Toscana esclusa dal governo, vendetta contro Renzi?

Firenze, è divampata la polemica sul fatto che, nessun esponente toscano faccia parte della lista dei sottosegretari e dei viceministri del governo, deliberata ieri in Consiglio dei ministri e composta da 21 rappresentanti del M5s, 18 del Pd, 2 di Leu e 1 Maie.

Tra i primi a rilasciare dichiarazioni sulla composizione del governo, il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che già in mattinata di venerdì commentava: “Dove hai più voti, più consenso, stimato e apprezzato dai cittadini, dove sei più presente nel territorio lì ti danno meno poltrone. Per la Toscana, per Firenze e per tutti noi è un grande motivo di orgoglio. Se questa esautorazione è una vendetta contro la vecchia maggioranza del partito o contro Renzi lo si dica con chiarezza – aggiungeva Nardella – altrimenti sia dia una spiegazione seria e politica di questa decisione. Ho sostenuto questo progetto di governo e continuerò a farlo ma mentirei se dicessi che non sono profondamente deluso e costernato. La questione – ha continuato – mi sembra molto seria, serissima. È inconcepibile e assurdo che il Pd tenga fuori da questo governo la regione in assoluto che ha dato più voti e più consenso a questo partito con il capoluogo Firenze dove si è toccato il record di voti nelle ultime elezioni. Non solo è un peccato tenere fuori la Toscana democratica da questo governo ma credo che sia anche un errore clamoroso che rischia di far vedere le peggiori conseguenze da qui ai prossimi mesi”.

“La Toscana deve ancora pagare ‘purga’ Renzi? – si chiedeva la segretaria del Pd toscano Simona Bonafè – Leggendo la lista dei sottosegretari e viceministri non posso negare la mia profonda delusione e amarezza per la mancanza di nomi toscani del Partito Democratico. Qualcuno a livello nazionale dovrà spiegare ai tanti militanti ed elettori toscani il motivo, ad oggi incomprensibile, per il quale la Toscana non sia stata considerata degna di avere un rappresentante ai massimi livelli, o se ci sia una purga Renzi che ancora oggi la Toscana deve pagare. La Toscana – proseguiva – è stata l’unica regione dove nelle ultime elezioni europee il Partito Democratico ha saputo tenere testa alla Lega. Alle amministrative di giugno abbiamo riconquistato con il buon governo tutte le città capoluogo al voto e permesso al Partito democratico nazionale di salvare un risultato complessivo molto deludente. Non possiamo essere considerati solo serbatoio di voti, esprimiamo una classe dirigente preparata e competente che avrebbe potuto dare un contributo importante al nuovo governo.

La polemica scoppiava quindi all’interno dello stesso Partito Democratico “Leggo con sconcerto le dichiarazioni della segretaria toscana Bonafè, che parla di ‘purga renziana’ a proposito della mancanza di democratici toscani tra i sottosegretari – sbottava Valerio Fabiani, componente della direzione nazionale e di quella regionale del Pd che fa parte del comitato Zingaretti in Toscana – La mancanza di toscani nel Governo è un fatto grave, del quale chiediamo spiegazioni proprio a chi questa rappresentanza dovrebbe ottenerla e tutelarla: la segretaria regionale. Quelle di Bonafè, invece, sono affermazioni gravissime che stridono con la realtà – aggiungeva Fabiani in una nota – molti tra i ministri e i sottosegretari sono espressione della cosiddetta area renziana a cui, semmai, Bonafè dovrebbe chiedere perché non abbia ritenuto prioritaria la rappresentanza toscana. Queste dichiarazioni sono irricevibili da chi guida una comunità e, pochi mesi fa, è stata scelta capolista alle elezioni europee proprio da quella dirigenza che oggi accusa di discriminazione antirenziana – Per Fabiani – l’assenza totale di iniziativa politica e di una gestione unitaria del Pd toscano non sono certo fattori di rafforzamento”.

