta criticità su cui la Casa della donna invita a riflettere. “Nella Società della salute della zona pisana – spiega Giovanna Zitiello, coordinatrice del centro antiviolenza – quando una donna non può tornare a casa dopo un episodio violento perché è in pericolo, è possibile attivare da parte delle Forze dell’Ordine o del Pronto Soccorso, attraverso il Codice Rosa, la ospitalità in una struttura d’emergenza. La grave situazione sanitaria che viviamo in questi giorni – continua Zitiello – rende questo percorso molto più difficile. Inoltre le misure contro il coronavirus hanno come effetto quello di disincentivare le donne ad andare al Pronto Soccorso sia per i casi di emergenza sia per farsi refertare eventuali ferite conseguenti alle aggressioni. Questa rappresenta una grande difficoltà a cui dobbiamo cercare in qualche modo di far fronte”.

“Stiamo imparando molto dalla capacità di resilienza delle donne in questa fase di ‘attesa’ e sospensione”, sottolinea Francesca Pidone. “Impariamo dalla loro capacità di affrontare i momenti di vuoto, l’ansia e la frustrazione di non poter uscire, il dover limitare ogni contatto e relazione. Le storie di queste donne, la loro forza ci ispirano e ci motivano oggi più che mai. Il coronavirus non ferma gli uomini che agiscono violenza ma non ferma nemmeno le donne che continuano ad operare nei centri antiviolenza di tutta Italia”.

Come sottolineano le responsabili della Casa della donna di Pisa, in questa fase emergenziale è importante più che mai il lavoro di ascolto e supporto dei centri antiviolenza “per mantenere il contatto e creare un legame con quelle donne costrette a vivere in casa, il luogo più familiare e al tempo stesso più pericoloso. Per ottemperare alle nuove normative, abbiamo rimodulato i servizi – precisa Pidone – ma al nostro Telefono Donna 050 561628 rispondiamo con il consueto orario, da lunedì alla domenica 10-13 e 16-18 e il martedì 10-18. La segreteria telefonica è attiva 24h. Rivolgiamo un appello alle donne che in questi giorni vivono situazioni di maltrattamento e abusi: non siete sole, chiamateci e vi aiuteremo”.

Pisa: chiuso litorale a pedoni e auto nel weekend

Il Comune di Pisa ha deciso di chiudere per il fine settimana il litorale sia ai pedoni che alle auto. E’ quanto prevede un’ordinanza urgente firmata questo pomeriggio dal sindaco Michele Conti.

Dal provvedimento, si spiega, “sono ovviamente esclusi residenti e domiciliati nelle frazioni di Marina di Pisa, Tirrenia, Calambrone, nonché coloro che dimostrino comprovate esigenze lavorative, stati di necessità o motivi di salute in conformità a quanto stabilito dal Dpcm 9 marzo 2020”.

“Nello scorso fine settimana – ha spiegato Conti – nonostante le limitazioni nazionali in atto, si è registrata sul nostro Litorale la presenza di numerose persone a passeggio sul lungomare. Per prevenire il ripetersi di questo fenomeno, ho firmato l’ordinanza che limita la circolazione di veicoli e di persone in accesso a quei luoghi, un provvedimento a salvaguardia della salute pubblica, per scongiurare potenziali situazioni di aggregazione e contenere conseguentemente la possibile diffusione del Covid-19”.

L’ordinanza dispone, a partire da domani e fino a diversa disposizione, il divieto di circolazione dei veicoli ogni sabato e domenica in una serie di strade del litorale più quella del viale che dalla città porta al mare: la polizia municipale sarà impiegata nei vari punti di accesso per i controlli necessari e ai trasgressori sarà applicata una multa da 5 a 300 euro.

Coronavirus in Toscana: 106 nuovi casi positivi

Sono 106 i nuovi casi di Covid-19 in Toscana. Ad oggi sono complessivamente 470 i tamponi risultati positivi al Coronavirus nella nostra Regione.

Rispetto all’ultimo monitoraggio comunicato ieri pomeriggio, oggi, venerdì 13 marzo, sono in tutto 106 i nuovi tamponi risultati positivi al test per il Coronavirus eseguiti nei tre laboratori di virologia e microbiologia delle tre aziende ospedaliero universitarie della Toscana: 175 nel laboratorio di Careggi, 222 nel laboratorio di Pisa, 73 nel laboratorio di Siena.

