Rossi: “No a patti con M5s, serve alternativa socialista”

“Il Movimento 5 stelle lasciamolo stare. Niente patti con i populisti. Serve una sinistra alternativa, che non ha paura della parola socialismo e dice no a tutte le destre, anche a quelle camuffate. Come in Spagna. È evidente che i ragionamenti di chi, da sinistra, guarda con speranza ad intese del Movimento 5 stelle con il Pd, sono non solo sbagliati ma destinati a fare una pessima figura”.

Lo ha scritto su facebook il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. “Infatti, ancora ieri, Di Maio, dichiarava: ‘nel contratto di governo gli interlocutori sono le forze di governo. Se il Pd vuole redimersi può votare le leggi’. Più chiaro di così si muore. E l’ombra del ridicolo giustamente si allunga su tutti i cercatori di dialogo”. Per Rossi, “non abbiamo bisogno di patti e nemmeno di confronto con i pentastellati. Abbiamo bisogno di una sinistra alternativa ai nazionalpopulisti della Lega e del Movimento 5 stelle. Una sinistra con un concreto programma sociale di trasformazione, salda sui valori e sui principi ideali. Per me – conclude -, una sinistra che non ha paura di dire socialismo e di dire mai con la destra. È questa la lezione che ci viene dalla Spagna”.

Renzi a Londra, il tempo è galantuomo

“Il tempo è galantuomo, amici”, scrive Matteo Renzi nella sua eNews: “Avevano detto: uscire dall’Europa con un referendum sarà una passeggiata. E la Brexit si dimostra un tunnel senza fine: la figuraccia che gli inglesi stanno facendo è incredibile ma ancora più grave è il danno economico che Londra patirà nei prossimi anni. Il tempo è galantuomo”.

Il senatore Pd scrive di essere proprio oggi a Londra per la presentazione del suo libro ‘Un’altra strada’. “Avevano detto: il 2019 sarà un anno bellissimo! Nel mentre il Governo litiga tutti i giorni, adesso sulla Tav. L’unico obiettivo di Salvini e Di Maio sono le elezioni europee, non lo sviluppo del Paese – aggiunge l’ex premier -. E intanto: recessione. L’Italia è in crisi per colpa loro e nei prossimi mesi dovranno aumentare le tasse: qualcuno inizierà a dire che con noi era diverso. Il tempo è galantuomo”.
“Avevano detto: firmare l’accordo di Parigi sull’ambiente è un errore, la battaglia contro la plastica è una fissazione di Renzi, le unità di missione sul dissesto idrogeologico sono inutili – prosegue Renzi -. E adesso il tema della sostenibilità ambientale si afferma sempre più forte e qualcuno inizia a vedere le differenze tra noi e loro anche su questo. Il tempo è galantuomo”.
“Avevano detto: Renzi attaccherà la magistratura per la vicenda dei suoi genitori. Noi abbiamo sofferto in silenzio. Poi appena tre magistrati hanno letto le carte, hanno disposto l’immediata scarcerazione – conclude il senatore -. E non dico nulla di come i media hanno dato la notizia della revoca dei domiciliari. Tanto il tempo è galantuomo”.

Firenze: crolla controsoffitto palestra Meucci, nessun ferito

Due giorni fa una parte di controsoffitto degli spogliatoi nella palestra dell’istituto Meucci si è staccata. Nessun danno alle persone anche perchè i locali in quel momento erano vuoti.