“La verità è che in Toscana non si è fatto nulla per poi piangere, oggi, sulle nomine versate – Criticava anche Alessandra Nardini, consigliere regionale Pd di area zingarettiana. Parlando di ‘purghe antirenziane’, – osservando – stiamo sfiorando il ridicolo, piuttosto i renziani locali si interroghino sul perché non ci sono toscani. Mi auguro che i bollori si calmino insieme alle polemiche, non ce n’è bisogno. C’è bisogno, invece, di sostenere e fare i migliori auguri a questo Governo di svolta, e in Toscana c’è bisogno, piuttosto, di ricostruire un partito regionale oggi inesistente e di renderlo protagonista di un’iniziativa politica che serve a tutta la Toscana”.

“Imbarazzante trattamento per toscani – era invece il commento che arrivava da deputato fiorentino di Civica popolare Gabriele Toccafondi – In Toscana sembra aleggiare un ‘peccato originale’ da scontare. Pd e 5Stelle cominciano decisamente male questa nuova fase con un’attenzione pressoché nulla al nostro territorio. Nessun sottosegretario o viceministro toscano comporrà infatti il nuovo Governo. Questo Governo avrà una possibilità solo se farà le cose, se sbloccherà cantieri, se aiuterà le famiglie e il lavoro – aggiunge Toccafondi in una nota – Ed è bene quindi ricordare a questo nuovo governo senza toscani che in 14 mesi dell’ultimo Esecutivo proprio in Toscana è stato bloccato tutto, la Toscana e Firenze sono state trattate come un nemico politico da ostacolare. Adesso il nuovo Governo nomina sottosegretari e si dimentica completamente, non senza imbarazzo, dei toscani – conclude -. E lo dice uno che non ambiva a ricoprire questo ruolo e lo ha detto in tutte le salse. Ma trattare così un territorio non fa partire con il piede giusto”.

“Ottima squadra Pd al governo. Ma pessima l’assenza di esponenti del Pd della Toscana: incomprensibile per gli elettori che ci hanno premiato alle europee e amministrative, incomprensibile per coloro che voteranno alle prossime regionali in una sfida difficile – scriveva il deputato livornese del Pd Andrea Romano parlando di occasione persa”.

Sulla nomina dei sottosegretari interveniva anche da Milano, la deputata Pd Maria Elena Boschi, ex ministra nel governo Renzi, rispondendo ad una domanda arrivando a ‘Il tempo delle donne “Spero che non sia semplicemente un modo per colpire Renzi e il nostro gruppo perché non credo che sia giusto né che se lo meritino i cittadini toscani – La trattativa per la scelta dei sottosegretari come sempre è stata fatta dai segretari di partito – ha aggiunto Boschi – noi non abbiamo fatto nessuna lotta per un posto o una poltrona in più. Certo da toscana sono dispiaciuta che non ci sia nessun toscano al governo perché credo che i risultati delle amministrative e delle Europee hanno dimostrato che il nostro è un territorio in cui il nostro partito è forte, capace e con consensi”, ha concluso l’ex ministra augurando buon lavoro ai nuovi sottosegretari.

Dal suo account Twitter il senatore Pd Francesco Bonifazi si rammaricava “Dispiace che per vendicarsi della stagione renziana il Pd abbia cancellato tutta la Toscana dai ruoli di governo. Abbiamo vinto ovunque in Toscana, siamo il primo partito: non meritavamo questo trattamento. Buon lavoro al governo”. Lo scrive su (

“Nessuna discriminazione politica Toscana – cercava di buttare acqua sul fuoco il segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti, a Bologna al 52esimo incontro nazionale studi delle Acli, replicando a chi gli chiedeva un commento sulla squadra di Governo e sulla mancanza di esponenti della regione Toscana – Ci sono stati anche dei problemi, ho visto la Toscana o altri casi, ma sono figli della coincidenza di tanti criteri, di territori, di competenze, di sensibilità politiche, di genere e di condizioni che alla stretta possono creare problemi. Assicuro che non c’è nessun tipo di discriminazione politica, non era questo e non è mai stato questo l’obiettivo di nessuno. I democratici debbano essere contenti, perché grazie al buon rapporto con i nostri alleati e a chi ha seguito le trattative, c’è un’ottima rappresentanza numerica e di personalità all’interno del Governo, quelli dei territori non rappresentati – ha ribadito Zingaretti – sono temi che dovremo affrontare, ma non perdiamo il punto di vista che c’è un Governo che sta partendo e il Partito Democratico, insieme agli alleati, è protagonista di questa avventura e ora abbiamo realizzare insieme il programma. Se ci sono stati dei ritardi o dei problemi – ha concluso – li affronteremo”.

