Veicolo militare fuoristrada nel Pisano, soldati illesi

Di ritorno da un’esercitazione, veicolo ribaltato in un fosso, illesi i sei soldati.

Un veicolo militare che trasportava armamenti caricati a salve di ritorno da un’esercitazione è finito fuori strada ribaltandosi in un fosso nella tarda mattinata lungo l’Aurelia: a bordo vi erano sei soldati che sono rimasti praticamente illesi e sono riusciti a uscire da soli dal mezzo.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno supportato un’autogru per recuperare il veicolo e riportarlo sul piano stradale.

Secondo quanto si è appreso, il mezzo, in località Mortellini, tra Pisa e Livorno, potrebbe avere perso aderenza dopo aver cercato di evitare un autocarro in manovra al centro della carreggiata: mentre viaggiava in direzione della città della torre pendente il veicolo militare ha accostato troppo sulla destra finendo sullo sterrato e scivolando su un
dislivello di un paio di metri ribaltandosi nel fosso sottostante la carreggiata.

Sciopero: voli cancellati a Firenze e Pisa

Manifestazioni a Firenze e altre città. Risulta regolare il servizio tramvia, il 90% dei treni regionali circola normalmente

Voli praticamente tutti cancellati, fatta eccezione per quelli delle fasce di garanzia di stamani e stasera oltre ai collegamenti con le isole, negli aeroporti di Firenze e Pisa a causa dello sciopero generale indetto da Usb, Cobas e Unicobas nel settore pubblico e nel privato, contro le politiche del governo. Diversa la situazione per i treni in Toscana: Fs spiega che circola più del 90% dei regionali, regolari le Frecce. Riguardo agli autobus, nel capoluogo toscano eventuali disagi si attendono per il pomeriggio.

Regolare, così comunica la società di gestione, il servizio della tramvia a Firenze. In occasione dello sciopero organizzata anche una manifestazione nel capoluogo toscano: il corteo è partito alle 10.30, da piazza Indipendenza, circa 300 i partecipanti che sfileranno per il centro passando da piazza Duomo, verso piazza Santissima Annunziata dove il corteo terminerà coi comizi finali. Manifestazioni analoghe sono in corso a Pisa, Livorno, e a Piombino dove si protesta contro il pericolo di chiusura della Aferpi.

Violenza, Pisa: nel 2016 ogni 36 ore una donna ha chiesto aiuto

In aumento le donne over 50. Il 62,5% delle violenze si consuma in presenza dei figli. Sono alcuni dati presentati oggi dalla Casa della donna

Presentati stamani in una conferenza stampa i dati raccolti dal Centro antiviolenza della Casa della donna e dalle associazioni Nuovo Maschile e Dim – Donne in movimento in un anno di lavoro. Dall’attività delle tre associazioni emergono numeri, profili e tendenze che permettono di scattare una fotografia nitida di quello che è il fenomeno della violenza sulle donne a Pisa e provincia.

Nel 2016 a Pisa sono state 240 le donne che hanno chiesto aiuto per uscire da una situazione di violenza, praticamente una donna ogni 36 ore: 203 sono state accolte dal Centro antiviolenza della Casa della donna e 37 dall’associazione Dim – Donne in movimento. Ma i numeri sono in aumento: solo nei primi 6 mesi del 2017 sono già 176 le donne che hanno chiesto aiuto, 150 alla Casa della donna e 26 a Donne in movimento. Si tratta in gran parte di donne con un’età compresa tra 20-50 anni e di nazionalità italiana, ad eccezione delle donne accolte dall’associazione Dim che sono soprattutto di origine straniera (provenienti dall’area del Maghreb e dall’Est Europa) e sono arrivate all’associazione attraverso il pronto soccorso (Codice Rosa) o le forze dell’ordine. In particolare le donne accolte dal Centro antiviolenza della Casa della donna nel 2016 sono nel 78% dei casi di nazionalità italiana, il 53% ha tra i 30 e i 49 anni, il 26,6% ha oltre 50 anni e il 17% tra 18 e 29 anni.

