Firenze, test simulazione alluvione della protezione civile europea

Esperti provano capacità di risposta ad un’alluvione in 36 ‘finti’ interventi.

Firenze dal 25 al 29 marzo si trasformerà in un paese immaginario, il ‘Modulistan’, per diventare teatro di una esercitazione internazionale di protezione civile basata sullo scenario dell’alluvione che colpì il capoluogo toscano il 4 novembre 1966. Scopo sarà testare la capacità di organizzare una risposta nel modo più adeguato da parte degli ‘European civil protection team (Eucpt), team che non operano direttamente sul campo ma che sono incaricati di gestire e coordinare l’emergenza.

All’esercitazione parteciperanno anche tre squadre di esperti, provenienti da Austria, Finlandia e Lituania, incaricati di fornire supporto tecnico come connessione internet e telefonica. La definizione degli scenari operativi, la gestione dell’esercitazione e gli aspetti organizzativi saranno curati dalla direzione regionale dei vigili del fuoco della Toscana. Tre i giorni dedicati all’esercitazione, nel corso dei quali gli operatori dovranno affrontare tre diversi tipi di emergenze.

“Il meccanismo europeo di protezione civile ha diversi tipi di risposta – spiega Giuseppe Romano, direttore regionale dei vigili del fuoco toscani – una risposta in ambito Ue, quando a chiedere aiuto è uno stato dell’Unione. Un’altra richiesta può provenire da uno stato estero non appartenente ma che ha accordi con l’Ue, oppure provenire da uno stato lontano dell’Ue, che chiede un aiuto ma non è chiaro di cosa abbia bisogno”.

Oltre 36 gli eventi che sono stati pianificati: tra questi, le ricognizioni presso la diga del Bilancino dove sarà simulata un’emergenza in atto, all’azienda farmaceutica Eli Lilly e alla Galleria degli Uffizi, dove verrà simulata un’emergenza relativa alla necessità di mettere in salvo il patrimonio artistico.

Giani: governo tedesco vuole restituire quadro agli Uffizi

Firenze, il presidente del Consiglio regionale della Toscana Eugenio Giani, ha commentato la lettera ricevuta dalla viceambasciatrice della Repubblica Federale di Germania Irmgard Maria Fellner, che risponde alla missiva inviata da Giani lo scorso 2 gennaio al presidente del Bundesrat, ministro presidente Daniel Gunther, inoltrata per competenza al ministero degli Affari esteri.

“La comunicazione del ministero federale degli Affari esteri della Repubblica Federale di Germania, dà significativo riscontro al costante impegno che abbiamo posto per il recupero del quadro ‘Vaso di Fiori’, del pittore olandese Jan van Huysum – commenta Eugenio Giani – È una grande soddisfazione vedere impegni così precisi dalle autorità di governo tedesche con la ferma determinazione comune di avere il quadro esposto nella Galleria degli Uffizi”.

“Fellner – si legge in una nota di Giani – assicura nella lettera che anche per il Governo Federale il dipinto di Huysum deve senza dubbio tornare ad occupare il suo posto originario nella Galleria degli Uffizi”.

“Lessico femminile”, direttore Uffizi lancia appello a #MeToo

In occasione della festa delle donne, l’8 marzo, le Gallerie degli Uffizi presentano la mostra “Lessico femminile. Le donne tra impegno e talento 1861-1926”, curata da Simonella Condemi. L’esposizione è allestita a Palazzo Pitti.

La mostra documenta la varietà dei talenti che hanno reso le donne interpreti della storia e del sapere, in settori diversi che vanno da quello più umile del lavoro dei campi fino a quello artistico-artigianale, letterario oppure scientifico.

L’arco temporale considerato per la mostra prende avvio dall’Unità Nazionale, che coincide con l’iscrizione di alcune lavoratrici alla Fratellanza Artigiana (1861), e si conclude con il 1926, quando venne assegnato il Premio Nobel a Grazia Deledda: prima donna italiana a ricevere l’onorificenza, la scrittrice divenne un simbolo e un riscatto per le sue connazionali.

Le opere esposte documentano la varietà dei talenti che hanno reso le donne interpreti della storia e del sapere, in settori diversi che vanno da quello più umile del lavoro dei campi fino a quello artistico-artigianale, letterario oppure scientifico.

Durante la presentazione di Lessico Femminile, il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, ha lanciato un appello al movimento #MeToo che riportiamo di seguito:

“In vista dell’8 marzo voglio lanciare un appello al movimento #MeToo: la battaglia iniziata dalle vostre bisnonne e nonne per un mondo più giusto verso le donne é ancora ben lontana dall’essere vinta in tutte le parti del mondo. Dunque non mollate, c’é ancora bisogno del vostro impegno, della grande energia che impiegate a livello internazionale. Ci sono ancora troppe poche donne in posizioni dirigenziali nelle aziende e in posti chiave; c’é un tasso di femminicidi che ancora é altissimo e questo é intollerabile. Dunque c’é davvero moltissimo da fare.
Ma intanto una notizia positiva c’é, perché nel mondo c’é sempre più attenzione e interesse per le artiste e per il talento creativo femminile che a livello globale riesce sempre più ad affermarsi vincendo pregiudizi secolari un tempo impossibili da abbattere. La strada per arrivare alla vera primavera delle donne é lunga ma tutti insieme ce la possiamo fare.”

S. Caterina di Gentileschi, forse ‘mash-up’ autoritratto pittrice e figlia Medici

La S.Caterina d’Alessandria di Artemisia Gentileschi come risultato dell’unione tra l’autoritratto della pittrice e il ritratto di Caterina, figlia del granduca Ferdinando de’ Medici, realizzato durante la permanenza alla corte dei signori toscani.

