Uovo sospeso, a Pasqua l’ANT moltiplica la solidarietà

Firenze, nel periodo Pasquale Fondazione ANT, propone il progetto uovo sospeso, che si ispira al famoso caffè sospeso napoletano ma lo declina in versione pasquale dando la possibilità a tante persone (aziende e privati) di raddoppiare la solidarietà. Con un’offerta minima di 15 euro è infatti possibile donare un uovo di cioccolato da 500 gr. al latte o fondente a persone bisognose del territorio e contemporaneamente contribuire a sostenere l’assistenza medico-specialistica ANT ai malati di tumore.

Il progetto Uovo sospeso ha ricevuto il patrocinio dei comuni di Firenze, Prato, Pistoia, Massa e Viareggio e quello delle quattro associazioni di categoria Confersercenti, Confcommercio, Confartigianato e CNA Toscane.

Il progetto Uovo Sospeso, ha coinvolto alcune importanti realtà benefiche locali che sono le destinatarie delle uova scelte e donate dai cittadini: Progetto Villa Lorenzi, che si occupa di servizi educativi per la prevenzione e la riabilitazione del disagio giovanile e delle dipendenze con operatori e volontari che stanno vicini a ragazzi e famiglie in difficoltà; Istituto degli Innocenti, una delle più antiche istituzioni italiane dedicate alla tutela dell’infanzia e dell’adolescenza fondandosi su valori quali l’accoglienza, la responsabilità e la cultura; Montedomini, struttura che opera nel campo dell’assistenza sociosanitaria, educativa e riabilitativa per anziani e disabili, sia in regime residenziale che domiciliare, e nell’ambito dell’erogazione di servizi in favore dell’inclusione attiva.

“Ancora una volta l’ANT si contraddistingue per il suo immenso cuore solidale – ha detto l’assessore a Welfare Sara Funaro – e con questa iniziativa regala felicità e dolcezza ai bambini dell’Istituto degli Innocenti, ai ragazzi di Villa Lorenzi e agli anziani di Montedomini, tre diverse fasce di cittadini fragili, che trovano un punto di riferimento importante per le loro vite nelle tre strutture, che fanno parte dell’eccellenza fiorentina del mondo del sociale. Grazie quindi all’ANT per questa iniziativa di Pasqua e per l’attività che ogni giorno svolge per i malati di tumore, raggiungendoli direttamente nelle loro case. E grazie per il grande impegno nei settori della prevenzione oncologica, della ricerca, dello sviluppo e della formazione. L’amministrazione comunale è al fianco dell’associazione e contiamo che il sostegno e la collaborazione si rafforzino sempre di più”.

JR a Palazzo Strozzi con “La Ferita”

Firenze, dal 19 marzo 2021, Palazzo Strozzi cambierà volto attraverso l’intervento di JR, uno degli artisti contemporanei più celebri al mondo, chiamato a reinterpretare la facciata di uno dei simboli del Rinascimento a Firenze attraverso una nuova installazione site specific dal titolo “La Ferita”, che proporrà una suggestiva riflessione sull’accessibilità ai luoghi della cultura nell’epoca del Covid-19.

JR utilizza il collage fotografico come tecnica caratteristica del suo stile, esploso nella dimensione dell’arte pubblica nelle città di tutto il mondo. Come afferma lo stesso artista: “Ho la più grande galleria d’arte immaginabile: i muri del mondo intero”. La sua ricerca unisce originalità e appropriazione, sempre distinguendosi per una forte connotazione pubblica e di partecipazione che lo ha portato a creare opere di grande impatto visivo e coinvolgimento in luoghi e contesti sempre diversi, dalle favelas di Rio de Janeiro alla
grande piazza della Piramide del Louvre, da Ellis Island a New York alla prigione di massima sicurezza di Tehachapi in California.

Gimmy Tranquillo ha intervistato Arturo Galansino, Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi.

Direttore Galansino il comunicato di Palazzo Strozzi parla di un intervento di JR,  chiamato a reinterpretare la facciata di uno dei simboli del Rinascimento a Firenze attraverso una nuova installazione site specific dal titolo “La Ferita”, di cosa si tratta?

