Zingaretti torna in Toscana. Oggi sarà a Firenze

Il governatore del Lazio candidato alla segreteria del PD sarà  alle 21 al Teatro di Rifredi. In suo sostegno, tra gli altri, la deputata  Rosa Maria Di Giorgi, le consigliere regionali Bugetti e Nardini, il sindaco di Campi E.Fossi, quello di Lucca A.Tambellini,  e gli assessori  regionali Bugli e Ceccarelli.

Zingaretti è intervenuto sui temi di maggiore attualità politica. “Matteo Salvini e l’intero Governo avevano promesso di ridurre le accise sui carburanti. Cio’ non e’ avvenuto, nonostante il prezzo del petrolio sia precipitato: solo 2 mesi fa un barile veniva venduto a 75 dollari, oggi a circa 50. Una riduzione di circa un terzo. Ma adesso, addirittura, il Governo ha proposto con un emendamento alla manovra di confermare l’accisa aggiuntiva per i cittadini della Liguria per finanziare la ricostruzione del Ponte Morandi. Questo e’ il Governo delle bugie anche sulla benzina, che mette le mani nelle tasche dei cittadini. Ma quale Robin Hood, qui siamo in presenza di uno sceriffo di Nottingham”. ha detto il governatore del Lazio.

Che ha anche affrontato la questione del decreto Sicurezza, trasformato in legge proprio oggi. “Il decreto sicurezza produrra’ effetti devastanti su migliaia di esseri umani, spesso in condizioni di assoluta fragilita’, ma avra’ una fortissima ricaduta negativa anche sui Comuni e sulle Regioni, generando maggiori costi e rischi. Ridimensionare drasticamente il sistema degli Sprar, escluderne i richiedenti asilo, e riversare sulle strade migliaia di persone senza piu’ diritti e fuori da un sistema di servizi sociosanitari non e’ solo immorale, ma e’ un fattore grave di debolezza e pericolo per l’intera comunita’. Il decreto sicurezza generera’ caos, emarginazione, uno stato di emergenza permanente”.

“Ho scelto di sostenere Nicola Zingaretti al Congresso del Partito Democratico -dichiara la deputata Di Giorgi-  perché credo che rappresenti quel soffio di aria nuova di cui abbiamo bisogno. Il nostro Partito attraversa un momento difficile, ha perso il referendum costituzionale, le amministrative, le elezioni politiche, alcune elezioni regionali… Io ho sostenuto, come sapete, l’attuale gruppo dirigente, ma ora, pur senza rinnegare le scelte dei Governi Renzi e Gentiloni, che ho votato, credo che sia necessario prendere atto della domanda di cambiamento che emerge tra i nostri iscritti e tra coloro che testardamente ancora pensano che siamo noi il presidio della democrazia nel nostro paese e che l’Italia ha bisogno del PartitoDemocratico”.

Uccide ladro: Zingaretti, ‘difendetevi da soli’non è soluzione

“I cittadini devono pretendere che lo Stato si occupi della loro sicurezza” sono le parole del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti riguardo all’omicidio del rapinatore da parte del gommista Fredy Pacini

“Le forze dell’ordine sono degli eroi e fanno di tutto, ma la soluzione non può essere quella di dire alle persone ‘difendetevi da soli’. Deve esserci la pretesa da parte dei cittadini che sia lo Stato a difenderci e quindi, se c’è bisogno di sicurezza urbana, lo Stato la rafforzi perché, ripeto, non è accettabile che una persona sia così alla mercé dell’insicurezza. E’ anche sbagliato il messaggio di dire ‘noi non ce la facciamo, compratevi una pistola e pensateci voi'”. Così il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, commenta l’uccisione di un rapinatore da parte di un gommista a margine della conferenza dei servizi al Viminale sull’assegnazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

“Credo che il ministro dell’Interno, quando si scopre che un imprenditore ha subito trentotto rapine in una piccola città come Arezzo – ha continuato – dovrebbe immediatamente prendere la macchina, andare lì e capire come una cosa del genere possa avvenire e come, grazie alla collaborazione dello Stato, questo non accada mai più a nessun imprenditore che possa essere rapinato trentotto volte di seguito. A questo serve il ministro dell’Interno”.