Il forte aumento è riferito in particolare al laboratorio di Pisa, in quanto nei dati trasmessi ieri molti test in quel laboratorio risultavano ancora in corso. Questi i dati comunicati alle ore 16.30 dagli uffici dell’assessorato al diritto alla salute, che verranno trasmessi al Ministero della salute, e comunicati poi ufficialmente dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli nella consueta conferenza stampa quotidiana delle ore 18. Si potranno verificare disallineamenti tra questi dati e i dati che saranno comunicati più avanti nel corso del pomeriggio dalle aziende sanitarie: come si può ben comprendere, il disallineamento dovrà essere imputato ai diversi tempi di comunicazione.

Ad oggi sono complessivamente 470 i tamponi risultati positivi al test del Coronavirus Covid-19. Questa la suddivisione per provincia di segnalazione: 101 Firenze, 48 Pistoia, 26 Prato (totale Asl centro: 175), 79 Lucca, 65 Massa Carrara, 51 Pisa, 27 Livorno (totale Asl nord ovest: 222), 16 Grosseto, 41 Siena, 16 Arezzo (totale sud est: 73). Ad oggi sono 5 le guarigioni virali (casi negativizzati), 5 le guarigioni cliniche e 455 i casi attualmente positivi. Cinque decessi. Dal 1° febbraio ad oggi, sono in tutto 3.533 i tamponi eseguiti nei tre laboratori. Dal monitoraggio giornaliero sono 6.184 le persone in isolamento domiciliare, di cui 2.582 prese in carico attraverso i numeri dedicati, attivati da ciascuna Asl. Sono 2.163 persone nella Asl centro (Firenze – Empoli – Prato – Pistoia), 142 persone nella Asl nord ovest (Lucca – Massa Carrara – Pisa – Livorno) e 277 nella sud est (Arezzo – Siena – Grosseto).

Coronavirus: “La nostra rivincità sarà il sorriso dei nostri bambini”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera-denuncia contro il ‘giornalismo sensazionalista’ del figlio del primo morto in Toscana per coronavirus.

