Monte san Savino: morte ladro per choc emorragico mentre scappava

E’ morto per uno choc emorragico mentre scappava l’uomo ucciso a Monte San Savino (Arezzo), durante un tentativo di furto in piena notte nell’azienda di Fredy Pacini, l’uomo che difendendo la sua ditta, gli ha sparato.

E’ uno dei primi risultati emersi dall’autopsia che si è conclusa verso le 15.30 all’obitorio di Arezzo. Secondo quanto si apprende, il 29enne Vitalie Tonjoc è stato raggiunto da due proiettili. Uno lo ha colpito vicino a un ginocchio, l’altro è andato più alto, vicino al bacino e non c’è foro di uscita: questo secondo colpo potrebbe aver leso un’arteria, probabilmente la femorale, che ha causato un dissanguamento interno.

I carabinieri di Arezzo nei loro accertamenti hanno scoperto che il moldavo Vitalie Tonjoc, 29 anni, ucciso a Monte San Savino (Arezzo) dal commerciante Fredy Pacini ha numerosi precedenti per furti in Italia e che su di lui gravava un’ordine di carcerazione della procura di Milano.
E’ quanto si apprende da fonti ad Arezzo. Inoltre è emerso che il passaporto usato per rientrare in Italia il settembre scorso riporta accanto al suo nome il cognome della moglie, cosa che in Moldavia è possibile fare e che gli consentiva di non essere identificato in caso di eventuali controlli.

Continuano intanto le ricerche da parte dei carabinieri del complice del moldavo, che dopo essersi introdotto nel capannone di via della Costituzione è scappato riuscendo a far perdere le proprie tracce.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, infatti, erano almeno due le persone entrate intorno alle 4 di notte nel perimetro dell’azienda di Pacini. All’interno del capannone sarebbe poi riuscito a entrare uno solo, il 29enne. Si cerca anche l’auto con cui i due erano arrivati sul posto: per questo potrebbero tornare utili alcune telecamere della zona. Nell’azienda di Pacini i carabinieri hanno sequestrato il piccone usato per rompere un vetro dell’ingresso e la pistola con cui il commerciante ha sparato, un’arma regolarmente detenuta.

In serata il commerciante toscano, 57 anni, è comparso in procura per essere interrogato dal pm Andrea Claudiani, ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. A riferirlo i suoi legali all’uscita dal Palazzo di giustizia di Arezzo, i quali hanno spiegato che aspetteranno la relazione sul’autopsia, attesa tra 60 giorni, e che hanno chiesto al pm di effettuare un sopralluogo alla ditta di Pacini, a Monte San Savino. Fredy Pacini era visibilmente sconvolto ed è scoppiato in lacrime davanti al pm“Pacini ha realizzato di aver ucciso un uomo di 29 anni ed era sconvolto”, si riporta da fonti vicine all’inchiesta.

“Fredy Pacini sta vivendo in modo traumatico quanto è successo”, hanno detto i suoi difensori Giacomo Chiuchini e Alessandra Cheli al termine dell’ interrogatorio: “finora è stato molto forte ma quando si è trovato davanti al pubblico ministero ha rivissuto quel momento tragico perché dobbiamo ricordarci che la morte di una persona è la prima cosa che è avvenuta. Quindi tristezza e rammarico per quello che è successo”.
Il commerciante dopo che si è avvalso di non rispondere dal pm è stato fatto uscire da un ingresso secondario del palazzo di giustizia di Arezzo per evitare di incontrare giornalisti e telecamere assiepati all’abituale ingresso all’edificio.

Intanto, sono in corso anche verifiche sui precedenti furti o tentati furti, subiti dalla ditta di Pacini. Il gommista ha parlato di ben 38 episodi, ma ai carabinieri risultano solo sei denunce.
Infine, ci sono accertamenti anche su tentativi di furto che negli stessi momenti in cui Fredy Pacini ha ucciso il 29enne si sarebbero verificati nei pressi di un gruppo di case non distanti dall’azienda del gommista.

