Massa: sequestrati 5700 accessori non tracciati

A Massa (Massa Carrara) i finanzieri del gruppo di Massa Carrara, in seguito a un controllo nei confronti di un uomo di origine pakistana, hanno sottoposto a sequestro amministrativo per violazione delle prescrizioni previste dal Codice del consumo in materia di sicurezza prodotti oltre 5.700 accessori di telefonia.

Inoltre i finanzieri del gruppo di Massa Carrara hanno riscontrato che l’uomo, detentore di regolare partita Iva, poneva in vendita cover personalizzate con marchi di note case di moda, squadre di calcio e personaggi di cartoni animati, effettuando le stampe su richiesta degli acquirenti direttamente sul posto, all’interno del proprio spazio espositivo, utilizzando diverse attrezzature quali un notebook, una pressa a caldo ed una stampante a colori. Al momento del controllo, i militari hanno riscontrato l’assenza di licenze e autorizzazioni da parte dei titolari dei marchi, necessarie per la loro applicazione e commercializzazione, e hanno sequestrato circa 50 cover recanti le stampe e di tutta l’attrezzatura necessaria a condurre l’illecita attività.

L’uomo è stato denunciato alla autorità giudiziaria, ipotizzando il reato di contraffazione. Gli accessori, invece, non rispettavano i requisiti minimi previsti dalla legge, a causa dell’assenza di apposite indicazioni e informazioni obbligatoriamente previste come disponibili al consumatore. Per tale violazione è stata interessata la Camera di Commercio competente per l’irrogazione della sanzione amministrativa.

Cosa nostra: Prato, 12 arresti e 60 indagati

L’operazione della Gdf di Prato, coordinata dalla Dda di Firenze, che stamani ha portato all’esecuzione di 12 arresti (sei in carcere e sei ai domiciliari), con un totale di 60 indagati, contesta i reati di associazione a delinquere finalizzata a riciclaggio, autoriciclaggio, emissione di fatture per operazioni inesistenti, nonché reati di intestazione fittizia di beni, contraffazione di documenti di identità e sostituzione di persona. Il sodalizio riciclava proventi degli affari criminali della “famiglia mafiosa di Corso dei Mille” di Palermo, capeggiata da Pietro Tagliavia, condannato con sentenza irrevocabile per il reato di associazione mafiosa.

Gdf di Prato e Dda di Firenze hanno ricostruito un flusso illecito di denaro per circa 150 milioni di euro, di cui 39 mln provenienti direttamente da soggetti di Palermo legati alla mafia. Sono denari riciclati principalmente nell’economia toscana. L’associazione a delinquere avrebbe immesso nel circuito economico denaro di provenienza illecita attraverso le creazione di una galassia di 33 imprese con sedi in tutta Italia, in particolare in Toscana, Sicilia e Lazio, tutte aventi per oggetto sociale il commercio dei pallets, le pedane in legno usate per il trasporto e la movimentazione di materiale. Le fatture inesistenti venivano emesse sia tra aziende interne al gruppo criminale, sia a favore di aziende ad esso estranee, che usufruendo del servizio illegale si garantivano vantaggi fiscali. Le imprese ‘sane’ versavano tramite bonifico alle cartiere facenti capo al gruppo criminale il corrispettivo degli importi falsamente fatturati (per consegne di pallets mai avvenute), che poi veniva restituito in contanti, decurtato del 10%.

Lo scopo del sodalizio illecito era, dunque, riciclare, ostacolando l’identificazione della provenienza delittuosa, i proventi criminali della ‘famiglia mafiosa di Corso dei Mille’ di Palermo, capeggiata da Pietro Tagliavia. In particolare, secondo gli inquirenti, gli indagati si erano messi a completa disposizione di Pietro Tagliavia nel periodo in cui egli era detenuto presso la casa circondariale di Prato, tanto da reperirgli nel 2017 un’abitazione a Campi Bisenzio (Firenze) dove aveva scontato gli arresti domiciliari e fornirgli, clandestinamente ed in violazione delle prescrizioni imposte dall’Autorità Giudiziaria, un telefono con cui mantenere contatti anche con i propri sodali in Sicilia.

Sulla presenza di Tagliavia e dei suoi possibili fiancheggiatori a Campi Bisenzio proseguono gli accertamenti. Emergono in particolare due gruppi familiari di origine siciliana, imparentati tra loro, trasferitisi nel Lazio e in Toscana. Sono state 120 le perquisizioni eseguite questa mattina dalla Gdf, nel corso delle quali sono stati sequestrati anche denaro e armi. Sequestrate, inoltre, 15 aziende e 86 conti correnti. I destinatari degli arresti sono originari della Sicilia (10) e della Puglia (due). Risultano residenti a Palermo (sette), Prato (due), Campi Bisenzio (due) e Sesto Fiorentino (uno). Negli stessi territori gravitano le altre decine di indagati dell’inchiesta denominata “Golden Wood”.

Cecina, droga: attiravano minori vicino scuole, scoperti da Gdf

Mezzo chilo di stupefacenti, tra marijuana, hashish e pasticche di ecstasi, tremila euro in contanti, smartphone e bilancini elettronici sono stati sequestrati dai finanzieri del comando provinciale di Livorno nell’ambito di un’operazione antidroga a Cecina (Livorno), Rosignano (Livorno), Livorno e Casale (Pisa).

