Arata Isozaki è morto, non vedrà mai la sua Loggia realizzata agli Uffizi

Firenze, l’archistar Arata Isozaki è morto giovedì 29 a Tokyo, all’età di 91 anni, lo ha confermato all’agenzia spagnola Efe un portavoce del suo studio di Barcellona.

Arata Isozaki ha disegnato e realizzato oltre cento opere diffuse in tutto il mondo, ma in Italia e soprattutto a Firenze, il suo nome è legato soprattutto al progetto della Loggia degli Uffizi, la nuova uscita monumentale del museo fiorentino da lui disegnata ma mai realizzata.

La sua prima esperienza dell’architettura era stato “il vuoto dell’architettura”, l’effetto sconvolgente della bomba atomica su Hiroshima. “E’ stato allora che cominciai a pensare come ricostruire case e città”, aveva raccontato Arata Isozaki, l’archistar giapponese, nato a Oita, sull’isola di Kyushu, nel 1931, appena quattordicenne quando la sua terra fu devastata dalla seconda guerra mondiale.

Premio Pritzker nel 2019, Leone d’oro alla Mostra internazionale di architettura di Venezia nel 1996, progettista, urbanista e teorico, capace di fondere estetiche orientali e occidentali, modernismo e postmodernismo, globale e locale, nella sua prolifica carriera Isozaki ha applicato tecniche di costruzione di volta in volta differenti, in grado di interpretare il territorio e il contesto nel quale venivano progettati e costruiti i suoi edifici.

Tra le sue opere più celebri – che spaziano da Tokyo a Milano, da Doha a Shanghai – il Museo di Arte Contemporanea di Los Angeles, il Palau Sant Jordi di Barcellona per i Giochi del 1992, il Museo Nazionale della Civiltà Egizia al Cairo, il National Convention Center del Qatar. In Italia, la Torre Allianz (il “Dritto”) di Milano con l’italiano Andrea Maffei e il Palasport Olimpico di Torino.

Con Maffei nel 1999 ha vinto la gara internazionale per la nuova uscita monumentale degli Uffizi, al centro di una disputa decennale, in particolare con Vittorio Sgarbi, appena tornato nel ruolo di sottosegretario alla Cultura.

“Firenze, patria dei più grandi architetti della storia dell’umanità, non può non piangere questa grande personalità che ha disseminato il Giappone e il mondo intero di opere straordinarie”, gli rende omaggio il sindaco Dario Nardella.

E il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, sottolinea che “il suo linguaggio astratto e limpido era in parte ispirato dalla sua profonda conoscenza dell’architettura rinascimentale italiana”.

Il 5 marzo 2019 Isozaki è stato insignito del Premio Pritzker, considerato il Nobel per l’Architettura, come “una delle figure più influenti per l’architettura contemporanea, in costante ricerca, senza mai la paura di provare nuove idee. La sua opera – aveva sottolineato la giuria – si basa su una profonda comprensione non solo dell’architettura, ma anche della filosofia, storia, teoria, cultura. Ha portato assieme Est e Ovest, non come imitazione o collage, ma attraverso sentieri nuovi”.

Una scelta legata anche alla sua generosità, per “l’appoggio dato ad altri architetti incoraggiandoli nei concorsi e in altre forme di collaborazione”. Nato il 23 luglio 1931 a Oita, Kyushu (Giappone), Isozaki si è laureato in Architettura all’Università di Tokyo nel 1954.

