Firenze: passi avanti in realizzazione parco Mario Luzi

La realizzazione del parco dedicato a Mario Luzi sembra fare passi avanti. Lo spazio, che prende il posto del campeggio al piazzale Michelangelo, è stato restituito anticipatamente al Comune di Firenze dalla società concessionaria. Si attua così la scheda del regolamento urbanistico che prevede la nuova area verde. L’investimento complessivo è di 100mila euro.

Il canone, si precisa in una nota, rimarrà invariato e alla società concessionaria resterà in carico l’area della struttura Flò. Il Comune di Firenze prende di nuovo in consegna l’area, rivedendo il contratto vigente e avviando la realizzazione del parco dedicato a Mario Luzi. La giunta comunale, su proposta dell’assessora all’urbanistica e ambiente Cecilia Del Re, ha approvato l’accordo quadro per i lavori di riqualificazione dell’area camping al piazzale Michelangelo. Il progetto prevede la riqualificazione degli spazi all’interno della zona precedentemente destinata a campeggio.
Nella porzione dell’ex campeggio, caratterizzata attualmente da un reticolo di vialetti e piazzole, sono stati selezionati i percorsi e le zone di sosta da mantenere. Verranno individuati  i materiali per la pavimentazioneche più si adattano al recupero dei percorsi esistenti. L’intervento prevede opere edili per il recupero delle strutture esistenti, la realizzazione di recinzioni e balaustre, illuminazione pubblica, sistemazione a verde e impianto di smaltimento.

Siena: torna visibile il pavimento del Duomo

Visibile dal 18 agosto al 27 ottobre, la Cattedrale di Siena scoprirà la prossima settimana il suo magnifico pavimento a commesso marmoreo. L’opera è frutto di cinquecento anni di espressione artistica, un viaggio simbolico alla ricerca dei più alti valori dello spirito umano.

L’evento s’intitola Come in Cielo, così in Terra. Dalla porta alla città del cielo al pavimento. Si tratta, spiega un comunicato deell’ Opera del Duomo di Siena, di “un percorso dalla sommità della Cattedrale e dal Facciatone del Duomo Nuovo fino alle tarsie marmoree. Dal Museo dell’Opera, con la salita alla città del cielo, dall’alto muro sarà possibile non solo leggere i monumenti senesi più significativi, ma anche vedere un nuovo cielo e una nuova terra (Apocalisse 21,1).

Duomo di Siena
Interno – da civita.it

Attraverso l’ascesa alla porta del cielo i visitatori sembrano muoversi lungo la scala apparsa in sogno a Giacobbe, la cui cima raggiungeva il cielo e gli angeli di Dio salivano e scendevano (Genesi 28,10-22). Nel sogno Dio promette a Giacobbe la terra sulla quale egli stava dormendo e un’immensa discendenza. Al suo risveglio Giacobbe esclama «Questa è proprio la casa di Dio, questa è la porta del cielo», verso utilizzato dalla liturgia nella messa della dedicazione delle cattedrali.

Ma ‘porta del cielo’, secondo le litanie lauretane, è anche la Vergine, definizione che meglio esprime la potenza e la bontà di Maria, la quale come Madre di Cristo e dell’umanità, concorre alla nostra salvezza eterna in Cielo ove lei è ‘Regina assunta’. Il percorso dall’alto permette infatti di comprendere meglio la dedicazione del Duomo di Siena all’Assunzione della Madonna e il forte legame che i cittadini senesi hanno da secoli con la loro ‘patrona’: Sena vetus civitas Virginis. La Madonna si definisce anche come Sedes Sapientiae, sede di Sapienza e invita i cittadini a visitare castamente il suo castissimo tempio, come si legge nell’iscrizione d’ingresso al Pavimento. ‘Nella solarità abbagliante dei suoi marmi e cotti’ (Mario Luzi), Porta e Città del Cielo si riflettono nel Pavimento del Duomo di Siena per saldarsi in unico sguardo.” termina il comunicato dell’Opera del Duomo di Siena.