JR è uno dei più importanti artisti viventi, sicuramente uno dei più conosciuti per le cose eclatanti che ha fatto in giro per il mondo insomma, possiamo definirlo uno street artist in un certo senso, anche se questa definizione gli andrebbe stretta, lui si definisce un ‘photographer’ ovvero uno che tratta dai graffiti alla fotografia, per riempire i muri di tutto il mondo, che sono come dice lui la sua galleria, la più grande che esiste, appunto, utilizza una tecnica che parte proprio dalla fotografia, quindi praticamente le sue installazioni sui muri sono delle specie di grandi fotografie espanse.

Direttore, immagino che non vogliate svelare più di tanto prima della conferenza stampa ufficiale, ma qualche cosina ce l’ha ce l’ha può anticipare, cosa vedremo sulle pareti esterne di Palazzo Strozzi?

L’artista non anticipa mai i suoi progetti, questa è una so metodo di lavoro, ma basta andare adesso in Piazza Strozzi a vedere la mole dell’impalcatura che è montata adesso, dove stanno lavorando tanti operai per realizzare questa installazione in tempi rapidi per il 19 di marzo, per capire la dimensione, si tratta di qualcosa di molto grande.

Ma al di là delle dimensioni e al di là della forma estetica credo che sia importante anche il metodo di lavoro di Palazzo Strozzi in questa occasione come anche Io purtroppo in questa occasione come anche nel recente passato, nella mostra di Marina Senatore, ovvero quello di e volere dare qualcosa alla città di Firenze colpita, più di qualsiasi altra città forse in Italia, da questa situazione gravissima crisi di pandemia, di crisi economica, dalla mancanza di turisti e visitatori, e daltra parte il titolo ‘La Ferita” allude proprio a questo e poi capirete perché”.

Caduta dei capelli a causa del Coronavirus? Sì ma…

È vero che il coronavirus Sars-CoV-2, causa la caduta dei capelli? Sì, ma sarebbe un fenomeno temporaneo. Secondo il New York Times ed un recente studio pubblicato su The Lancet infatti, risulterebbe che il 22% dei pazienti Covid-19 ospedalizzati in Cina, abbia riportato la perdita di capelli sei mesi dopo aver contratto la malattia.

Ma questo tipo di caduta dei capelli, ufficialmente chiamata ‘Telogen Effluvium’, è correlata allo stress, e non è un’esclusiva del Covid-19, e può verificarsi più spesso di quanto possiamo pensare, come afferma la dottoressa Aurora Pop-Vicas, specialista in malattie infettive presso UW Health a Madison, nel Wisconsin.

Questo fenomeno potrebbe essere stato notato maggiormente in questo periodo, perché le persone sono iper-consapevoli del Covid-19 e dei suoi sintomi, ma qualcuno ricorderà per esempio, che in passato, dopo essere rimasto a letto con l’influenza per quattro o cinque giorni, di aver notato, qualche mese dopo, la perdita di ciuffi di capelli.

Ma perché un evento stressante è a volte seguito dalla perdita di capelli? Prova a spiegarlo il dottor Greg Vanichcakhorn, direttore medico del programma di riabilitazione dell’attività Covid-19 presso la Mayo Clinic di Rochester: “Fondamentalmente ciò che accade è che quando un essere umano è esposto ad un evento negativo importante, come un’infezione o qualcosa di super stressante, avviene che le cellule ciliate entrino nella loro fase dormiente. Sono praticamente come se fossero morte, e questo può accadere mesi dopo l’evento. Quindi forse il motivo per cui i pazienti subiscono questo fenomeno dopo il Covid-19, potrebbe essere il fatto che il loro corpo è ancora sotto shock per quello che gli è successo”.

I capelli attraversano questo ciclo anche in circostanze normali, sottolinea il dottor David Cutler, medico di famiglia presso il Providence Saint John’s Health Center di Santa Monica, in California: “È un fenomeno naturale che tutti i follicoli piliferi attraversino periodi di riposo e crescita e che i capelli cadano”, dice, ma la differenza nelle persone con Telogen Effluvium è che la caduta si verifica tutta in una volta.

