Riapertura musei: regala a madre ottantenne il ritorno agli Uffizi

Riapertura musei: le sale vuote e le porte sbarrate degli ultimi mesi sono ancora un ricordo fresco e doloroso per i musei italiani che hanno da pochi  giorni celebrato con numerose iniziative l’edizione 2021 dell’International Museum Day.

A Firenze il 4 maggio scorso dopo l’ultima chiusura durata oltre due mesi, la Galleria degli Uffizi, sono tornate visibili al pubblico con molte novità con capolavori mai esposti in maniera permanente e che sono adesso protagonisti di 14 nuove sale dedicate ai grandi della pittura fiorentina, emiliana e romana del Cinquecento.

Vi proponiamo una sorta di tour virtuale attraverso il racconto di un incontro: quello tra una guida turistica e una visitatrice speciale. Ce lo racconta Lucia Montuschi ai microfoni di Chiara Brilli

Di seguito il post in cui Lucia Montuschi ha raccontato sui social la sua esperienza speciale di ripartenza culturale:

Sono felice di condividere un segnale di ripresa per il nostro lavoro grazie alla riapertura dei musei. Oggi ho condotto un tour privato, un regalo speciale di un figlio alla sua mamma che compiva 80 anni, e che lui ha spinto per 3 ore sulla carrozzina presa in prestito alla biglietteria. La commozione della signora era evidente, era da molto che non entrava in galleria ma lei, maestra, aveva portato i suoi alunni fino a quando aveva insegnato e riconosceva tutto, con un guizzo negli occhi che lasciava trasparire tutta la sua gioia.

Siamo entrati nella sala di Piero della Francesca, volevo mostrare la nuova teca, ho alzato gli occhi ed ho visto il direttore che ci ha dato il buongiorno e non ho resistito dal dirgli che la data era importante, un compleanno, lui gentilmente si è fermato per gli auguri

e per la pioggia di complimenti della signora onorata…

Ringrazio molto il figlio per questa opportunità, la signora per la sua empatia e dolcezza e faccio i miei complimenti

alle gallerie degli uffizi: ai ragazzi della biglietteria, al guardaroba e ai custodi, sono stata felice di apprezzare tanta civiltà e di aver potuto offrire un tour fluido anche nelle nuove e strepitose sale del cinquecento.

Una visita che non dimenticherò un nuovo meraviglioso inizio.

🎧 Uffizi, 4 nuove stanze con 129 opere d’arte

Firenze, presentate alle Gallerie degli Uffizi, 4 nuove stanze traboccanti con ben 129 opere d’arte appartenenti ad artisti come Andrea del Sarto, Parmigianino, Pontormo, Sebastiano del Piombo, ma anche le recenti acquisizioni di Daniele da Volterra, Rosso Fiorentino e l’Enigma di Omero del bolognese Bartolomeo Passerotti, per secoli ritenuto perduto.

“Questa riapertura – ha detto il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt – sorprenderà il pubblico con una serie di capolavori finora mai visti ed altri ben noti, ma mostrati in modo da riscoprirli nel loro significato più profondo”.

Capolavori di Daniele da Volterra, Rosso Fiorentino, Bartolomeo Passerotti (una grande tela ritenuta perduta da secoli), e tanti altri maestri, mai esposti in maniera permanente al pubblico ma adesso protagonisti, insieme ad Andrea del Sarto, Parmigianino, Pontormo, Sebastiano del Piombo nel prezioso allestimento di tredici nuove sale dedicate ai grandi della pittura fiorentina, emiliana e romana del Cinquecento.

Una quattordicesima nuova sala è uno speciale “assaggio”, sintesi ed anticipazione degli spazi che presto accoglieranno gli autoritratti degli artisti collezionati nel corso dei secoli, con lavori, tra gli altri, di Bernini, Cigoli, Chagall, Guttuso.

Una rivoluzione nell’ingresso al museo, tesa a snellire e fluidificare le code, con una nuova biglietteria, un nuovo sistema di accesso e ampi spazi di accoglienza nella parte del complesso vasariano più vicina all’Arno.

