“Obiettivo San Lorenzo”, incontro pubblico a Palazzo Medici Riccardi

Giovedì 27 giugno alle 16 è in programma l’iniziativa nel corso della quale verranno illustrati gli esiti della prima fase del percorso partecipativo “Laboratorio San Lorenzo”, ideato da Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, Ordine degli Architetti e coordinamento Santorsolaproject per costruire un piano di interventi per il riuso del complesso di Sant’Orsola e la riqualificazione degli spazi pubblici del rione. Prevista anche una tavola rotonda in cui amministratori ed esperti di politiche urbane si confronteranno sulle trasformazioni dei centri storici: tra i partecipanti gli assessori Del Re e Sacchi.

Firenze, 26 giugno 2019 – Un incontro pubblico su San Lorenzo, per illustrare gli esiti della prima fase del percorso partecipativo “Laboratorio San Lorenzo” ideato da Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze, Ordine degli Architetti di Firenze e coordinamento Santorsolaproject. È l’iniziativa in programma giovedì 27 giugno, dalle 16 alle 19, a Palazzo Medici Riccardi.

Obiettivo san Lorenzo
Camminata-di-quartiere

Nella prima parte dell’incontro, chiamato “Obiettivo San Lorenzo”, i soggetti promotori del percorso partecipativo illustreranno i risultati della fase di ascolto/coinvolgimento del progetto: a presentarli saranno Francesco Alberti (Dida Università di Firenze), Chiara Pignaris (Cantieri Animati), Stefania Cupillari e Anna Grande (borsiste Dida) e Goffredo Serrini (Santorsolaproject). Tra i vari interventi, Pignaris racconterà gli esiti delle tre camminate di quartiere e dei focus group, Serrini farà il punto su Sant’Orsola, mentre Grande e Cupillaro presenteranno, attraverso le mappe tematiche del rione, una rappresentazione analitica delle destinazioni d’uso dei piani terra, degli spazi pubblici e delle caratteristiche demografiche e socio-economiche di questa parte del centro storico fiorentino.

Nella seconda parte dell’incontro si terrà una tavola rotonda che vedrà amministratori ed esperti di politiche urbane confrontarsi sui temi della rigenerazione urbana nei centri storici, della riqualificazione e tutela degli spazi pubblici, degli investimenti di risorse pubbliche e private in questi processi: saranno presenti gli assessori comunali all’urbanistica Cecilia Del Re e alla cultura Tommaso Sacchi; Lorenza Baroncelli, direttore artistico alla Triennale di Milano; Tatiana Campioni, assessore del Municipio I di Roma; Giovanni Ginocchini, direttore della Fondazione per l’Innovazione urbana di Bologna; e Leonardo Chiesi, professore associato di Sociologia all’Università di Firenze. A moderare la tavola rotonda sarà Marzia Magrini, consigliere dell’Ordine degli Architetti di Firenze.

Concluderà l’incontro Emanuele Salerno, coordinatore del Santorsolaproject, che annuncerà i prossimi appuntamenti del progetto. Per partecipare è consigliata l’iscrizione scrivendo una mail all’indirizzo santorsolaproject@gmail.com.

Obiettivo San Lorenzo
Camminata-di-quartiere_2

L’obiettivo del “Laboratorio San Lorenzo” è la costruzione partecipata di un piano di interventi per il riuso del complesso di Sant’Orsola e la riqualificazione degli spazi pubblici del rione, un progetto sostenuto dall’Autorità regionale per la partecipazione e che ha raccolto la manifestazione di interesse della Città Metropolitana di Firenze.

Architetti, Biancalani: “Sì restyling Franchi con ripensamento quartiere”

“Il fermento di questi giorni attorno al tema del nuovo stadio ha registrato molte voci, dal nuovo proprietario della Fiorentina al neo rieletto sindaco Dario Nardella fino al soprintendente Andrea Pessina. Da parte nostra accogliamo con favore l’ipotesi che il progetto del nuovo stadio di Firenze si possa concretizzare in un restyling dell’Artemio Franchi, monumento nazionale opera dell’ingegno di Pier Luigi Nervi e Gioacchino Luigi Mellucci.”

