Toscana: Pegaso d’Oro alla memoria di Giampiero Maracchi

?Grande scienziato, assertore dei cambiamenti climatici di cui ha iniziato ad occuparsi trenta anni fa quando il tema non era ancora nell’agenda di molti. Ma anche gran divulgatore, capace di spiegare con parole semplici fenomeni molto complessi. Questo era il climatologo Giampiero Maracchi,  onorato oggi alla memoria nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze con il conferimento della medaglia d’oro Pegaso da parte della giunta regionale.

Ci hanno pensato Antonio Raschi, Simone Orlandini e Bernardo Gozzini, tutti suoi allievi o collaboratori, a ricordare l’uomo e lo studioso, scomparso all’improvviso il marzo scorso all’età di 75 anni. Un ritratto a tutto tondo, nella giornata in cui gli viene consegnata la medaglia d’oro Pegaso.

Maracchi, con la sua barbetta sbarazzina, fiorentino appassionato, era per molti (e rimarrà tale) “l’uomo del tempo”, quello che sugli schermi del Tg3 regionale parlava il sabato del clima mettendo a confronto la visione scientifica con gli antichi detti contadini,  i quali, ricordava senza fare presuntuoso, nascono sempre  da annotazioni empiriche esatte. “Se fosse vissuto trenta o quaranta anni più tardi sarebbe stato un blogger di successo” scherza Tommaso, uno dei tre figli, che stamani ha ritirato il premio.

Maracchi raccontava il clima in mutamento in modo semplice. L’ha fatto anche nell’ebook “E’ tutto un altro clima” realizzato nel 2012 da Toscana Notizie, l’agenzia di informazione della giunta regionale. Credeva, dice Antonio Raschi, nella “ricerca applicata non fine a stessa ma portata al pubblico”.

I suoi primi passi li aveva mossi alla facoltà di agraria, dove nel 1968 si è laureato con una tesi sulle concimazioni e poi, dal 1973, ha iniziato ad insegnare climatologia. Nel 1980 ha promosso la nascita dello Iata, embrione del futuro istituto di biometeorologia che conta oggi sedi a Firenze, Bologna, Sassari e Roma. Poi è arrivata l’alluvione della Garfagnana del 19 giugno 1996: 4500 sfollati, quattordici morti. Fu una “bomba d’acqua”, un neologismo per il tempo che Maracchi contribuì a coniare. Quell’alluvione nessuno l’aveva prevista e l’anno dopo, nel 1997, su impulso ancora di Maracchi, nasce il Lamma, il corsorzio metà Regione e metà Cnr a cui ancora oggi sono affidate le previsioni del tempo.

“Un tributo dovuto non solo per i suoi studi ma anche per la grande disponibilità sempre dimostrata verso le istituzioni” sottolinea il presidente della Toscana Enrico Rossi, in sala Pegaso con l’assessore all’agricoltura Remaschi.

“Una persona rara, quanto a intelligenza e genialità – aggiunge il presidente –: sempre pronto nei confronti della Regione, ma senza che da quell’offerta ripetuta di un contributo alle soluzione dei problemi dei cambiamenti climatici mai sia scaturita una richiesta di un incarico”.

Scrutava il cielo ogni giorno, ma era anche un appassionato di artigianato. Fabbricava i mobili in casa sua, produceva oggetti in ferro battuto e realizzava da sé pure le scarpe che portava ai piedi. Uno scienziato in tutto e per tutto, insomma, ben ancorato a terra.

L’Intervista di Gimmy Tranquillo all’assessore Remaschi:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/10/181022_02_PEGASO-MARACCHI_REMASCHI.mp3?_=1

Rossi su manovra: “Non ha una visione del futuro”

?È intervenuto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi sulla manovra: “Il problema del debito esiste, non l’hanno inventato banchieri”

Gimmy Tranquillo ha intervistato il Presidente Enrico Rossi:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/10/181022_03_POLITICA_ROSSI.mp3?_=2

“Sono preoccupato perché il problema del debito esiste, non se lo sono inventati i cattivi banchieri o i burocrati, e lo spread già qualche miliardo un più ci costa. Ma c’è un punto in particolare su cui questa manovra cade: è una manovra che non ha visione del futuro, è tutta schiacciata sul presente. Distribuisce un po’ di soldi, li mette immediatamente nelle tasche. Speriamo che almeno questa operazione possa riuscire”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, parlando con i giornalisti a margine della cerimonia di consegna del Pegaso d’oro alla memoria del climatologo Giampiero Maracchi.

