‘Zone rosse’: depositato ricorso al TAR contro ordinanza prefetto

Le ordinanze prefettizie che vietano l’ingresso nelle cosiddette “zone rosse” delle città a chiunque sia stato anche solo “denunciato”, costituiscono una grave ferita allo Stato di diritto, alla democrazia e ai diritti di libertà individuali. Per questo, l’Aduc ha deciso di promuovere e finanziare l’iniziativa di un pool di legali al fine di impugnare una delle primissime ordinanze di questo genere, emessa dal Prefetto di Firenze, Laura Lega, alcuni giorni fa.

Questa mattina, gli avvocati Cino Benelli, Adriano Saldarelli e Fabio Clauser, questi ultimi due consulenti Aduc, hanno  depositato ricorso al TAR Toscana per sottoporla al vaglio giurisdizionale. L’insicurezza, fenomeno più percepito che reale e cinicamente cavalcato a fini elettorali, ha spinto infatti il Ministero dell’Interno a promuovere nuove forme di controllo del territorio attraverso i Prefetti. Firenze è la prima città ad adottare un tale provvedimento dopo Bologna, ed è stato accolto con entusiasmo non solo dai sostenitori del Ministro Matteo Salvini (Lega), ma anche dal Sindaco Dario Nardella (PD).

In particolare viene disposto il divieto di stazionare in alcune aree della città “ai soggetti che ne impediscano la fruizione con comportamenti incompatibili con la vocazione e la destinazione di tali aree. Sarà considerato responsabile di tali comportamenti chiunque sia stato denunciato…”.

In breve, secondo il Governo e il Sindaco, una persona deve essere allontanata da certe aree perché ne impedirebbe il godimento (di che cosa? a chi?) per il solo fatto di essere stata denunciata.

Essere stati denunciati non è un comportamento, è un fatto. Un fatto che non dipende dal denunciato e che in uno Stato di diritto deve essere considerato neutro, fino a che non si giunga ad una condanna definitiva. Giusto per avere un’idea: anche chi è stato assolto con formula piena è stato denunciato. Anche chi è stato accusato falsamente è stato denunciato.

Attraverso questa azione giudiziaria, che sottoporrà questo tipo di ordinanze al vaglio delle leggi e della Costituzione, facciamo nostro il richiamo del Presidente della Repubblica dello scorso 25 aprile, festa della liberazione nazionale dal totalitarismo: “no al baratto della libertà con la promessa dell’ordine”.

Facciamo infine un appello a tutte le forze politiche cittadine e nazionali, e soprattutto ai cittadini sensibili ai diritti di libertà delle persone (tutte, nessuna esclusa!) a sostenere questa ed altre simili iniziative per stroncare sul nascere queste forme pericolosissime di giustizia sommaria. A tal fine, chiunque vorrà, potrà contribuire al fondo spese per il ricorso. L’obiettivo nell’immediato è raccogliere 650 Euro per pagare il contributo unificato per la presentazione del ricorso. Nella causale della donazione, scrivere cortesemente “zone rosse” e il contributo verrà destinato all’iniziativa.

Rischio ecomafie: a Firenze censimento capannoni sfitti

Un’indagine conoscitiva per intercettare situazioni sospette con massima attenzione per i capannoni industriali sfitti sul territorio metropolitano di Firenze che possono rappresentare una risorsa per le organizzazioni criminali dedite allo smaltimento illegale di rifiuti.

E’ l’obiettivo del prefetto di Firenze Laura Lega, in collaborazione con i sindaci della provincia fiorentina. L’indagine, spiega una nota, punta a verificare con un censimento quanti siano sul territorio i capannoni produttivi che, avendo perso la loro funzione, risultano vuoti e abbandonati. Il censimento si prefigge di conoscere in modo capillare la realtà locale per intercettare, fin dai primi segnali, le situazioni sospette.

“Lo scopo della nostra iniziativa – spiega il prefetto Lega – è quello di mettere ulteriormente in sicurezza il territorio da ogni forma di illegalità. Questa indagine ci permetterà di attivare le azioni di contrasto più efficaci e al tempo stesso di salvaguardare l’ambiente di vita e di lavoro delle comunità”. Inoltre, aggiunge, “il monitoraggio potrebbe consentire di individuare forme di recupero e di riuso di questi edifici allo scopo di riqualificare il territorio e creare nuove occasioni di sviluppo”.

Zone Rosse: primo allontanamento, denunciata donna alla fermata mentre andava a lavoro

Ad una settimana dall’entrata in vigore dell’ordinanza della Prefetta di Firenze con la mappatura della città in 17 zone rosse, cresce la polemica politica sulla circolare di Salvini per l’estensione del provvedimento al resto d’Italia e si diffonde anche la protesta di giuristi ed avvocati sull’anticostituzionalità del provvedimento. Intanto a Firenze è scattata la prima denuncia: protagonista una donna con un precedente per lesioni, secondo quanto riportato oggi da La Nazione.

Era ad aspettare l’autobus. Aspettava alla pensilina della stazione come ogni giorno. Ma da una settimana a questa parte per lei quello è il luogo sbagliato, nel momento storico sbagliato. Si tratta di una donna di origine peruviana, regolarmente in Italia ma con un passato segnato da un vecchio precedente per lesioni. E’ stato questo a renderla obiettivo di controllo, identificazione ed allontanamento alla fermata dell’autobus da parte dei poliziotti di San Giovanni.