Mio padre è morto, nel silenzio più totale, quello che si addice agli uomini umili, con dignità, lealtà e sincera serenità. Si è spento dolcemente in un triste letto di ospedale ponendo fine “finalmente” a 25 anni di problemi fisici che lo hanno portato diciotto volte in sala operatoria, e centinaia forse migliaia di volte in ospedale, CNR, terapia intensiva e sub intensiva presso l’Ospedale di Cisanello di Pisa a cui, a nome di tutta la famiglia, porgo i miei più sentiti e doverosi ringraziamenti per tutto ciò che hanno fatto in questo quarto di secolo per tenerlo in vita.
Il destino ha voluto così ed io lo accetto serenamente come è giusto che sia. In questi giorni bui per un Paese intero, con scuole chiuse, attività sportive interrotte, viaggi solo immaginati, contatti perduti, abbracci svaniti, strette di mano messe al bando, non ci resta che leggere e scrivere, ricordare e sognare, piangere lacrime dolci e contenere una rabbia molto amara.
Mio padre è stato sbattuto in prima pagina dal principale quotidiano di Pisa e Provincia, come il primo morto della Toscana, come a volere incidere sulla pietra l’attesa giornalistica dello scoop a tutti i costi, della notizia del momento, finalizzata a guadagnare consensi nell’ambito di una becera e misera cronaca giornalistica povera e indegna, in attesa spasmodica che il Coronavirus mietesse la sua prima vittima nella culla del Rinascimento.
Il 30 novembre 2019 il presidente del Consiglio Regionale della Toscana sottolineava che “la Festa della Toscana è per noi segno di civiltà, una civiltà che ci porta a guardare al domani investendo sui valori e sulla cultura, elemento di crescita per tutti: ciascuno di noi vede davanti a sé l’infinità dell’Universo, ma al tempo stesso è portatore di una dimensione universale e degna di unicità, una dimensione dell’essere per l’altro, che rende unica la nostra regione, una realtà che dà molto all’Italia e al mondo, grazie a tutti voi”. Parole bellissime, da apprezzare, da far girare nelle scuole spiegando ai giovani che la civiltà consiste nel rispetto reciproco, la civiltà è sinonimo di dignità, di dolore condiviso, civiltà significa essere al servizio degli altri, civiltà è spesso associata all’idea di progresso, e in questo caso indica lo stadio più elevato raggiunto nel processo evolutivo di una cultura. Secondo Freud la civiltà comprende tutte le attività rivolte al perseguimento della bellezza,
della cultura e dell’ordine, e quindi l’arte, la filosofia, la religione.
Ma per alcuni non esiste civiltà, esiste solo il nulla, il vuoto, l’assoluta astrattezza che confluisce in un giornalismo becero che ha ucciso mio padre una seconda volta. Ma lui era un duro e avrà retto anche a questo smacco, lui non si sarà potuto rivoltare nella bara, perchè chiuso in un sacco nero e sigillato in una bara zincata e rinchiuso in una cella frigorifera come il più terribile degli appestati, in attesa che qualcuno di noi, finita la quarantena possa andare a trovarlo ed a salutarlo per l’ultima volta.
I bambini invece no, loro sono stati soltanto piccoli attori di un’infamia che li ha colpiti alle spalle a sangue freddo, perchè non sapevano ancora che l’amato nonno era morto. Cautelativamente loro erano stati tenuto all’oscuro per tutelarli e tenerli al riparo da social e media invasivi ed offensivi, oltre che inopportuni in questo triste momento. Loro, i bambini, in sereno e precauzionale isolamento incollati alla PlayStation, lontanti dalla scuola, a sguazzare in giardino con i tanti palloni colorati, felici ed ignari di tutto. Ma la declinazione contemporanea del giornalismo fuoriuscito dalle fogne della comunicazione e tramutatasi in becero dossieraggio ha finito con il rompere l’incantesimo tramutando la regina della stampa in una specie di Dio morto ove tutto è consentito.
Nei due giorni successivi alla morte di mio padre, il principale quotidiano locale, tramite l’artificio dello scoop a tutti i costi, patetico, svuotato di privacy, ignaro della presenza di bambini da proteggere da una perdita così grande, ha sbattuto il mostro in prima pagina. Sbirciando nei meandri dell’Ospedale di Cisanello tra Pronto Soccorso e Reparto di Malattie Infettive, il serpente si è avvinghiato intorno a qualche gola profonda facendosi rivelare nome, cognome e dati clinici, fregandosene della civiltà rinascimentale, e dando in pasto all’opinione pubblica tramite il più venduto dei giornali di Pisa e Provincia, il mostro appestato.
Tagliato il traguardo dell’inciviltà, strisciando nelle viscere più recondite e giungendo sino al
classico ring the bell. con la sua nuova auto fiammante, l’avvenente protagonista è sfrecciata a casa di mia madre, come fosse in passerella a Montecarlo, in cerca dell’intervista. Il trucco sul viso ben visibile, guance oliate, tono di voce elegante, la figura si è materializzata con il classico suono del citofono chiedendo lumi, notizie, in vista dell’edizione del giorno successivo, in cui l’untore è stato ricollocato sulla croncaca cittadina e provinciale oltre che sull’edizione online, affinchè le copie vendute potessere aumentare di qualche unità, e i click potessero essere maggiori rispetto alla concorrenza che invece, civilmente, ai dati anagrafici e alla situazione clinica dettagliata non ha nemmeno accennato.
Ma tutto passa, nessun dolore è eterno, i bambini faranno finta di non ricordare ma non dimenticheranno. Loro sono gli angeli della civiltà, coloro ai quali affideremo i nostri insegnamenti e a cui i nonni rimarranno sempre nel cuore, in eterno.
La diffusione dei dati personali del fanta-giornalismo ha reso i bambini vittime ignare di un
qualcosa più grande di loro a cui ora devo porre rimedio con tutte le mie forze tramite il gioco, lo scherzo, spiegando loro che il mondo va scrutato in tutte le sue forme, osservato con i propri occhi, giudicato con la propria mente e validato con la propria coscienza. Quella che purtroppo nella culladel Rinascimento non è appannaggio di tutti. Scrivo queste righe affinchè le centinaia di bambini che in questi giorni stanno assistendo alla decimazione dei propri nonni, non vivano un’esperienza simile, o quanto meno apprendano dai propri genitori della mancanza dell’amato vecchietto e non da negletta e meschina cronaca giornalistica. Mio figlio, fingendosi grande, senza lacrime e provando a consolarmi mi ha detto “…papà, nonno mi ha sempre detto che il dono più grande sono stati i suoi quattro nipoti, ho sorriso ma dentro di me ho sempre pensato che il miglior regalo fosse lui”.Bobby Sands, martire irlandese, sul letto di morte pronunciò queste ultime parole “Our revenge will be the laughter of our children”. Nessuno sa cosa abbia sospirato mio padre sul suo letto di morte, ma qualunque cosa abbia detto o pensato, posso solo garantirgli che la nostra rivincità sarà il sorriso dei nostri bambini…

 

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