È stato allievo di Kenzo Tange e ha collaborato con il suo team fino al 1964, anno in cui ha aperto il suo studio nella capitale giapponese. Nei dieci anni di collaborazione con Tange ha partecipato alla progettazione di edifici come la Prefettura di Kaguna a Takamatsu (1955-58); il municipio di Imabani (1957-58) e il Tokyo City Plan (1959-1960). Tra i suoi primi lavori in Giappone, il Medical College Building (1959, a Oita) e la Biblioteca municipale (1962, a Kitakyushu). Negli anni Ottanta, tra il 1981 e il 1986, ha realizzato il Museum of Contemporary Art di Los Angeles, in California. Nel 1983 ha vinto il concorso internazionale per la costruzione del Palau de Sant Jordi a Barcellona e nel 1985 ha iniziato la costruzione del padiglione olimpico, inaugurato nel settembre 1990. Nel giugno 1991 è stato insignito del Gran Premio FAD 1990 per l’Architettura per questo lavoro. Gran Croce al Merito Civile in Spagna, ha ricevuto anche la medaglia d’oro del RIBA (il Royal Institute of British Architects) nel 1985. Negli anni ’90 ha sviluppato numerosi progetti in Cina (Shenzhen Cultural Center,1998; Zendai Himalayas Center, Shanghai, 2003) e in Europa, come il Manggha Center of Japanese Art and Technology di Cracovia (1990-94).

Isozaki ha sposato la scultrice Aiko Miyawaki, autrice delle sculture situate all’ingresso del Palau Sant Jordi di Barcellona, che simboleggiano un giardino alberato.

Uffizi, al termine di un intervento di restauro durato un anno e mezzo, dal 27 dicembre riapre la Biblioteca detta “Magliabechiana”

Firenze, alle Gallerie degli Uffizi, al termine di un intervento di restauro e adeguamento, durato un anno e mezzo, dal 27 dicembre la Biblioteca detta “Magliabechiana”, dal nome dell’erudito che ne fu il primo responsabile, Antonio Magliabechi (1633-1714), riapre al pubblico, con una nuova illuminazione ecosostenibile.

Dagli Uffizi fanno sapere che il costo dell’operazione è stato di circa 250 mila euro. Dal 5 febbraio dello scorso anno i suoi ambienti sono stati sottoposti ad un’operazione di consolidamento strutturale per rimediare ai guasti del tempo, necessari anche per introdurre più moderne ed efficienti tecnologie, al servizio sia della collezione di libri che degli utenti.

Totalmente rinnovato il sistema di illuminazione, all’insegna del risparmio energetico e del comfort per la vista: le vecchie lampade sono state sostituite con moderni led a consumo ridotto, posizionati strategicamente su palchetti, scaffali e tavoli. L’effetto finale sottolinea, inoltre, la storicità e l’eleganza architettonica dello spazio.

La Biblioteca Magliabechiana sarà gratuitamente accessibile agli studiosi il martedì dalle 9 alle 17, il mercoledì e il giovedì dalle 9 alle 13.

Il Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Il restauro della biblioteca Magliabechiana ha un doppio valore, prima di tutto pratico (era fondamentale provvedere al consolidamento delle assi di sostegno del tetto), ma, soprattutto, ricorda l’importanza della ricerca come strumento fondamentale per la tutela delle opere d’arte e come elemento imprescindibile della missione del museo”.

Cenni storici sulla Biblioteca Magliabechiana

Antonio Magliabechi (Firenze 1633-1714) fu bibliotecario dei granduchi medicei di Toscana. Alla sua morte lasciò un’eredità di circa 30.000 volumi: grazie a questa donazione Firenze ebbe la sua prima biblioteca pubblica, nucleo originario dell’attuale Biblioteca Nazionale Centrale. Il 16 dicembre 1998 nel salone Magliabechiano, sede originaria della raccolta della stessa Biblioteca Nazionale, venne insediata la Biblioteca degli Uffizi, specializzata in argomenti come la storia dell’arte, la museografia e la storia locale.

Musei, Nardella: “Schmidt ha fatto fare a Firenze una figuraccia”

Toscana, il sindaco della città di Firenze, Dario Nardella, ha commentato la posizione del direttore degli Uffizi Eike Schmidt,a proposito della questione musei e Natale.

A proposto della posizione di Eike Schmidt sul tenere chiusi i musei a Natale ha parlato anche Dario Nardella.

“Il direttore Eike Schmidt ha fatto fare a Firenze una figuraccia internazionale -dice il primo cittadino dela città- lasciando gli Uffizi chiusi per il ponte di Ognissanti quindi mi sembra un po’ strano che voglia dare lezioni sulle aperture e le chiusure dei musei”.

