Monte San Savino, crolla muro medioevale, era “in attesa del nulla osta da parte della Soprintendenza per effettuare lavori”

Monte San Savino, in provincia di Arezzo, le forti piogge che hanno interessato la Valdichiana la settimana scorsa potrebbero essere alla base, ma le cause esatte sono ancora da chiarire, del crollo di parte di un muro medievale.

Il muro in questione si trova nel centro storico di Monte San Savino, e quindi il crollo ha provocato l’interruzione della circolazione in una delle vie principali della cittadina toscana. Il crollo è avvenuto alle ore 5:00 di giovedì mattina lungo via 26 maggio, fortunatamente senza provocare feriti o danni ad auto in sosta.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, il sindaco Gianni Bennati e la comandante della Polizia Municipale Monica Crestini, che hanno provveduto a verificare i danni, mettere in sicurezza la zona e liberare la strada interrotta dal crollo. Predisposto anche un senso di viabilità alternativo per gli scuolabus.

“La famiglia proprietaria dell’immobile – spiega Crestini – da tempo aveva segnalato crepe ed era in attesa del nulla osta da parte della Soprintendenza per effettuare lavori trattandosi di parte di mura storiche”.

Per ironia della sorte iniziare proprio questa mattina i lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza di un tratto di mura medievali a Monte San Savino, gli operai erano già pronti a farlo dal momento che l’autorizzazione della Soprintendenza era arrivata proprio nel pomeriggio di ieri ma, a causa probabilmente delle forti piogge dei giorni scorsi, il tratto di muro è crollato finendo per chiudere anche una parte di via 26 maggio, una delle vie principali del paese.

“Dovevano partire stamani i lavori, la famiglia proprietaria aveva infatti ricevuto il benestare dalla Soprintendenza proprio ieri ma non abbiamo fatto in tempo – conferma l’assessore ai Lavori pubblici, Amulio Liberatori – L’acqua ci ha preceduto, ha fatto gonfiare la terra e il muro è venuto giù. Per fortuna non ci sono state conseguenze, siamo pronti per intervenire. Inizieremo i lavori a partire da domani”.

La strada intanto è stata messa in sicurezza dai vigili del fuoco e dalla polizia municipale che ha provveduto a creare un percorso protetto per gli scuolabus.

Monte San Savino si trova nel versante di ponente della Valdichiana aretina, adagiato su di un monte di fronte alla valle del torrente Esse. Fu borgo etrusco, il cui popolamento si attesta soprattutto a partire dal sec. IV a.C.

Monte San Savino: Uccise ladro e gip archivia inchiesta

L’omicidio del 29enne Vitalie Tonjoc era avvenuto il 28 novembre 2018. L’archiviazione per Fredy Pacini era stata chiesta nel maggio 2019

Il gip di Arezzo Fabio Lombardo, ha archiviato le accuse contestate a Fredy Pacini, il gommista 60enne di Monte San Savino (Arezzo) che il 28 novembre 2018 uccise, sparandogli, Vitalie Tonjoc Mircea, 29 anni, moldavo, entrato nella sua rivendita con altre persone al probabile scopo di rubare. L’archiviazione per Fredy Pacini era stata chiesta dal procuratore di Arezzo Roberto Rossi che ha ereditato l’inchiesta dal pm Andrea Claudiani trasferitosi per altro incarico. “E’ la fine di un incubo” le parole di Pacini riferite dal suo legale Alessandra Cheli.

Il 29enne Vitalie Tonjoc è morto per uno choc emorragico dopo essere stato raggiunto da due proiettili. Uno lo ha colpito vicino a un ginocchio, l’altro è andato più alto, vicino al bacino e non c’è foro di uscita: questo secondo colpo potrebbe aver leso un’arteria, probabilmente la femorale, che ha causato un dissanguamento interno.

“Il mio assistito – ha aggiunto il difensore – è soddisfatto perchè, pur comprendendo la gravità della vicenda, considera importante che il giudice abbia capito come lui, in tale circostanza, non potesse fare diversamente”.