Sull’argomento è intervenuto anche Giuseppe Civati, fondatore di Possibile: “La strumentalizzazione di quanto accaduto a Monte San Savino, ad Arezzo, è intollerabile. Perché si tratta di una doppia tragedia: per la vittima e per l’uomo che ha sparato. Il ministro dell’Interno Salvini è tenuto a garantire la sicurezza dei cittadini, non a fare le sfilate in seguito a fatti terribili. La riforma della legittima difesa, richiesta dalle destre, poco c’entra con la lotta alla criminalità. Per quello servono politiche serie, non le felpe e i tweet pieni di propaganda”.

“Non si può più accettare – aggiunge Civati – che chi guida il Viminale abbia questo comportamento. Piuttosto inizi a fare il proprio lavoro: aumentare il livello di sicurezza. Un cittadino che spara è sempre una sconfitta per lo Stato. Ed è una grande sconfitta per il ministro che deve provvedere a tutelare gli italiani”.

“Non è possibile che il ministro degli Interni invece di mandare la polizia a prendere i ladri esulta se qualcuno spara ai ladri: questo significa il fallimento dello Stato”. Lo ha detto Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e neo presidente di Legautonomie: è stato eletto oggi a Viareggio (Lucca) dove fino a domani è in programma il congresso dell’associazione delle autonomie locali.

“Allo stesso tempo non è possibile che scarichi sui sindaci le contraddizioni della sua propaganda – ha proseguito Ricci -: nei prossimi giorni e nelle prossime settimane grazie al decreto insicurezza avremmo più persone senza diritti, senza controlli, persone meno integrate il che renderà le nostre città assolutamente meno sicure. Per questo serve una reazione pragmatica ma anche culturale”.

“In Italia fino adesso c’è stato troppo lassismo nei confronti degli aggressori e di chi entra nelle nostre case”. Lo ha detto il ministro per la Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, in un’intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche della Cei.

“C’è stata la tendenza – ha aggiunto la Bongiorno – ad essere sempre attenti al tema della difesa. Sono contrarissima all’attuale legge sulla legittima difesa perché pretende che il soggetto aggredito debba fare una sorta d’indagine prima di poter reagire, cioè deve vedere se c’è un imminente pericolo. Quindi di notte una persona che sente dei passi in casa dovrebbe scrutare tutte le stanze e capire in che posizione sia l’aggressore. Questo è impensabile. È chiaro che tutto questo porta alcune persone a pensare che in Italia ci sia terreno fertile per rubare e fare rapine”.

“Credo sia necessario – ha sottolineato la Bongiorno – creare una legge chiara in cui tutelare l’aggredito e non l’aggressore. Con questa misura diamo anche un messaggio chiaro a tutti coloro che pensano di venire in Italia indisturbati, entrare in casa altrui e compiere 38 furti come è accaduto ad Arezzo. Il principio è che sbaglia chi entra nella casa altrui. Chiunque dunque entra in casa di altri per rubare, violentare e uccidere deve accettare le conseguenze. Spero nei primi mesi del 2019 che questa nuova norma possa diventare legge”.

Di Giorgi: “Con Zingaretti per ridare forza al PD” 

La deputata fiorentina su FB: “Ho sostenuto l’attuale gruppo dirigente, ma ora, pur senza rinnegare le scelte dei Governi Renzi e Gentiloni, che ho votato, credo che sia necessario prendere atto della domanda di cambiamento che emerge tra i nostri iscritti e tra coloro che testardamente ancora pensano che siamo noi il presidio della democrazia nel nostro paese e che l’Italia ha bisogno del Partito Democratico

