Dal 4 al 13 settembre al via la Festa dell’Unità al Mandela Forum

Sarà all’insegna dell’ambiente e plastic free la Festa dell’Unità di Firenze, quest’anno anche regionale, in programma al Mandela Forum dal 4 al 13 settembre.

Il programma dei dibattiti serali della Festa dell’Unità 2019, con alcuni dei big nazionali del partito, a partire dal segretario Nicola Zingaretti, ha subito dei ritardi a seguito della crisi di governo. Alcune date sono già definite, altre saranno aggiunte nelle prossime ore, a partire da quella di Zingaretti, alla luce del calendario degli impegni nazionali, parlamentari e di partito.

Intitolata ‘La Toscana più bella… L’inizio di una nuova era’, la festa torna al Mandela luogo storico degli anni Novanta. L’inaugurazione, stasera 4 settembre, con i segretari regionale, metropolitano e fiorentino, Simona Bonafè, Marco Recati e Massimiliano Piccioli. Già completo il programma dei dibattiti del pomeriggio alle 18.30 dedicati ai temi regionali anche in vista delle elezioni 2020.

Già in calendario i dibattiti con Marco Minniti (6/9), Dario Nardella (8/9), Andrea Marcucci (9/9), il presidente della regione Enrico Rossi (10/9), e Maria Elena Boschi (12/9). Giovedì 5 ci sarà la vicegruppo regionale del Pd, Monia Monni e l’assessore al Comune di Firenze Alessia Bettini. Sabato 7 alle 18,30 sarà la volta di Sara Funaro e la senatrice Valeria Fedeli. Mercoledì 11, nello stesso orario delle 18,30, Stefania Saccardi e Federico Gelli. La festa si chiuderà venerdì 13 con il Presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani.

Dopo i dibattiti previsti momenti di intrattenimento, ogni sera, con cabaret e musica dal vivo.

Governo: Nardella, capirne sviluppo, poi valutazioni Regioni

“Non si può escludere che quello che si sta configurando a livello nazionale si possa replicare a livello locale. Ma si deve fare un passo alla volta, prima capire come si svilupperà questo nuovo governo e poi eventualmente tornare a lavorare sui livelli regionali“. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, ospite della trasmissione ‘Omnibus’ su La7, rispondendo ad una domanda sulle prospettive regionali di un governo Pd-M5s.

“Tutto si gioca sui temi”, ha continuato Nardella citando la “questione della riforma delle autonomie, uno degli aspetti su cui si è consumato uno degli strappi più profondi tra Lega e M5s”. “Proprio perché – ha detto Nardella – oggi si dice che il governo Conte-bis sarà tanto più forte e solido quanto più ci sarà chiarezza sui punti, credo ad esempio che tra Pd e M5s ci sia forte convergenza su un modello di riforma delle autonomie che guardi più ai sindaci e ai Comuni. Per questo dico che è fondamentale non solo la composizione dei nomi dei ministri ma anche l’accordo di governo. Il governo gialloverde è finito non tanto sulle incompatibilità personali ma sui nodi e sui punti di merito, sulle cose da fare”.

“Sono rimasto un po’ sorpreso per questa decisione cosi’ radicale e netta”, è questo il commento del sindaco del capoluogo toscano in riferimento alla decisione di Carlo Calenda di lasciare il Partito Democratico. “Appena due mesi fa – continua Nardella – è stato eletto al Parlamento europeo coi voti del Pd e degli elettori del Pd. Detto questo ognuno e’ libero di fare cio’ che ritiene, io penso che oggi il punto non sia la scelta di Calenda, quanto la tenuta di tutto il Pd”.

Infine, il primo cittadino di Firenze ha voluto sottolineare che “Zingaretti esce rafforzato, a lui riconosco l’abilita’ di aver portato avanti un negoziato difficile”.

Zingaretti: per le elezioni regionali possibili nuove alleanze

“Davanti a noi abbiamo elezioni difficili in Regioni diverse. L’Umbria tra poche settimane, poi Calabria, Veneto, la Toscana e l’Emilia Romagna. Appuntamenti fondamentali che dovremo affrontare stringendoci accanto a chi li combatterà in prima fila” ha dichiarato il segretario Nicola Zingaretti alla Direzione del Pd.

Secondo il segretario del Partito Democratico bisogna fare uno sforzo per costruire in tutte queste realtà un’offerta politica e programmatica che sia più credibile. Il piano delle alleanze è cruciale per definire il nuovo quadro politico ideato dalla nuova segreteria del Pd. Rimane però un punto fermo: “Andranno verificate e costruite sempre sul primato dei valori e programmi condivisi”, conclude Zingaretti.

Tavolo con sindaci: Nardella chiede coinvolgimento, Zingaretti risponde

Il sindaco di Firenze si chiede perché, in questo momento delicato per la politica nazionale, il segretario del Partito Democratico non abbia interpellato gli amministratori locali ai tavoli di programma. Zingaretti li convoca.

Attraverso il suo profilo Twitter, Nardella esprime il suo disappunto: “Il mio partito dimentica i propri presidenti di Regione, sindaci e presidenti di Provincia ai tavoli di programma. Credo che il Pd abbia smarrito il rapporto con il territorio e chi lo governa. Anche stavolta in un momento così delicato perde l’occasione. Buon lavoro…”.