Le gallerie degli Uffizi riaprono martedì mattina alle 8:15, dopo l’ultima chiusura durata oltre due mesi, con una crescita per il museo di oltre duemila metri quadrati, nelle 14 nuove sale molte delle 129 opere d’arte non sono mai state esposte al mai viste grande pubblico, ed in più 22 locali al piano terreno adibiti a varie funzioni di ingresso e servizi, a disposizione della Galleria (con gli affreschi riemersi a sorpresa durante i lavori di restauro nell’ala di Ponente, tra i quali uno con il ritratto a figura intera di Cosimo II de’ Medici, attribuito all’ambito di Bernardino

In podcast l’intervista al direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schimd, a cura di Gimmy Tranquillo

🎧 Kirsten Aschengreen Piacenti, è morta durante il week end

È scomparsa nel week end, Kirsten Aschengreen Piacenti, studiosa già direttrice del museo degli Argenti e del Museo Stibbert di Firenze, Cristina, così la chiamavano italianizzando il suo nome nordeuropeo, è morta nella sua casa nel Comune di Reggello.

Di origini danesi, Kirsten Aschengreen Piacenti, aveva studiato a Londra e poi a Firenze, dove spese poi la sua vita lavorativa. Negli ultimi anni si era dedicata anche alla salvaguardia del Castello di Sammezzano.

In podcast il ricordo dell’assessore alla cultura e presidente del museo Stibbert Tommaso Sacchi, intervistato da Gimmy Tranquillo

“A Firenze e al mondo della cultura e dell’arte mancherà una voce tra le più lucide e competenti, sempre appassionata e intenta fino all’ultimo allo studio della conservazione e della diffusione del bello – Afferma l’assessore alla cultura e presidente del museo Stibbert Tommaso Sacchi – Kirsten è stata uno straordinario esempio di come studio e passione possano essere fari che rischiarano un’intera esistenza e gettano luce anche su chi aveva la fortuna di incontrarla e di lavorare con lei. Alla famiglia giungano le condoglianze dell’amministrazione comunale di Firenze e mie personali”.

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, e la coordinatrice del Tesoro dei Granduchi, Valentina Conticelli, esprimono il loro cordoglio per la scomparsa, il 9 aprile, di Kirsten Aschengreen Piacenti: “Per i suoi importanti e pionieristici contributi, per l’intelligenza con cui ha saputo riordinare – e in molti casi riscoprire – le collezioni da lei curate – ricordano Schmidt e Conticelli – Kirsten Aschengreen Piacenti rimane un modello di funzionaria e studiosa di prima grandezza, che si è dedicata con passione e metodo a studi fondamentali, innovativi e lungimiranti. Tra le molte sue iniziative ricordiamo la costituzione del Museo delle Porcellane e del Museo del Costume; tra i suoi brillanti raggiungimenti scientifici si annovera il monumentale catalogo dell’allora Museo degli Argenti – edito nel 1967 – oltre a una bibliografia assai vasta e ancora oggi per molti aspetti insuperata su oreficerie, porcellane, mobili, avori e gioielli. La sua figura di storica dell’arte dalle competenze vastissime e votata al lavoro costituisce un esempio indimenticato, cui si aggiunge la militanza in difesa delle bellezze di Firenze e del territorio, cui si è dedicata con impegno ed efficacia straordinari”.

Le Gallerie degli Uffizi ricorderanno Kirsten Aschengreen Piacenti nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, non appena le misure di contenimento anti-Covid lo renderanno possibile.

Schmidt, nonostante pandemia Uffizi settimi al mondo

Firenze, nonostante la pandemia che ha fatto crollare i visitatori e gli introiti di oltre il 70%, i vari musei fiorentini afferenti agli Uffizi si posizionano al settimo posto nella classifica dei musei più visitati al mondo. Dal 2022 è previsto di tornare ai numeri pre-Covid. Lo dichiara il direttore Eike Schmidt intervistato all’Associazione Stampa estera in Italia in un collegamento via Internet.

