Rossi contro Salvini: “La Toscana non sarà terra di invisibili”

La Corte Costituzionale ha già “tagliato le unghie” al decreto sicurezza del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, cancellando i poteri dei super prefetti. E anche se non ha accolto i ricorsi delle Regioni, giudicandoli inammissibili per competenza, non è entrato nel merito di questioni che potranno e dovranno essere sollevate. Ed è in questa direzione che la Regione Toscana intende fare la sua parte: sostenendo e affiancando il ricorso di chi si rivolgerà al tribunale per il riconoscimento dei propri diritti (strada con cui la Consulta potrà essere stavolta chiamata ad entrare nel merito delle questioni) e soprattutto accelerando i tempi di approvazione della legge sui “diritti samaritani”, presentata nei mesi scorsi, per garantire a tutti cura, cibo, assistenza.

Questi i punti che in una conferenza stampa ha voluto sottolineare il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, dopo la sentenza di ieri sera dei giudici della Consulta. “Dalla Corte Costituzionale – ha spiegato Rossi – è stato assestato un primo duro colpo al decreto, con la cancellazione dei poteri speciali ai prefetti, ovvero di un disegno autoritario che puntava a invadere le autonomie e le competenze degli enti locali, subordinandole di fatto al ministero dello stesso Salvini. È un risultato importante raggiunto grazie al ricorso dell’Umbria, di intesa anche con la Toscana. Quanto ai ricorsi nostri e delle altre Regioni la Corte li ha considerati inammissibili riconoscendo che sulle questioni la competenza è statale, ma senza pronunciarsi sul merito”.

“Pertanto – ha proseguito il presidente Rossi – la battaglia sui diritti rimane aperta e la possibilità di accedere ai giudici costituzionali c’è ancora. Noi intendiamo esercitarlo e lo faremo al primo tentativo che sarà fatto da un richiedente asilo che si rivolga al tribunale per chiedere il riconoscimento di diritti che sono universali”. “Il decreto Salvini – ha concluso Rossi – aumenta gli invisibili, persone allo sbando prive di diritti che la nostra Costituzione riconosce a tutti. E tutto questo intacca i diritti di tutti e pone anche una questione di sicurezza. Già nel 2005, con la legge 41, noi legiferammo sull’accesso universale alla sanità. Il governo Berlusconi ci fece ricorso e perse. Ora approveremo una nuova legge per garantire diritti essenziali, diritti a tutela della dignità umana, legati al solo fatto di essere uomini e donne e bambini, a cui per garantire tutela sanitaria, una buona alimentazione, un ricovero in Toscana non si chiederà mai ‘da dove vieni?’ . E sfido il ministro Salvini a fare ricorso contro di essa”.

Proprio di questa legge – già in commissione – ha parlato Leonardo Marras, capogruppo Pd in Consiglio regionale. “Mentre il decreto sicurezza è una fabbrica di insicurezza, noi approveremo una legge molto concreta e poco ideologica, per affrontare la questione dei circa 5 mila invisibili che il decreto sicurezza sta producendo in Toscana. Di fronte a questa situazione siamo convinti che per tutti, se c’è freddo, ci sarà una coperta e un piatto di minestra”.

L’assessore regionale alla Presidenza Vittorio Bugli ha preannunciato invece un bando con cui saranno finanziati progetti in grado di assicurare servizi relativi ai diritti essenziali della persona. “Già lunedì porteremo in giunta gli indirizzi del bando a cui potranno partecipare enti, istituzioni, soggetti privati, in una logica di risposta di sistema”, ha detto Bugli.

Consulta boccia ricorso Toscana contro DL Sicurezza, Rossi “Faremo ancora ricorso”

La Corte ha ritenuto che le nuove regole su permessi di soggiorno, iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo e Sprar sono state adottate nell’ambito delle competenze riservate in via esclusiva allo Stato. Lo comunica l’ufficio stampa della Consulta.

La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibili i ricorsi contro il decreto sicurezza presentati dalle Regioni Calabria, Emilia Romagna, Marche, Toscana e Umbria, che ne hanno impugnato numerose disposizioni lamentando la violazione diretta o indiretta delle loro competenze. La Corte ha ritenuto che le nuove regole su permessi di soggiorno, iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo e Sprar sono state adottate nell’ambito delle competenze riservate in via esclusiva allo Stato. Lo comunica l’ufficio stampa della Consulta.

