Firenze, uomo sfregia e acceca l’ex: condannato a 14 anni e 6 mesi

Il Tribunale di Firenze ha condannato un uomo a 14 anni e 6 mesi per lesioni gravissime derivate da maltrattamenti. L’aggressore, che non accettava la fine della relazione con la sua ex compagna, aveva accoltellato la vittima causandole la perdita della vista da un occhio e sfregiandole il volto. Il fatto, avvenuto a Pelago (Firenze), risale al 19 settembre 2018. Il pm Ornella Galeotti aveva chiesto 15 anni di pena.

Il 45enne non accettava la fine della relazione con la madre dei loro quattro figli ed ha deciso di punirla. In quella circostanza la donna, 36 anni, è riuscita a non subire colpi mortali afferrando il braccio con cui l’uomo impugnava il coltello e deviando verso l’alto il fendente. L’estremo gesto però non è altro che il culmine di una vicenda di violenze fisiche e psicologiche che duravano da anni. I maltrattamenti erano già noti dato alle forze dell’ordine visto che l’uomo il 26 aprile 2018 era stato condannato a 2 anni e 2 mesi in rito abbreviato.
Già dal 2016 a causa dei maltrattamenti la donna si era allontanata dal compagno, portando via con sé i quattro figli e andando a vivere in una struttura protetta nel Senese. Nel tempo si era riavvicinata a Firenze e la vicenda era seguita dagli assistenti sociali, che hanno garantito all’uomo incontri protetti coi figli.
Come emerge dalla vicenda giudiziaria, l’uomo avrebbe scoperto la nuova ubicazione della casa della ex grazie a questi incontri e ai contatti via cellulare coi figli. Così, nei giorni precedenti il 45enne aveva inviato messaggi con offese e minacce alla donna. Il culmine delle minacce si concretizzò il 19 settembre 2018 quando l’uomo, a Pelago si appostò in strada e accoltellò l’ex anche in presenza di testimoni oculari.
Il Tribunale di Firenze ha anche stabilito, oltre alla condanna a 14 anni e 6 mesi, risarcimenti da 40.000 euro per la donna e di 10.000 euro per ciascuno dei quattro figli, tutti parte civili. Il processo si è svolto con giudizio immediato.

Firenze, presentato progetto per vittime d’odio e razzismo

‘V Start – Sensibilizzazione e lavoro di rete per le vittime dei crimini d’odio’, questo il nome del progetto presentato oggi a Firenze che coinvolge anche Germania,Croazia e Austria.

Una ricerca sull’accoglienza per le vittime dei crimini d’odio, un manuale per operatori e una guida per le vittime di razzismo. Sono i contenuti del progetto internazionale ‘V-Start-sensibilizzazione e lavoro di rete per le vittime dei crimini d’odio’, finanziato dal programma Justice dell’Unione europea e realizzato in Italia da Cospe, con il cofinanziamento della Regione Toscana. Il progetto, presentato oggi a Firenze, oltre all’Italia coinvolge anche Croazia, Austria e Germania, ed è incentrato sulla protezione delle vittime dei crimini razzisti e omofobici.

La ricerca mappa 38 strutture dedicate in tutta Italia, mentre l’obiettivo del manuale, che si rivolge ad operatori pubblici e del privato sociale, è fornire strumenti e conoscenze di base per riconoscere il problema e rispondere alle esigenze primarie delle vittime. Infine, la guida per le vittime, tradotta in inglese, francese o arabo, vuole aiutare coloro che subiscono aggressioni o offese di tipo razzista, omofobico o a causa della propria disabilità ad acquisire consapevolezza in merito a quanto successo, suggerendo possibili soluzioni.

Secondo l’assessore regionale al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi ‘V-Start’ è “un bel lavoro, sempre più attuale: purtroppo il clima nel quale viviamo oggi non aiuta l’accoglienza, l’attenzione alle differenze. Crediamo che debba esserci un impegno dei soggetti pubblici e delle istituzioni”. Per Udo Enwereuzor di Cospe onlus serve “fare una ricognizione dell’esistente” ed “è utile diffondere la conoscenza”. Ornella Galeotti, sostituto procuratore del Tribunale di Firenze, ha definito ‘V-Start’ “un altro faro di speranza per il nostro paese”. Per Vittoria Doretti, responsabile regionale Codice rosa, “più grande alleata della violenza è la solitudine”, conta “non solo la cura, ma anche il prendersi cura, nel rispetto di chi si ha di fronte”.

Studentesse Usa: Condanna per Camuffo a 4 anni e 8 mesi

L’ex carabiniere Marco Camuffo era in aula alla lettura della sentenza che lo condanna a 4 anni e 8 mesi per violenza sessuale nella vicenda delle due studentesse americane che accusano lui e il collega Pietro Costa di averle violentate dopo averle riaccompagnate a casa. “Il mio assistito non ha detto niente ascoltando la sentenza”, ha riferito il suo difensore, avvocato Filippo Viggiano, aggiungendo: “Sentenza severa, faremo appello”.

Condannato a 4 anni e 8 mesi: questa la sentenza emessa dal gup al processo con rito abbreviato a Marco Camuffo, uno dei due carabinieri accusati di aver violentato due studentesse Usa nella notte tra il 6 e il 7 settembre 2017 dopo averle riaccompagnate a casa con l’auto di servizio da una discoteca fiorentina. Rinviato a giudizio l’altro carabiniere coinvolto nell’inchiesta, Pietro Costa, che non ha scelto il giudizio abbreviato: prima udienza 10 maggio 2019. Il pm per Camuffo aveva chiesto 5 anni e 8 mesi.