“Il colpo della pandemia è stato fortissimo – ha detto Schmidt – ma le Gallerie degli Uffizi resistono: nel 2020 abbiamo complessivamente 1.206.175 visitatori, il 27,5% dell’anno precedente, nonostante il Covid e tutto quello che ha comportato in termini di chiusure e restrizioni. Questo ci posiziona al settimo posto tra i musei d’arte di tutto il mondo, nel 2019 eravamo al nono posto in classifica. Abbiamo perso il 72% dei visitatori, percentuale identica al Louvre di Parigi e al Reina Sofia di Madrid”.

Insieme ai visitatori sono crollati anche gli incassi passati dai 34 milioni del 2019 ai 8,8 milioni dell’anno scorso. Una boccata d’ossigeno è arrivata grazie alle visite delle influencer Martina Socrate, il 12 giugno, e Chiara Ferragni, il 17 luglio, che avrebbero richiamato nel museo un pubblico giovanile, tanto che a dire degli Uffizi per la prima volta i giovani sono stati più di un terzo dei visitatori totali.

“L’effetto che si potrebbe chiamare ‘Socrate-Ferragni’ – ha detto Schmidt – viene supportato dai numeri, che rivelano come non si sia trattato di fenomeni isolati o episodici, ma di uno sviluppo durevole e di ampio respiro grazie ad una strategia precisa e sistematica di avvicinamento ai giovani”. La fascia di età 19-25 è passata dal 6,1% del 2019 al 14,3% del 2020. “Una crescita del +134,4% rispetto all’anno precedente”, sempre Schmidt. Anche il 2021, per il direttore sarà un anno difficile.

“Per i musei non aspettiamo la ripartenza vera prima dell’anno prossimo – ha spiegato -. Dal 2022 ci aspettiamo il ritorno alla grande richiesta che c’era prima. Per inizio maggio saremo pronti a riaprire: abbiamo 15 nuove sale dedicate alla pittura del ‘500 fiorentino e romano che verranno inaugurate lo stesso giorno in cui il museo tornerà ad accogliere il pubblico. Ci auguriamo una riapertura stabile”.

Prosegue il progetto ‘Uffizi diffusi’ che per Schmidt “potrebbe servire da modello anche per altre città d’arte e per altri territori” ma all’estero “più che l’apertura di sedi distaccate stiamo organizzando esposizioni, tese a suscitare interesse non solo per gli Uffizi ma per la Toscana e l’Italia”.

8 Marzo: Uffizi rendono omaggio a tre grandi donne della Famiglia Medici

Una clip su facebook racconterà le storie di Caterina de’ Medici, Vittoria della Rovere e Anna Maria Luisa de’ Medici: tre personalità più forti del loro tempo e per questo entrate nella storia. Sui social del museo, da oggi al 9 ci saranno anche un cortometraggio, una diretta e tanti post a tema

Un video in omaggio a tre grandi dame della famiglia Medici, Caterina, regina di Francia, Vittoria della Rovere, moglie di Ferdinando II, e Anna Maria Luisa, Elettrice Palatina: così, con una clip su Facebook, affiancata da una serie di iniziative social, le Gallerie degli Uffizi celebrano quest’anno la Festa della Donna.
Il video dedicato verrà postato sul profilo delle Gallerie la mattina dell’8 marzo. Ad interpretarlo sarà l’assistente museale Carolina Forasassi, che racconterà, attraverso i loro ritratti, tre grandi donne, diverse tra loro, ma accomunate dal fatto di possedere personalità più forti del comune rispetto alle donne (e a molti uomini) del loro tempo: tanto forti da consentire loro di entrare nella storia e farne parte per sempre.
La prima è Caterina de’ Medici: nata a Firenze nel 1519, diventerà la prima regina italiana di Francia, Paese nel quale porterà raffinatezza, cultura e il gusto fiorentino per il bello. La seconda protagonista è Vittoria della Rovere, nata a Pesaro nel 1622, favolosa ereditiera del ‘600. Ultima discendente del Ducato di Urbino, porterà alla famiglia Medici e a Firenze una dote prodigiosa: settanta carri stracolmi di oggetti d’arte e dipinti straordinari provenienti dal Palazzo Ducale di Urbino e dalle dimore del suo ducato, oggi custoditi alle Gallerie degli Uffizi: tra questi capolavori di Raffaello Sanzio, Piero della Francesca, Tiziano, solo per citarne alcuni. Terza del trittico – ma non certo per importanza storica – è infine Anna Maria Luisa dei Medici, nata a Firenze nel 1667 ed ultima discendente della famiglia, saggia quanto la nonna Vittoria della Rovere. Le collezioni raccolte della sua dinastia sarebbero disperse nel mondo se lei non avesse deciso di legare il patrimonio artistico dei Medici alla sua Toscana. Stipulò un “Patto di Famiglia” il 31 ottobre del 1737 che vincolava tutti i beni medicei, rendendoli inamovibili dal territorio, comprendendo in anticipo sui tempi che questo avrebbe portato turismo, commercio e ricchezza a tutta la regione.