Ma anche l’europarlamentare toscana della Lega Susanna Ceccardi interveniva nella polemica “Basta leggere le dichiarazioni della segretaria dei Democratici Simona Bonafè o del sindaco di Firenze Dario Nardella, il governo giallo-rosso mostra già le prime e profonde fratture. È palese la resa dei conti interna al Partito democratico tra zingarettiani e renziani sulle nomine dei sottosegretari. A fare le spese di questo teatrino della politica saranno alla fine i nostri cittadini toscani, visto che non ci sarà nessun esponente di governo a rappresentare la nostra regione. Per comprendere che è appena iniziata la notte dei lunghi coltelli tra le varie correnti del Pd. I renziani, che hanno voluto sostenere a tutti i costi questo governo per paura di non essere riconfermati dalla segreteria Zingaretti alle prossime elezioni, sono alla fine rimasti con un pugno di mosche in mano. Uno scontro impietoso che alla fine si riassume in una guerra di posizioni interna per avere poltrone e ruoli di potere in seno al nuovo governo, che non rappresenta la maggioranza del popolo italiano. Siamo sempre più convinti – conclude la Ceccardi – che la parola debba tornare il prima possibile alla gente, al popolo. Basta trame di palazzo. Torniamo a votare e mettiamo fine a questo triste spettacolo”

“La formazione complessiva del governo non è un tema che ho affrontato io – si giustificava Lorenzo Guerini, leader con Luca Lotti di Base Riformista, area del Pd, rispondendo ai giornalisti a Cortona sulle polemiche per l’assenza nel governo di esponenti toscani – Ci sono tante persone che fanno il loro lavoro, capisco le giuste e legittime aspirazioni territoriali e anche il fatto che si possa considerare in maniera critica la mancanza di rappresentanza di una regione dentro il governo, ma i numeri sono quelli che sono e bisogna confrontarsi con essi. L’importante è che il governo lavori per tutto il Paese”. Così

“Il problema di una mancata rappresentanza della Toscana nel governo esiste – sentenziava Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana.  Qualche giorno fa avevo chiesto attenzione per la nostra Regione, soprattutto a partire dal tema delle infrastrutture che giudico prioritario per la Toscana. Tuttavia, ricondurre questo problema a una vendetta contro Matteo Renzi mi pare profondamente sbagliato e divisivo. Non si può certo dire che l’area che fa capo a Renzi sia sotto-rappresentata nella compagine di governo. Su 9 ministri del Pd tre sono renziani, su 18 sottosegretari mi risulta che almeno cinque appartengano a quell’area. Quella dell’ex presidente del Consiglio è una minoranza ben rappresentata anche in Toscana, pur avendo Zingaretti vinto le primarie. Il problema, dunque, non è correntizio né relativo a discriminazioni interne alle aree politiche, bensì di sotto-rappresentanza della nostra Regione nel nuovo esecutivo. I ministri e i sottosegretari giurano sulla Costituzione nell’esclusivo interesse nazionale – continua – Sono convinto che queste polemiche lasciano il tempo che trovano. E che a lungo andare, siano dannose per il Pd e per la sinistra”.