Duomo di Siena
dall’alto – da civita.it
Duomo di Siena
da civita.it

Zeffirelli: il giorno dei funerali e del lutto cittadino

Oggi a Firenze è il giorno del lutto cittadino, proclamato dal sindaco Dario Nardella, in concomitanza con i funerali di Franco Zeffirelli, celebrati nella cattedrale di Santa Maria del Fiore.

Un lungo applauso all’arrivo; un altro quasi interminabile all’uscita dalla chiesa quando il carro funebre si e’ fatto largo tra la folla. Firenze ha voluto tributare il suo personale omaggio al maestro Franco Zeffirelli nel giorno dei suoi funerali. La città, in cui il sindaco per oggi ha proclamato il lutto,  si e’ stretta attorno al feretro del regista nel corteo funebre che dalla camera ardente allestita a Palazzo Vecchio ha raggiunto la basilica di Santa Maria del Fiore. Nella sua omelia il cardinale di Firenze Giuseppe Betori ha voluto tracciare gli elementi che hanno caratterizzato la vita del regista.

Franco Zeffirelli riposerà tra i ‘grandi fiorentini’, nella tomba di famiglia nel cimitero delle Porte Sante, accanto alla millenaria abbazia di San Miniato: secondo quanto reso noto dal figlio adottivo Pippo, il corpo del regista sarà cremato e le sue ceneri saranno tumulate domani mattina in una cerimonia privata.

Il ricordo del maestro, prima della conclusione della celebrazione, e’ stato affidato al suo amico Gianni Letta. Tra le autorita’ il sindaco fiorentino Dario Nardella e il ministro dei Beni culturali Alberto Bonisoli.

L’amministrazione comunale ha inoltre deciso di sospendere le attività istituzionali previste per la giornata di oggi. La camera ardente allestita nel Salone ha visto un flusso continuo di visitatori, stimati in oltre 8mila.

Il sindaco della città di Firenze, Dario Nardella ha espresso così il suo cordoglio: “Oggi è una giornata triste come quella di ieri, Firenze sta restituendo al Maestro tutto ciò che lui ha dato alla città.” “Penso soprattutto alla Fondazione – ha aggiunto – e al centro internazionale per le arti dello spettacolo”. Il sindaco, prima di entrare nel Duomo per i funerali di Franco Zeffirelli ha aggiunto: “sono attese tante personalità perché Zeffirelli ha portato Firenze nel mondo e il mondo a Firenze.”

Prendendo la parola nella cattedrale di Santa Maria del Fiore durante le esequie, Dario Nardella ha detto: “Franco Zeffirelli non era solo un mirabile regista, un grande intellettuale, un artista di rara bravura, era un geniaccio fiorentino con tutti i pregi e i difetti dei fiorentini: era ribelle, polemico, libero, appassionato, geniale”.
“Il maestro Zeffirelli – ha proseguito Nardella – ci lascia uno dei progetti a cui ha lavorato di più negli ultimi anni, il centro internazionale delle arti e dello spettacolo che ha sede con la sua fondazione qui a Firenze. Siamo onorati, orgogliosi di ricevere questo testimone. Mi auguro che lo Stato italiano e le grandi istituzioni culturali ci possano aiutare per farle crescere, per far crescere quella scuola a cui il maestro guardava, un centro internazionale rivolto soprattutto ai giovani, lui che ha vissuto una gioventù difficile”.

Il sindaco ha poi ricordato che il regista fiorentino “amava questa città come una madre, una figlia, una sorella, e litigava anche con questa città come a volte litighiamo con le nostre sorelle, figlie e madri senza mai recidere un legame profondo e straordinario”. Nel finale del suo intervento, Nardella ha detto che “oggi preghiamo perché possa vivere nell’abbraccio e nella luce eterna del nostro Dio e ci impegniamo solennemente affinché qui sulla terra ciascuno di noi possa far vivere ciò che lui ha dato noi e che noi dobbiamo restituirgli”.

