Appalti pulizie nelle scuole: “ci sono posti assegnati ma manca la firma al Ministero”

Appalti pulizie e sorveglianza scuole (lavoratrici e lavoratori Ata, ex Lsu e appalti storici), oggi a Firenze (via Martelli 9, davanti al liceo Galileo) presidio con Cgil, Flc Cgil e Filcams Cgil.

Un’iniziativa a sostegno della vertenza nazionale di lavoratori e lavoratrici esclusi ed escluse dal primo processo di internalizzazione statale varato l’anno scorso dal Governo.

Si tratta di 4mila persone in Italia e circa 30 tra Firenze e provincia (dove nel primo processo di internalizzazione sono state assunte 150 figure): alcune ora hanno gli ammortizzatori sociali, altre nemmeno quelli.

“Una situazione inaccettabile, è personale con diritto a essere assunto in presenza di oltre 40 posti disponibili. Non c’è più tempo, occorrono azioni urgenti da parte del Governo per gli opportuni provvedimenti legislativi riaprendo l’apposito bando. Potenziare l’organico dei collaboratori scolastici nelle scuole in tempi di pandemia e stabilizzarlo è un primo passo per garantire una maggiore sicurezza ed efficienza del servizio scolastico”, spiega il sindacato, che rivendica: – L’attivazione immediata, come previsto dalla legge, delle procedure selettive della seconda fase di assunzione consentendo la partecipazione anche a coloro che, pur essendo in possesso dei requisiti dei cinque anni di anzianità, ne sono esclusi a causa della mancanza di posti nella provincia di servizio, anche attraverso l’emanazione dei provvedimenti necessari – L’incremento in organico dei posti di collaboratore scolastico a compensazione di quelli necessari alla trasformazione da part time a tempo pieno ex Lsu e appalti storici, al fine di salvaguardare le assunzioni in ruolo del personale che attende da anni le stabilizzazioni e al fine di evitare negative conseguenze anche sulle operazioni di mobilità. In considerazione anche del fatto che la scuola ha forte necessità di incrementare in generale i posti di lavoro come dimostra il più che decennale ricorso al cosiddetto organico di fatto – L’individuazione da parte del governo dei ministeri e delle imprese di soluzioni per le lavoratrici e i lavoratori escluse e esclusi dalle procedure selettive perché non in possesso dei requisiti per essere assunti nelle scuole.

DONATELLA GALGANI FILCAMS CGIL FIRENZE E FRANCESCO DONADIO FLC CGIL INTERVISTATTI DA CHIARA BRILLI

25 aprile e 1 maggio, Cgil e Uil Toscana proclamano sciopero nel commercio

25 aprile e Primo maggio, Filcams Cgil e Uiltucs Uil Toscana proclamano sciopero nel commercio.

“La Regione avrebbe dovuto intervenire, con ordinanze restrittive, come aveva fatto per le festività di Pasqua e Pasquetta. Rispettare il significato e il valore sociale di queste festività dovrebbe essere un dovere di tutti. Il nostro invito è di restare a casa anche per tutelare la salute di chi lavora e di tutti noi”

La decisione di tenere aperti supermercati e centri commerciali, da parte di alcune aziende, per le festività del 25 Aprile e del Primo maggio, “è vergognosa e irrispettosa verso i lavoratori e le lavoratrici, che continuano a dare dimostrazione, in questo drammatico momento, di grande responsabilità, garantendo un servizio fondamentale alla collettività. Rispettare il significato e il valore sociale di queste festività dovrebbe essere un dovere di tutti”, si legge in un comunicato congiunto.

“Per questo anche la Regione avrebbe dovuto intervenire, con ordinanze restrittive, come aveva fatto per le festività di Pasqua e Pasquetta. Il nostro invito è “restiamo a casa” per tutelare la salute di chi lavora e di tutti noi”.

Per queste ragioni, Filcams Cgil e Uiltucs Uil della Toscana proclamano astensione e sciopero dal lavoro per le festività di 25 aprile e Primo maggio, sottolineando quanto molte sentenze hanno sancito: “il lavoro nelle festività civili e religiose individuate dal Contratto nazionale non è un obbligo. Il lavoratore non può essere comandato al lavoro senza il proprio consenso. Le Festa non si vende, si vive”.

 

 

Lavoro: Cgil, chiude negozio alta moda a Firenze

Il sindacato Filcams-Cgil di Firenze sulla chiusura di un negozio di alta moda in centro di via Calimala

A Firenze chiude il negozio di un marchio di alta moda di scarpe, Moreschi, con quattro lavoratrici che rischiano il posto, raggiunte da una lettera di licenziamento per cessazione di attività, perché “il proprietario del fondo non ha voluto rivedere i canoni di affitto”.