Uccide ladro: proseguono ricerche complice, domani autopsia e interrogatorio

Si terrà domani, 30 novembre,  l’autopsia di  Vitalie Tonjoc. Lo stesso giorno il pm Andrea Claudiani interrogherà Pacini, al momento indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Continuano intanto le ricerche da parte dei carabinieri del complice del moldavo, che dopo essersi introdotto nel capannone di via della Costituzione è scappato riuscendo a far perdere le proprie tracce.

I carabinieri e le altre forze dell’ordine stanno cercando in tutto l’Aretino il complice del cittadino moldavo di 29 anni rimasto ucciso la notte scorsa a Monte San Savino (Arezzo), dopo essere stato ferito a colpi di pistola da Fredy Pacini, proprietario della rimessa di gomme, durante un tentativo di furto.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri erano almeno due le persone entrate intorno alle 4 nel perimetro dell’azienda di Pacini. All’interno del capannone sarebbe poi riuscito a entrare uno solo, il 29enne. Si cerca anche l’auto con cui i due erano arrivati sul posto: per questo potrebbero tornare utili alcune telecamere della zona. Nell’azienda di Pacini i carabinieri hanno sequestrato il piccone usato per rompere un vetro dell’ingresso e la pistola con cui il commerciante ha sparato, un’arma regolarmente detenuta.

In tasca, tra gli effetti personali, il complice aveva soltanto il portafoglio con il passaporto, che ha permesso di identificarlo, e 250 euro in contanti. Accertamenti sono in corso per verificare se abbia fruito di un permesso turistico di 3 mesi. Sul passaporto c’è solo un visto di transito dalla Romania per entrare nell’Unione europea che risale a settembre.

Le indagini sono indirizzate anche a capire se sia stato visto con qualcuno nella sua permanenza in Italia che va da settembre scorso ad ora. Secondo ipotesi investigative in corso di accertamento il 29enne potrebbe far parte di un gruppo di malviventi specializzati in furti improvvisati, razzie non troppo pianificate in case e negozi nelle località di provincia. Si sospetta anche che possa esserci un ‘palo’ in zona.

E’ in corso anche un accurato lavoro sulle celle telefoniche di Monte San Savino. Inoltre ci sono accertamenti anche su tentativi di furto che negli stessi momenti in cui Fredy Pacini ha ucciso il moldavo si sarebbero verificati nei pressi di un gruppo di case non distanti dall’azienda del gommista.

Sono in corso inoltre verifiche sui precedenti furti o tentati furti subiti dalla ditta di Pacini. Il gommista ha parlato di ben 38 episodi, ma ai carabinieri risultano solo sei denunce.

Intanto stamani a Monte San Savino il commerciante ha ripreso il suo posto in ditta anche se, per la prima volta dopo tanto tempo, non ha pernottato all’interno ma da un amico. Secondo quanto si apprende nella cerchia dei conoscenti di Pacini, sarebbe stato piuttosto difficile convincerlo a dormire altrove.

Poi però le persone a lui vicine sono riuscite a far sì che insieme alla moglie non restasse di notte dentro la ditta ma che fosse ospite fuori Comune da un conoscente. Scartata la possibilità che trascorresse la notte nella sua casa nel centro del paese. Viene spiegato ancora che è stato ritenuto più sicuro per lui e i suoi congiunti l’allontanamento da Monte San Savino.

Chi gli è vicino riferisce che Pacini resta ancora molto provato da questa vicenda, serviranno dei giorni per ritrovare un equilibrio. Inoltre la notte scorsa è deceduto il suocero, da alcuni giorni in ospedale. Anche questo fatto ha contribuito a colpire psicologicamente il commerciante e la sua famiglia.

