Museo Novecento presenta una lecture dell’architetto Mario Cucinella a Palazzo Vecchio

Mario Cucinella incontra il pubblico a Palazzo Vecchio per una lecture venerdì 
15 giugno alle 18 nella Sala dei Gigli.

L’architettura con la a maiuscola, raccontata da chi la fa: è fissata nella Sala dei Gigli a Palazzo Vecchio la lecture di Mario Cucinella intitolata “Metamorfosi: dalle radici all’albero – Il mestiere dell’architetto” organizzata dal direttore artistico del Museo Novecento Sergio Risaliti in collaborazione con la rivista Area e grazie al supporto di Lobafer.

L’incontro, a ingresso libero fino ad esaurimento posti, è stato organizzato a margine del progetto “Paradigma: il tavolo dell’architetto” (fino al 21 giugno al Museo Novecento) che vede protagonista i progetti dell’architetto e curatore del Padiglione Italia della XVI Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia.
“I bisogni delle persone stanno cambiando e si prospettano nuove sfide economiche e ambientali – spiega Mario Cucinella -. L’architettura è chiamata ad offrire le giuste risposte in armonia con l’ambiente e il contesto culturale. Ma c’è ancora un evidente scollamento tra le ambizioni e i risultati quando si parla di sostenibilità. Per colmare il divario è necessario ridisegnare la figura professionale dell’architetto attraverso i nuovi strumenti di lavoro e percorsi di apprendimento mirati. Immaginare edifici sostenibili vuol dire aprire un profondo dialogo con il clima e con il luogo. Dobbiamo immaginare edifici a bassa tecnologia per far lavorare di più la forma e i materiali, i quali stanno diventando sempre più parte attiva nel risultato, svolgendo un lavoro invisibile all’interno di una nuova economia circolare. Questo processo mi sembra più vicino alla complessità della natura piuttosto che a quella dell’artificio meccanico. Edifici con alto grado d’empatia, un’empatia creativa”.
Mario Cucinella è il fondatore di Mario Cucinella Architects. Con oltre 20 anni di pratica professionale, MCA ha sviluppato una grande esperienza nella progettazione architettonica, con particolare attenzione ai temi della sostenibilità e dell’impatto ambientale degli edifici. Nel 2017 l’American Institute of Architects (AIA) conferisce a Mario Cucinella il prestigioso Honorary Fellowship Award. Nel 2016 il Royal Institute of British Architects (RIBA) gli conferisce la nomina di International Fellowship 2016. Per la Biennale di Venezia del 2018 sarà direttore del Padiglione Italiano. Mario Cucinella fonda Building Green Future nel 2012, organizzazione no-profit  con l’obiettivo di integrare architettura sostenibile e energie rinnovabili per migliorare le condizioni di vita e l’accesso alle risorse nei paesi in via di sviluppo. Nel 2015 costituisce a Bologna S.O.S. – School of Sustainability, una scuola volta alla formazione di nuove figure professionali nel campo della sostenibilità.

Firenze: villa di Rusciano all’asta per 7 milioni

Sarà alienata la villa di Rusciano, immobile storico del patrimonio comunale di Firenze, risalente al XIV secolo. La base d’asta è quantificata in 7.270.000 euro e le offerte potranno essere presentate entro le 12 dell’1 agosto 2018.

L’apertura della offerte è prevista per il 2 agosto alle 10. E’ quanto spiega lo stesso Comune che oggi ha pubblicato l’avviso per la vendita. La villa, che oggi ospita gli uffici della direzione ambiente di Palazzo Vecchio, è costituita da più corpi di fabbrica e superficie esterne, per un totale di circa 4.700 mq.
L’immobile è di interesse storico ed è tutelato ai sensi del decreto legislativo 42 del 2004: per l’alienazione è stata quindi necessaria l’autorizzazione della Soprintendenza. Il regolamento urbanistico prevede che la struttura possa essere destinata ad attività turistico-ricettive o ad attività direzionali: i proventi della futura vendita saranno destinati dal Comune di Firenze a coprire spese di tipo sociale legate alla formazione dei giovani.
“‘No’ alla vendita della villa di Rusciano da parte del Comune di Firenze”: a dirlo, è la consigliera comunale pentastellata Arianna Xekalos. “Un tesoro così dovrebbe essere valorizzato e non alienato. La villa di Rusciano è la nostra eredità e la vogliamo tenere”. “Non disperdiamola, perché è l’orgoglio che ci hanno lasciato i nostri maestri Brunelleschi, Michelangelo e ne siamo orgogliosi”.
Xekalos ipotizza che a stimolare il lancio di una nuova asta per la vendita del bene immobiliare possano essere state le “variazioni al regolamento urbanistico, recentemente votate in consiglio comunale, che rendono il complesso di Rusciano più appetibile visto che con esse sarà più semplice dare il via ad un restauro con variazione di destinazione d’uso su edifici vincolati, rendendoli dunque più interessanti per potenziali acquirenti”.
“Grazie al cambiamento dell’articolo 13 del regolamento, si è di nuovo accesa la luce della speranza per l’immobiliare di lusso che vede in Firenze e nei suoi edifici storici in vendita, una bella meta di affari”, conclude la consigliera.

