Valigie con resti: riesame si riserva su scarcerazione Elona

Udienza a Firenze, pm ribadisce accuse. Difesa,nessuna prova nell’indagine sul ritrovamento delle valigie con resti

Al termine dell’udienza di stamani il tribunale del riesame di Firenze si è riservato la decisione sull’istanza di scarcerazione di Elona Kalesha, la 36enne detenuta da dicembre a Sollicciano per gravi indizi di colpevolezza per i reati di duplice omicidio, occultamento e vilipendio dei cadaveri dei coniugi Shpetim e Tauta Pasho, i genitori dell’ex fidanzato Taulant Pasho scomparsi a Firenze nel 2015 e i cui resti sono stati ritrovati il 10 dicembre 2020 e nei giorni seguenti in valigie abbandonate in una striscia di campo fra il carcere di Sollicciano e la superstrada Fi-Pi-Li.

Il collegio, presieduto da Anna Liguori e completato dai giudici Maria Dolores Limongi e Barbara Bilosi, ha recepito le argomentazioni del pm Ornella Galeotti e dei difensori, avvocati Federico Febbo e Antonio D’Orzi. Secondo quanto emerge il pm Galeotti avrebbe prodotto nuovi documenti processuali oltre quelli già noti alle parti, fra cui telefonate intercettate a Elona Kalesha a dicembre, prima della carcerazione cautelare disposta dal gip. Sono conversazioni con avvocati in cui la donna, che in quel momento non sapeva di essere indagata, chiede informazioni legali manifestando pure, però, coi propri interlocutori una certa attenzione per eventuali tracce, tipo impronte digitali, che potevano essere rimaste sulle valigie. Sempre in udienza la difesa, come spiega in sintesi l’avvocato Federico Febbo, avrebbe invece evidenziato l’assenza di prove e indizi tali da motivare la carcerazione di Elona Kalesha. I difensori hanno espresso “perplessità su vari punti”.

Valigie con resti: gip convalida fermo per ex fidanzata figlio delle vittime

Il gip Angelo Antonio Pezzuti di Firenze ha convalidato il fermo del pm e stabilito la misura della custodia cautelare in carcere per Elona Kalesha, 36 anni, l’ex fidanzata del figlio dei coniugi Pasho, la coppia che scomparve nel 2015 e i cui resti sono stati trovati nei giorni scorsi in valigie abbandonate a Firenze. Elona Kalesha è accusata del duplice omicidio e di occultamento e vilipendio dei due cadaveri di Shpetim e Tauta Pasho.

E’ rimasta in silenzio davanti al giudice Elona Kalesha, la 36enne  arrestata per l’omicidio, il vilipendio e l’occultamento dei cadaveri dei coniugi Pasho, genitori del suo ex fidanzato, scomparsi dal novembre 2015 a Firenze e i cui resti sono stati rinvenuti dal 10 dicembre scorso in quattro valigie abbandonate in un campo a ridosso della recinzione posteriore del carcere fiorentino di Sollicciano.

Questa mattina la donna si è avvalsa della facoltà di non rispondere davanti al gip del Tribunale di Firenze, Antonio Pezzuti, che si è recato nel penitenziario di Sollicciano per l’interrogatorio di garanzia dopo il fermo. Anche martedì scorso, nel giorno del fermo eseguito dai carabinieri del comando provinciale di Firenze e disposto dalla PM Ornella Galeotti, Kalesha aveva scelto di non rispondere alle domande del magistrato, su indicazione dei suoi legali.  “La nostra assistita avrebbe voluto farsi interrogare ma su nostro suggerimento si è avvalsa della facoltà di non rispondere e ci siamo riservati di fare interrogatorio a breve non appena avremo l’esito dei rilievi scientifici e medico legali”. L’udienza di convalida si è tenuta a distanza con Elona Kalesha collegata dal carcere di Sollicciano insieme ai suoi difensori.
Sul fronte dell’indagine, ieri i carabinieri del Ris di Roma hanno repertato alcune tracce nell’appartamento in via Felice Fontana, a Firenze, in cui alloggiavano i coniugi Pasho prima di svanire nel nulla. Gli investigatori ritengono che Elona Kalesha abbia avuto uno o più complici e che il duplice omicidio sia avvenuto proprio nell’appartamento di via Fontana. Shpetim Pasho è stato ucciso con un fendente alla gola, sferrato forse con una mannaia, mentre la moglie Teuta è stata massacrata di botte e soffocata.
i corpi sarebbero poi stati portati via nelle quattro valige con cui le due vittime erano arrivate a Firenze da Valona per poter essere presenti all’uscita dal carcere del figlio Taulant, il 2 novembre del 2015, lo stesso giorno in cui dei due si sono perse le tracce. Le valige con i corpi potrebbero essere state tenute nel garage di un’abitazione in via del Pantano dove la 36enne aveva convissuto con Taulant Pasho. Per questo motivo ieri i carabinieri del Ris hanno svolto un sopralluogo anche in quel garage.