Uccide ladro: su facebook oltre 6mila iscritti per gruppo, “Io sto con Fredy”

Sono già oltre 6mila i membri del gruppo facebook ‘Io sto con Fredy’ creato poche ore fa con lo scopo di “raccogliere ed organizzare iniziative di solidarietà in favore di Fredy Pacini e della sua famiglia” dopo i fatti di Monte San Savino (Arezzo).

Tanti anche i messaggi di sostegno all’imprenditore Fredy Pacini, pubblicati sulla pagina personale di Pacini che nelle scorse settimane aveva condiviso anche un post del ministro dell’Interno con una foto di Salvini che tiene in mano un cartello in cui c’è scritto: ‘Se non vuoi il Crocifisso torna al tuo paese’.

Scorrendo la cronologia, Pacini ha più volte condiviso post di Salvini, ma anche video e notizie di cronaca con protagonisti i migranti. Condiviso anche un post che ritrae la foto di uno scontrino della mensa del Senato con scritto ‘Vergognosi alla mensa del Senato la tagliata di manzo costa 3,41 euro. La gente muore di fame, loro ingrassano’.

Monte S. Savino: Salvini chiama comerciante, che non risponde

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha telefonato al commerciante Fredy Pacini di Monte San Savino che la notte scorsa ha ucciso un ladro nella sua ditta per rappresentargli “la vicinanza delle istituzioni”. Lo ha riferito l’avvocato Alessandra Cheli, uno dei legali che assiste il gommista. “Pacini non se l’è sentita di parlare con il ministro, perchè è troppo scosso. Ha chiamato me perchè lo ricontattassi. Salvini è stato sincero”, ha detto l’avvocato.

L’avvocato Cheli ha spiegato che Matteo Salvini ha telefonato in ditta per cercare Fredy Pacini ma quest’ultimo non se l’è sentita di parlarci e quindi con un sms ha contattato il suo legale perché venisse in azienda a ricontattare lo stesso ministro. Così c’è stata la telefonata fra Salvini e l’avvocato in rappresentanza di Pacini. “Nei prossimi giorni ci piacerebbe che Fredy Pacini potesse parlare con il ministro Salvini, oggi non se la sente, dobbiamo capire che non è di poco conto quello che è accaduto per una persona i cui problemi finora, a parte l’assedio dei ladri, riguardavano la normale vita di tutti i giorni, il lavoro e le attività personali. Teniamo presente che è morta una persona in questo piazzale. Ribadisco che per il mio assistito la prima cosa è il rispetto per le autorità.”

“Fredy Pacini è tranquillo e a posto con la sua coscienza, ma certo c’è stato un morto. Per dirla in toscano non è contento di sicuro”. conclude Cheli.

“Dopo il Decreto Sicurezza, arriverà in Parlamento la nuova legge sulla Legittima Difesa. Io sto con chi si difende, entrare con la violenza in casa o nel negozio altrui, di giorno o di notte, legittima l’aggredito a difendere se stesso e la sua famiglia. La mia solidarietà al commerciante toscano, derubato 38 volte in pochi mesi: conti su di noi!”. Avava affermato questa mattina, il ministro Matteo Salvini.

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente del gruppo M5s in Consiglio regionale, Giacomo Giannarelli, in merito ai fatti di Monte San Savino.

“La vita è sacra e oggi è morta una persona – ha detto Giannarelli -. È stata uccisa durante una violazione di domicilio da un imprenditore che ha subìto 40 furti in pochi anni ed è costretto a vivere nel suo capannone per difendere quello che ha creato con il proprio duro lavoro. Prima di giudicare mettiamoci nei panni di questo imprenditore. C’è un problema sicurezza in tutta la Toscana: lo diciamo da tempo. Ora servono delle risposte”.

“La notizia mi sconvolge e non poco – aggiunge il capodgruppo del M5S -. Sì, perché lo scorso mese incontrai, per caso, proprio il Pacini. Ero a Chiusi (Arezzo) per un incontro con il gruppo locale del Movimento e avevo forato una gomma. Venne in mio soccorso lui, persona gentile e con le mani da lavoratore. Solo dopo l’intervento in officina, scambiando due chiacchiere, scoprii la sua storia”.