È l’ipotesi emersa dalle analisi svolte dall’Opificio delle pietre dure di Firenze sulla tela della pittrice custodita agli Uffizi di Firenze: lo studio ha mostrato che sotto la superficie dell’opera esiste una versione preesistente della Santa Caterina, senza corona e con un turbante, ed il volto più rivolto verso l’osservatore, anziché di tre quarti e con lo sguardo rivolto verso l’alto, in contemplazione, come appare nel dipinto finito.
Dall’analisi i restauratori hanno notato come la versione precedente della martire ritratta con il turbante sia praticamente identica all’opera della Gentileschi acquistata alcuni mesi fa dalla National Gallery di Londra.

È stato quindi ipotizzato che entrambe le tele, quella degli Uffizi e quella del museo inglese, derivino dallo stesso disegno.

“Quest’anno potremo celebrare la Festa della Donna – commenta il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt – con queste importanti rivelazioni, che cambiano ciò che sappiamo riguardo ad Artemisia, una delle pittrici più importanti di tutta la storia dell’arte. La maestria degli specialisti dell’Opificio ha permesso di scoprire i segreti della nostra bellissima Santa Caterina: e ora, grazie al loro lavoro, siamo felici di poter affermare che oltre ai cinque capolavori dell’artista di proprietà delle Gallerie, gli Uffizi ne conservano un altro aggiuntivo, fino ad oggi nascosto sotto la pittura visibile della Martire d’Alessandria”.

Sul parapetto della Loggia dei Lanzi chiede di parlare con Schmidt

Firenze, ha oltrepassato le recinzioni di sicurezza della terrazza Loggia dei Lanzi ed è salito sul gradino intermedio per posizionarsi sul parapetto tenendo per mano una statua e ai vigilanti intervenuti per chiedergli di scendere ha detto che sarebbe andato via solo dopo aver parlato con il direttore Eike Schmidt.

Uffizi

E’ accaduto poco prima delle 11 davanti agli occhi di tantissimi turisti che hanno anche fotografato e filmato quello che stava accadendo.

E’ un 52enne originario della Repubblica Ceca, ma cittadino italiano: si tratta della stessa persona che lo scorso 23 settembre aggredì, tirandole una tela in testa, l’artista Marina Abramovic mentre usciva da Palazzo Strozzi, a Firenze, dove era in corso una sua mostra. Secondo quanto si apprende l’uomo, avrebbe detto a Schmidt che come artista avrebbe voluto essere più conosciuto e gli avrebbe poi chiesto di recarsi a vedere le sue opere.
Il direttore, acconsentendo alla richiesta, gli avrebbe teso la mano ma, appena capito che Schmidt stava cercando di farlo scendere, ha lasciato la presa.
A quel punto il 52enne avrebbe iniziato a chiedere ai presenti, operatori della polizia municipale, della polizia di Stato, dei vigili del fuoco, carabinieri e personale del museo, chi fossero.
Infine, avrebbe chiesto a tutti i presenti di firmare un foglio che gli avrebbe garantito, una volta sceso, che non sarebbe stato arrestato.
Portato via dagli agenti, il 52enne è stato accompagnato inoltre dal direttore degli Uffizi. Applausi da parte dei turisti e dei presenti nel momento in cui il 52enne è sceso dal parapetto. Al momento la posizione del 52enne è al vaglio dei carabinieri.

Loggia Isozaki: architetti, “Nuovi Uffizi come occasione per realizzarla”

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento dell’Ordine degli Architetti di Firenze su Nuovi Uffizi e Loggia di Isozaki.

Loggia di Isozaki, l’Ordine degli Architetti di Firenze:

“Vogliamo sperare che questa fase possa realmente fornire l’opportunità di realizzare il progetto Isozaki, legittimo vincitore del concorso, per riscattare le sorti del museo e della città stessa”.

“Da troppi anni l’Ordine degli Architetti di Firenze ripete e ricorda la necessità di dare seguito all’esito del concorso datato ormai 1999 che aveva per oggetto la realizzazione della nuova uscita degli Uffizi. Una questione annosa e spiacevole sotto ogni profilo, per un concorso vinto dall’architetto Arata Isozaki cui fu scelto di non dare seguito, con il successivo ricorso vinto dal progettista che non ha mai comunque portato all’attuazione di quanto previsto in fase di progetto né di qualsivoglia soluzione alternativa. Di fatto uno dei tanti spazi irrisolti nel cuore della città ma, soprattutto, un’occasione persa per riqualificare un’area tanto nevralgica nell’itinerario artistico dei visitatori e per la vita dei cittadini. Siamo stati più volte a un passo dall’inizio dei lavori, sempre rimandato a data indefinita con motivazioni troppo deboli. Vogliamo sperare che questa fase di completamento dei Nuovi Uffizi possa realmente fornire l’opportunità di realizzare il progetto Isozaki, legittimo vincitore del citato concorso pubblico a inviti, per riscattare le sorti del museo e della città stessa, quale mossa augurale di una buona pratica operativa che individui nello strumento del concorso il motore di rigenerazione urbana. Abbiamo sempre pensato che quel nodo irrisolto avesse in qualche modo contribuito a inibire la capacità propositiva della città, e quindi la corretta conclusione di questa questione può rappresentare il simbolo di un rinnovato slancio verso il futuro”. L’Ordine degli Architetti di Firenze
Exit mobile version