Con queste parole Serena Biancalani, presidente dell’Ordine degli Architetti di Firenze, si esprime in merito al tema del nuovo stadio. “In tempi non sospetti – ha aggiunto – l’Ordine degli Architetti si era già espresso in favore di questa scelta che si muove nella virtuosa direzione del recupero di un bene nel segno della riqualificazione che ne attualizzi l’uso alle esigenze contemporanee.

Nel tempo, già nel 2006 come nel 2013, erano state fatte delle proposte in tal senso ma la scelta si era diretta verso la realizzazione di una struttura nuova, con un progetto certamente ambizioso dal percorso rivelatosi poi complesso.

Ripensare oggi allo stadio dove è già collocato, rinnovato con un intervento di restyling che di fatto si deve identificare come un moderno progetto di restauro, richiede un ripensamento del quartiere alla luce delle nuove previsioni sulla viabilità cittadina che coinvolga, oltre alla linea tranviaria, un potenziamento o l’ottimizzazione di quella ferroviaria.

In ogni caso si ritiene che la qualità e il livello dell’impresa per valorizzare le caratteristiche del monumento e restituirlo alla contemporaneità richiedano l’impegno delle migliori competenze progettuali e che l’unica opportunità per metterle in campo sia indire un concorso pubblico internazionale che consenta alla città di acquisire una struttura sportiva che soddisfi le aspettative della tifoseria, rappresentando al tempo stesso un’occasione per rianimare la progettualità e la spinta innovativa a regia pubblica.

Con le premesse e l’entusiasmo dei soggetti coinvolti oggi si può forse dare maggiore concretezza all’effettiva realizzazione dell’opera, che manterrebbe un valore fortemente identitario nel proporre una soluzione di segno contemporaneo rafforzando l’immagine della città che si rinnova.

Nuova amministrazione, nuova conduzione della società di calcio, si presenta come una buona congiuntura di rinnovamento che per una città come Firenze non può prescindere dalla sua storia e si esprime quindi nel linguaggio che più gli appartiene, recuperando uno dei suoi monumenti, opera moderna e per questo maggiormente interessante per le ipotesi di progetto che partono dal restauro del cemento armato fino all’attualizzazione delle sue funzioni. Scelte che consentono di tramandare la memoria e la materia dei beni monumentali, preservandone l’integrità e rinnovandone la funzione.

È fondamentale comunque ragionare a scala urbana e cogliere l’opportunità di mettere a sistema le nuove previsioni di quartiere e il vantaggio dei residenti oltre che dei visitatori: è una scommessa che si può e si deve vincere con un concorso pubblico perché la soluzione possa essere scelta tra le migliori idee, su un bando ben costruito che fornisca le indicazioni e le scelte necessarie per formulare la proposta. L’Ordine degli Architetti si rende disponibile per dare un supporto al perfezionamento di questa scelta, nella forma che l’amministrazione riterrà necessaria”.

“L’Isolotto che c’è”, con gli Architetti alla scoperta del Q4

Sabato 15 giugno alle 10 si terrà la prima edizione dell’itinerario “L’Isolotto che c’è”: diciotto tappe per scoprire l’Isolotto, i suoi palazzi e i suoi spazi pubblici, guidati da esperti che si soffermeranno nei luoghi “simbolo” del quartiere per discuterne insieme ai cittadini.

È in programma sabato 15 giugno alle 10 la prima edizione dell’itinerario “L’Isolotto che c’è”, un percorso urbanistico e architettonico dal dopoguerra ad oggi, dall’INA-casa alla tramvia, organizzato da Ordine e Fondazione Architetti Firenze in collaborazione con il Quartiere 4 e con il patrocinio di Inu Toscana, che ha l’obiettivo di offrire ai partecipanti un approfondimento sugli interventi, sui luoghi e più in generale sulla vita del quartiere.