A rafforzare la celebrazione dell’8 marzo da parte degli Uffizi ci saranno però anche tante altre iniziative. Già il 7 marzo sul canale Facebook degli Uffizi si inizierà con un cortometraggio, “Voci di donne. Ritratti femminili dalle Gallerie degli Uffizi”, realizzato da Studio Riprese Firenze in collaborazione con il dipartimento di Strategie digitali. La protagonista di questo cortometraggio è una bambina in visita agli Uffizi, e la storia del suo viaggio in museo ha un risvolto fiabesco: la bimba, che si sofferma ad osservare i ritratti delle grandi donne del passato (tra le quali anche la celeberrima Eleonora da Toledo del Bronzino), scopre infatti che le parlano, raccontandole le loro storie.

A chiusura, il 9 marzo, le Gallerie pensano a tutte le donne con “La Velata rivelata”, diretta streaming – sempre sul canale Facebook degli Uffizi – in compagnia della curatrice della pittura del Cinquecento, Anna Bisceglia, che alle 13.30 illustrerà al pubblico virtuale il capolavoro di Raffaello, esposto nella Galleria Palatina di Palazzo Pitti.

Infine, ad accompagnare il tutto, a partire da oggi sabato 6 marzo e fino a martedì, ci saranno post dedicati all’arte femminile, che avranno al loro centro storie ed opere di pittrici delle quali le Gallerie conservano opere: tra queste anche alcune artiste che si sono autoritratte, come Élisabeth Vigée Le Brun o Angelika Kauffmann.

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Ogni anno celebriamo l’otto marzo con una mostra dedicata a donne artiste o a temi femminili, come quella attualmente allestita nella sala Detti degli Uffizi “Imperatrici, matrone, liberte. Volti e segreti delle donne romane” che sarà visibile non appena i musei riapriranno. Nell’attesa, abbiamo deciso di ricordare questa data simbolica con una serie di eventi online rivolti al pubblico globale dei social, portando inoltre l’attenzione sull’immenso patrimonio di cui tutti beneficiamo grazie ai doni di due magnifiche dame come Vittoria della Rovere e Anna Maria Luisa de’ Medici, e alla diffusione della cultura fiorentina in Europa con Caterina dei Medici, regina di Francia”.

Uffizi acquistano l’Enigma di Omero di Passerotti, capolavoro ‘500

Le Gallerie degli Uffizi hanno ritrovato e acquistato un dipinto del Cinquecento, da secoli ritenuto perduto. Si tratta dell’Enigma di Omero, del maestro bolognese Bartolomeo Passerotti (1529-1592).

Dell’opera si erano perse le tracce da secoli: ora diventerà uno dei protagonisti delle nuove sale di prossima apertura nel museo fiorentino. Il Direttore degli Uffizi Eike Schmidt: “l’acquisto protegge il nostro patrimonio dalla dispersione, il libro appositamente pubblicato è prova dell’intensa attività di ricerca promossa dal museo.