“Non si capisce ancora bene – ha proseguito Rossi – se il reddito di cittadinanza sostituisce la legge di lotta alla povertà, che la Caritas e l’alleanza contro la povertà chiedono che si finanzi. Fa un condono che è sempre piuttosto una cosa grave, perché significa schierarsi dalla parte dei furbi e non dei cittadini che le tasse le pagano regolarmente. Poi fa un altro condono addirittura a Ischia: ma cosa deve accadere perché il popolo dei Cinque Stelle, almeno in parte, si faccia sentire? Fa un condono anche edilizio a Ischia, una cosa grossa. Ma scherziamo?”.

Per Rossi, quello che manca, “è soprattutto una politica per lo sviluppo. La parte degli investimenti è minimale e non cambia la musica rispetto al passato. Invece, se vogliamo far crescere il Paese e creare occupazione la vera svolta doveva avvenire sulla crescita mettendo più investimenti pubblici a favore delle infrastrutture, delle scuole, di tutto ciò di cui il Paese ha bisogno compreso l’assetto idrogeologico”.

Rossi riconfermato vicepresidente CRPM: “Più coesione contro l’euroscetticismo”

Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi è stato riconfermato vicepresidente della Conferenza delle Regioni periferiche e marittime (CRPM) nel corso della 46esima Assemblea generale in corso di svolgimento a Madeira (Portogallo). A Rossi è stata affidata la delega alle politiche di coesione

E proprio all’importanza della coesione ha dedicato gran parte del suo intervento in aula. “Anche se le poste perdenti del prossimo Quadro finanziario pluriennale – ha affermato Enrico Rossi – sono la Coesione e l’Agricoltura in quanto ritenute “vecchie politiche” a scapito di nuove tematiche, come il Digitale, la Sicurezza e l’Immigrazione, le cui risorse invece saranno più che raddoppiate, questa per noi resta un’interpretazione sbagliata perché la Coesione è la politica più adatta per tradurre tutto ciò sui territori.”

Il presidente della Toscana ha parlato di tagli importanti, visto che corrisponderanno quasi al 10 per cento, senza contare i picchi di più del 20 per cento per alcuni fondi come quello sullo sviluppo Rurale (FEASR). O senza calcolare altre conseguenze come la soppressione del Programma Marittimo Italia-Francia, cruciale per la cooperazione tra le regioni confinanti, che ha giudicato gravissima.

“Certo – ha aggiunto Rossi – le previsioni iniziali erano ben più drastiche e per questo mi complimento sinceramente per l’importantissimo lavoro del Commissario Corina Cretu e della DG Regionale, che ha difeso con determinazione la causa regionale in seno al Collegio dei Commissari”.

Rossi ha precisato che la Proposta della Commissione del 2 maggio scorso, sul Quadro Finanziario Pluriennale, che – nonostante la Brexit – chiede agli Stati Membri di innalzare il bilancio dell’Ue per il periodo 2020-2027, va sostenuta.

Per Rossi “chi ha chiesto i tagli ha sottovalutato il peso che la politica di coesione ha sui territori. Non c’è una politica europea con un potenziale di comunicazione così grande. I suoi risultati sono sotto gli occhi di tutti gli europei e se ben raccontati sono difficili da demolire. Del resto, ce l’hanno ricordato sia il Consiglio che il Parlamento insistendo sull’importanza di “rendere la politica di coesione più efficace, più utile e più visibile ai cittadini”.

“Non c’è più tempo. – ha ammonito poi il vicepresidente della CRPM – L’euroscetticismo crescente, i movimenti populisti al governo in molti Paesi ci impongono di comunicare meglio e di più e la Coesione offre delle risorse straordinarie. Se penso alla mia Regione – che è classificata come Regione Competitività – non credo ci sia un luogo, un Comune, un territorio dove non siano mai arrivati fondi europei”.

Ha quindi spiegato che la Coesione rappresenta solo lo 0,2% del PIL toscano, ma è essenziale per orientare la sua politica economica e sociale, per indirizzare tutte le strategie di programmazione e convogliare investimenti aggiuntivi a forte impatto territoriale.

Il suo peso è di un miliardo e mezzo di euro per sette anni, a cui si aggiungono quote nazionali e regionali per un piano finanziario totale di 2,7 miliardi di euro. Si tratta di un ammontare in grado di movimentare grandi investimenti pubblici: aiuti alle imprese, lotta alla disoccupazione giovanile, target da raggiungere legati all’ambiente e ai cambiamenti climatici e tante altre politiche per il territorio.

Ed ecco quindi, a sostegno delle sue convinzioni, l’annuncio che “in vista delle elezioni europee dell’anno prossimo, ho deciso di visitare personalmente i 100 migliori progetti finanziati dall’Europa in Toscana.
Con questa iniziativa conto di attirare l’attenzione mediatica sull’Europa della solidarietà, della ricerca, dell’ambiente, delle imprese.
Un’Europa che non ha paura, non si chiude in se stessa e che corrisponde a molto di più di un semplice mercato”.