La passeggiata, aperta a tutti i cittadini (previa iscrizione), si snoderà per circa tre ore fra l’Isolotto vecchio e l’Isolotto nuovo e prevede 18 fermate, che toccheranno fra gli altri piazza dei Tigli, la Montagnola, il viale dei Bambini, la chiesa e la piazza, la passerella delle Cascine, la Bibliotecanova, il Distretto sanitario, San Bartolo a Cintoia, il centro commerciale di via Canova e il Quartiere Giuncoli, per concludersi poi con un aperitivo al Circolo Maccari.

A guidare i partecipanti sarà l’architetto Matteo Scamporrino, laureato e dottorato in Urbanistica e Pianificazione del Territorio a Firenze, che come docente a contratto del Laboratorio di Progettazione Urbana della Facoltà di Architettura di Firenze ha studiato insieme agli studenti il quartiere dell’Isolotto per quattro anni. Durante il tragitto interverranno anche il professor Richard Ingersoll, che presenterà gli esiti degli studi sull’Isolotto svolti con studenti da tutto il mondo della Kent State University of Florence, l’architetto Eva Angeloni, membro della Commissione comunicazione della Fondazione Architetti Firenze, e l’architetto Francesca Genise di RossiProdi Associati, che presenterà il progetto “Tappeto Volante” di riqualificazione della piazza.

Sentenza Consiglio di Stato, incontro con gli Architetti

In seguito all’ordinanza del Consiglio di Stato con cui si sospende l’efficacia di alcune norme del Regolamento Urbanistico del Comune di Firenze, domani, mercoledì 12 giugno, alle 9:30, alla Palazzina Reale di piazza Stazione, sede di Ordine e Fondazione Architetti Firenze, si terrà un incontro aperto a tutti.

Nel corso dell’incontro verrà fatto il punto sulla situazione dopo l’Ordinanza di sospensione del Consiglio di Stato, sulla città esistente tra tutela e rinnovamento e su incertezza del diritto ed effetti sulle attività economiche. All’iniziativa parteciperanno rappresentanti della Consulta interprofessionale della Città Metropolitana di Firenze, Ance Toscana, Inu (Istituto nazionale di Urbanistica), Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze e Cna.

Per il programma consultare il sito https://www.architettifirenze.it/evento/fare-e-disfare-come-si-fa-a-ristrutturare/

Architetti su edilizia: “Rispettare e preservare Firenze non vuol dire cristallizzarla”

Con un comunicato diffuso oggi, l’Ordine degli Architetti di Firenze si esprime in merito all’ordinanza del consiglio di Stato con cui, secondo lo stesso Ordine, verrebbe sospesa l’efficacia di alcune norme del Regolamento Urbanistico del Comune di Firenze.

“La città che non si rinnova muore. Alla luce dell’ordinanza si bloccherà gran parte dell’attività edilizia, con gravi ripercussioni addirittura sui cantieri in corso. Confidiamo che il TAR ribadisca rapidamente la legittimità della variante, togliendo il settore dall’incertezza normativa, e sollecitiamo il Comune alla revisione del Regolamento Urbanistico.

Con l’ordinanza del Consiglio di Stato del 23 maggio scorso, con cui si sospende l’efficacia di alcune norme del Regolamento Urbanistico del Comune di Firenze e si rinvia al TAR l’approfondimento delle questioni di merito, siamo in presenza di un corto circuito che fulmina quanti sono impegnati a ‘fare’ e gratifica gli specialisti dell’opposizione a prescindere. Ricordiamo che l’ordinanza del Consiglio di Stato non entra nel merito ma sospende e rinvia al TAR: d’altronde il TAR aveva già effettuato una scrupolosa disamina in prima istanza (ordinanza 137/2019), quindi ci aspettiamo che confermi il proprio orientamento e ribadisca la legittimità delle norme in discussione.