Il sindaco del capoluogo toscano non fa nessun riferimento alla trattativa sul governo condotta da Zingaretti per il Pd ma chiede maggiore coinvolgimento di chi sta nei territori nella fase programmatica.

Non si fa attendere la risposta del segretario del Pd annunciando, con un tweet e anche in conferenza stampa,  che il lavoro dei tavoli, da oggi, proseguirà con gli amministratori locali e, aggiunge, “speriamo anche con soggetti dell’associazionismo”.

“Apprezzo molto il fatto che Zingaretti – scrive su Twitter Nardella – abbia raccolto le considerazioni mie e di altri colleghi. I sindaci e i presidenti di Regione non possono che essere un valore aggiunto e unificante in un momento così delicato”. Polemica, quindi, smorzata sul nascere dal segretario del partito.

Il prossimo incontro con i sindaci del Pd e civici è previsto il 28 Settembre a Livorno; non saranno presenti solo amministratori locali ma anche Arturo Galansino, l’architetto Stefano Boeri, lo scienziato Stefano Mancuso.

Pd: audio Renzi ad allievi, Gentiloni vuol far saltare intesa

Paolo Gentiloni ha tentato di far deragliare la trattativa Pd-M5S, “passando a due giornali uno spin con una triplice richiesta di abiura ai cinquestelle”: è l’accusa al presidente dem di Matteo Renzi, durante una lezione a porte chiuse ieri agli allievi della sua scuola di politica in Garfagnana, in un audio online oggi sulle due testate citate dal senatore, Repubblica e Huffington Post.

Nella registrazione, avvenuta durante la sessione pomeridiana e prima della dichiarazione di Luigi Di Maio al Quirinale, Renzi dice anche “come uno spin fa saltare tutto, non è detto che il Pd arrivi tutto insieme alle elezioni”. “Fino alle ore 13 hanno detto ‘se oggi Di Maio viene su e dice ‘va bene, ci stiamo a parlare’, lascerò 5-6 giorni per poter verificare se questo accordo sta in piedi o no’ – dice Renzi -. E qui si è inserito uno ‘spin’, un pezzo di narrazione: due testate online, la Repubblica e Huffington Post, interessante notare che appartengono allo stesso editore, riportavano uno spin, che hanno individuato proveniente dal Nazareno, in realtà hanno un nome e un cognome, Paolo Gentiloni, per gli addetti ai lavori, poi ovviamente all’esterno non sarà così, è Paolo che ha fatto passare questo messaggio, una triplice richiesta di abiura ai cinquestelle”.

“‘Ci mettiamo a sedere solo se voi ritirate subito il decreto sicurezza bis’ – così Renzi sintetizza per i ragazzi -, che peraltro era nell’aria nella trattativa tra di noi, la legge di bilancio – il che è assolutamente logico -, ma soprattutto il taglio dei parlamentari. M5S dicono ‘noi ci stiamo se ci garantite di andare almeno al referendum sul taglio dei parlamentari’. L’ala trattativista guidata da Dario Franceschini ha detto ‘a noi va bene se ci garantite dei contrappesi” riguardanti la legge elettorale.

“Il modo con il quale lo spin è stato passato è un modo finalizzato a far saltare tutto – commenta Renzi -. E qui è una bellissima lezione di politica applicata: Gentiloni oggi era al Colle, ma non ha aperto bocca, non ha detto nella sede ufficiale quello che pensava o secondo lui andava fatto, ma lo ha detto tramite i giornali. A quel punto la parte del M5S che vuol far saltare la trattativa, guidata da Di Battista e Paragone, ha detto ‘Zingaretti è Giuda’. E in questo rilancio ovviamente il messaggio è ‘noi andremo alle 5 a Mattarella a dire mai con il Pd'”.

“Io sto facendo la cronaca come fossi un passante”, afferma il senatore di fronte agli allievi. Poi aggiunge: “Come uno spin fa saltare tutto, non è detto che il Pd arrivi tutto insieme alle elezioni (qui ferma un accenno di applauso, ndr), Una vicenda piccolina, non come la lezione sul Macchiavelli che avete avuto oggi, ma insomma evitiamo di ‘ingaglioffirci’ anche noi”.

Governo: Rossi, Conte tardivo e Pd non è finito nel tranello

“A mio parere, che il criptofascismo di Salvini sia stato denunciato in modo tanto chiaro, anche se tardivo da Conte, e che il Pd però non sia cascato nel tranello e non intenda sostenere un Conte bis, sono due buone notizie. Anzi ottime e per oggi mi accontento”.

Sono queste le parole del presidente della Toscana, Enrico Rossi, che ieri sera ha pubblicato un post sul suo account Facebook per esprimere le sue impressioni su ciò che era accaduto in Senato il giorno stesso. Rossi, commentando la seduta ha premesso che “Conte ha difeso l’azione del suo governo e, mentre era ancora seduto accanto a lui, ha accusato pesantemente Salvini: ‘Hai perseguito interessi personali e di partito’, ‘Non hai cultura delle regole’, ‘Mi preoccupa la tua concezione del potere’, ‘Incosciente uso di simboli religiosi'”. “Zingaretti – ha pure chiosato Rossi – ha replicato bene, allontanando le ipotesi di un Conte bis: ‘Non si autoassolva. Dov’era in questi 15 mesi?'”

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