“Io guarderei al lavoro del governo più che al certificato di nascita – era invece l’approccio di Antonello Giacomelli, deputato toscano del Pd, interpellato dai cronisti sull’assenza di esponenti toscani nella compagine di governo, a margine della Festa dell’Unità di Firenze – La Toscana – ha proseguiva – è il governo. Senza la Toscana non c’è questa esperienza di governo. Guarderei al dato sostanziale: la politica di questo governo incrocia la politica della Toscana. Sarà per noi una boccata d’ossigeno per le politiche di sviluppo, di coesione sociale, di rilancio delle autonomie che caratterizzano i comuni toscani e la Toscana – e sull’ipotesi di una probabile vendetta su Renzi – Ne ascolto di tutte: uno, che non ci sono i sottosegretari per una vendetta contro Renzi; due, che l’azionista di maggioranza è Renzi… quindi io sarei per tesi meno radicali. – Certamente – proseguiva – Matteo è stato protagonista di una iniziativa politica adeguata, credo che sia convinto di questa scelta. Sono convinto che se il Pd mantiene questo profilo unitario rispetto a questa scelta, ne fa una questione di prospettiva, non solo di tattica, costruisce una nuova stagione”.

Ed infine il commento del presidente del consiglio della Regione Toscana Eugenio Giani “Per l’assenza di rappresentanti toscani al governo, ci può essere il dispiacere, perché indubbiamente avere dei diretti rappresentanti toscani è sempre meglio: però l’importante è che si realizzino le cose – ha detto Giani, a margine di un dibattito alla Festa dell’Unità di Firenze – il fatto che ad esempio che vi sia una ministra alle infrastrutture come la De Micheli, rispetto a un Toninelli che aveva bloccato tutto, mi dà grandi speranze -secondo Giani il fatto che ci – sia stato un difetto di coordinamento nelle liste che hanno portato i partiti, nell’attenzione che vi è stata agli equilibri nel comporre le varie cariche di dicastero fra partiti e correnti diverse. Ritengo però sia giusto anche levare la voce, e che levando la nostra voce si possa costruttivamente trovare un rapporto con chi esercita la funzione di direzione del Ministero. Io ho molta fiducia sulle infrastrutture nel ministro De Micheli. Quello che conta è trovare il rapporto diretto con chi governa”.

Regionali Toscana, Boschi: scegliere rapidamente candidato

“Ho molti dubbi su una alleanza Pd-M5s a livello regionale, non sono entusiasta all’idea: ho molti, molti dubbi, e secondo me è difficilmente praticabile, soprattutto in Toscana” ha aggiunto l’ex ministro, nel corso di un’intervista pubblica alla Festa dell’Unità di Firenze.

Per le regionali 2020 in Toscana “penso sia utile scegliere rapidamente il candidato o la candidata: è vero che sono fondamentali idee e programmi, ma abbiamo visto che serve anche avere una candidatura forte, quindi credo che prima si decide e meglio è”. Lo ha detto Maria Elena Boschi, deputata Pd ed ex ministro, nel corso di un’intervista pubblica alla Festa dell’Unità di Firenze.
“Temo – ha aggiunto – per esperienza vissuta sulla nostra pelle, che non basti il lavoro svolto. Non ho dubbi sulla buona amministrazione in Toscana, sul lavoro eccellente di questi anni, come potevamo dirlo del governo nazionale quando abbiamo affrontato le Politiche 2018. Però non basta per vincere le elezioni. Dobbiamo immaginare quali sono le proposte per il futuro”. Boschi auspica “un’alleanza ampia, non soltanto con le forze politiche, ma con le forze vive di questa regione, l’associazionismo, il mondo imprenditoriale, i nostri sindaci, le famiglie, gli insegnanti, che hanno voglia di salvare questa regione dalla destra di Salvini”. A proposito ell’eventuale alleanza con i Grillini, boschi dice:  “mi lascia molto critica e perplessa – ha aggiunto – sul fatto che sia utile e percorribile. Un conto è governare insieme per un periodo di tempo perché c’è un’urgenza, una situazione critica da affrontare. Le persone scelgono sulla base di una proposta credibile, e ho paura che i voti non si sommino. Se la sintesi, se il programma, il messaggio unitario che dai, non è credibile, rischi di perdere voti da una parte e dall’altra”.