Ma quanto costano queste ‘altalene’ alla città, ai professionisti e agli operatori coinvolti nei progetti? Mentre si propugnano il rilancio economico e la ripresa degli investimenti, si fa precipitare il settore dell’edilizia in una insostenibile incertezza di diritto. Rispettare e preservare Firenze non vuol dire cristallizzarla, la città che non si rinnova muore e ‘la Firenze’ così aprioristicamente difesa è apprezzata nel mondo proprio perché ha ‘vissuto’ per secoli, aggiungendo, demolendo, modificando, non immobilizzandosi e lasciando che gran parte del tessuto urbano si spopolasse.

Alla luce dell’ordinanza si bloccherà gran parte dell’attività edilizia, con gravi ripercussioni addirittura sui cantieri in corso: chiediamo quindi prioritariamente al TAR di pronunciarsi quanto prima per le valutazioni di merito.

Nel corso del 2018, per tener conto di alcune novità giurisprudenziali e offrire maggiori certezze agli operatori, l’amministrazione comunale, con la variante urbanistica in discussione, aveva introdotto la sottocategoria d’intervento della ristrutturazione edilizia con limitazioni. Pur riconoscendo il senso positivo della novità, come Ordine degli Architetti di Firenze, insieme alla Consulta provinciale delle professioni tecniche, in coerenza con quanto già sostenuto fin dall’aprile del 2015 nella fase di formazione del Regolamento Urbanistico, abbiamo sempre ribadito la necessità di una più dettagliata classificazione edilizia del patrimonio edilizio esistente. Classificazione che può consentire una differenziata articolazione della disciplina edilizia, adeguata alla condizione dei singoli edifici.

Quando abbiamo affermato che la nuova categoria era ancora troppo limitante per gran parte del patrimonio edilizio, non ci riferivamo agli immobili di maggior pregio, ma a quel patrimonio diffuso che è trattato alla stessa stregua.

Da un lato confidiamo che il TAR ribadisca rapidamente la legittimità della variante, togliendo il settore dall’incertezza normativa. Dall’altro sollecitiamo il Comune di Firenze alla revisione del Regolamento Urbanistico, affinché con una classificazione puntuale degli edifici sia possibile una maggiore articolazione della disciplina edilizia, in grado di attivare davvero i processi di rigenerazione urbana, il positivo riuso dei contenitori dismessi e anche di rendere più semplice l’esecuzione degli interventi minuti”.

“Fratello fiume”, iniziativa alla riscoperta dell’Arno

Oggi, martedì 2 aprile, alla Palazzina Reale è stata ripercorsa la storia del rapporto tra l’Arno e la città di Firenze attraverso fotografie, racconti e l’analisi delle idee pensate negli anni per il recupero e la fruizione di questo spazio pubblico, molte delle quali rimaste non attuate, per capire quello che potrà essere tentato in futuro.

Ricostruire un rapporto di amicizia e fratellanza tra Firenze e il suo fiume, l’Arno, diventato dall’alluvione del 1966 un “nemico” da cui difendersi e difendere il patrimonio storico-artistico. È questo l’obiettivo dell’iniziativa intitolata, non a caso, “Fratello fiume”,  promossa da Ordine e Fondazione Architetti Firenze con il patrocinio del Comune di Firenze e del Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori.

Una giornata in cui viene ripercorsa, attraverso fotografie, racconti e l’analisi dei vari progetti pensati per l’Arno negli ultimi cinquant’anni – molti dei quali rimasti non attuati – la storia del rapporto tra il fiume, la città e i suoi abitanti ed evidenziato il modo in cui questo si è rovesciato nel tempo.

Stamani sono state mostrate immagini dell’Arno di oggi e di ieri, da quando i lungarni non esistevano e i palazzi davano le spalle al fiume a quando lo stesso fiume veniva utilizzato come via di trasporto, da quando sponde e corso d’acqua erano vissuti in maniera corale dai fiorentini ed erano parte integrante delle attività economiche urbane (renaioli, pesca, lavaggio dei panni) a quando – dopo l’alluvione – questi luoghi si “svuotano” e inizia il distacco.