“Prendiamo atto della sentenza della Corte Costituzionale, che non è entrata nel merito della legittimità costituzionale delle norme, ma si tratta soltanto del primo tempo della battaglia che abbiamo intenzione di combattere contro chi, come il ministro Salvini, calpesta i diritti umani più elementari”. Così il governatore toscano Enrico Rossi in merito alla decisione della Consulta.  Rossi ha spiegato poi che è già in discussione in Consiglio regionale una pdl della giunta “che individua le modalità generali di erogazione dei servizi per garantire livelli minimi di dignità umana a tutti. Li abbiamo chiamati diritti samaritani. La legge sarà presto approvata e domani con il capogruppo del Pd Leonardo Marras terremo una conferenza stampa per spiegarne i contenuti. Sfidiamo il governo a ricorrere, se vorrà, contro questa legge, convinti della legittimità costituzionale di ciò che andiamo sostenendo”.

“La battaglia per noi rimane aperta, la possibilità di ricorso alla Corte c’è ancora”. Ha aggiunto il governatore annunciando: “Noi abbiamo intenzione di esercitare questa possibilità al primo tentativo di un richiedente asilo di ricorrere al tribunale ordinario per vedere tutelate le sue prerogative negate dal decreto sicurezza”.
Il governatore ha detto che su questo “abbiamo sentito la nostra avvocatura, ci si può costituire ad adiuvandum. Il nostro ricorso lo porteremo ogni volta che una persona farà ricorso a un tribunale, e sarà lo strumento con cui chiedere al tribunale di porre il tema all’attenzione della Corte Costituzionale”. La Consulta, secondo Rossi, “dice no al nostro ricorso per competenza: ma se si va nel merito, siamo sicuri che il Dl sicurezza verrà schiacciato”

Si Cobas denuncia ‘operai aggrediti’: Rossi, stupefatto

Ieri a Prato, in via dello Sprone, un gruppo di operai è stato “aggredito a freddo da una squadretta messa su dal titolare” della ditta contro cui stava protestando  “per chiedere un contratto regolare e la fine di turni di 12 ore al giorno senza riposo settimanale”. Sul posto sono intervenuti ambulanze e la polizia. La questura sta cercando di ricostruire l’accaduto ma intanto conferma che otto operai sono stati portati in ospedale anche se non in graqvi condizioni. A denunciare i fatti è stato Luca Toscano, sindacalista di Si Cobas.

Sconcerto e piena fiducia nell’operato di magistratura e forze dell’ordine perché accertino i fatti e le responsabilità. Questo quanto ha voluto manifestare il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi: “ho appreso stupefatto – spiega – di questo episodio”, con una decina di lavoratori che sarebbero stati “aggrediti mentre scioperavano per la riduzione dell’orario di lavoro e altri diritti in fabbrica. Nel caso tutto questo sia confermato si tratterebbe di un fatto molto grave e di un’ulteriore conferma dell’esistenza di una catena di sfruttamento intollerabile per una regione civile come la Toscana, dove i diritti – prosegue il governatore della Toscana – devono essere rispettati. Per quanto mi riguarda ho piena fiducia nell’opera della magistratura e delle forze dell’ordine. Sapranno fare piena luce su quanto è successo. Auspico che gli eventuali responsabili siano puniti in modo fermo ed esemplare”.i

Un’interrogazione è stata annunciata da Nicola Fratoianni di Sinistra italiana in merito a quanto denunciato da Si Cobas a Prato: una decina di operai pakistani, dipendenti di una ditta cinese, che stavano scioperando “sono stati aggrediti e picchiati durante uno sciopero ed un presidio da una squadraccia mandata dai proprietari dell’azienda. Il bilancio è stato pesante, una decina i feriti”.

I lavoratori, aggiunge Fratoianni, “protestavano per chiedere un contratto e il rispetto dei diritti, visto che a quanto pare dalle loro denunce lavorano 12 ore al giorno, spesso a nero e in condizioni di schiavitù”.
“Presenteremo un’interrogazione al governo per sapere cosa intenda fare – spiega Fratoianni -: vogliamo sapere se verranno mandati subito gli ispettori del lavoro, e vogliamo sapere in Parlamento se le forze dell’ordine presenti siano intervenute a difesa dei lavoratori che protestavano, e in caso negativo – conclude il segretario di Sinistra Italiana –  quali siano stati i motivi del non intervento di fronte al pestaggio e quali iniziative siano in corso per individuare gli aggressori”.

Morta la partigiana Liliana Benvenuti

“E’ con immenso dolore che vi comunichiamo che stamani alle ore 01.30 la nostra cara Presidente Liliana Benvenuti, la partigiana “Angela” ci ha lasciati”. Con queste parole la sezione Anpi Oltrarno comunica la scomparsa della staffetta partigiana che nel 2011 aveva ricevuto il Fiorino d’oro.

Liliana Benvenuti, nata nel 1923, fece parte del Comando di Divisione Arno-Potente e successivamente del Comando di Divisione Marte. In seguito alla guerra, iniziò la sua militanza attiva nel PCI e nell’Associazione Partigiani, e, fino a pochi anni fa, ha presenziato costantemente alle attività della Sezione Oltrarno.