Improvvisamente mentre ti stai recando a lavoro, ti senti additata, vulnerabile, colpevole. Di un pregresso sì. Ma che non ha nulla a che vedere con la tua vita attuale, con il tuo quotidiano, con la tua ed altrui sicurezza. Eppure quel pregresso, con l’ordinanza Lega entra mani e piedi nell’oggi e nel tuo domani. Nei tuoi confronti scatta un provvedimento di allontanamento per violazione dell’ordine prefettizio.

Eh sì! Nella tua normalità ti trovi di punto in bianco in un luogo a te interdetto, almeno per tre mesi. Una delle 17 zone rosse che includono anche piazza della Stazione. E così alle cinque di un martedì pomeriggio la tua vita cambia e in certi posti non ci puoi andare.

I dubbi di legittimità costituzionale sono già stati sollevati da più parti in queste ore, dalla limitazione della libertà di movimento sancita dall’art. 16, alla limitazione della libertà personale dell’articolo 13. Ma tu intanto, mentre le polemiche crescono e le pagine dei giornali si riempiono di parole e commenti come affronti questo giudizio e questo divieto? come rielabori e vivi la tua colpevolezza?

Uno scenario del genere pone mille dubbi dal punto di vista del diritto e dell’efficacia, e ha l’inquietante sapore di limitazioni da Ventennio. Sicurezza vuol dire anche diritti. E se questi vengono calpestati è difficile costruire e mantenere la prima, soprattutto in un clima di paura e controllo che guarda a reati del passato e non interviene sulla realtà dell’oggi. Riferendosi tra l’altro solo ad una ristretta classe di reati: lo spaccio, le percosse, le lesioni, la rissa, il commercio abusivo ed il danneggiamento… Quindi la rapina, l’omicidio e la violenza sessuale sono in linea con la vocazione delle zone rosse?

In attesa di risposte quella addetta alle pulizie che aspettava l’autobus per comportamenti incompatibili con la vocazione e destinazione della stazione dovrà andare a lavoro cambiando fermata in un percorso ad ostacoli non solo stradali ma anche sociali.

 

Chiara Brilli

 

Avvocati Firenze: “Zone rosse del prefetto Lega ledono diritti costituzionali”

Il consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Firenze è d’accordo su rilievi a ordinanza prefetto Lega.

Il consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Firenze ha varato, all’unanimità, una delibera in cui afferma di condividere le posizioni dell’Associazione Giuristi democratici di Firenze e del direttivo della Camera Penale riguardo all’ordinanza emessa il 9 aprile 2019 dal prefetto Laura Lega. L’ordinanza dispone il ‘divieto di stazionare’ in alcune zone di Firenze per chi risulti denunciato dalle forze di polizia per determinati reati, ordinando l’allontanamento dei trasgressori dalle aree indicate.

L’Associazione Giuristi democratici di Firenze e il direttivo della Camera Penale, evidenzia l’ordine degli Avvocati, “muovono rilievi all’ordinanza” del prefetto Lega “primo fra tutti la lesione di diritti costituzionalmente garantiti”. Il consiglio dell’Ordine degli Avvocati fiorentini ha anche stabilito di trasmettere la delibera allo stesso prefetto di Firenze, ai dirigenti degli uffici giudiziari di Firenze e al Consiglio nazionale forense.

Firenze: siglato patto per lotta a illegalità economica

In base al protocollo d’intesa sottoscritto stamani a Palazzo Medici Riccardi tra il prefetto Laura Lega e il vice presidente della Camera di Commercio di Firenze, Claudio Bianchi, Prefettura, Forze dell’Ordine e Vigili del Fuoco avranno un accesso più esteso alle banche dati camerali.

Il patto consente a Prefettura, Forze dell’Ordine e Vigili del Fuoco l’accesso telematico gratuito ad una serie di dati camerali, attraverso visualizzazioni grafiche che rendono più facile l’interpretazione delle informazioni. Viene così messo a disposizione dalla Camera di Commercio uno strumento di notevole valenza operativa che permette alle strutture amministrative ed investigative di poter interrogare in maniera diretta e rapida le banche dati camerali per approfondire la conoscenza del tessuto produttivo provinciale, rafforzando così la loro azione di contrasto ai fenomeni di illegalità economica.

“Un’iniziativa che si inserisce in un utilizzo dell’e-government sempre più efficace” – ha spiegato il prefetto Lega – “a vantaggio delle imprese che operano regolarmente”.

In base all’accordo, saranno consultabili i dati del Registro delle Imprese e del Registro dei Protesti, nonché le funzionalità offerte tramite i servizi Ri-Visual, Ri-Map e Ri- Build. La Camera di Commercio organizzerà una giornata formativa per gli addetti alla consultazione.

Il protocollo è valido per il 2019, sarà costantemente monitorato e alla fine dell’anno verranno valutati i risultati raggiunti.

DASPO Urbano, Scalia: “provvedimento spot che non risolvera’ i problemi”

Con il  neoconsulente della commissione antimafia, membro della Fondazione Caponnetto, Renato Scali, abbiamo commentato l’ordinanza del prefetto Laura Lega  a tutela delle piazze cittadine di Firenze.

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