“Oggi è stato emozionante – afferma Pippo Zeffirelli, figlio dell’artista – meglio di così non si poteva fare, è stato un saluto unico, eccezionale a un artista meraviglioso, a un uomo che ha diffuso l’arte a livello internazionale, in giro per il mondo, rappresentando sempre Firenze perché era fiero di essere fiorentino”. Uscendo con il fratello Luciano, Pippo ha detto: “Siamo molto emozionati e contenti di quello che è successo oggi a Firenze, un abbraccio straordinario di tutte le autorità, della città, una grande emozione. Purtroppo adesso gli abbiamo dovuto dire ‘ciao Franco, ciao maestro'”.

Millenario San Miniato: “Pontormo. Felicità Turbate” di Mario Luzi

In occasione del Millenario di San Miniato al Monte, va in scena all’abbazia il 6 e il 7 dicembre lo spettacolo “Pontormo. Felicità Turbate” di Mario Luzi, regia di Federico Tiezzi

Torna alla luce in occasione del Millenario di San Miniato al Monte, dopo 23 anni dalla sua prima rappresentazioneil testo che Mario Luzi scrisse su richiesta di Federico Tiezzi attorno alla figura del grande pittore manierista Jacopo da Pontormo. 

Lo spettacolo che ne nacque – andato in scena al Maggio Musicale Fiorentino nel 1995 – costituì un tassello importante della lunga collaborazione tra il poeta di Castello e il regista della Compagnia Lombardi. Quello spettacolo fu per Tiezzi l’occasione di coinvolgere in una triangolazione ideale anche il compositore Giacomo Manzoni cui fu affidata la scrittura di una serie di brani per quartetto d’archi.

L’opera incentrata sulla figura di grande fascino e tuttavia sfuggente, come sospesa tra storia e leggenda, del Pontormo (“Pontormo. Felicità Turbate”), uomo “fantastico e solitario”, come lo definiva il Vasari, viene riproposta il 6 e il 7 dicembre 2018 (ore 21) nell’abbazia di San Miniato al Monte. Il concerto per voci e archi vede la partecipazione di interpreti come Elena Ghiaurov, David Riondino, Pierluigi Corallo, Sandro Lombardi, Francesca Breschi, Valentina Elia e Fonte Fantasia e del quartetto d’archi del Maggio Musicale Fiorentino: Lorenzo Fuoco, Andrea Tavani, violini; Dezi Herber alla viola; Elida Pali al violoncello. 


Una produzione Compagnia Lombardi – Tiezzi, Teatro Laboratorio della Toscana, in collaborazione con la Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.

Confidava Mario Luzi commentando la composizione del dramma: “Avventurarsi in quella voragine prese a eccitare la mia immaginazione. Ritrovare lungo quella vaghezza di tracce e di segni il profilo di un artista e la sostanza di una vita mi sembrò la posta di una scommessa assai fascinosa”.
“A distanza di più di un ventennio dalla prima rappresentazione dello spettacolo, riproporre questa sorta di ritratto d’artista da vecchio che restituisce vita ed emozioni a un genio smarrito,  – spiegano dalla Compagnia Lombardi-Tiezzi – consente una riflessione sui dolorosi enigmi e sulle folgorazioni della creazione artistica e, insieme, getta uno sguardo impietoso sull’incontro-scontro tra questa e il potere politico”.

“Nient’altro ci ha ispirato nella programmazione di iniziative artistiche e culturali che, nell’arco di un intero anno celebrativo restituissero alla cittadinanza intera la consapevole percezione della bellezza e nondimeno dell’urgenza di una ritrovata e condivisa responsabilità nel propiziare una speranza per tutti più affidabile – commenta l’abate padre Bernardo Gianni – Non poteva mancare la voce di Mario Luzi che con i versi del 1997 dedicati all’abbazia (che si concludono con la frase: Stringiamoci la mano/sugli spalti di pace, nel segno di San Miniato) aveva perfettamente anticipato contenuti, metodo e ispirazione delle celebrazioni del millenario tuttora in corso. Non potevano mancare l’estro, la bravura e la raffinata signoria artistica di Sandro Lombardi e Federico Tiezzi, in una parola non poteva mancare una delle invenzioni più belle dell’umanità intera: il teatro”.