Primo Maggio, Palazzo Vecchio aperto fino alle 23

 

Domani, primo maggio, il museo di Palazzo Vecchio sarà regolarmente aperto con l’orario estivo, dalle 9 alle 23. Aperta anche laTorre di Arnolfo che con i suoi 95 metri di altezza, svetta sulla città, costituendo uno dei suoi inconfondibili simboli e punti di riferimento. Tra i musei civici, saranno visitabili anche il Museo Novecento, con orario 11-20, e la Basilica di Santa Maria Novella, dalle 9 alle 19.

Si ricorda che al Museo Novecento dal 21 aprile è in corso la mostra ‘Il disegno dello scultore’, ideata da Sergio Risaliti e curata da Eva Francioli, Francesca Neri e Stefania Rispoli (aperta fino al 12 luglio). Vi sono esposte opere grafiche di Adolfo Wildt, Jacques Lipchitz, David Smith, Louise Bourgeois, Luciano Fabro, Rebecca Horn e Rachel Whiteread. Sempre il 21 aprile hanno preso il via anche ‘Paradigma. Il Tavolo dell’architetto’ (fino 21 giugno), curato da Laura Andreini (protagonista il neo direttore del Padiglione italiano alla prossima Biennale di Architettura, Mario Cucinella), e la prima mostra italiana dell’artista tedesca Ulla von Brandenburg, ‘Di un sole dorato’ (fino al 21 giugno), curata da Lorenzo Bruni. Nello stesso tempo sono iniziati la rassegna video ‘Il corpo è un indumento sacro’, ideata da Beatrice Bulgari e curata da Paola Ugolini (fino al 20 settembre), e il progetto ‘The Wall’, di Marco Bazzini (fino al 21 giugno). Marco Bagnoli, Paolo Masi, Maurizio Nannucci e Remo Salvadori danno invece vita a ‘Grafts’. In facciata si trova un’opera di Remo Salvadori, posizionata tra le due finestre sovrastanti l’entrata principale. Al centro del chiostro ‘Araba Fenice’, lavoro di Marco Bagnoli. Sempre nel chiostro Paolo Masi ha realizzato ‘Invaders’. Chiude il cerchio Maurizio Nannucci con la sua installazione al neon “Everything might be different”. Per interventi al secondo piano del museo, la collezione permanente non sarà accessibile al pubblico fino al 25 maggio prossimo.

Gli arazzi di Cosimo de’ Medici tornano a casa a Palazzo Vecchio

Venti arazzi dedicati alle Storie di Giuseppe, commissionati dal duca Cosimo I de’ Medici, dieci dei quali ora al Palazzo del Quirinale, tornano nella loro collocazione originale, nella Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio, per i prossimi tre anni, rinnovabili su accordo delle parti.

Grazie a un accordo firmato ieri al Quirinale dal segretariato generale della presidenza della Repubblica Ugo Zampetti, dal sindaco Dario Nardella e dal segretario generale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo Carla Di Francesco, verranno esposti a rotazione, quattro alla volta, i dieci arazzi di proprietà delle Gallerie degli Uffizi in deposito al Comune di Firenze e i dieci arazzi della dotazione presidenziale.

Il segretariato generale della presidenza della Repubblica ha, infatti, raccolto la proposta del Comune di Firenze promuovendo la creazione di un gruppo di lavoro congiunto, anche con rappresentanti del, per dar vita a un progetto che valorizzasse l’importante ciclo tessile.

“L’accordo firmato ieri al Quirinale è una conquista molto importante non solo per Firenze, ma per la cultura italiana in generale – ha detto il sindaco Nardella -. È la conclusione del lavoro durato quasi due anni tra Quirinale, Ministero dei Beni e delle Attività culturali e Comune di Firenze per riaggregare finalmente i 20 arazzi della collezione medicea di Cosimo I, una battaglia che abbiamo portato avanti anche grazie all’intervento di quotidiani, cittadini, istituzioni culturali e che ha trovato un ascolto attento da parte del presidente della Repubblica Mattarella, che voglio personalmente ringraziare a nome di tutta la città, perché ha consentito che si realizzasse qualcosa che non avremmo mai immaginato”.