“Ho scelto di sostenere Nicola Zingaretti al Congresso del Partito Democratico perché credo che rappresenti quel soffio di aria nuova di cui abbiamo bisogno. Il nostro Partito attraversa un momento difficile, ha perso il referendum costituzionale, le amministrative, le elezioni politiche, alcune elezioni regionali… Io ho sostenuto, come sapete, l’attuale gruppo dirigente, ma ora, pur senza rinnegare le scelte dei Governi Renzi e Gentiloni, che ho votato, credo che sia necessario prendere atto della domanda di cambiamento che emerge tra i nostri iscritti e tra coloro che testardamente ancora pensano che siamo noi il presidio della democrazia nel nostro paese e che l’Italia ha bisogno del PartitoDemocratico.
Un Pd diverso, un Pd che creda in se stesso, un Pd che orgogliosamente ritrovi la sua strada, quella strada smarrita, quell’identità che tanti di noi vogliono che si riaffermi. Siamo il partito dell’innovazione, dello sviluppo, della scienza, della valorizzazione della scuola, dell’Università e della ricerca, del lavoro, ma anche dell’umanità, della giustizia sociale. Siamo il partito che crede nell’Europa, un’Europa che deve anch’essa cambiare, ma non con le parole d’ordine del governo giallo-verde, orientate allo sfascio, ma con scelte responsabili e condivise degne della nostra posizione di paese fondatore, nonché di terza economia dell’area euro. Chi ci governa ci ha costretti intanto in una posizione di subalternità, siamo dietro la lavagna, mentre meriteremmo di essere leader nella svolta, necessaria, per un cambiamento positivo verso il futuro. È su questa discontinuità responsabile che potremo cambiare volto ad un Europa che è geograficamente e culturalmente la nostra casa, contro i muri di ogni sorta e contro ogni nazionalismo becero e antistorico.
Siamo il partito che può rivendicare mille battaglie sui diritti. I diritti di tutti, dei bambini, dei giovani, delle donne, degli anziani. Vogliamo servizi adeguati in ogni regione d’Italia, in ogni comune, in ogni borgo. Ho ascoltato Zingaretti in questi mesi ed è stato naturale per me sostenerlo, perché si impegna su questi fronti, perché ama sinceramente il Partito Democratico e vuole farlo crescere di nuovo, trasformandolo in una forza che sia ancora in grado di vincere e di governare l’Italia.
Zingaretti è l’uomo che può mettere insieme sensibilità ed esperienze diverse, ripartendo proprio da tutti coloro che erano con noi quando facemmo nascere il Partito Democratico. Nicola Zingaretti è un uomo molto competente, ma semplice, determinato e inclusivo, ha una grande esperienza amministrativa in Provincia e in Regione, è a contatto da sempre con i problemi delle persone, con le marginalità, ma anche con il mondo produttivo, con l’economia di una parte importante d’Italia, attento ai temi dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, della sanità e dei servizi, quei servizi e quella sanità che il governo Salvini DiMaio non sarà più in grado di garantire con i tagli alle Regioni che si prospettano. Nicola Zingaretti può essere credibile davanti all’Italia del centrosinistra. l’Italia delle persone semplici e rispettose della legalità, del vivere civile, portatori di solidarietà e competenze.
Un’Italia che esiste ma non ci ha votato, si è rivolta altrove o è stata a casa masticando amaro. Per loro e con loro dobbiamo saper cambiare rimanendo fedeli ai nostri valori e all’impegno per il bene comune”. E’ la nota postata sul suo profilo dall’On. Pd Rosa Maria Di Giorgi.

Zingaretti, “Renzi è stato leader, ora spinga con altri”

Firenze, il governatore del Lazio e candidato alla segreteria del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, ha incontrato i suoi giovani sostenitori al coworking 91C di via Corridoni, parlando poi coi cronisti, a margine dell’evento, ha rilasciato alcuni commenti sulla situazione politica nazionale.

“Io penso che Renzi sia stato un leader, e penso che per tutti sia un bene immaginarsi a volte nella propria vita come guida e a volte, io dico sempre, scoprire anche l’ebbrezza di spingere insieme a tanti altri per un’idea, per dei valori, con un progetto politico – ha detto il governatore del Lazio – Io voglio allargare, non voglio escludere, va costruito un Partito Democratico più grande, più aperto, plurale, più ricco, con tante idee, con tante differenze, dove tutti abbiano un ruolo”.

Il tema del congresso, sostiene il governatore del Lazio, “dovrà essere questo: ritornare con coraggio a cambiare, e tornare ad offrire una speranza diversa agli italiani che in parte sono stati conquistati alle elezioni, non c’è niente da dire, da Lega e 5 stelle. Ma bisogna combattere”.