“La politica non si fa con il risentimento personale, si fa negli interessi del paese, negli interessi degli italiani” ha poi aggiunto Boschi. “Sicuramente – ha aggiunto – non dimentichiamo le frasi che ci sono state, che hanno riguardato anche me personalmente, come altri esponenti da Matteo Renzi a tanti altri. Non le dimentichiamo, ed è il motivo per cui io sul piano personale non ritiro le denunce che ho fatto anche verso esponenti del Movimento 5 Stelle”.

“Ci siamo trovati ad agosto per colpa di Salvini – ha infine  ricordato Boschi – in una situazione critica, in cui rischiavamo di mettere in ginocchio il nostro Paese, con un’economia che purtroppo il governo precedente aveva ridotto in condizioni di non crescita. Abbiamo evitato di vedere l’aumento dell’Iva che avrebbero pagato gli italiani, tutti noi; di andare contro l’Europa come nel progetto di Salvini”.
La ex ministra ha spiegato di ritenere che questo “se si guarda con l’occhio non del risentimento ma della politica sia un gesto apprezzabile, per cui dovremmo dire grazie anche a chi come Matteo Renzi per esempio, pagando un prezzo anche alto a livello personale, ha deciso comunque di anteporre l’interesse del paese, e noi con lui stiamo facendo questo”.

“Mi sembra anche un pochino ingeneroso che tutte le volte venga chiesto un atto di lealtà a persone che hanno dato una mano a risolvere questa situazione di crisi, perché senza l’intervista di Renzi obiettivamente non si sarebbe sbloccata la situazione e saremmo in piena campagna elettorale, quindi va riconosciuta a Renzi la sua lungimiranza” ha concluso  Boschi.

Dal 4 al 13 settembre al via la Festa dell’Unità al Mandela Forum

Sarà all’insegna dell’ambiente e plastic free la Festa dell’Unità di Firenze, quest’anno anche regionale, in programma al Mandela Forum dal 4 al 13 settembre.

Il programma dei dibattiti serali della Festa dell’Unità 2019, con alcuni dei big nazionali del partito, a partire dal segretario Nicola Zingaretti, ha subito dei ritardi a seguito della crisi di governo. Alcune date sono già definite, altre saranno aggiunte nelle prossime ore, a partire da quella di Zingaretti, alla luce del calendario degli impegni nazionali, parlamentari e di partito.

Intitolata ‘La Toscana più bella… L’inizio di una nuova era’, la festa torna al Mandela luogo storico degli anni Novanta. L’inaugurazione, stasera 4 settembre, con i segretari regionale, metropolitano e fiorentino, Simona Bonafè, Marco Recati e Massimiliano Piccioli. Già completo il programma dei dibattiti del pomeriggio alle 18.30 dedicati ai temi regionali anche in vista delle elezioni 2020.

Già in calendario i dibattiti con Marco Minniti (6/9), Dario Nardella (8/9), Andrea Marcucci (9/9), il presidente della regione Enrico Rossi (10/9), e Maria Elena Boschi (12/9). Giovedì 5 ci sarà la vicegruppo regionale del Pd, Monia Monni e l’assessore al Comune di Firenze Alessia Bettini. Sabato 7 alle 18,30 sarà la volta di Sara Funaro e la senatrice Valeria Fedeli. Mercoledì 11, nello stesso orario delle 18,30, Stefania Saccardi e Federico Gelli. La festa si chiuderà venerdì 13 con il Presidente del Consiglio Regionale Eugenio Giani.

Dopo i dibattiti previsti momenti di intrattenimento, ogni sera, con cabaret e musica dal vivo.

Coingas, opposizioni all’attacco del sindaco di Arezzo

Arezzo, “Chiarisca la sua posizione o faccia un passo indietro”, questo è quanto hanno chiesto al sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli, le opposizioni di Pd ed Arezzo In Comune, in una conferenza stampa che ha fatto il punto sull’inchiesta che riguarda l’azienda partecipata Coingas e che vede il primo cittadino indagato per favoreggiamento.