A Pacini, che dormiva nella sua officina dopo aver subito già furti, tentati o riusciti, era stato contestato l’eccesso colposo nella legittima difesa. La procura aveva già chiesto l’archiviazione sostenendo che ricorresse la legittima difesa putativa. Ma a settembre scorso il gip l’aveva respinta chiedendo un supplemento di accertamenti ai termine dei quali l’accusa ha ritenuto non essere emersi nuovi elementi diversi. All’archiviazione del procedimento si era opposta la sorella del 29enne morto.

Maltempo: disagi per forti piogge nell’Aretino e Valdarno

Notte tempestosa nell’Aretino: bombe d’acqua, frane e sottopassi allagati. E’ stato necesasario l’intervento dei vigili del fuoco e alcune strade sono state chiuse. In Valdarno chiuso un sottopasso.

 

 

Notte difficile nell’Aretino a causa della pioggia che si è abbattuta sul territorio.
I vigili del fuoco sono intervenuti a Camucia di Cortona, sempre per allagamenti e disagi. A Monte San Savino 90 millimetri d’acqua hanno provocato la chiusura temporanea di alcune strade.

E problemi legati al maltempo, la scorsa serata, si sono verificati anche in Valdarno, in particolare a Montevarchi, dove è rimasto allagato il sottopasso della stazione ferroviaria. Danni al settore agricolo sono stati causati dallo straripamento del torrente Mucchia che ha causato ingenti danni a un’azienda agricola della frazione di Monsigliolo nel cortonese.

L’ondata di maltempo e il conseguente codice giallo emesso ieri dalla protezione civile, si protrarranno almeno durante tutta la giornata di oggi.

Uccise ladro a Monte San Savino: Procura chiede archiviazione

La procura di Arezzo ha depositato stamani la richiesta di archiviazione per Fredy Pacini, il gommista di 57 anni di Monte San Savino (Arezzo) che il 28 novembre sparò alcuni colpi di fucile uccidendo Mircea Vitalie, 29 anni, che si era introdotto nella sua rivendita di gomme e biciclette probabilmente per rubare. Il pubblico ministero Andrea Claudiani ha firmato la richiesta di archiviazione per legittima difesa putativa.

La Procura di Arezzo ha chiesto l’archiviazione per Fredy Pacini. “E’ legittima difesa putativa”: è questa la conclusione cui è pervenuto il pm Andrea Claudiani al termine delle indagini sulla morte di Vitalie Mircea, 29 anni, il ladro ucciso il 28 novembre 2018, dopo che era entrato per rubare nel capannone del gommista di Monte San Savino (Ar). Non c’è stato bisogno di ricorrere alla nuova legge sulla legittima difesa: il magistrato ha applicato la scriminante ispirandosi al vecchio articolo del codice penale. In sostanza, il pm ha ritenuto che pur in assenza di una reale aggressione alla persona, Pacini abbia agito in modo non perseguibile penalmente, per tutelare la sua incolumità.

Secondo il pm, Fredy Pacini riteneva di essere in una situazione di effettivo pericolo, tale da affrontare anche con gli spari. Adesso dovrà essere il Gip del Tribunale ad accogliere o meno la tesi del pubblico ministero. Lo scorso 9 maggio Fredy Pacini, accompagnato dall’avvocato difensore Alessandra Cheli, è stato ascoltato dal pm Claudiani nell’interrogatorio che ha chiuso le indagini. Determinante per la richiesta di archiviazione anche la perizia balistica con il manichino per ricostruire l’accaduto.

Nel primo interrogatorio davanti al pm, subito dopo i fatti, Pacini si era avvalso della facoltà di non rispondere anche perché gli inquirenti avevano riscontrato un’incongruenza tra quanto aveva raccontato il gommista ai carabinieri, cioè che aveva sparato dall’alto verso il basso, dal soppalco del magazzino verso il piano terra in cui era penetrato il moldavo, e quanto stabilito invece dall’autopsia, secondo cui il proiettile era penetrato nella coscia dell’intruso dal basso verso l’alto. Adesso che la perizia balistica, svolta dal consulente tecnico d’ufficio Paride Minervini, l’esperto incaricato dal pm Claudiani, ha confermato di fatto la versione di Pacini, dimostrando che quel colpo fu sparato dall’alto, ma raggiunse il giovane mentre si trovava a terra, per essere scivolato sui vetri infranti della porta d’ingresso che era stata forzata, quindi con le gambe verso l’alto, e che dimostrerebbe che la reazione sarebbe compatibile con la legittima difesa, l’artigiano ha chiesto di essere ascoltato per fornire nel dettaglio la sua versione dei fatti.