Ne dà notizia la Filcams-Cgil di Firenze, secondo cui il punto vendita di via Calimala, nel centro storico della città, chiuderà i battenti a fine mese.

“La rendita immobiliare fa un’altra vittima, servono politiche che la colpiscano”, afferma il sindacato in una nota. Nell’ambito del tavolo di crisi della Città metropolitana “siamo riusciti, ad oggi, a far revocare i licenziamenti – si legge ancora – utilizzando gli ammortizzatori sociali causale Covid, fino a quando saranno disponibili dalla legislazione. In questo modo possono prendere un po’ di respiro le lavoratrici, ma su queste pende la spada di Damocle poiché, quando non ci saranno più ammortizzatori sociali e sarà terminato il blocco dei licenziamenti, la loro fine sarà certa. Il marchio ha preso l’impegno di non lasciare la piazza definitivamente e quindi di riaprire un punto vendita a Firenze: nel frattempo dunque servono ancora gli ammortizzatori sociali e il blocco dei licenziamenti”.

Lavoro: Cgil, licenziamenti in altro hotel di Firenze, in 7 a casa

7 addetti della Concerto Fine Italian Hotels: ancora licenziamenti nel turismo alberghiero a Firenze e ancora per cessazione di attività

Si tratta dei 7 addetti della Concerto Fine Italian Hotels che fino al 31 dicembre scorso hanno gestito servizi di varia natura (amministrativa, commerciale, information tecnology, manutenzione, ecc) per gli Hotel Londra e La Vedetta di Firenze, The Hub di Milano e Il Negresco di Forte dei Marmi (Lucca). Tutte strutture, scrive la Cgil in un comunicato, “Concerto compresa, facenti capo all’imprenditore Aldo Grassi, autore in questi giorni di una clamorosa mega dismissione.

Come é noto infatti l’Hotel Londra é stato acquisito alla fine dell’anno dal fondo patrimoniale francese Eurazeo Patrimoine, Villa La Vedetta Hotel ha sostanzialmente cessato la sua attività con l’inizio della pandemia, mentre l’Hotel Il Negresco e il The Hub Hotel Milano sarebbero in vendita. Da qui, evidentemente, la ‘inutilità sopravvenuta’ delle prestazioni lavorative dei 7 lavoratori di Concerto”. La cessazione di attività, afferma ancora Maurizio Magi della Filcams Cgil Firenze, “é effettivamente la modalità con la quale in questi tempi di Covid ci si libera del personale in esubero.

Del resto se sono ormai 440.000 in Italia i posti di lavoro persi in questa crisi, molti di questi, specie nel turismo alberghiero, derivano da una certa disinvoltura nell’applicazione della norma che ha previsto questa possibilità. Ecco perché, proprio mentre in queste ore si discute di proroga del divieto di licenziamento (regola), occorrerebbe anche discutere di rivedere in modo più restrittivo questa norma (eccezione)”. Ma, ancora Magi, “quello che fa più specie rilevare del ‘caso Concerto’ è che i 7 lavoratori licenziati a distanza di un mese e mezzo vantano ancora crediti retributivi e contributivi nonché la liquidazione ed il mancato preavviso”. Per Magi “siamo di fronte a pezzi di un medesimo mosaico il cui ‘lavoro’ non é ancora stato ultimato. Noi restiamo vigili e siamo in campo, chiediamo alle istituzioni di fare altrettanto”.

Vigilanza, Filcams: lavoratori “precettati” nel giorno dello sciopero

Vigilanza privata, negli ospedali fiorentini lavoratori “precettati” nel giorno dello sciopero nazionale per il rinnovo del Contratto: la denuncia della Filcams Cgil Firenze che parla di atto “inaccettabile” e pensa a procedere per comportamento antisindacale.

Poiché impiegato nei servizi essenziali, considerati funzionali “ai diritti costituzionalmente tutelati alla vita, alla salute, alla libertà e alla sicurezza delle persone”, sei tenuto “ad assicurare la prestazione lavorativa”: con queste parole si conclude la lettera di Coopservice, ditta che lavora in appalto alla vigilanza negli ospedali dell’Asl Toscana Centro, inviata oggi a tanti suoi lavoratori, nel giorno dello sciopero indetto da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil nel settore della vigilanza privata e servizi fiduciari (un’agitazione che rivendica il rinnovo del Contratto nazionale scaduto da cinque anni).