“Un racconto incredibile – dice ancora l’esponente M5s -. Mi spiegò che era costretto a dormire da almeno quattro anni nel suo capannone: aveva subìto 38 furti.”

“Allora, tra le altre cose, scrissi: Non possiamo permettere che la nostra regione viva nel terrore della criminalità. È andata così. Senza parole”, conclude Giannarelli.

Arezzo: titolare ditta spara e uccide ladro

E’ accaduto stamani a Monte San Savino. la vittima, un ventinovenne, sarebbe stato raggiunto da 2 colpi di pistola sparati dal titolare dell’azienda, una rivendita di gomme, vicino alla quale è stato soccorso e dove sarebbe entrato per rubare.

Questo è  quanto emerso al momento dalle indagini condotte dai carabinieri. Il titolare della ditta che si trova nella zona industriale di monte San Savino, Arezzo, a tempo aveva l’abitudine di dormire nell’azienda per aver subito molteplici furti, 38 secondo quanto da lui stesso raccontato in tv.

La vittima si chiama  Vitalie Tonjoc ed è di origine moldava. La salma si trova ora all’obitorio dell’ospedale di Arezzo in attesa dell’autopsia. L’uomo, che si trovava in compagnia di un complice,  sarebbe stato ferito all’interno della ditta, quindi si sarebbe  trascinato fuori, accasciandosi poi in mezzo alla strada. I colpi lo avrebbero ferito a un ginocchio e a una coscia: quest’ultimo potrebbe aver colpito l’arteria femorale. Sarebbe stato lo stesso proprietario della rivendita, Fredy Pacini, 57 anni,  a chiamare i carabinieri. Sul posto arrivati anche i sanitari inviati dal 118 e il pm di turno Andrea Claudiani.

Sarebbero cinque i colpi sparati da Pacini con una pistola marca Glock cal.9×21. Tre ogive sono state recuperate dai carabinieri sul piazzale e su un muro esterno al capannone: ci sarebbero finiti dopo aver perforato la porta dell’immobile. Per gli altri due gli investigatori pensano che uno sia rimasto nella gamba del moldavo, l’altro potrebbe essersi conficcato nella porta d’ingresso che lo stesso 29enne avevano scassinato per entrare. Sulla grande porta a vetri che dà accesso alla ditta si notano appunto fori in uscita e un quarto rigonfiamento senza uscita di proiettile, tutti segnalati dai rilievi dei carabinieri. Secondo quanto ricostruito Pacini avrebbe sparato in direzione della porta da dove aveva udito provenire rumori e dove aver notato l’intruso nella sua azienda.

“Aveva subito 38 furti, esasperato dormiva in ditta e si è trattato di legittima difesa dopo un tentativo di furto”. Lo ha detto l’avvocato Alessandra Cheli, legale di Fredy Pacini. Il 29enne è morto nella fuga mentre un complice che probabilmente lo aspettava fuori è riuscito a scappare. Il legale ha mostrato anche il giornale che a marzo scorso aveva pubblicato l’intervista nella quale Pacini raccontava di dormire da 4 anni in ditta a causa dei 38 furti, riusciti o tentati.

Subito dopo l’arrivo dei carabinieri e del pm Andrea Claudiani, Fredy Pacini è stato sentito e verso le dieci è rientrato a casa. Per ora è indagato per eccesso di legittima difesa. “Un imprenditore e un uomo lasciato solo dalle istituzioni” dicono in un bar vicino all’azienda, che si trova in via della Costituzione, nella zona industriale di Monte San Savino. Non è escluso che i ladri, come successo altre volte, volessero le costose bici da corsa di cui Fredy Pacini è rivenditore autorizzato.