Il pm di Firenze Ornella Galeotti aveva chiesto stamani, in occasione dell’udienza preliminare davanti al gup Fabio Frangini, la condanna in rito abbreviato per Marco Camuffo e il rinvio a giudizio per Pietro Costa, i due carabinieri accusati di aver violentato due studentesse Usa nella notte tra il 6 e il 7 settembre 2017 dopo averle riaccompagnate a casa con l’auto di servizio da una discoteca fiorentina. Per Camuffo il pm ha chiesto 5 anni e 8 mesi di condanna, tenuto conto della riduzione legata al rito abbreviato.

Davanti al gup Camuffo ha reso dichiarazioni spontanee dicendo che il rapporto avuto con una delle due ragazze americane “fu consensuale” e che non fu lui a decidere di accompagnare le ragazze dalla discoteca alla loro casa di Firenze, ma fu iniziativa del collega Costa.

L’ex carabiniere Marco Camuffo era in aula alla lettura della sentenza che lo condanna a 4 anni e 8 mesi per violenza sessuale nella vicenda delle due studentesse americane che accusano lui e il collega Pietro Costa di averle violentate dopo averle riaccompagnate a casa. “Il mio assistito non ha detto niente ascoltando la sentenza”, ha riferito il suo difensore, avvocato Filippo Viggiano, aggiungendo: “Sentenza severa, faremo appello”. “Unico elemento forte in mano all’accusa – ha poi commentato il legale – è la denuncia fatta nell’immediatezza, 20 minuti dopo il fatto. Ma può bastare questo di fronte agli elementi contrari per sostenere la violenza sessuale, argomenti che noi sosteniamo?”. Per il legale la decisione del giudice Fabio Frangini non avrebbe dato importanza allo stato psicofisico delle ragazze che erano ubriache. “Il tasso alcolemico non è stato un argomento molto sviluppato nella discussione – ha detto Viggiano – Vedremo nelle motivazioni la valutazione del giudice”.
C’è un’evidenza probatoria che non poteva essere messa da parte dal giudice, è una condanna che ci soddisfa”: lo ha detto l’avvocato Francesca D’Alessandro, che assiste la studentessa americana che denunciò di essere stata violentata insieme ad una connazionale la notte fra il 6 e il 7 settembre 2017 da parte di due carabinieri a Firenze. L’avvocato D’Alessandro lo ha detto commentando la condanna all’ex carabiniere Marco Camuffo, colui che tra i due militari avrebbe abusato della ragazza assistita dal legale.
“Quella vicenda ha sconvolto la ragazza – ha riferito sempre lo stesso avvocato -. E’ tornata in Italia anche dopo l’incidente probatorio ma non è voluta andare a Firenze e ha preferito essere ospitata da me anzichè andare in albergo. Ora la contatto per comunicarle l’esito di questa prima condanna, che lei aspettava”

Condannato stalker condominiale  a Firenze

Il giudice Barbara Bilosi ha condannato per stalking condominiale a 1 anno e al risarcimento dei danni alle parti civili con provvisionale di 3.000 euro immediatamente esecutiva, un consulente finanziario accusato dai vicini di angherie, minacce e insulti.

I fatti si sono svolti in una villa alle porte di Firenze, nel territorio di Bagno a Ripoli, dove vivono più famiglie. In questo contesto una coppia di sposi, esasperata da anni di screzi, decise a suo tempo di denunciare il promoter. La querela fece aprire un procedimento penale sfociato nel processo.

Il pm Ornella Galeotti aveva chiesto 2 anni e 6 mesi. Secondo la ricostruzione, le frizioni tra l’imputato e i suoi accusatori sarebbero partite dall’uso di uno spazio comune, un cortile adibito a parcheggio. L’area è in comproprietà e l’imputato avrebbe preteso di ottenere la proprietà esclusiva. Non avendo ottenuto quanto desiderato, ha iniziato a compiere atti di carattere continuativo e persecutorio. Da questa momento, sono sorti contrasti.

La coppia di vicini, assistita dall’avvocato Francesco Bellucci, ha denunciato di essere stata – in episodi differenti – minacciata, offesa, intimidita. Nei giorni scorsi è arrivata  la condanna per stalking condominiale decisa dal tribunale di Firenze.

Firenze, caso ragazze americane violentate da carabinieri: pm contesta, agito con violenza

Si aggrava la posizione di Pietro Costa, uno dei due carabinieri, poi destituiti, imputati per il caso delle due studentesse americane che a settembre scorso denunciarono di essere state violentate dai due militari.

In occasione oggi dell’udienza preliminare il pm Ornella Galeotti gli ha contestato, come già aveva fatto per Marco Camuffo, l’altro dei due carabinieri, di aver agito con violenza e non solo approfittando delle condizioni psicofisiche della vittima, a cui fu riscontrato un alto tasso alcolemico.

Sempre oggi la difesa di Marco Camuffo ha chiesto il rito abbreviato.

Per Costa l’accusa finora era stata di aver approfittato dello stato in cui si trovava la giovane.

Ma stamani l’avvocato di parte civile Gabriele Zanobini ha depositato il parere di un medico legale e di un ginecologo che certificano lesioni incompatibili con l’accondiscendenza della studentessa.

Il gup Fabio Frangini ha poi ammesso la costituzione di parte civile delle due ragazze, dei genitori di una delle due studentesse e del Comune di Firenze.

Il giudice ha fissato quindi un’udienza il 19 luglio per affidare una perizia sulle intercettazioni mentre l’udienza preliminare vera e propria riprenderà l’11 ottobre.

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