Gli uffici della Città Metropolitana di Firenze sono intervenuti e hanno convocato la ditta esecutrice. E’ stato subito avviato lo smontaggio della porzione crollata.
Il sindaco della Città Metropolitana Dario Nardella, spiega una nota, ha chiesto una relazione approfondita e ha disposto immediate verifiche su tutto l’edificio.
Dure dichiarazioni da parte del candidato sindaco del Partito Comunista, Giacomelli “non è una casualità, ma il frutto di decenni di tagli all’istruzione pubblica portati avanti prima dal Partito Democratico di Nardella e ora dal governo del falso cambiamento, che ha deciso di tagliare 4 miliardi all’istruzione scolastica con la nuova manovra del 2019”, prosegue, “gli studenti da anni protestano e si mobilitano contro lo stato dei propri edifici scolastici e il continuo attacco all’istruzione pubblica, come lo scorso 22 febbraio quando in oltre 50 città d’Italia, fra cui anche a Firenze, decine di migliaia di studenti sono scesi in piazza per protestare contro i nuovi tagli all’istruzione previsti dal nuovo governo che di pronta risposta ha deciso di non ascoltare la voce degli studenti e rimandare a settembre il Consiglio Nazionale dei presidenti di consulta studentesca. In un paese fra gli ultimi al mondo per la percentuale di spesa pubblica destinata all’istruzione fatti come quello del Meucci sono all’ordine del giorno ed è una vergogna che gli studenti siano costretti a studiare in edifici non a norma a causa dei continui tagli all’istruzione portati avanti prima da Renzi e ora da Salvini e Di Maio, mentre si continuano a spendere miliardi per il salvataggio di banche e le spese militari “

Toscana, Rossi: governo “nazionalpopulista” e “postfascista”

Enrico Rossi, governatore della Toscana, ha espresso sul blog di Huffpost Italia la propria idea sul governo e sul clima generale in Italia.

“Il razzismo pervade la nostra vita quotidiana. Accade sempre più spesso ciò che poco tempo fa era inimmaginabile. Da quando un leghista a Macerata sparò ‘sui neri’, è tutto una sequela di aggressioni, spari, violenze verbali, umiliazioni e intimidazioni su chi è diverso, soprattutto per il colore della pelle. Non importa se si è bambini. Di Maio aveva detto che le Ong erano i taxi del mare. Salvini ha aggiunto prima gli italiani. Ieri ha minacciato un gruppo di ragazzi che cantava ‘bella ciao’ invitandoli a prepararsi a ‘prendere il barcone con Zedda’. Il fatto è che ci sono responsabilità per questo clima di razzismo dilagante”. Lo ha scritto, sul blog di Huffpost Italia, Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana.

“Io penso che sia appropriato parlare di nazionalpopulismo e di postfascismo – ha ripreso -. Un’ideologia certo diversa dal fascismo, ma con accenni e tratti assonanti per le pulsioni di razzismo, per il disprezzo per il diverso, per il nazionalismo esasperato contro presunti nemici esterni, per un’idea di democrazia basata sul potere carismatico e su un concetto indistinto di popolo che si colloca sopra la democrazia parlamentare, per una pratica politica che decide di autotutelarsi quando dovrebbe sottoporsi alla verifica di legalità, per una tendenza al disprezzo della Costituzione in materia di diritti umani della persona e di eguaglianza dei cittadini”.

“Un tratto fondamentale di questo pensiero è che la critica alla globalizzazione, in nome di una maggiore protezione sociale, individua capri espiatori nell’Unione Europea, negli altri Paesi e nell’immigrazione, ma non mette mai in discussione, all’interno, le élite economiche e le diseguaglianze reali nella distribuzione della ricchezza – ha sottolineato Rossi -. Piuttosto, questa ideologia e pratica di governo appare propensa ad affrontare il conflitto di interessi, tra i ceti sociali meno abbienti e i più ricchi, trasferendolo su un piano territoriale e cercando di trovare un compromesso tra le spinte autonomiste e separatiste delle aree più ricche e certi ‘riflessi condizionati’ al rifugio nell’assistenza presenti in quelle più povere. Una prospettiva perseguita con leggerezza, irresponsabilmente, che potrebbe avere un esito catastrofico”.

“Nel dichiararsi oltre la destra e la sinistra, oltre il conflitto di classe, questo pensiero esprime una certa assonanza con il passato della destra fascista, che però fece della retorica della patria un elemento fondante la sua ideologia”, ha continuato Rossi.

“Sembrano sommarsi, infatti, diverse e contraddittorie spinte all’indietro. Quella verso un passato pre-risorgimentale, degli staterelli, dell’Italia come espressione geografica, il quale accenna pericolosamente a prender piede in tutto il Paese. Quella verso l’Italia pre-’89 libera da vincoli monetari che a nord aveva tollerato evasione fiscale e a sud alimentato la tendenza al riparo nell’assistenzialismo – ha detto -. E’ in questo senso che lo stesso autonomismo su cui oggi insiste il Nord leghista è un tuffo nel passato”.