In circostanze normali, circa il 10% dei capelli è in fase di riposo, il 5% in fase di caduta ed il resto in fase di crescita, dice la dottoressa Pop-Vicus. “Ma se corpo sperimenta un potente fattore di stress, esso sposta la sua energia per concentrarsi e dare la priorità alle funzioni di sostegno vitale – spiega la dottoressa – La crescita dei capelli non è necessariamente una funzione di sopravvivenza. Quindi forse anche il 50% dei capelli passerebbe alla fase di riposo. Quella fase però, di solito dura da due a tre mesi, e poi si ferma naturalmente”.

Ed è quindi dopo alcuni mesi che i pazienti che erano stati affetti dal Covid-19, notano i ciuffi di capelli sulle loro spazzole. Questa reazione ritardata rende difficile analizzare il fenomeno, e se quindi sia associato ai portatori a lungo tempo del Covid.

Ma ci sono altri motivi che innescano questo tipo di caduta dei capelli: farmaci come la chemioterapia, malattie della tiroide, squilibri ormonali o problemi del cuoio capelluto, anche questi fattori possono essere l’origine del problema, dice Pop-Vicus. Qualunque sia la causa però, l’improvvisa perdita di capelli “può essere piuttosto inquietante”, dice Van.

Le buone notizie? I capelli ricresceranno! Senza interventi, perché il Telogen Effluvium, di solito, si risolve entro sei mesi, dice Khetarpal. Nel frattempo, le tecniche per gestire lo stress come lo yoga e la meditazione, soprattutto se combinate con una buona alimentazione, sonno ed esercizio fisico, possono aiutare, dice Pop-Vicus.

Henry Moore, ricordi l’esposizione al Forte Belvedere del 1972?

Firenze, il 20 maggio del 1972, inaugurava la grande mostra Henry Moore al Forte Belvedere. Furono in tantissimi ad affollare gli spalti del Forte e le sale della Palazzina durante i mesi estivi, sfidando il sole a picco. Oltre 345 mila persone. Un numero davvero esorbitante.

A vedere la mostra di Henry Moore c’era la principessa Margaret d’Inghilterra, accompagnata dal marito, il Conte di Snowdon, c’erano Giovanni Leone, sesto Presidente della Repubblica Italiana, Edward Heath, allora Primo Ministro inglese, ed ovviamente l’artista, Henry Moore, che aveva seguito di persona l’allestimento delle sue sculture monumentali sulle terrazze affacciate su Firenze.

Voi c’eravate? Avete un ricordo da condividere? Una foto, una cartolina, un catalogo magari autografato dall’artista? Se sì, mandateci l’immagine (scansionata) all’indirizzo mail segreteria.museonovecento@muse.comune.fi.it, specificando il vostro nome, cognome e profilo social (Facebook e/o Instagram).

Tutti i vostri ricordi saranno condivisi sui profili Facebook e Instagram del museo per tutta la durata delle mostre dedicate a Moore (in corso sino al 18 luglio 2021). Le immagini raccolte sino a quella data, saranno poi pubblicate in un libro, che verrà presentato al pubblico nel 2022, vero anniversario della mostra di Forte Belvedere,

Al Museo Novecento Firenze, che ospita da gennaio due esposizioni dedicate a Moore, sono arrivati tantissimi visitatori mossi dal ricordo di quella visita indimenticabile, cinquant’anni fa.

Mettete mano ai vostri album fotografici e alle vostre librerie in cerca di ricordi. Facciamo rivivere quell’emozione che segnò un evento iniziatico per la città di Firenze, il primo passo verso la contemporaneità.

E in attesa delle vostre immagini, vi aspettiamo al museo, appena sarà possibile riaprirlo, per la mostra “Henry Moore. Il disegno dello scultore”, a cura di Sergio Risaliti e Sebastiano Barassi, organizzata in collaborazione con la Henry Moore Foundation, e per quella “Henry Moore in Toscana”, a cura del solo Risaliti, quest’ultima aperta sino al 30 maggio 2021, dedicata proprio all’intenso legame dell’artista con la regione. Un legame nato a partire dagli anni ’20 quando, giovane studente, lo scultore soggiornò nelle principali città toscane e poi consacrato nel 1972 proprio con la grande mostra del Forte.