“Già nel 2015 – sottolinea Carla Pochini, presidente della Casa donna – avevamo registrato un aumento significativo di donne over 50 che si rivolgevano al nostro centro antiviolenza e nel 2016 la tendenza all’aumento continua passando dal 20 al 26,6%. Un dato importante che evidenzia come anche tra le donne meno giovani sia sempre più forte la consapevolezza di ciò che vivono. Si tratta di donne che spesso dopo anni di violenze in ambito coniugale trovano la forza e il coraggio di dire basta e di intraprendere un percorso di uscita dalla violenza. Questi numeri e le loro storie confermano un aspetto fondamentale che non ci stancheremo mai di ribadire: dalla violenza si può sempre uscire, non è mai troppo tardi”.

In linea con le indagini Istat, i dati raccolti dalla Casa della donna ci dicono che la gran parte delle donne subisce violenza tra le mura di casa per mano del marito, del convivente o del partner: il 53,2% ha subito violenza fisica o violenza sessuale e quasi l’80% violenza psicologica. Sono donne che nel 43% dei casi lavorano, una su tre ha una laurea, il 40% ha conseguito un diploma di scuola superiore o ha frequentato un corso di formazione professionale. Il 40% proviene dalla provincia pisana e da fuori Pisa. Oltre il 58% ha figli.

“Quello dei figli delle donne vittime di violenza è un fenomeno di cui si parla ancora troppo poco, eppure i dati sulla cosiddetta ‘violenza assistita’ sono drammatici. Nel 2015 Istat ha rilevato che il 62,5% delle violenze domestiche si consuma in presenza dei figli”, dichiara Giovanna Zitiello, coordinatrice del centro antiviolenza della Casa della donna. “E poi ci sono gli ‘orfani di femminicidio’ che ad oggi in Italia sono almeno 1600. Bambini e ragazzi la cui madre è stata uccisa dal padre e per i quali ancora non esiste nessuna tutela o sostegno specifico: da mesi è, infatti, bloccata in Senato un’importante legge che per la prima volta si occupa dei loro diritti e che purtroppo rischia di saltare con la fine della legislatura”.

Il Centro antiviolenza della Casa della donna è uno dei pochi in Toscana a gestire anche una casa-rifugio per donne maltrattate. “La casa-rifugio – continua Giovanna Zitiello – è una struttura fondamentale perchè ci permette di offrire un aiuto concreto a quelle donne che vivono situazioni di grave violenza e la cui vita può essere in pericolo. Dispone di 8 posti letto e può ospitare fino a 4 donne con bambini per un periodo di 6 mesi, rinnovabili in caso di necessità. Nel 2016 sono state 6 le donne e 6 i minori che abbiamo accolto nella casa-rifugio: donne che dovevano lasciare la propria casa e trovare un luogo sicuro per sè e i propri figli. La casa-rifugio non è una casa di emergenza ma un luogo protetto dove le donne compiono un percorso di ricostruzione della propria vita. Grazie al lavoro di accompagnamento delle nostre operatrici e alla sinergia con i servizi sul territorio, le aiutiamo a superare i danni della violenza e a ripartire”.

Per queste donne sfuggire all’uomo che le picchia e le minaccia è talvolta l’unico modo per salvarsi la vita ma non sempre ciò è chiaro a chi amministra la giustizia. “Sia nel 2016 che quest’anno – conclude Giovanna Zitiello – abbiamo ospitato donne con figli che per settimane sono state costrette a vivere chiuse in casa-rifugio, senza uscire, in attesa di un provvedimento giudiziario di allontanamento del maltrattante che non arrivava”.

Ma chi sono gli uomini che commettono violenza? Secondo i dati raccolti dal Centro antiviolenza della Casa della donna si tratta di uomini spesso ‘insospettabili’ che lavorano e sono istruiti: il 53% ha un lavoro, il 62% ha un diploma, una laurea o una formazione professionale, il 74% è di origine italiana e il 52,7% è senza dipendenze, precedenti penali, problemi psichiatrici. La gran parte ha un’età tra 30 e 49 anni (53%), è coniugato o convivente (60%) e nel 73% dei casi è partner o ex partner della donna maltrattata.