“Crediamo fermamente che sia necessario che il nostro primo cittadino renda conto di tutto l’accaduto – spiegano riferendosi al caso Coingas, Alessandro Caneschi (Pd) e Francesco, Romizi (Arezzo In Comune) – e deve farlo pubblicamente durante la prossima seduta del consiglio comunale in programma per venerdì 19 luglio”.

Una telefonata di Ghinelli all’assessore al bilancio Alberto Merelli, intercettata dalla digos, è ora al vaglio degli stessi inquirenti, e lo stesso Merelli è indagato insieme ad altre 4 persone, nell’ambito dell’inchiesta sulle due consulenze da 440mila euro complessive, pagate a due studi professionali.

Ieri il sindaco aveva detto di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia ma si era anche dichiarato pronto a farsi sentire dalla procura.

In merito all’inchiesta su Coingas, è intervenuta anche la parlamentare del Pd Maria Elena Boschi, ccon un suo post sulla sua pagina Facebook: “Gentile sindaco, non la ripagherò con la stessa moneta. Per me, si è innocenti sino a sentenza passata in giudicato. Se lei fosse una persona seria adesso si dovrebbe scusare per come si è comportato in passato. O al massimo fare una bella causa di risarcimento danni a nome della città nei suoi stessi confronti. Ovviamente – aggiunge Boschi -, sono sempre stata e resto garantista per cui spero che il sindaco possa dimostrare di essere estraneo a questa vicenda. Eppure, faccio fatica a non ricordare gli attacchi scomposti e beceri che Ghinelli mi rivolse per la vicenda Banca Etruria per la quale non sono nemmeno mai stata indagata. Anzi, arrivò a dichiarare che avrebbe promosso un’azione di risarcimento dei danni nei miei confronti a nome della città (ovviamente mai davvero avviata) pur di avere un trafiletto su qualche giornale nazionale”.

Le opposizioni chiederanno anche al segretario generale, e al presidente del Consiglio, “di ricevere tutta la documentazione riguardante le società partecipate del comune”.

Sul fronte delle indagini emergerebbe che il bilancio della società era difficilmente approvabile, anche per i sindaci revisori, proprio per via delle due consulenze pagate al commercialista cortonese Marco Cocci, ora indagato, e allo studio legale Olivetti Rason di Firenze. Quelle consulenze generarono un’impasse dalla quale, secondo quanto emerge dalle carte messe insieme dalla Digos attraverso le intercettazioni e le perquisizioni dei giorni scorsi, si pensò di uscire contattando un legale esterno, di fiducia che verificasse cosa fare e che, avrebbe suggerito di mettere i sindaci revisori “in una lista nera”.

Studentesse morte in Catalogna, Renzi: “scandalo giustizia spagnola, Conte agisca”

La morte di 7 ragazze italiane tre anni fa in un incidente stradale in Spagna, a Tarragona, “non é causato dal destino cinico e baro, ma é una clamorosa e scandalosa vicenda giudiziaria con le istituzioni spagnole principali responsabili”. Così Matteo Renzi in conferenza stampa alla Camera sulla tragedia del marzo 2016, quando era premier, presenti i parenti di alcune vittime.

“Hanno fatto i furbi una prima volta archiviando a sorpresa, poi la seconda, ora vogliono mettere a tacere lo scandalo giudiziario – ha aggiunto Matteo Renzi -. Lo dico come ex presidente del Consiglio : pur con la discutibile normativa spagnola, c’è un costante ”abbuiamento” – lo dico alla fiorentina – del caso sulla stampa spagnola. La verità la si deve alle famiglie”.

“Di risposte burocratiche di un sottosegretario non sappiamo cosa farcene – così Renzi sull’esito dell’interrogazione della deputata Pd Maria Elena Boschi -, il governo Conte ci dica cosa intende fare. I presidenti delle Camere ricevano le famiglie delle ragazze (alcune delle quali oggi alla Camera, ndr) se lo desiderano, il ministro degli Esteri dia un segnale di vita”.