La partigiana “Angela” sarà esposta oggi dalle ore 16.00 presso le Cappelle della parrocchia di S, Gervasi e, le esequie avranno luogo domani venerdi’ 21 alle ore 15.00 sempre nella chiesa di S. Gervasio.

“La nostra comunità è stata colpita da un altro grave lutto: oggi ci ha lasciato la partigiana Liliana Benvenuti che ha contribuito alla Liberazione della sua e della nostra città, mettendo a rischio la propria vita”. Così il sindaco Dario Nardella ricorda la staffetta partigiana che il 24 giugno 2011 ha ricevuto il Fiorino d’oro, massima onorificenza della città.

“Con Liliana perdiamo una grande fiorentina – ha continuato il sindaco – che ha lottato per il bene collettivo, la libertà di Firenze e dei suoi cittadini. Con lei ci lascia una donna che si è distinta per il grande coraggio e che non ha mai smesso di ispirare la sua azione e il suo pensiero agli ideali di libertà e democrazia. Rivolgo alla famiglia di Liliana il cordoglio mio personale, dell’amministrazione comunale e della città di Firenze”.

Così il presidente Enrico Rossi esprime il suo cordoglio per la scomparsa della partigiana “mi rattrista molto la notizia della morte di Liliana Pacini, che con il nome di Angela era stata staffetta partigiana durante la guerra di Liberazione.
Voglio rivolgere le mie sincere condoglianze alla famiglia, agli amici, ai compagni partigiani, a tutta l’Anpi”.
“Liliana Benvenuti era una donna coraggiosa, che ha messo a rischio la propria vita in nome della democrazia e della libertà – prosegue Rossi – La sua scomparsa avviene a pochi mesi di distanza dalla morte di un altro valoroso partigiano, Silvano Sarti, avvenuta nel gennaio scorso. Piano piano, tutti gli uomini e le donne che sono stati protagonisti della guerra di Liberazione ci stanno lasciando. Restano con noi, però, l’esempio, la testimonianza, la memoria: valori preziosi, da conservare e tramandare. A noi – conclude il governatore – spetta il compito di tenere viva e diffondere la cultura dell’antifascismo e della democrazia”.

“Con Liliana Benvenuti scompare un’altra delle grandi figure della Resistenza. “Angela” (qeusto il suo nome di battaglia)  era una donna indomita che ha sempre combattuto per la libertà e la dignità dell’uomo, anche dopo la Liberazione di Firenze e dell’Italia. Entrò giovanissima nella Resistenza, affrontò le insidie della clandestinità con grande coraggio e grande dedizione. Quando parlava del fascismo  diceva “ci hanno tolto la giovinezza”. Di lei mi piacerebbe venissero ricordate soprattutto queste parole come monito per le giovani generazioni, affinché l’orrore della dittatura, della guerra delle deportazioni, non si ripeta. E’ grazie a Liliana, ed a chi come lei sacrificò la propria gioventù, che oggi l’Italia è un Paese libero e democratico. Ed anche per rispetto alla sua memoria, dobbiamo oggi  più che mai averne cura e rifuggire dai rischi di un ritorno della barbarie” questo il ricordo della parlamentare e membro della direzione nazionale PD, Rosa Maria Di Giorgi

Peretola, Rossi scrive al sindaco di Prato Biffoni

In merito alla vicenda della nuova pista dell’aeroporto fiorentino Amerigo Vespucci, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha scritto una lettera al sindaco di Prato Matteo Biffoni.

“Caro Matteo,

ho letto con interesse la tua intervista a Repubblica, di cui ho apprezzato i toni pacati con cui tratti la questione dell’aeroporto, ma non posso condividere la tua volontà di continuare con il contenzioso giuridico contro la Regione Toscana e la scelta compiuta dalla maggioranza del Consiglio regionale.

«Io per ora non ritiro nulla», dichiari nel tuo intervento. Ma sei anche disposto a parlare, a cercare certezze. Apri – mi pare – uno spiraglio per il dialogo, esponendo le tue preoccupazioni su inquinamento e impatto dello pista.

Preoccupazioni sulle quali ho lavorato per anni e che – credimi – erano anche mie. Se non fossero state risolte, non avrei acconsentito alla rimodulazione della pista e al suo diverso orientamento.

È anche per questo che ho espresso sin da subito la mia contrarietà a costruire un inceneritore in un’area urbanisticamente delicata e piena di attività umane quale è la Piana fiorentina.

Come sai, si è deciso di procedere all’istituzione di un parco agricolo inedificabile di ben 7mila ettari, su cui la Regione sta piantumando oltre 100 ettari di alberi, creando boschi che contribuiranno all’equilibrio ambientale dell’area.