Sacchi, luoghi cultura: “Riaperture senza stop and go”

Firenze, l’assessore alla cultura del Comune di Firenze, Tommaso Sacchi, esprime soddisfazione per l’apertura dei musei nei festivi e per l’attenzione posta alla riapertura dei luoghi di spettacolo ma sottolinea anche la necessità di una strategia a lungo termine per garantirne la sostenibilità, con la costituzione di un tavolo consultivo permanente; una legge per i lavoratori di cultura e spettacolo; pianificazione e certezza sui ristori e un “fondo cultura” per le città.

Sacchi riporta alcune delle richieste formulate dagli assessori alla cultura delle più importanti città italiane durante l’incontro in commissione cultura del Senato, presieduta da Riccardo Nencini.

All’incontro erano presenti gli assessori alla cultura di Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Torino, Venezia, città che, insieme a Palermo e Ancona, da un anno costituiscono un comitato informale per affrontare in maniera coordinata le moltissime emergenze. Con loro ascoltate in commissione anche le città di Trieste e Catania.

Gli assessori hanno manifestato la propria soddisfazione per l’estensione dell’apertura dei musei anche nei giorni festivi e per l’attenzione prioritaria finalmente posta sulla necessità di riaprire i luoghi di spettacolo, ma hanno chiesto la garanzia di una strategia a lungo termine con un protocollo unico in tutta Italia, a meno di situazioni sanitarie particolarmente gravi, così da evitare gli ‘stop and go’ dei mesi scorsi.

È poi urgente, secondo gli assessori, una legge ad hoc per i lavoratori del comparto: addetti molto variegati, molto spesso sottopagati, ‘invisibili’ e poco tutelati, che da un anno vivono nell’incertezza più profonda.

A questa si devono aggiungere garanzie sui ristori e un ‘fondo cultura’ per le città capoluogo oltre agli altri fondi per le città previsti dal Governo: le grandi città italiane hanno sofferto infatti la chiusura delle attività culturali e di spettacolo nonché il crollo del turismo e hanno ora un assoluto bisogno di trasferimenti specifici per la rinascita post pandemica.

Infine, gli assessori hanno ribadito la loro disponibilità alla costituzione di un tavolo permanente di confronto tra ministero, commissioni competenti ed enti locali così da garantire un dialogo costante con le città, vere ‘antenne’ degli ecosistemi culturali complessi e fragili e portavoce istanze del territorio.

Krypton con ‘Brunelleschi’ vince bando Ministero Affari esteri

Firenze, con il progetto dello spettacolo “Filippo Brunelleschi/nella divina proporzione” la compagnia Teatro Studio Krypton il 2 ottobre 2020 è risultata prima dei cinque progetti selezionati dalla commissione esaminatrice del Bando del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale Vivere all’ Italiana sul palcoscenico.

Lo spettacolo di Krypton ha prevalso in una importante iniziativa di promozione e diffusione della cultura italiana all’estero che mira a sostenere la ripresa delle produzioni italiane nel settore dello spettacolo dal vivo e al rilancio internazionale grazie alla rete di Ambasciate, Consolati, Rappresentanze e Istituti Italiani di Cultura nel mondo.

Il video dello spettacolo, girato al Teatro della Pergola di Firenze, e prodotto grazie alla vincita del bando Vivere all’Italiana sul palcoscenico, è visibile sul canale Vimeo ‘italiana’ collegato al nuovo portale del Ministero degli Esteri, dopo la conferenza stampa del Ministro Di Maio. Il nuovo portale rappresenterà la piattaforma virtuale ufficiale sulla quale verranno promossi e diffusi gli eventi e i progetti culturali realizzati con il sostegno del Ministero. Tra i progetti di punta presentati in conferenza stampa gli spettacoli di Vivere all’Italiana sul palcoscenico.

Il progetto Filippo Brunelleschi – Nella Divina Proporzione è nato nel 2020 per celebrare i 600 anni dalla fondazione della Cupola di Santa Maria del Fiore in Firenze.

Il regista Giancarlo Cauteruccio ha commissionato la drammaturgia originale di questa opera a Giancarlo Di Giovine, autore di grande sensibilità storica e collaboratore di Rai Storia.

Brunelleschi è interpretato da Roberto Visconti, attore storico della compagnia, attivo sia in teatro che nel cinema. Gianni Maroccolo ha composto le musiche originali, mentre la scenografia digitale è di Massimo Bevilacqua, esperto nell’applicazione del mapping video all’arte scenica.