Continua padre Bernardo: “Certamente non stupirà che in uno spazio immaginato e generato per quella speciale esperienza performativa qual è la liturgia, mille anni dopo vi si possa perfettamente situare un’azione prettamente drammatica, vero com’è vero che il teatro è certamente arte, stupore, mestiere, prodigio, politica, ma il teatro è anche, e forse soprattutto, mistero, così come indicibile e inesplicabile mistero resta la bellezza di una basilica abitata da mille anni di storia”.

Millenario San Miniato: ‘Ad verbum lucis’ sulla facciata della Basilica

I versi di Mario Luzi illumineranno la facciata della Basilica di San Miniato. Ad verbum lucis è l’installazione di Marco Nereo Rotelli che sarà inaugurata venerdì 11 maggio dalle 21 in occasione del Millenario di San Miniato al Monte.

“Un’opera dove la parola del poeta Luzi si fa luce e lo spazio del sagrato della Basilica si trasforma in un magico e millenario giardino – spiega l’artista – L’opera è nata in sintonia e condivisione con Padre Bernardo e la comunità di San Miniato ed è stata pensata come un multiplo spirituale dove denominatore comune è il verbo”. La parola luminosa, soggetto e oggetto dell’installazione, è quella della poesia di Mario Luzi, il grande poeta fiorentino che a San Miniato, luogo dello spirito e dello stupore, dedicò parole dense di significato: “Siamo qui per questo. Stringiamoci la mano, sugli spalti di pace, nel segno di San Miniato”. La poesia di Luzi“Vola alta, parola” sarà soggetto e oggetto della rappresentazione luminosa sulla scalinata, sul sagrato e sulla facciata della Basilica accompagnerà lo spettatore in una dimensione immersiva.

La Basilica apparirà vista dalla città come un faro azzurro, un centro luminoso di riferimento, capace di abbracciare la città con la traiettoria di due laser che per tre notti, dall’11 maggio toccheranno in una triangolazione luminosa, Palazzo Vecchio, centro civile e Santa Maria del Fiore, centro spirituale. In contemporanea lo spazio davanti alla Basilica diventerà Giardino del mondo, con l’installazione realizzata grazie al sostegno di Vannucci Piante, Gruppo Giardini e Fondazione Carlo Linneo e formata da sette piante secolari, provenienti dai cinque continenti, che hanno, in tutto, mille anni.

Al centro del cerchio di piante sarà installato un libro di marmo, opera di Rotelli, con scolpito il verso tratto dalla poesia “Bellezza”, ancora di Luzi, “Non chiuderti però”. In collaborazione con il Comune di Pienza, l’Associazione Mendrisio Mario Luzi Poesia del Mondo e il Centro Studi La Barca di Pienza, l’artista investe così sulla poesia come arte del dialogo. All’interno della basilica Padre Bernardo introdurrà la serata nella quale interverranno con i loro versi 18 poeti: Sauro Albisani, Gemma Bracco, Anna Buoninsegni, Roberto Carifi, Valentina Colonna, Rosita Copioli, Rosalba De Filippis, Paolo Fabrizio Iacuzzi, Paolo Lisi, Maria Modesti, Roberto Mussapi, Alessandro Niero, Jean Portante, Loretto Rafanelli, Zoe Skoudling, Caterina Trombetti, Yang Lian, Emilio Zucchi. L’attrice Paola Albini leggerà la poesia di Mario Luzi “Vola alta, parola”. Rotelli riscriverà su una lavagna luminosa le parole dei poeti proiettandole nello spazio interno della basilica.

“Vola alta, parola” è anche il titolo della vetrata creata per il millenario e donata da Vetrate Artistiche Grassi, davanti alla quale sarà presentato, sempre nella serata di venerdì 11 maggio, il libro “La basilica è vostra” edito da Maschietto con le poesie degli autori presenti e di Giuseppe Conte, Maurizio Cucchi, Alba Donati, Valerio Magrelli e Davide Rondoni.

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