Si può fare ancora meglio? Certamente sì. Se possibile discutiamone, come tu stesso suggerisci. Ma non si può discutere e allo stesso tempo armare gli avvocati per continuare una battaglia legale nei tribunali.

Anche a me, da sindaco, è capitato due volte di avere contrasti fortissimi con la Regione Toscana. Presidente era Vannino Chiti, assessore alla Salute Claudio Martini.

Ti assicuro che neanche lontanamente mi è passato per la mente di procedere a contenziosi giuridici.

Il primo contrasto ci fu quando la Regione decise di dividere la Asl di Pontedera per accorparne una parte con Pisa. E il secondo quando fu deciso che la superstrada dovesse passare sul comune di Pontedera, dividendolo a metà e interferendo con l’abitato.

In entrambi i casi si discusse molto e si trovarono soluzioni politiche. Sottolineo politiche.

Mettemmo in campo accorgimenti, compensazioni, disponibilità, che da sindaco, pur nelle difficoltà e in qualche caso anche tra le contestazioni, mi consentirono di guardare avanti e di fare il bene della mia città.

Sui temi che sono cari alla città di Prato, come ho sempre fatto, sono disposto a mettere tutto il mio impegno personale e la disponibilità finanziaria della Regione, per far sì che i prossimi siano anni di sviluppo e di crescita.

Non mi sono mai negato su alcuna questione che mi sia stata posta per supportare e per aiutare Prato, nella convinzione che la sua modernità sia un tratto decisivo della forza presente e futura della Regione Toscana.

Ma togliamo di mezzo gli avvocati e i contenziosi giuridici.
Non si può giocare allo stesso tempo su due tavoli.

Sono convinto che guardandoci negli occhi, assieme a Dario Nardella e agli altri sindaci, sia possibile per tutti uscirne con una sintesi positiva in grado di garantire ciò che più ci preme per la nostra terra e per i cittadini toscani: lo sviluppo e il lavoro, la tutela del paesaggio e della salute, la modernità e la conservazione dell’ambiente e della nostra grande storia umana e culturale.

Non è tempo di tribunali né di sentenze che si contraddicono, che bloccano le scelte politiche e che mettono in mostra una divisione tra istituzioni e persone che ricoprono posti di responsabilità, aderiscono allo stesso partito e  condividono gli stessi valori.

Con grande stima e amicizia,

Enrico”

Toscana capace di spendere i fondi europei, nuovo premio per Sviluppo Rurale

La Commissione Europea ha premiato per la seconda volta in tre settimane la Regione Toscana con 57 milioni di euro per la sua buona performance di spesa e per l’aver superato gli obiettivi intermedi del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) FEASR 2014-2020. Solo tre settimane fa, infatti, la Regione aveva ottenuto altri 44 milioni di euro extra per i risultati ottenuti dal Fondo Sociale Europeo (POR FSE) 2014-2020.

Il Programma di Sviluppo Rurale sostiene l’innovazione e la competitività del settore agricolo e forestale, migliora l’ambiente, le aree rurali, la qualità della vita e la diversificazione dell’economia rurale. Al 31 maggio 2019 il Programma ha già impegnato quasi il 70% e pagato oltre il 33% delle risorse programmate per gli interventi. La valorizzazione di giovani e donne, in particolare sulla diversificazione delle attività delle aziende agricole, caratterizza positivamente gli interventi del PSR.

L’importante risultato è stato ufficializzato oggi a Firenze in occasione del Comitato di Sorveglianza, alla presenza del rappresentante della Commissione Europea che ha giudicato positivamente l’andamento generale del Programma, sottolineandone in particolare l’attenzione all’approccio partecipativo, al sistema di monitoraggio e alla comunicazione.

“Con questo risultato la Toscana si conferma saldamente nel gruppo di testa fra le Regioni italiane per capacità di spesa dei fondi europei”, ha detto il presidente Enrico Rossi, commentando la buona notizia per l’economia toscana. “Ancora una volta abbiamo dimostrato la qualità dei nostri interventi a sostegno delle imprese. L’avere più risorse ci consente di allargare la platea dei beneficiari e dare forza così ad altri progetti meritori che permetteranno al sistema di compiere un ulteriore salto di qualità”.

Rossi ha poi terminato rivolgendo l’attenzione verso il buon lavoro compiuto dalla pubblica amministrazione regionale: “Quando si viene premiati dall’Unione Europea significa che l’attività di coordinamento e di monitoraggio prodotta è di qualità, e di questo voglio rendere merito a lle tante persone che nel tempo hanno saputo ascoltare i bisogni delle imprese più meritevoli e allo stesso tempo valorizzare il prezioso compito affidato al settore pubblico”.

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