Cadaveri in valigie: sopralluogo Ris in due abitazioni Firenze

E’ in corso il sopralluogo dei carabinieri, con personale dei Ris, a Firenze presso due abitazioni per le indagini relative al ritrovamento dei cadaveri in valigie

I carabinieri con personale Ris stanno portano avanti un sopralluogo in due abitazioni in via Felice Fontana e successivamente in via del Pantano, nell’ambito delle indagini sui cadaveri dei coniugi albanesi trovati in quattro valigie nel capoluogo toscano che ieri hanno portato all’arresto di Elona Kalesha, ex fidanzata del figlio della coppia scomparsa, con l’accusa di duplice omicidio, occultamento e di vilipendio di cadavere.

Ieri c’èra stata una svolta nelle indagini sul duplice omicidio dei coniugi, Shpetim e Teuta Pasho, 54 e 52 anni,  smembrati all’interno di quattro valigie, ritrovate per caso nei giorni scorsi in un campo a ridosso della recinzione perimetrale posteriore del carcere fiorentino di Sollicciano, lungo la superstrada Firenze-Pisa-Livorno (Fi-Pi-Li).

Con l’accusa di omicidio, occultamento e vilipendio dei cadaveri è stata arrestata l’ex fidanzata di Taulant Pasho, 33 anni, il figlio della coppia che al momento della sparizione dei genitori, il 2 novembre 2015, uscì dal carcere fiorentino di Sollicciano.

Questa mattina all’alba i carabinieri del comando provinciale di Firenze hanno eseguito il decreto di fermo, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze (titolare delle indagini la pm Ornella Galeotti) nei confronti di una 36enne, pregiudicata, all’epoca dei fatti convivente con il figlio della coppia dei coniugi uccisi. La donna è accusata di omicidio, occultamento e vilipendio dei cadaveri della coppia.

L’inchiesta sta ricostruendo tutta la vicenda della misteriosa scomparsa della coppia albanese con il loro macabro ritrovamento dopo essere stati uccisi in circostanze ancora tutte da chiarire.

 

Valigie con resti coppia scomparsa, arrestata ex fidanzata figlio

Svolta nelle indagini sul duplice omicidio dei coniugi, Shpetim e Teuta Pasho, 54 e 52 anni,  smembrati all’interno di quattro valigie, ritrovate per caso nei giorni scorsi in un campo a ridosso della recinzione perimetrale posteriore del carcere fiorentino di Sollicciano, lungo la superstrada Firenze-Pisa-Livorno (Fi-Pi-Li).

Con l’accusa di omicidio, occultamento e vilipendio dei cadaveri è stata arrestata l’ex fidanzata di Taulant Pasho, 33 anni, il figlio della coppia che al momento della sparizione dei genitori, il 2 novembre 2015, uscì dal carcere fiorentino di Sollicciano.

Questa mattina all’alba i carabinieri del comando provinciale di Firenze hanno eseguito il decreto di fermo, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze (titolare delle indagini il pm Ornella Galeotti) nei confronti di una 36enne, pregiudicata, all’epoca dei fatti convivente con il figlio della coppia dei coniugi uccisi. La donna è accusata di omicidio, occultamento e vilipendio dei cadaveri della coppia.

L’inchiesta sta ricostruendo tutta la vicenda della misteriosa scomparsa della coppia albanese con il loro macabro ritrovamento dopo essere stati uccisi in circostanze ancora tutte da chiarire.

La scomparsa dei coniugi che facevano avanti e indietro tra l’Albania e l’Italia, fu denunciata ai carabinieri 5 anni fa, nel novembre del 2015, dalla figlia Dorina con la sorella Vittoria. I coniugi, tornati in Toscana da appena un mese, nell’ottobre 2015 avevano trovato una sistemazione a Scandicci (Firenze): un altro dei loro tre figli, Taulant, era infatti detenuto nel carcere fiorentino di Sollicciano e così pensavano di stargli vicino.