“Trovo che a Natale nel pomeriggio -prosegue il sindaco della città – le famiglie, così come sono libere di andare per vetrine, di andare a vedere il cinepanettone in una sala, o di andare al ristorante, debbano poter essere libere di godere di un po’ di cultura in un palazzo come Palazzo Vecchio, dove peraltro abbiamo anche esposto un bellissimo presepe rinascimentale”.

In conclusione il sindaco ha poi formulato i suoi auguri “in un momento natalizio che purtroppo viviamo con una guerra in Europa. Spero che si possa trascorrere queste giornate in serenità, sgombri da tante preoccupazioni, tanti pensieri, e soprattutto con le persone a cui si vuole bene, perché questo è ciò che conta”.

Gallerie degli Uffizi, loggia Isozaki? Schmidt: “Meglio è un’opinione ferma che un’indecisione”

Firenze, il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt si è espresso in merito alla loggia Isozaki e sul rischio di un ulteriore stallo sulla vicenda.

Sulla realizzazione della loggia Isozaki per la nuova uscita degli Uffizi a Firenze, “il fatto che qualcuno pronunci un’opinione ferma significa che non ci sono tutti questi lassi di tempo in cui nessuno si vuole pronunciare e si aspetta. Quindi meglio è un’opinione ferma che un’indecisione. Il rischio è proprio l’indecisione“. Queste la risposta del direttore delle Gallerie a chi gli chiedeva un commento sulla contrarietà del ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, dopo il no di Vittorio Sgarbi da neo sottosegretario.

“La gente da centinaia di anni entra ed esce dagli Uffizi, non ci è mai rimasto nessuno rinchiuso dentro”, ha poi ironizzato Schmidt, rispondendo sulle ipotesi di un’opzione alternativa. “È chiaro che bisognerebbe da un punto di vista architettonico e urbanistico pensare a una soluzione tutta nuova – ha detto -. Naturalmente non può averla nessuno al momento, sarebbe anche dal punto di vista procedurale molto strano avere già un’idea precisa. Quindi nel momento in cui verrà deciso di non realizzare questa uscita va pensato subito a un’alternativa ma naturalmente da mettere in bando. Di sicuro io non mi metto a disegnare qualcosa, né penso che i vari politici coinvolti si mettano lì a disegnare. È chiaro che ci vorrà un altro bando, ma posso anche dire che come Galleria degli Uffizi possiamo anche realizzare questi lavori all’interno del progetto dei Nuovi Uffizi, ma è presto per dirlo”.

Per Schmidt “prima ci vuole la decisione” politica, “finché non ci sarà una revisione di quella presa alcuni anni fa da due governi dobbiamo per norma proseguire con l’attuale strada. In questo momento non stiamo realizzando un bel niente che riguarda la loggia, quindi non c’è la furia per quanto riguarda la realizzazione, solo la decisione ma quella ce l’aspettiamo presto”.

Uffizi: aperture natalizie straordinarie il 26 dicembre e il 2 gennaio

Firenze, il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, a margine di un evento, ha parlato delle aperture degli Uffizi durante le festività natalizie.

Gli Uffizi sono stati tra i primi musei ad aprire il 26 dicembre e non solo lo faremo anche quest’anno, ma, caso molto raro, avremo anche un’apertura di lunedì 2 gennaio. Siamo stati anche il primo o tra i primi musei ad aver effettuato una parziale apertura il primo di gennaio, alcuni anni fa, con grande successo, soprattutto per quanto riguarda gli ingressi del pomeriggio. In ogni caso, per il 2 gennaio non vedo ragioni per cui non avremmo dovuto aprire – ha aggiunto – certo è diventato più difficile in questi ultimi anni, perché a causa dei pensionamenti ci sono meno persone che possono offrirsi per questo servizio in più“.

Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha commentato l’annuncio del direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, riguardo le aperture straordinarie previste per i prossimi 26 dicembre e 2 gennaio. “È sicuramente apprezzabile comunicare con largo anticipo le aperture straordinarie del 26 dicembre e 2 gennaio, così come hanno fatto gli Uffizi. Ciò permetterà alle tante persone che in quei giorni di festa saranno a Firenze di programmare per tempo una visita al più importante museo italiano anche in queste due giornate. Auguro che presto gli altri musei e parchi archeologici statali seguano questo esempio”.

🎧 Il mito di Niobe: agli Uffizi sculture a confronto

Il mito di Niobe – Fino al 12 marzo 2023, a fianco delle tredici celebri statue della collezione medicea sarà possibile ammirare un altro gruppo scultoreo di Niobidi recentemente scoperto nel settore termale di un’antica villa romana

I due principali gruppi scultorei dedicati al mito della Niobe per la prima volta insieme agli Uffizi: a partire dal 14 novembre e fino al 12 marzo 2023. L’uccisione dei figli della tragica protagonista del racconto mitologico è rappresentata dalle tredici celebri statue di epoca romana oggi conservate nell’omonima sala in Galleria. Ad esse ne vengono affiancate altre nove, da un gruppo scultoreo recentemente scoperto a Ciampino.
I Niobidi della collezione medicea mettono in scena una delle più tragiche storie del mito greco antico, ossia l’uccisione dei dodici figli di Niobe per volere della dea Latona, offesa per la superbia di Niobe che si era vantata della propria prole. Le tredici statue furono rinvenute nei primi mesi del 1583 tra le mura aureliane (esattamente nella vigna di Gabriele e Tomaso Tommasini) e trasferite poi a Firenze solo nel 1770. Ora i Niobidi fiorentini si confronteranno con l’altro gruppo scultoreo, attualmente conservato nel Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli, complesso architettonico parte dell’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este. Le nove sculture furono rinvenute nel 2012 in un’ampia vasca prossima al settore termale di un’antica villa nella periferia di Roma, in parte frammentarie, ma che, ancora una volta, ricomponevano il suggestivo mito di Niobe.

E’ possibile approfondire il tema sul sito degli Uffizi: da oggi, infatti, su uffizi.it è visitabile la mostra virtuale dedicata ai due gruppi marmorei.

Durante l’esposizione, ci saranno inoltre visite con esplorazione tattile su alcune sculture della Sala della Niobe. Sono aperte a tutti, ma rivolte a piccoli gruppi (massimo 5 persone): per partecipare occorre prenotarsi scrivendo a uffiziaccessibili@cultura.gov.it ed essere in possesso del biglietto d’ingresso. Si terranno il 22 novembre, 6 dicembre, 10 e 24 gennaio, 7 e 21 febbraio, con inizio alle ore 10.

Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt: “Il gruppo di statue dei Niobidi fiorentini, è stato per secoli uno dei principali interessi dei protagonisti del Grand Tour. Il confronto diretto fra le sculture recentemente scoperte a Ciampino e quelle medicee consentirà di meglio apprezzarne le affinità e le discontinuità, permettendo, al tempo stesso, di far maggior luce sui prototipi da cui dipendono. La sala di Niobe, ora più che mai, merita il suo nome, ospitando una folla di sculture che narrano la crudeltà degli dei e la stoltezza degli uomini”.

Il direttore dell’Istituto autonomo Villa Adriana e Villa d’Este a Tivoli Andrea Bruciati (AUDIO): “I due gruppi, degli Uffizi e di Tivoli, possono essere interpretati come tableau vivant, una sorta di performance solidificata al cui interno la narrazione si struttura in maniera cinematografica. Essi assurgono pertanto a modelli espressivi della medesima matrice. In questo senso il gruppo del Santuario integra sostanzialmente quello degli Uffizi. La politezza e la perfezione di quest’ultimo sono indice e manifestazione di un pensiero kantiano di distanza e padronanza della ragione sull’emotività, dove è il controllo l’unica arma a disposizione. Nel complesso di Tivoli, invece, la corruzione fisica della materia sembra suggerirci una descrizione più attenta alla forza primigenia, quasi junghiana e ctonia, residuo esistenziale e poroso di una tragedia apocalittica”.

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