Agenzia nazionale per la sicurezza, Rossi scrive al ministro Toninelli

Il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha inviato oggi una lettera a Danilo Toninelli, ministro delle infrastrutture e trasporti, sull’istituzione della nuova Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali ed autostradali (ANSFISA) e la contestuale soppressione dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (ANSF) che ha sede a Firenze

A decorrere dal 1 gennaio 2019 verrà istituita l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali ed autostradali (ANSFISA), come previsto dal D.L. n.109 del 28 settembre 2018, secondo una procedura che sarà perfezionata da un successivo decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e che porterà alla contestuale soppressione dell’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (ANSF), con sede a Firenze.

A tal proposito Rossi esprime nella lettera una “forte preoccupazione della Regione Toscana per la soppressione di un ente che, dopo un lavoro di strutturazione durato anni, svolge oggi pienamente le sue funzioni  e si è dimostrato fondamentale per il corretto funzionamento del sistema ferroviario italiano. In particolare – continua il presidente- mi preme sottolineare la necessità di continuare a garantire la terzietà e l’indipendenza dell’Agenzia, un aspetto non scontato visti i contenuti del Decreto Legge oggi vigente”.

“Non posso inoltre -aggiunge Rossi- tacere forti perplessità sul fatto che l’attuale formulazione del Decreto prevede, nel periodo transitorio del passaggio dall’una all’altra Agenzia, la presenza e l’attività giuridica di entrambe. Una sovrapposizione che potrebbe incidere negativamente sulle funzionalità oggi svolte dall’ANSF, con gravi ripercussioni sul servizio ferroviario e, di conseguenza, sui cittadini”.

Rossi conclude la lettera affermando l’importanza di non interrompere il legame, da lui definito “storico”, con la tradizione ferroviaria della Toscana, rappresentato dal distretto tecnologico ferroviario toscano e ricordando che la collocazione a Firenze della sede dell’ANSF è simbolicamente legata al ricordo del tragico incidente ferroviario di Viareggio.

Liquami: la Regione Toscana emana decreto “per sopperire a sconcertante vuoto normativo”

Dopo la clamorosa protesta degli autospurgo che ieri mattina ha bloccato il traffico fiorentino, la Regione ha deciso: per sei mesi anche gli impianti di depurazione che non ricadono nell’ambito dei soggetti affidatari del Servizio Idrico Integrato (SII), come Gida, Aquapur multiservizi Spa, il Consorzio Cuoio Depur, o il Consorzio Torrente Pescia, potranno trattare i reflui misti con percentuali rilevanti di reflui urbani.

La nuova ordinanza che sta per essere firmata dal presidente Enrico Rossi reitera quanto stabilito ad agosto con l’ordinanza che Rossi firmò dopo il divieto di usare i liquami che sono ritenuti rifiuti speciali in agricoltura e la sentenza del Tar che ha impedito il loro trasporto in Lombardia, come avveniva fino a quel momento.

L’ ordinanza stabilisce anche  l’inserimento nell’elenco degli impianti ammessi dei soggetti extra SII: si incrementano così le quantità massime dei rifiuti destinati a smaltimento presso le discariche.

Viene infine fornito un vademecum per la gestione dei fanghi di depurazione, uno strumento di supporto per gli operatori del settore, siano essi produttori/detentori del rifiuto, gestori di discarica o soggetti preposti alle funzioni di controllo o di vigilanza, nonché soggetti incaricati del rilascio di autorizzazione agli impianti di rifiuti.

“La Regione Toscana – afferma il presidente della Giunta Regionale Enrico  Rossi – si fa carico ancora una volta di mettere una pezza allo sconcertante vuoto normativo al quale questo Governo non sta dando risposta, nonostante da mesi sia pronto sul tavolo del ministro un decreto di riforma della normativa di settore corredato da tutti i pareri del caso”.

“Questa ordinanza – ha aggiunto l’assessore all’ambiente Federica Fratoni – nasce da un lavoro di confronto con tutti i soggetti interessati che stiamo portando avanti da settimane e che proseguirà nel prossimo futuro. In essa ci sono risposte importanti a più riperse avanzate dalle ditte di autospurghisti e la codifica degli indirizzi operativi, elaborati in collaborazione con Arpat, capaci di configurare una filiera di trattamento certa, efficace e trasparente”.

Rossi su migranti: “Invito la Prefettura di Firenze a rivedere le circolari”

Sulla vicenda anche il primo cittadino di Firenze Dario Nardella: “Il ministro dell’Interno ha messo le mani sul sistema dell’immigrazione nel nostro Paese senza risolvere nulla, ma aumentando il rischio di pasticci perché smantella lo Sprar, ovvero il sistema di accoglienza diffusa che fino ad ora ha dato i migliori risultati in assoluto grazie al coinvolgimento delle amministrazioni locali e dei sindaci”.