E’ stata analizzata inoltre la massa dei progetti fatti negli anni per il fiume e per il suo possibile ruolo attivo nella città, per il recupero e la fruizione di questo spazio pubblico, attraverso una serie di interventi che – nel corso della mattinata – hanno illustrato le diverse idee che si sono succedute, mettendo in evidenza quello che è stato tentato in passato con progetti poi non attuati, analizzandone le motivazioni, e quello che potrà essere tentato in futuro sulla base anche delle nuove conoscenze.

Così, sono stati esposti e discussi i progetti di utilizzo delle banchine lungo-fiume, di sistemazione degli argini e di navigabilità di alcuni tratti, per verificarne la validità attuale, la possibile ripresa in esame e stimolare una nuova progettualità, in ottica di resilienza ai cambiamenti climatici e guardando anche a quanto avviene in altre città europee.

Sono stati analizzati ad esempio i casi della passerella tra Anconella-Albereta e Bellariva, del percorso ciclabile dalla fonte alla foce dell’Arno, della navigabilità fino ai Renai, del progetto Riva di arte pubblica per un parco fluviale e della Rari Nantes, fino al ponte temporaneo pensato dall’architetto Claudio Nardi e al progetto firmato dagli architetti Richard Rogers e Claudio Cantella, che è stato raccontato proprio da quest’ultimo.

“Mostriamo tutte queste idee e progetti non solo e non tanto per guardare indietro, quanto per evidenziare la quantità di risorse creative che sono state investite su questo tema e capire cosa possiamo fare in futuro – spiega Egidio Raimondi, consigliere dell’Ordine degli Architetti di Firenze, referente della commissione Das (Dibattito Architettura Sostenibile) dello stesso Ordine che ha curato l’organizzazione dell’evento e membro del Gruppo Operativo Sostenibilità ed Energia presso il Consiglio Nazionale degli Architetti – l’Arno nel tempo si è trasformato in una scenografia, in un luogo dove farsi selfie al tramonto, noi vogliamo proporre azioni per farlo tornare scenario. Non avere un rapporto vero e vissuto con il fiume è un’occasione persa per la città, perché il fiume rappresenta una ricchezza, deve diventare un elemento di rigenerazione urbana.
Vogliamo andare oltre l’approccio idrogeologico e la messa in sicurezza, che rimangono indispensabili, ma da architetti dobbiamo avere un approccio diverso, progettuale, capire quali sono la sua identità e le sue potenzialità. Dobbiamo pensare a quello che studierebbe oggi Leonardo se fosse ancora vivo e ripartire da qua, per tornare a essere fratelli del fiume e non nemici”.

“L’Arno è uno spazio pubblico, è dei fiorentini e deve tornare a esserlo in pieno – conclude Raimondi – magari non facendoci il bagno o lavandoci i panni come accadeva in passato, ma stabilendoci un rapporto nuovo, di fruizione vera e non soltanto contemplativo”.

Dopo gli interventi della mattina, nel pomeriggio si terrà una tavola rotonda nella quale verranno analizzati e discussi gli elementi emersi, a cui parteciperanno l’assessore all’ambiente del Comune di Firenze, il presidente del consiglio regionale, Giorgio Valentino Federici del Coordinamento Firenze 2016, il presidente del Consorzio di bonifica Medio Valdarno, Antonio Capestro del Cisdu (Centro Internazionale di Studi sul Disegno Urbano) Università di Firenze oltre a esponenti delle attività sportive, ricreative, stagionali e storiche sul fiume.

La giornata in programma il 2 aprile alla Palazzina Reale sul rapporto tra l’Arno e Firenze vuol essere il punto di partenza di un dibattito permanente sulle opportunità progettuali offerte dai fiumi alle città che attraversano, considerandoli come elementi strategici per il progetto urbano, da replicare poi anche in altre città.

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