“In generale, pure con questa diversità di elementi, l’ideologia dominante dei governanti giallobruni sembra guardare più al passato che al futuro, ci porta indietro, invece di accettare le sfide del presente e del futuro”, ha evidenziato il governatore della Toscana.

“La storia non si ripete e anche le ideologie politiche si trasformano – ha concluso -. Tuttavia, provare ad identificare i fenomeni nuovi cercando di riconoscerne i tratti che ereditano dal passato non è un esercizio inutile ai fini della comprensione e della lotta politica e soprattutto delle scelte che si devono compiere nel campo della sinistra e delle forze democratiche; le quali sentono più forte l’attaccamento ai principi e ai valori della Costituzione. Per questo credo che sia corretto definire nazionalpopulista e postfascista l’impasto ideologico della Lega e del M5Stelle, che governano assai stabilmente con un contratto l’Italia, dentro un nuovo ordine politico e culturale”.

Renzi: A Firenze per Di Maio si farebbe un TSO

Lo ha detto Matteo Renzi ieri  sera al Palazzo dei congressi di Firenze dove ha presentato il suo ultimo libro ‘Un’altra strada’.

“A Firenze se uno si affacciasse a un balcone e dicesse ‘abbiamo abolito la povertà’, il buon sindaco Dario Nardella tornerebbe a Palazzo Vecchio e firmerebbe un Tso, un Trattamento sanitario obbligatorio”. Lo ha detto Matteo Renzi stasera a Firenze ricordando l’uscita del ministro del Lavoro e vicepremier Luigi Di Maio: “dal balcone di palazzo Chigi ci si era affacciato solo Spadolini, ma era il 1982 e avevamo vinto i Mondiali”. Dopo aver detto come “venne costruita da Rocco Casalino” la foto con i Parlamentari dei Cinquestelle sotto il terrazzo, Renzi ha aggiunto che secondo “Davide Casaleggio, diventato guru di M5s per via dinastica, nel 2054 le persone spenderanno solo l’1% del loro tempo nel lavoro”. In realtà per l’ex premier non sarà così, ma “per lavorare bisogna studiare, ed è questo quello che frega Luigi Di Maio”.
“Oggi siamo qui per parlare di futuro -ha detto Renzi-  per riflettere sui prossimi 10 anni perchè quelli appena trascorsi non ce li toglierà nessuno. Grazie a tutti e a ciascuno perchè quest’esperienza l’abbiamo vissuta insieme, dal 15 febbraio 2009 al 15 febbraio 2019”.
Renzi ha poi attaccato il governo: “di incompetenti che ci sta facendo vergognare di essere italiani, ma noi ci vergogniamo di questo governo, non di essere italiani”. Così questa sera Matteo Renzi a Firenze, davanti a circa 1000 persone. “Il futuro è evidente che faccia paura, ma noi non dobbiamo avere paura: i populisti vincono scommettendo sulla paura e quelli di noi che li inseguono sulla paura sbagliano – ha proseguito -. Il più grande investitore sulla paura ha un cognome bellissimo…, è il cognome che lo frega, è Matteo Salvini”. Poi ha aggiunto  “chi va in Parlamento, quando esce dovrebbe fare l’antidoping”.
‘Un’altra strada’, il suo ultimo libro, Matteo Renzi lo ha dedicato a Tiberio Barchielli: Un’immagine del fotografo/amico che lo ha accompagnato per tutta la sua esperienza a Palazzo Chigi, morto nel novembre scorso dopo una breve malattia, è stata proiettata sullo schermo del Palazzo dei congressi di Firenze a conclusione dell’intervento dell’ex premier. “Tiberio, che come sempre è in viaggio con noi. E’ ancora con noi…, sembra di sentire anche un po’ di puzza del suo sigaro”, ha detto Renzi, perchè “ciascuno di noi va avanti carico dell’esperienza umana che lo accompagna”.
E poi la politica estera: “l’Italia non ha avuto il coraggio di stare dalla parte della democrazia contro una vergognosa dittatura che sta togliendo il pane di bocca le medicine alla popolazione”, lo ha detto Matteo Renzi criticando la posizione dell’Italia sul Venezuela. “Di Maio è andato a incontrare un pazzo che vuole fare un colpo di stato in Francia – ha aggiunto Renzi parlando della Francia -: lo capite dove siamo finiti. E poi si meravigliano che ritirino l’Ambasciatore. Arriverà il tempo in cui la competenza tornerà di moda: Di Maio è un cialtrone che non conosce la politica estera di questo paese”.
Infine la dialettica interna al PD: ‘chi ci ha fatto la guerra dall’interno ha fatto la guerra al Matteo sbagliato perche’ e’ corresponsabile della situazione in cui questo paese si e’ venuto
a trovare’. Lo ha detto questa sera Matteo Renzi riferendosi al Pd e a quanti ‘sono scesi dal carro’. A loro, ha aggiunto, ‘dobbiamo rispondere con soave indifferenza perche’ con le
persone prive di dignita’ non c’e’ da perdere tempo’.