Bartolomeo Passerotti, L’enigma di Omero

Presto l’opera verra’ esposta nelle nuove sale dedicate alla pittura del XVI secolo, di prossima apertura. L’enigma di Omero, scomparso dai radar degli studiosi e degli storici dell’arte, era noto esclusivamente attraverso le descrizioni di alcune fonti storiche e alcuni disegni preparatori. Il primo biografo del Passerotti e’ Raffaello Borghini, secondo il quale il quadro si trovava nel palazzo del letterato fiorentino Giovanni Battista Deti (1539-1607), collezionista e dilettante d’arte, nonche’ membro fondatore dell’Accademia della Crusca col soprannome di Sollo e autore, fra gli altri, del primo Vocabolario della Crusca.

Nel 1677 Giovanni Cinelli ricorda il dipinto nel palazzo di famiglia del senatore fiorentino Carlo Torrigiani (1616-1684) in via Porta Rossa in casa, senza tuttavia riconoscervi la descrizione del Borghini e addirittura confondendo il soggetto rappresentato: un quadro “entrovi un Orfeo, che con la lira in mano trae alla riva dal mare una nave con cinque figure dentro, rapite dalla dolcezza ed armonia di quel suono, opera molto vaga”. Quindi dell’opera si smarriscono le tracce: negli studi moderni sul Passerotti, L’enigma di Omero era segnalato come perduto. Almeno fino a oggi, quando il quadro e’ stato rintracciato proprio presso la famiglia dei discendenti di Carlo Torrigiani.

La scelta del tema rientra nella fortuna del mito omerico nella seconda meta’ del Cinquecento, testimoniata da grandi cicli di affreschi come quello di Giorgio Vasari e Giovanni Stradano in Palazzo Vecchio a Firenze, o ancora dalla decorazione di Pellegrino Tibaldi in Palazzo Poggi a Bologna. L’episodio dell’enigma di Omero, piu’ raro rispetto alle scene tratte dall’Iliade e dall’Odissea, e’ riportato nelle edizioni in greco della Vita Homeri dello Pseudo-Plutarco, piu’ volte stampate nel corso del Cinquecento. Vi si narra che Omero, mentre si trovava sull’isola di Ios, sedendo su una roccia in riva al mare vide arrivare una nave di pescatori, cui chiese se avessero fatto buona pesca. Gli uomini, che non avevano pescato nulla ed erano intenti a spidocchiarsi, risposero con questo nulla ed erano intenti a spidocchiarsi, risposero con questo enigma: “Quel che abbiamo preso, lo abbiamo lasciato, quel che non abbiamo preso, lo abbiamo tenuto”. La risposta all’indovinello era: i pidocchi, alludendo da una parte a quelli che erano riusciti a eliminare e gettare in mare, dall’altra a quelli che non erano riusciti a togliere e portavano ancora addosso. Secondo il racconto dello Pseudo-Plutarco, Omero si arrovello’ a tal punto sull’indovinello, senza venirne a capo, che ne mori’.

UN LIBRO DEDICATO ALL’OPERA – L’opera e’ oggi stata presentata nell’Auditorium Vasari del museo – insieme a un libro monografico ad essa dedicato e pubblicato dagli Uffizi – da Eike Schmidt, direttore delle Gallerie, Daniele Benati, professore ordinario di Storia dell’arte moderna e Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Storici Artistici dell’ateneo bolognese, e dagli autori; all’iniziativa hanno preso parte anche il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e, in collegamento da Bologna, l’assessore regionale alla Cultura dell’Emilia Romagna Mauro Felicori. “Il ritrovamento di questo dipinto e’ di tale importanza che, nell’occasione della sua acquisizione da parte delle Gallerie- ha detto Schmidt- a esso e’ stato appositamente dedicato un libro, che presentiamo oggi insieme al dipinto. Se l’acquisto di un’opera ricordata nelle piu’ antiche guide di Firenze e’ di per se’ un intervento teso a proteggere il nostro patrimonio dalla dispersione, il volume e’ un’ulteriore prova dell’intensa attivita’ di ricerca promossa dal museo”.

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