“Questo accordo prevede la riunione dei 20 arazzi a Firenze, che non avveniva dai tempi in cui la nostra città era Capitale d’Italia – ha spiegato il sindaco -. Si tratta di un risultato importante raggiunto anche grazie al forte impegno messo in campo dal gruppo di lavoro di Palazzo Vecchio guidato dal Capo di gabinetto Manuele Braghero”.

“La prima esposizione dei quattro arazzi sarà possibile entro l’estate – ha continuato Nardella -. Saranno esposti a rotazione, quattro alla volta, nella Sala dei Duecento, che è stata predisposta per questo, ma l’accordo prevede anche eventuali mostre o esposizioni di altra natura sia a Firenze che al Quirinale o in altri luoghi d’accordo con i soggetti firmatari. Nel periodo di esposizione degli arazzi la Sala dei Duecento entrerà a far parte del percorso museale di Palazzo Vecchio per consentire ai visitatori di ammirare la loro straordinaria bellezza nel contesto per cui furono realizzati”.

Negli anni tra il 1546 e il 1553 l’arazzeria ducale Medicea realizzò questo grandioso ciclo di venti arazzi, tessuti sulla base dei disegni di Agnolo Bronzino, Pontormo e Francesco Salviati. Dopo l’Unità d’Italia il ciclo entrò a far parte della dotazione della Corona e nel 1882 dieci dei venti arazzi furono trasferiti a Roma come arredo delle sale di rappresentanza del Palazzo del Quirinale.

Dal 1983 al 2012 i dieci arazzi conservati a Firenze sono stati oggetto di un complesso e impegnativo intervento di restauro curato dall’Opificio delle pietre dure. Analogo intervento, coordinato con il citato istituto fiorentino, è stato eseguito tra il 1995 e il 2012 dal Laboratorio restauro arazzi del Quirinale sui dieci panni conservati a Roma.

I venti arazzi, che rappresentano una delle più alte testimonianze dell’artigianato e dell’arte rinascimentale, sono stati riuniti per la prima volta dall’800 in occasione della mostra dal titolo ‘Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino’, allestita nel Palazzo del Quirinale, al Palazzo Reale di Milano e a Palazzo Vecchio a Firenze, per un anno, nel febbraio 2015-2016.

Per l’occasione la Sala dei Duecento di Palazzo Vecchio è stata adeguata ad una funzione museale tramite la predisposizione di apparecchiature per il controllo del microclima, delle polveri e dell’illuminazione, e sarà inserita nei percorsi di visita del palazzo. Tutte le spese saranno a carico del Comune.

 

 

Restauro con ‘vista’ per l’orologio della Torre di Arnolfo di Palazzo Vecchio 

Per la prima volta sarà resa accessibile la sala adiacente dove è conservato l’antico meccanismo.