Questo nuovo lavoro di Krypton mette in luce la vita e l’opera di Filippo Brunelleschi, svelando il particolare carattere che si nasconde dietro il grande talento e le geniali intuizioni dell’artista che ha dato vita al Rinascimento.

Già con “Muovere un cielo pieno di figure vive”, opera di teatro/architettura pensata per la facciata dell’Ospedale degli Innocenti di Firenze, Cauteruccio indagava nell’universo brunelleschiano con interesse scientifico ed estetico dando vita ad una creazione di forte impatto visivo e sonoro.

In Filippo Brunelleschi-Nella divina Proporzione, il regista porta in scena il corpo, il pensiero, la solitudine e il carattere forte e impenetrabile di colui che fece della prospettiva e della simmetria gli strumenti della bellezza non più dettata dal caso, dall’ombra e dalla fede, ma dalla ragione, il calcolo, la matematica, la luce. Quella luce chiamata a sovrastare il buio e l’ombra medievale.

“Sappiamo tutto dei grandi artisti del Rinascimento Leonardo, Raffaello e Michelangelo. Sappiamo invece molto meno della vita di Filippo Brunelleschi- osserva Di Giovine – eppure Brunelleschi anticipa questi artisti, li prepara, li indirizza verso nuovi orizzonti”. Ma Brunelleschi distrugge ogni suo scritto o bozzetto, usa codici segreti così come farà Leonardo, brevetta i suoi progetti, costruisce macchine straordinarie di cui non rivela i meccanismi nemmeno ai committenti. Il suo talento è completo, non trova confini, spazia dall’architettura alla scultura, si dedica allo studio del cosmo e, su richiesta, non disdegna di dedicarsi anche all’arte della guerra. Quello che lascia ai posteri non sono solo cupole, cattedrali e loggiati ma soprattutto un’idea di città e un’idea di mondo che vede al suo centro l’umano. Un’idea che viene da lontano, dalle armonie e le proporzioni dei templi di Roma Antica che Brunelleschi recupera e perfeziona.

Nel suo raccontarsi Ser Filippo dice:

“Sono un artista, appartengo solo all’arte ed alla bellezza. Ecco i miei figli: facciate, colonne, portici, archi, vuoti e pieni, chiari e scuri. Geometrie di luce… È la matematica a guidare questa rinascita. È la scienza che si fonde con l’arte, che ci porta al centro dello spazio e del tempo. Il bello è la conquista dello spazio e la formazione del tempo. Siamo finalmente al centro del nostro cosmo, padroni di un universo. Le stelle, fuochi che ci girano intorno e fanno luce sul nostro cammino. È Il Rinascimento!”.

Lo spettacolo di Krypton coglie la carnalità di un artista/genio il quale, pur di raggiungere i traguardi della sua opera, “sacrifica” il suo corpo, la socialità e il proprio benessere per darsi interamente al manifestarsi della propria opera.

Oggi Brunelleschi, a 601 anni dall’apertura dei cantieri di quella che sarà la sua opera più rappresentativa, la Cupola della Cattedrale di Firenze, risulta essere uno dei più importanti punti di riferimento per la cultura italiana riconosciuta e attesa in Europa e nel mondo.

Filippo Brunelleschi-Nella divina Proporzione è un lavoro non documentaristico, una messa in scena di forte intensità nella quale lo spettatore, oltre a essere guidato nelle meraviglie brunelleschiane grazie alla suggestione visuale della scenografia dinamico/digitale del video mapping, può rispecchiarsi in un corpo e in un immaginario complessi e magici allo stesso tempo. Cauteruccio, con la sua lunga esperienza di sperimentatore e innovatore delle arti sceniche, immagina ancora una volta un viaggio visionario che coniuga il teatro con le nuove tecnologie da offrire al pubblico sia nella trasmissione digitale che nello spazio fisico.

Lo spettacolo di Krypton entrerà nel circuito della distribuzione teatrale della compagnia e concorrerà ad una tournée internazionale che sarà votata dagli Istituti di cultura Italiana nel mondo, in collaborazione con il Mibac.

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