L’operazione ha visto coinvolti un gruppo di giovani dediti allo spaccio nei luoghi limitrofi agli istituti scolastici superiori. Due le ordinanze di obbligo di dimora emesse dal gip di Livorno per altrettanti ventenni residenti a Cecina eseguite dalla guardia di finanza.

L’operazione, denominata ‘Ragazzi fuori’, spiega una nota, è la conclusione di un anno di indagini delle fiamme gialle di Cecina che con intercettazioni telefoniche, pedinamenti, osservazioni e riscontri hanno interessato 33 giovani, tra cui molti studenti, che secondo quanto è emerso, attiravano decine di minorenni consumatori, proprio in luoghi vicini a istituti scolastici superiori.

Pisa: scoperti e sanzionati 300 “furbetti” che eludevano ticket

Sono soprattutto le prestazioni specialistiche gli obiettivi principali dei ‘furbetti’ delle esenzioni, cittadini che, attestando al momento della visita redditi al di sotto delle soglie previste, hanno potuto usufruire, a Pisa, gratuitamente di circa 300 servizi forniti dal sistema sanitario nazionale.

Le fiamme gialle pisane, come reso noto dalla guardia di finanza, in collaborazione con i funzionari dell’Asl, “hanno individuato i 300 trasgressori incrociando le risultanze tratte dalle rispettive banche dati” perché è spiegato in una nota, “colpire questi fenomeni rappresenta anche una forma di tutela nei confronti della fasce economicamente più deboli, titolari del diritto di esenzione, e un’affermazione del principio di solidarietà e coesione sociale”. “Ora – conclude la guardia di finanza – i responsabili, non solo dovranno rifondere il denaro illecitamente sottratto alle casse dell’Erario, ma saranno costretti a pagare anche una sanzione amministrativa”.

Firenze: sequestrato Cessna da 1 milione di euro

Un aereo Cessna, del valore di un milione di euro, è stato sequestrato dalla guardia di finanza di Firenze e dai funzionari dell’agenzia delle dogane e dei monopoli dell’aeroporto fiorentino di Peretola, su disposizione del gip.

Secondo l’accusa il velivolo, di fatto rimasto sempre in uso a una società consortile di Firenze, sarebbe stato oggetto di contrabbando subendo nel corso degli anni vari passaggi di proprietà che lo hanno visto trasferirsi dall’Europa all’America per poi rientrare in Inghilterra. In questo modo, spiegano Gdf e Agenzia della dogane, sarebbe stato possibile evadere i diritti di confine, per un totale di oltre 200 mila euro di Iva evasa all’atto dell’importazione.

L’aereo, acquistato da una società milanese nel 2013 ma da questa data in uso esclusivo a una società fiorentina, era inizialmente immatricolato nell’Ue, con marca inglese. Nel 2016 è stato immatricolato negli Stati Uniti. Nello stesso anno, si precisa sempre in un comunicato, è stato conferito in un trust di diritto inglese. Sono emersi poi contratti a noleggio: tutti sarebbero riconducibili, attraverso società interposte, alla società toscana detentrice di fatto della disponibilità del Cessna, che negli ultimi anni sarebbe atterrato e decollato almeno 200 volte dagli scali di Firenze e Pisa.

In queste ore, comunica ancora la gdf, “sono in corso perquisizioni nelle sedi delle società che risultano avere la disponibilità del mezzo e presso il pilota del velivolo, un 46enne di Carrara (Massa Carrara), che è anche rappresentante legale della società che gestisce di fatto il Cessna”.

Secondo quanto appreso, l’aereo veniva utilizzato per gli spostamenti di affari da una decina di imprenditori soci della società consortile, la maggior parte dei quali operanti nel settore del marmo. Finanziari e funzionate dell’agenzia delle dogane lo hanno sequestrato ieri quando è atterrato all’aeroporto Vespucci di Firenze, da cui era decollato circa 15 giorni fa.

Carrara, ditta marmi evade 870mila euro

A seguito dei controlli, la Gdf ha appurato che per tre anni consecutivi (dal 2015 al 2017) la ditta ha omesso di presentare la dichiarazione dei redditi.

Scoperta una evasione fiscale da 870mila euro in una ditta di Carrara (Massa Carrara) attiva nel commercio all’ingrosso di marmi. La verifica fiscale è del nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza di Massa Carrara. La ditta, individuale, commercia marmi e materiali da costruzione. A seguito dei controlli la Gdf ha appurato che per tre anni consecutivi (dal 2015 al 2017) l’impresa ha omesso di presentare la dichiarazione dei redditi, qualificandosi, pertanto, come evasore totale per tali annualità. Inoltre, l’attività commerciale veniva esercitata sottraendosi agli obblighi di versamento dell’Iva.

Attraverso controlli incrociati presso fornitori e clienti, i finanzieri della sezione tutela finanza pubblica hanno ricostruito il reale volume delle operazioni effettuate in nero quantificando in circa 600.000 euro i ricavi sottratti al fisco e la corrispondente evasione di Iva per oltre 250.000 euro. L’Irap evasa ammonta a 24.000 euro. La posizione dell’imprenditore è stata segnalata all’Agenzia delle Entrate per l’adozione delle previste misure cautelari a garanzia dei crediti erariali.

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