L’antico orologio della Torre di Arnolfo di Palazzo Vecchio, uno dei più grandi al mondo, sarà restaurato e sarà per la prima volta visitabile da vicino: sarà infatti resa accessibile la stanza attigua al manufatto, dove è conservato l’antico meccanismo che scandisce le ore. I lavori costeranno 125 mila euro e arriveranno tramite erogazione liberale da Giuliano Mazzuoli S.r.l., azienda artigiana operante nel settore dell’orologeria, con la collaborazione di Andrea Palmieri, maestro orologiaio conosciuto ed accreditato nel campo del restauro di orologi antichi, e di Ugo Pancani, tecnico di fama internazionale nel campo dei movimenti per orologeria, già docente di micromeccanica e orologeria presso l’Istituto Superiore Leonardo da Vinci di Firenze.
Il restauro si inserisce nel progetto FLIC Florence I Care che consente ai privati di finanziare in varie forme i lavori di riqualificazione dei principali monumenti cittadini. Il progetto esecutivo è stato approvato nell’ultima seduta di giunta. Il grande segnatempo fu originariamente costruito dal fiorentino Nicolò Bernardo nel 1353, in un’officina in una via in prossimità del Duomo che da allora venne chiamata Via dell’Oriuolo. Nel giugno del 1500 al fiorentino Lorenzo della Volpaia (famoso per aver costruito l’orologio dei pianeti per i Medici), uno dei migliori costruttori di strumenti scientifici del Rinascimento, fu affidato sia il compito di riparare l’orologio che quello di “temperatore”, incarico quest’ultimo che tenne per lungo tempo e trasmise in seguito ai discendenti.
Il Granduca Ferdinando II ordinò un nuovo orologio per la Torre, con la specifica che l’orologio avrebbe dovuto rendere memoria a Galileo ed alle sue invenzioni nel campo dell’orologeria. In pochi sanno che l’orologio attuale presenta lo scappamento e il pendolo regolatore di Galileo e fu proprio grazie a questo orologio che il Granduca pianificò un programma per la regolazione di tutti i segnatempo della Toscana, tramite tavole ideate dal matematico di corte Vincenzo Viviani.
Nel 1665 il Granduca commissionò all’orologiaio di corte J.P. Treffler il nuovo orologio. La costruzione, realizzata ad Augusta da Georg Lederle su indicazioni dello stesso Treffler fu completata nei primi mesi del 1667 e lo stesso Treffler lo trasportò, su quattro carri trainati da buoi, nell’estate dello stesso anno a Firenze. L’ultimo restauro con modifica della ruota scappamento risale al 1840 circa, mentre l’ultimo restauro conservativo effettuato nel 1990.
L’orologio è di dimensioni straordinarie, uno dei più grandi al mondo, circa due metri di lunghezza e larghezza per due metri e mezzo di altezza composto da due parti: la prima treno delle ruote per il tempo con la particolarità di essere dotato di un’unica lancetta che indica le ore, la seconda treno delle ruote per la suoneria collegata alla campana del Leone (o dei rintocchi) e alla campana del Mezzogiorno. La campana del Mezzogiorno suona solo una volta nella giornata, mentre i rintocchi corrispondenti alle ore vengono scanditi dalla campana del Leone, e ripetuti dopo 5 minuti. I lavori consteranno in un intervento di manutenzione, pulitura ed oliatura delle parti meccaniche per garantire il mantenimento e il buon funzionamento. Inoltre sarà resa fruibile a cittadini e visitatori la stanza attigua all’orologio, ripristinando la completa agibilità degli ambienti originari. Sarà così possibile osservare da vicino gli antichi ingranaggi tutt’oggi funzionanti: all’interno sono collocati infatti i diversi apparecchi di comando delle campane e dell’orologio con servomeccanismo a funzionamento digitale che pilota la lancetta posta in facciata, mentre tramite una scala di legno si sale fino alla cella che ospita il meccanismo storico vero e proprio.

Pasqua al museo: ecco i musei di Firenze aperti per il ponte

Il museo di Palazzo Vecchio sarà aperto a Pasqua e Pasquetta con orario prolungato. Saranno visitabili anche gli scavi archeologici del teatro Romano e la Torre. Nei due giorni festivi saranno aperti anche il Museo Novecento e Santa Maria Novella. Gli altri musei civici saranno chiusi a Pasqua e aperti a Pasquetta.

Ecco gli orari completi:

Palazzo Vecchio e Scavi Archeologici, Piazza Signoria 1: domenica 1 e Lunedì 2 aprile h. 9.00 – 23.00

Torre: domenica 1 e Lunedì 2 aprile h. 9.00 – 21.00 (accesso sospeso in caso di pioggia. La visita terminerà al Camminamento di ronda)

Museo Novecento, Piazza Santa Maria Novella, 10: domenica 1 e Lunedì 2 aprile h. 11.00 – 20.00

Santa Maria Novella, Piazza Santa Maria Novella e Piazza Stazione,4: domenica 1 aprile h.13.00 – 17.30; lunedì 2 aprile h. 9.00 – 19.00

Museo Stefano Bardini, via dei Renai 37: domenica 1 aprile CHIUSO; lunedì 2 aprile h. 11.00 – 17.00

Cappella Brancacci, Piazza del Carmine, 14: domenica 1 aprile CHIUSO; lunedì 2 aprile h. 13.00 – 17.00 (prenotazione gratuita ma obbligatoria: 055-2768224 / 055-2768558)

Fondazione Salvatore Romano, Piazza Santo Spirito: domenica 1 aprile CHIUSO; lunedì 2 aprile h. 13.00 – 17.00

Museo Bigallo, Piazza San Giovanni, 1: domenica 1 aprile CHIUSO; lunedì 2 aprile visite accompagnate h.10.00 e 12.00 (Richiesta la prenotazione: 055 288496)

Museo del Ciclismo Gino Bartali, Via Chiantigiana, 175 – Ponte a Ema: domenica 1 aprile CHIUSO; lunedì 2 aprile CHIUSO

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