“Rivolgo un invito a rivedere le circolari emesse in questi giorni – sostiene Enrico Rossi – dalla prefettura di Firenze. Contenuti e forma mi paiono inopportuni sul piano costituzionale. È un terreno molto delicato che riguarda” libertà fondamentali: quella “personale, quella di circolazione, quella della segretezza della corrispondenza che possono essere oggetto di limitazioni solo attraverso provvedimenti da parte dei magistrati”

“Dalle circolari – aggiunge Rossi – emerge una tendenza ad affrontare la questione dei flussi migratori come problema di decoro e ordine pubblico, trascurando una concreta gestione dell’immigrazione: insegnamento della lingua italiana, conoscenza dei principi della Costituzione, politiche di integrazione, opportunità di lavoro”.

“Ancor più strana – dichiara Rossi  – appare la misura che dispone l’apertura della corrispondenza destinata ai richiedenti asilo alla presenza degli operatori dei centri. Una disposizione che non trova alcun fondamento normativo. Non mi risulta che nel nostro ordinamento siano presenti ‘leggi santuarie’, quelle che regolavano i consumi e i costumi in epoca romana per impedire che venissero abbattute le barriere fra i diversi gruppi sociali e quindi la contaminazione tra i vari ceti”.

“Siamo – afferma il presidente – in un tempo triste in cui, in più province italiane, enti locali e organi di governo conducono esperimenti di biopolitica, che alludono più alla nostra cattiva coscienza che al rapporto con le leggi. Non potendo operare apertamente una discriminazione degli stranieri e delle nuove minoranze, escogitiamo provvedimenti al limite della costituzionalità e dei diritti universali, iniziative che in modo subliminale esprimono la ricerca del ‘capro espiatorio'”.

“Come presidente della Regione Toscana – conclude Rossi – resto convinto che una maggiore integrazione e un maggior controllo sociale possa avvenire esclusivamente attraverso piccoli centri di accoglienza, il potenziamento dei programmi di insegnamento della lingua italiana, l’impiego degli ospiti dei centri in forme di lavoro socialmente utile alla comunità e il superamento del sistema di accoglienza straordinaria a favore di un maggior coinvolgimento dei Comuni e degli enti locali”.

Il vero problema secondo Nardella: “Sta lì, in un decreto sicurezza che non dà alcuno strumento efficace per governare il problema della immigrazione, e che finirà per aumentare le difficoltà connesse all’immigrazione irregolare che vedremo nelle nostre strade. Questa è la vera preoccupazione – conclude Nardella – sulla quale è calato un velo di silenzio, e che invece bisogna denunciare con grande forza”.

“Le disposizioni  che fissano l’obbligo per i richiedenti asilo di rimanere all’interno dei centri di accoglienza di cui sono ospiti  dalle 8 alle 20  mi lasciano molto  perplessa: si rischia di aggiungere un ulteriore elemento di tensione con la cittadinanza, alimentando il sospetto che queste persone siano pericolose e debbano dunque essere tenute sotto controllo. In un momento, per altro,  in cui servirebbe piuttosto una maggiore integrazione” dichiara la deputata PD Rosa Maria di Giorgi.
 
“Chi delinque è giusto che paghi, ma non possiamo  limitare le libertà personali di tutti perché qualcuno sbaglia. E’ un principio di civiltà a cui non possiamo derogare: la sfida dell’integrazione si vince alimentando le occasioni di incontro, non limitandole. E nemmeno trasformando la permanenza nei  CAS in una specie di arresti domiciliari”  conclude la deputata.

“La decisione della Prefettura di Firenze -interviene anche la consigliera regionale Alessandra Nardini – è senza se e senza ma una limitazione alla libertà delle persone e in quanto tale inaccettabile.  Mi aggiungo alle parole del presidente Rossi, di Federico Gelli e di Serena Spinelli che già hanno criticato questa scelta chiedendo al Prefetto di fare un passo indietro. Gli ospiti dei centri di accoglienza sono prima di persone, esseri umani, più deboli e fragili di molti altri e per questo devono semmai essere sostenuti con più forza e non puniti o marginalizzati o peggio ancora trattati come detenuti.”

“Rilancio anche io l’appello – conclude Nardini – a tornare sulla decisione del coprifuoco per le uscite dalle strutture e il controllo dei pacchi, si possono e si devono trovare soluzioni civili per garantire rispetto delle leggi e serena convivenza. Lo dico ancora una volta, restiamo umani”.

 

 

Exit mobile version