Il 2 novembre 2015 la figlia Dorina, che abitava a Castelfiorentino, dove risiede tuttora, ricevette una telefonata da un numero anonimo in cui la madre le diceva di non voler rispondere a nessuno. Da allora, nessuna notizia. Pochi mesi dopo, Dorina si rivolse anche alla trasmissione tv “Chi l’ha visto?” di Rai 3 per chiedere aiuto a ritrovare i genitori. L’identificazione dei cadaveri è stato il primo passo per dipanare la vicenda giunta in queste ore ad una svolta importante.

Si è avvalsa della facoltà di non rispondere a pm e investigatori dei carabinieri Elona Kalesha, 36 anni di Durazzo (Albania), arrestata stamani a Firenze conl’accusa di aver ucciso e occultato i cadaveri dei genitori del fidanzato. La donna, che era stata condotta nella caserma del comando provinciale dell’Arma per essere interrogata, verrà trasferita in carcere. Intanto è stata sequestrata la casa dove stamani i carabinieri hanno sottoposto a fermo per duplice omicidio la donna. L’abitazione è a Firenze in via Felice Fontana. I carabinieri, però, hanno sequestrato anche il garage di un’altra abitazione, quella di via del Pantano 16, sempre a Firenze, dove la donna conviveva con Taulant Pasho nel periodo
dell’improvvisa scomparsa  dei genitori di lui. Il garage è quello dove nel giugno 2016 furono ritrovati 6 chili di marijuana e pertanto Taulant Pasho fu arrestato. Nello stesso garage, nei periodi successivi (2016 e 2017), i condomini sollecitarono un sopralluogo delle autorità per motivi igienici a causa del cattivo odore, che però – come già precisato dagli stessi inquirenti – era da attribuire a deiezioni dei cani lì custoditi.

Valigie con resti umani: irreperibile figlio coppia scomparsa, evase

L’uomo risulta irreperibile dopo un’evasione dai domiciliari. Si tratta del figlio di una coppia di Castelfiorentino, scomparsa nel 2015 al centro delle indagini relative alle valigie con resti umani. L’impronta di un dito del cadavere dell’uomo i cui resti sono stati trovati, insieme a quelle di una donna, nelle valigie apparterrebbe a Shpetim Pasho, scomparso 5 anni fa.

È evaso dai domiciliari quattro anni fa il figlio della una coppia di persone albanesi scomparsa in Toscana nel 2015, che le ultime ricostruzioni fanno ritenere al momento essere l’uomo e la donna di cui sono stati trovati i resti umani dentro tre valigie tra la superstrada Firenze-Pisa-Livorno e il carcere di Sollicciano.

Il figlio della coppia era in carcere per reati di droga poi, secondo quanto si apprende, venne messo ai domiciliari dalla fine di ottobre del 2016. Circa 15 giorni avvenne l’evasione dai domiciliari. L’uomo deve scontare ancora quattro anni di detenzione per condanne legate a reati di stupefacenti.

L’impronta di un dito del cadavere dell’uomo i cui resti sono stati trovati, insieme a quelle di una donna, nelle valigie abbandonate in un campo tra il carcere di Firenze e la superstrada Fi-Pi-Li, apparterrebbe a Shpetim Pasho, albanese, un uomo scomparso con la moglie nel 2015 in Toscana. E’ il risultato di una prima comparazione della Sezione impronte del Ris di Roma dei carabinieri, secondo cui tutti i punti rilevabili sull’impronta di un dito di un mano corrispondono alle impronte dattiloscopische di Shpetim Pasho

Le indagini relative alle valigie con resti umani, coordinate dal sostituto procuratore Ornella Galeotti e partite il 10 dicembre scorso dopo il primo macabro ritrovamento, sono condotte dai carabinieri del nucleo
investigativo di Firenze. Nella prima valigia, secondo quanto precisato in serata, è stato rinvenuto il busto di un uomo, nella seconda il bacino e una gamba risultati
appartenere al corpo di una donna. Nella terza, scoperta ieri, c’era invece il busto e un’altra gamba di donna. Mancherebbero quindi gli arti inferiori dell’uomo. Per la loro ricerca oggi i
carabinieri hanno impiegato anche due esemplari di pastore tedesco, cani molecolari arrivati dal nucleo cinofili di Bologna dell’Arma: gli accertamenti finora non hanno dato però esito.