Bekaert, sindacati e istituzioni: “Di Maio convochi incontro”

Il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio convochi un nuovo incontro al Mise sulla Bekaert di Figline Valdarno per fare il punto della situazione e chiedere all’azienda ed advisor di dare conto dell’avanzamento del processo di reindustrializzazione. E’ la richiesta avanzata oggi nel corso di un incontro tra istituzioni e sindacati a Figline Valdarno (Firenze), che nei prossimi giorni la Regione Toscana presenterà ufficialmente.

“Oggi – spiega una nota – è stato annunciato che tutti i dipendenti Bekaert saranno a breve chiamati dal centro per l’impiego per l’avvio delle politiche attive per la ricollocazione.” Presenti all’incontro, tra gli altri, Paolo Tedeschi, responsabile dell’ufficio distaccato della Regione che segue il caso Beakaert, il sindaco di Figline e Incisa Valdarno Giulia Mugnai, l’Unità di crisi della Regione Toscana, l’Agenzia regionale per l’impiego, la Rsu aziendale e i sindacati Fiom, Film e Uilm provinciali.

Durante l’incontro è stato fatto il punto sulla vertenza ed istituzioni e sindacati hanno concordato sulla necessità di portare avanti rapidamente una serie di azioni. Tra queste, anche richiamare l’azienda alle condizioni organizzative indispensabili e corrette modalità di gestione dei dipendenti, in particolare ricostituendo a Figline un presidio certo dell’ufficio personale, necessario per gestire gli adempimenti amministrativi e per garantire informazioni sulla cassa integrazione e i rapporti di lavoro. Altro aspetto, richiedere all’azienda una visita allo stabilimento per verificare le questioni di natura edilizia ed urbanistica utili ad agevolare il percorso di reindustrializzazione.

Per il segretario della Fiom Cgil Firenze Daniele Calosi, “Sernet, l’advisor incaricato da Bekaert per operare alla reindustrializzaione, si nasconde dietro vincoli di riservatezza e non si presenta all’incontro. Un comportamento che non approviamo. Chiederemo pertanto, insieme alle istituzioni locali, un incontro al ministero dello Sviluppo economico come previsto dall’accordo. Noi alla reindustrializzazione ci crediamo davvero e la pretendiamo come risposta ai 250 lavoratori Bekeart attualmente in cassa integrazione e a tutto il territorio”.

Il sindaco di Figline Valdarno Incisa Giulia Mugnai sottolinea, in una nota, che “adesso è urgente che sul territorio sia attivato un presidio dell’azienda presso lo stabilimento, un ufficio per il personale che sia da punto di riferimento per tutti i lavoratori che hanno necessità. Ma soprattutto è prioritario un nuovo incontro al Mise per valutare attentamente i prossimi passi della reindustrializzazione: in questo momento è fondamentale ricevere rassicurazioni sui soggetti realmente interessati a rilevare lo stabilimento e quindi a dare un futuro certo al nostro territorio.

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