Secondo ricostruzione dell’accaduto, avvalorata anche dalla perizia balistica, la notte del 28 novembre Pacini si trovava a dormire in ditta, in via della Costituzione, nella zona industriale di Monte San Savino, cosa che accadeva da tempo perché, esasperato dai furti che negli anni aveva subito, riteneva così di poter difendere la sua proprietà, tenendo a porta di mano una pistola Glock. Poco dopo le 3 venne svegliato di soprassalto dal rumore dei vetri di una finestra del capannone che venivano infranti con una mazza. Dal soppalco del magazzino, dove si trovava la stanza in cui dormiva, stringendo in pugno la sua pistola, intravide due persone che erano entrate nel capannone e sparò cinque colpi verso il basso: tre finirono contro il portone dell’officina, uno raggiunse il moldavo a un ginocchio e un altro lo colpì alla coscia, recidendogli l’arteria femorale e causandogli lo choc emorragico che ne determinò la morte.

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini si è espresso sulla quesione: “Ogni tanto una bella notizia!!! – si legge dal suo tweet – Ho appena chiamato Fredy Pacini per felicitarmi e ribadirgli che eravamo, siamo e saremo sempre al suo fianco, sempre dalla parte del diritto alla legittima difesa!”.

Uccide ladro: pm affida a Minervini perizia traiettoria colpi

Minervini è noto per aver lavorato in casi importanti come l’omicidio di Gabriele Sandri ad opera del poliziotto Luigi Spaccarotella, quello di Nicola Calipari in Iraq e della giornalista Ilaria Alpi in Somalia. Dal 2007 è consulente tecnico della Commissione del Senato della Repubblica Italiana per l’uranio impoverito e per il caso della Moby Prince. A Minervini è stato affidato anche il caso del proiettile recentemente scoperto per uno dei delitti del mostro di Firenze.

E’ Paride Minervini, senese, maggiore dei paracadutisti, il perito scelto dal pm Andrea Claudiani per la perizia balistica nell’ambito dell’inchiesta per la morte del 29enne moldavo Mircea Vitalie, raggiunto da due colpi di pistola esplosi dall’imprenditore 57enne di Monte San Savino (Arezzo) Fredy Pacini che lo aveva sorpreso all’interno della sua azienda con un complice.

La perizia, affidata oggi, dovrà stabilire la traiettoria dei proiettili.

La perizia balistica potrebbe rivestire un ruolo decisivo nella vicenda dell’imprenditore che da quattro anni dormiva nella sua officina visitata svariate volte dai ladri, attualmente indagato per eccesso di legittima difesa. Pacini è assistito dagli avvocati Giacomo Chiuchini e Alessandra Cheli.

Uccide ladro, pm: perizia su traccia rossastra in officina

La traccia, rilevata durante rilievi scientifici, potrebbe essere stata prodotta dallo sfregamento di un proiettile ma potrebbe anche essere il segno di un attrezzo da lavoro del gommista.

Sarà disposto un accertamento peritale sulla traccia, o meglio, sui segni, una macchia rossastra, tipo graffi, forse tracce di rame, presenti sul pavimento dell’officina di Fredy Pacini. Il 57/enne di Monte San Savino che il 28 novembre scorso ha ucciso con due colpi di pistola il moldavo Mircea Vitalie, che con la complicità di almeno una seconda persona, era entrato nella sua rivendita di gomme e bici a Monte San Savino (Arezzo).

La perizia potrebbe assumere importanza anche per accertare la traiettoria dello sparo cioè per valutare se il proiettile, sparato da Pacini dal piano superiore del capannone dentro l’officina in direzione del ladro, sia rimbalzato da terra colpendo il moldavo alla parte alta di una gamba in modo tale da lesionare un’arteria femorale e così causandogli l’emorragia interna per cui è morto. L’area della traccia da sabato scorso è stata isolata e sotto sequestro.

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