Dati e profili praticamente simili a quelli che emergono dall’attività dell’associazione “Nuovo Maschile. Uomini liberi dalla violenza” che a Pisa da 5 anni si occupa di violenza maschile su donne e bambini/e ed è uno dei 44 centri per uomini maltrattanti attivi nel nostro Paese. Nel 2016 si sono rivolti all’associazione Nuovo Maschile 18 uomini: 10 in modo volontario o spinti da partner, familiari e amici, 8 inviati dalle istituzioni attraverso i servizi sociali del territorio o l’Ufficio esecuzione penale esterna. Tutti gli uomini presi in carico, oltre ad avere una partner, sono padri (14 hanno figli minorenni e 4 figli adulti). Ben 17 su 18 hanno esercitato o esercitano violenza fisica oltre che psicologica ma solo in 7 casi la partner si è rivolta ad un centro antiviolenza. Quasi la metà ha un procedimento penale in corso o concluso ed è seguito dai servizi sociali o da un piscoterapeuta o pischiatra.Cinque uomini dichiarano di possedere un’arma e la maggioranza (13 su 18) dichiara di aver subito violenza durante l’infanzia.

“Il fatto che la gran parte degli uomini che seguiamo abbia subito violenza fisica, psicologica o assistita quando era bambino è un dato molto significativo- afferma Desiree Olianas, vicepresidente dell’associazione Nuovo Maschile -, soprattutto se consideriamo che gli uomini più consapevolmente sofferenti per ciò che hanno subito sono quelli più aperti al cambiamento. Ecco perchè è fondamentale lavorare sui loro vissuti. Gli uomini che accogliamo, dopo una serie di colloqui individuali e se davvero motivati a cambiare, vengono inseriti in un gruppo di pari: qui, con l’aiuto di psicologi e psicoterapeuti, si confrontano gli uni con gli altri, imparano ad esprimere i propri vissuti, a gestire rabbia e frustrazione apprendono modalità relazionali non violente, non basate sulla minaccia e sul controllo della donna e dei figli, ma rispettose e paritarie”.

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne che ricorre il 25 novembre, la Casa della donna ha organizzato un fitto calendario di eventi. Il programma “#Quellavoltache abbiamo detto basta!”, disponibile online sul sito www.casadonnapisa.it, si inaugura venerdì 10 novembre alle ore 16, presso la sede della Casa della donna in via Galli Tassi 8, con la presentazione del volume “La violenza contro le donne nella storia”, il primo in Italia ad occuparsi della violenza di genere in una prospettiva storica. E poi sabato 18 novembre l’incontro dedicato alla riscoperta della vita e dell’opera di Sibilla Aleramo, mercoledì 29 novembre l’incontro con l’attivista afgana Selay Ghaffar e sabato 2 dicembre la presentazione del libro “Libere tutte. Dall’aborto al velo, le donne del nuovo millennio”.

Dalai Lama a Pisa a settembre

Un incontro pubblico in piazza Cavalieri davanti alla sede della Scuola Normale: si aprirà così, nella mattina del 20 settembre, la visita del Dalai Lama a Pisa, ultima e più importante tappa del tour italiano che inizierà il 16 settembre a Taormina e poi continuerà a Messina, Palermo, Firenze per terminare nella città della Torre.

Lo ha reso noto il Comune di Pisa. E’ un evento, è spiegato in una nota, “organizzato
dall’amministrazione e dall’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia e nei prossimi giorni saranno forniti ulteriori dettagli organizzativi: il programma è visitabile sul sito www.dalailama.it/pisa-piazzadeicavalieri/”.
La due giorni pisana del Dalai Lama proseguirà nel pomeriggio del 20 settembre e per tutto il 21 settembre a Palazzo dei Congressi con il simposio internazionale “The Mindscience of
Reality” organizzato dall’Università di Pisa e dall’Istituto Lama Tzong Khapa di Pomaia.
“Le due giornate – ha sottolineato il sindaco, Marco Filippeschi – rappresentano la centralità della nostra città nello studio e nella ricerca sulle scienze della mente, tra neuroscienze, fisica e filosofia. E rinnovano il ruolo di Pisa come città vocata al dialogo tra culture e religioni”.
L’iniziativa, secondo il rettore dell’ateneo pisano, Paolo Mancarella, “conferma il ruolo di Pisa come luogo di incontro tra culture diverse, che incoraggia e valorizza ogni sforzo di
dialogo e di pace tra i popoli: il simposio avrà un’impostazione multidisciplinare che coinvolgerà fisici, filosofi, psicologi, medici e, in particolare, neuroscienziati, e sarà un evento
scientifico di rilevanza internazionale attraverso cui lanciare il concetto di ‘Mindscience’ e un nuovo approccio di studio della mente”.

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