“Se governano male e non ci facciamo trovare pronti arriverà la terza fase del populismo, con la spallata alle istituzioni democratiche – ha detto Zingaretti riferendosi al governo – dopo il 4 marzo c’è stata una difficoltà ad affrontare la sconfitta e si sono fatte avanti due proposte, una liquidazionista, perché la sconfitta era troppo grave, ma per me è un’ipotesi sbagliata perché la frammentazione peggiorerebbe la situazione, e una minimalista da parte di chi diceva che non è successo nulla, ‘aspettiamo che governino male e poi ritorniamo’, altrettanto sbagliata. Dobbiamo fermare questo processo e costruire velocemente un’alternativa. Dobbiamo essere noi a offrire a questo Paese una speranza che al momento non c’è”.

“Hanno sbagliato la manovra, il contratto di governo è finto, fra Lega e M5s – ha sentenziato Zingaretti – ci sono due visioni dell’Italia contrapposta e sono entrambi complici della paura di ammetterlo e vanno avanti. E’ una manovra economica che fa debito, che pagheranno soprattutto i giovani, e anche il deficit di 2,4% non è su investimenti ma è su politiche rivolte a soddisfare programmi elettori, e non sullo sviluppo del Paese. Questo comincia ad essere chiaro ma nei sondaggi aumenta l’area degli indecisi e gli orientamenti di voto danno una situazione di stallo molto pericolosa”.

Per le elezioni europee del 2019 bisogna presentare “una lista del Pd la più aperta e larga possibile, scrivendoci sopra ‘Per un’altra Europa’ per segnare una discontinuità: ne discuteremo, ma il tema non sono i nomi, sono i contenuti della piattaforma – ha detto il governatore del Lazio e candidato alla segreteria del Partito democratico parlando di un’alleanza europea della sinistra – ma se noi andiamo in un mercato e diciamo ‘Signora, c’è un fronte che va da Tsipras a Macron’, che cosa capisce? Niente. Dobbiamo costruire un’alleanza capace di spiegare che c’è una nuova Europa da costruire, e che senza questa Europa politica democratica non ce la faremo: perché purtroppo non si può stare in Europa perché costretti, ma perché convinti, e quindi abbiamo il grande tema politico di costruire un movimento politico che convinca le persone che è importante stare in Europa”.

 

 

Amministrative, Rossi: “Ha perso la sinistra che non è stata sinistra”

“La mia responsabilità è stata non essere riuscito a impedire che Renzi diventasse segretario Pd. Per riconquistare questo popolo abbiamo bisogno di una sinistra socialista”. Lo ha detto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana ed esponente di Liberi e Uguali, ospite di Rainews 24, commentando i risultati delle recenti elezioni amministrative.

“Il Pd è parte del problema della sconfitta della sinistra. Ci sono le condizioni per costruire un’alternativa a questo governo, per batterlo”. Il presidente della Toscana, inoltre, ha fatto capire che un buon interlocutore nel Pd potrebbe essere l”ex ministro Carlo Calenda. “E’ un liberale – ha spiegato Rossi – con taglio decisionista e sensibile alle questioni dei sindacati. E’ diverso da me ma con lui vorrei confrontarmi per costruire un grande schieramento”.

“Ho stima per Zingaretti come collega, sono vicino a lui per sensibilità e cultura politica più a lui che ad altri nel Pd, ma bisognerà vedere di preciso quali saranno i contenuti”. Ha aggiunto Rossi. “Bisogna costruire un partito politico della sinistra, una sinistra robusta anche dal punto di vista identitario, non possiamo fare un piccolo partito che trasforma LeU”. Per far questo, sostiene il governatore toscano, “dobbiamo prendere atto di un fallimento storico del Pd, penso che non sia più un contenitore capace di essere attrattivo, è una forza che si è ristretta nei ceti medio-alti, e per ripartire dobbiamo concepire qualcosa di nuovo con un”identità precisa. Io credo che il socialismo sia l”identità nuova del secolo nuovo”.

Exit mobile version