“E’ inaccettabile, siamo di fronte a una sostanziale precettazione, così si mina il diritto allo sciopero. Siamo pronti a procedere contro l’azienda per comportamento antisindacale, nel frattempo invitiamo i lavoratori a scioperare”, dice Giuseppe Martelli di Filcams Cgil Firenze.

di seguito il comunicato di annuncio dello sciopero indetto per oggi:

Le segreterie nazionali di Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL hanno proclamato per il giorno 24 dicembre 2020 una giornata di sciopero per il rinnovo del contratto nazionale della vigilanza privata e servizi fiduciari scaduto ormai da 5 anni.
Un contratto che vede le indennità ferme da molti anni per lavoratori armati che si occupano di sicurezza nei tribunali, ospedali, aeroporti, supermercati, fabbriche, aziende, banche, stazioni ferroviarie, che sorvegliano le nostre città di giorno e di notte, che sui furgoni blindati trasportano i valori necessari a noi tutti, rischiando la vita per poco più di 1.000 euro al mese.
A questi si aggiungono i lavoratori dei servizi fiduciari, che percepiscono una paga che parte da 4,60 euro lordi l’ora.
Anche in questo delicato periodo di emergenza sanitaria le lavoratrici e lavoratori del settore, non si sono tirati indietro dando un contributo fondamentale con responsabilità, diligenza e professionalità, rischiando spesso in prima persona.
A supporto della vertenza i segretari nazionali di CGIL, CISL E UIL hanno scritto al presidente del Consiglio dei ministri, alla ministra dell’Interno e alla ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, illustrando la situazione in cui versano 100.000 lavoratrici e lavoratori della vigilanza privata e servizi fiduciari (in Toscana sono quasi 10 mila), ribadendo che “le guardie particolari giurate e gli addetti alla sicurezza hanno concorso in questi mesi a garantire oltre la normale attività loro propria, anche un importante supporto nella gestione delle procedure di sicurezza poste in essere da enti pubblici e imprese private a tutela della salute pubblica, a partire dalla regolazione dei flussi di accesso dei cittadini”.
Le Segreterie regionali di Filcams, Fisascat e Uiltucs della Toscana invitano le lavoratrici e lavoratori del settore ad aderire a questo sciopero, per ottenere un rinnovo del contratto nazionale dignitoso. Il tempo è scaduto ! E’ l’ora del contratto !

Firmato: Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil Toscana

Filcams Cgil, altri 75 licenziati servizi alberghi a Firenze

Ancora licenziamenti nel turismo alberghiero a Firenze e ancora per cessazione di attività.

Si tratta di 75 addetti ai servizi di pulizia e facchinaggio impiegati in appalto da Gefi società cooperativa in numerosi alberghi della città (tra i quali Machiavelli Palace, Atlantic Palace, Giotto, California). Lo riferisce il sindacato Filcams Cgil. “La società, nata solo ad inizio anno, è infatti prossima alla cancellazione dal registro delle imprese, avendo deliberato la messa in liquidazione e la cessazione dell’attività – rende noto la sigla sindacale in una nota -. Ciò le ha permesso di attuare i provvedimenti espulsivi che la Filcams Cgil ha tuttavia contestato, avendo registrato da un lato la mancata apertura della procedura di mobilità e dall’altro il mancato accertamento dei crediti maturati dai lavoratori (tra i quali il Tfr)”.
“Ci pare di essere di fronte alle già note vicende di fine settembre, quelle che hanno caratterizzato Cegalin ed Iris cooperativa, società che nel medesimo ambito turistico alberghiero fiorentino e con lo stesso schema hanno effettuato 45 licenziamenti per i quali è stato anche attivato il tavolo di crisi con istituzioni e associazioni datoriali presso la Città metropolitana”, dichiara Maurizio Magi della Filcams Cgil di Firenze. Inoltre, aggiunge, “è un dato di fatto e sotto gli occhi di tutti ormai che in questa fase nel turismo alberghiero la cessazione di attività sia diventata la strada principale per i licenziamenti. Lo registriamo anche noi ma al tempo stesso non ne siamo affatto sorpresi”.
“Le esternalizzazioni e gli appalti – conclude – nascono e muoiono con troppa facilità e disinvoltura, rivelando la loro vera natura, non sempre propriamente genuina. Ecco perché, anche da casi come questi e più in generale dalla crisi in atto, occorre perseguire con determinazione l’obiettivo della ricomposizione di un settore ormai in frantumi per provare a costruire un nuovo modello economico più giusto e sostenibile, per il quale non occorrono chiacchiere ma fatti concreti da parte di tutti i soggetti in campo, nessuno escluso”.
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