“Il fascicolo d’indagine serve anche per accertare se si versi in un caso di legittima difesa.
Se si versa in un caso di legittima difesa lo potremo accertare solo dopo aver fatto le indagini”. Lo ha detto ai microfoni del Tgr Rai della Toscana il procuratore di Arezzo Roberto Rossi
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I carabinieri e le altre forze dell’ordine stanno cercando in tutto l’Aretino il complice del moldavo di 29 anni rimasto ucciso.  Si cerca anche l’auto con cui i due erano arrivati sul posto: per questo potrebbero tornare utili alcune telecamere della zona. Nell’azienda di Pacini i carabinieri hanno sequestrato il piccone usato per rompere un vetro dell’ingresso e la pistola con cui il commerciante ha sparato, un’arma regolarmente detenuta.

Sono 6, dal 2014 a oggi, le denunce per furto consumato o tentato che risultano formalmente presentate ai carabinieri di Cortona da Fredy Pacini. E’ quanto si spiega dall’Arma. Si tratta di due denunce per furti consumati e di quattro denunce per tentati furti. Nel mirino dei ladri in particolare le biciclette sportive che Pacini commercializza nello stesso capannone a fianco del quale vende pneumatici. Bici sportive che, viene fatto notare, hanno un elevato valore e sono facilmente ricettabili.
Nell’ambito degli accertamenti su quanto accaduto stanotte gli investigatori stanno riprendendo in mano anche le vecchie denunce.

“Non tutti i furti o i tentativi di furto sono stati denunciati da Fredy Pacini. Lui ha denunciato i casi più eclatanti fra i molti che lo hanno visto preso di mira dai ladri”. ha confermato l’avvocato Cheli. Il legale ha fatto capire che Pacini non ha sporto denuncia nei casi di sparizione di singoli beni, come un singolo pneumatico, e laddove non avesse elementi utili per le indagini delle forze dell’ordine.

Il ladro 29enne risulta incensurato alle autorità italiane. Inoltre potrebbe trovarsi in Italia da settembre scorso: aveva un passaporto con un visto di transito dalla Romania che risale a circa un paio di mesi fa.
Da quanto appreso la notte scorsa sarebbe entrato dentro il capannone dopo un’effrazione della vetrata d’ingresso alla ditta di pneumatici. Ma i rumori hanno svegliato il titolare, Fredy Pacini che dormiva in un locale soppalcato: dalla finestra della stanza, che si affaccia all’interno del capannone, avrebbe sparato contro la sagoma del ladro. E secondo una prima ricostruzione la traiettoria dei proiettili sparati da Pacini va dall’alto verso il basso.

Muore operaio folgorato, Pm verifica condizioni di sicurezza

Ieri un operaio di 33 anni ha perso la vita mentre lavorava a Monte San Savino, si ipotizza il reato di omicidio colposo. Cinque avvisi di garanzia sono stati notificati ai vertici della ditta Asla nella quale lavorava l’uomo.

Ad Arezzo muore folgorato Marco del Cimmuto, 33 anni, che lavorava a Monte San Savino, stamani sono stati notificati cinque avvisi di garanzia nell’ambito dell’inchiesta aperta dal pm Andrea Claudiani della procura di Arezzo.

Il reato ipotizzato è quello di omicidio colposo: gli avvisi di garanzia sono stati inviati ai tre amministratori, al responsabile e al preposto alla sicurezza della ditta Asla, di Lama dei Peligni (Chieti), l’azienda per la quale lavorava il 33enne di Sulmona (L’Aquila).

Insieme a due colleghi stava lavorando a un palo della luce quando è stato investito da una scarica elettrica. La procura di Arezzo, che attende anche gli esiti dell’autopsia prevista per domani, vuole fare chiarezza sulla dinamica dell’infortunio costato la vita all’uomo, morto alcune ore dopo in ospedale a Siena dov’era arrivato in gravissime condizioni. La ditta aveva vinto un appalto di Enel.

Il pm Claudiani vuole verificare se l’operaio lavorava in condizioni di sicurezza.

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