Intanto stamani lungo la superstrada viene eseguita una ripulitura da sterpaglie, vegetazione spontanea, detriti, del terreno di pertinenza, per favorire ulteriori sopralluoghi. La pulizia interessa la striscia di terreno che non è curata, diversamente dai campi adiacenti, coltivati a orto e piantagioni seminative.

Le tre valigie sono state trovate lungo quella striscia, situata sotto la massicciata della carreggiata, quasi sicuramente perchè lanciate lì da bordo di un mezzo in transito sulla Fi-Pi-Li. Chi ha lanciato le valigie ha dovuto superare anche l’altezza, alcuni metri, delle barriere antirumore della superstrada.

Resti di cadavere di donna nella terza valigia trovata in campo a Firenze

Una terza valigia contenente resti umani è stata scoperta alla periferia di Firenze, in un terreno agricolo sotto la superstrada Firenze-Pisa-Livorno. Lo stesso dove la scorsa settimana erano state rinvenute altre due valigie con resti umani.  L’ultima conterrebbe il tronco di una donna in avanzato stato di decomposizione mentre nelle altre c’erano resti maschili. Nessuna identificazione, si attende l’esito dell’esame del dna. Le ricerche proseguiranno nelle prossime.

Una terza valigia contenente resti umani è stata scoperta alla periferia di Firenze, in un terreno agricolo sotto la superstrada Firenze-Pisa-Livorno che confina con la recinzione perimetrale posteriore del carcere di Sollicciano. Lo stesso campo dove la scorsa settimana erano state rinvenute le prime due valigie con resti umani. Un ritrovamento doppiamente macabro: all’interno il nuovo bagaglio conterrebbe parte di ciò che resta di un’altra persona. In particolare, secondo quanto appreso, si dovrebbe trattare di un tronco umano di donna.

Sono da poco iniziate a Firenze le nuove ricerche dei carabinieri, anche con l’impiego di cani molecolari, nel terreno adiacente il carcere di Sollicciano e la superstrada Firenze-Pisa-Livorno. Oggi le nuove ricerche per cercare i resti mancanti della seconda vittima, svolgere ulteriori approfondimenti e anche appurare se ci siano ancora valigie nella zona.

La scoperta della terza valigia è stata fatta ieri pomeriggio dagli stessi carabinieri del nucleo investigativo di Firenze impegnati in un nuovo sopralluogo per le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Ornella Galeotti e partite il 10 dicembre scorso: risale a giovedì scorso il ritrovamento della prima valigia. In quell’occasione era stato il proprietario del terreno a trovarla in mezzo alla vegetazione, lungo l’argine alla base della sopraelevata della superstrada Fi-Pi-Li, mentre stava facendo pulizie nel campo per evitare nuovi problemi di allagamenti dovuti all’acqua piovana. All’interno custodiva, dentro un’altra valigia, avvolto in una specie di telo, il tronco di un uomo, saponificato.

Il giorno successivo, l’11 dicembre, la scoperta della seconda valigia, fatta dai carabinieri nel corso di un sopralluogo, trovata a circa 70 metri dalla prima: dentro altri resti umani, per la precisione arti inferiori di una persona, e una specie di giubbotto. Comunque appartenenti, insieme al tronco, secondo i primi accertamenti, allo stessa persona.  Morta, in base ai risultati dell’autopsia eseguita sabato scorso, per una ferita mortale alla gola inferta con un coltello. Un dato al momento che è una delle poche certezze di questo macabro giallo. Nulla al momento sull’identità: in attesa di avere qualche aiuto dal dna, l’ipotesi è che possa trattarsi di un uomo tra i 40 e i 60 anni, bianco. Ampio al momento anche l’arco temporale a cui far risalire il decesso: da sei mesi a due anni indietro rispetto al ritrovamento dei resti.
Ieri 14 dicembre,  la scoperta della terza valigia con un secondo corpo, avvenuta, spiegano i carabinieri, “a ridosso della superstrada ove nei giorni scorsi erano state rinvenute” le altre due, a una distanza “di circa 100 metri in
direzione Pisa”. Come le altre due la valigia, piena di fango, si sarebbe trovata lì da tempo. Finita in quel campo, come le altre due, dopo essere stata gettata dalla superstrada che passa sopra, presumibilmente per così dire in sequenza. E ulteriori ricerche saranno effettuate nelle prossime ore alla ricerca di un’eventuale quarta valigia nascosta tra la vegetazione di quel terreno.
Intanto, secondo le prime ipotesi formulate dagli investigatori, le due morti dovrebbero collocarsi in uno stesso contesto delittuoso.

Exit mobile version