Alla domanda se abbia parlato del caso con il premier spagnolo Pedro Sanchez, collega nel Partito socialista europeo (Pse), Renzi ha risposto: “Quando volevano archiviare l’inchiesta chiamammo Rajoy (premier di centrodestra, ndr), finché sono stato premier me ne sono occupato, ora mai mi permetterei di scavalcare il presidente del Consiglio italiano, ma lo richiamo alle sue responsabilità. Spero Conte voglia parlare con Sanchez. Le pressioni formali e informali le abbiamo fatte e le faremo”.

Tre anni fa nell’incidente morirono anche altre 7 ragazze di alti Paesi europei. In conferenza stampa oltre a Boschi tra il pubblico l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, deputato Pd, e l’ex tesoriere del partito Francesco Bonifazi, senatore.

Per Maria Elena Boschi, ministro all’epoca dei fatti, “il processo ha molti lati oscuri e ci sono già stati tre tentativi di archiviazione. Ora rimangono pochi mesi per arrivare a una sentenza”.

“La prima archiviazione c’é stata senza interrogare l’autista del pullman, la seconda solo con una dichiarazione spontanea dello stesso autista, che ha smentito il colpo di sonno di cui aveva parlato alla polizia e ha parlato di asfalto bagnato – ha detto Gabriele Maestrini, il padre di Elena, una delle vittime -. Sarebbero state condotte così le indagini se fosse morta una cittadina spagnola? Un giudice può ora decidere se archiviare ancora o dare il via al processo. Sono amareggiato di non aver potuto incontrare l’ambasciatore spagnolo e di non aver ricevuto risposta a una lettera ai reali spagnoli. Sono anche deluso che la magistratura italiana non abbia aperto un’inchiesta parallela. Ora il governo italiano abbia una partecipazione più attiva e incisiva sul caso. Noi valutiamo un esposto alla procura generale della Repubblica”.

Banca Etruria, Pierluigi Boschi: nuova richiesta di archiviazione

Nuova richiesta di archiviazione, nell’ambito dell’inchieste sull’ex Banca Etruria, per Pierluigi Boschi, per il reato di bancarotta fraudolenta contestato per liquidazione da 700.000 euro all’ex dg dell’istituto di credito Luca Bronchi. Ora l’attesa è per la decisione del gip di Arezzo.

Il pool guidato dal procuratore della Repubblica Roberto Rossi non ha ravvisato elementi contro Pierluigi Boschi, il 70enne padre dell’ex ministra e sottosegretaria Maria Elena. A febbraio scorso era stata archiviata per Boschi l’accusa di ‘falso in prospetto’.

Con l’eventuale accoglimento della nuova richiesta di archiviazione, Boschi, dal 2011 consigliere di Bpel e dal 2014 vice presidente fino alla messa in risoluzione del 22 novembre 2015, vedrà cadere tutte le contestazioni penali ipotizzate nei suoi confronti, restando in piedi l’azione di responsabilità promossa dal liquidatore Giuseppe Santoni e le sanzioni elevate da Banca d’Italia (recente la conferma in Cassazione per 144 mila euro).

Secondo il Corriere di Arezzo, che riporta stamani la notizia della richiesta di archiviazione per il reato di bancarotta fraudolenta nell’ambito di Banca Etruria, Pierluigi Boschi potrebbe presto “vedere la fine dei suoi guai giudiziari”. Le indagini della procura di Arezzo, sempre secondo il quotidiano, avrebbero concluso che Boschi non avrebbe responsabilità nella dissipazione del patrimonio della banca, in particolare riguardo all’assegnazione di una maxi-liquidazione lorda di 1,2 mln di euro all’ex direttore generale Luca Bronchi. Così la procura ha proposto richiesta di archiviazione al gip.

Già da qualche mese, invece, il gip di Arezzo ha messo in archivio, cancellandola, l’accusa di falso in prospetto per lo stesso Pierluigi Boschi, che per questo filone particolare della vicenda Bpel era indagato in un gruppo di 21 soggetti ex amministratori e dirigenti della banca. Su questa accusa il gip aveva concluso che 18 indagati, tra cui Boschi, fossero da archiviare dato che il cda aveva delegato il dg Bronchi a redigere il prospetto per il collocamento di obbligazioni alla clientela.

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