Codice Leicester di Leonardo da Vinci agli Uffizi

?Firenze, il Codice Leicester di Leonardo da Vinci negli spazi espositivi delle Gallerie degli Uffizi come anteprima di assoluta grandezza delle celebrazioni leonardiane, che si svolgeranno in tutto il mondo nel 2019 in occasione dei 500 anni della morte di una delle figure-icona della storia dell’umanità.

La mostra riporta a Firenze il Codice Leicester, un prezioso manoscritto fitto di geniali annotazioni e di straordinari disegni, che Leonardo vi vergò tra il 1504 e il 1508, anni per lui di intensa attività artistica e scientifica.

Il Codice Leicester, oggi di proprietà di Bill Gates, fu compilato dal Genio di Vinci negli stessi anni e mesi nei quali compiva memorabili dissezioni anatomiche nell’Ospedale di Santa Maria Nuova; concepiva il progetto ambizioso di far volare l’uomo, consegnando a un altro prezioso manoscritto, il Codice sul volo degli uccelli della Biblioteca Reale di Torino, le proprie riflessioni e gli studi relativi a questo obbiettivo di inaudito ardimento; era impegnato in un’impresa pittorica ambiziosa (la Battaglia di Anghiari a Palazzo Vecchio); studiava soluzioni avveniristiche per rendere l’Arno navigabile da Firenze al mare, per mettere riparo alle sue continue esondazioni e introdurre tecniche efficaci per proteggere durevolmente le sponde del fiume dall’erosione delle acque correnti.

Lo scrigno prezioso del Codice Leicester custodisce pagine fitte di testi innovativi e di disegni di mirabile qualità che testimoniano l’originalità e la profondità visionaria delle indagini di Leonardo sull’elemento acqua.

Mai prima di allora l’acqua e i suoi movimenti, le “zuffe” tra le correnti, la natura dei vortici e i loro processi di formazione, erano stati fatti oggetto di analisi così penetranti.

Leonardo fissa per primo nelle pagine del Codice Leicester princìpi di idraulica e di idrodinamica che verranno codificati solo secoli più tardi.

Fondandosi su riflessioni originali e geniali esperimenti, egli fornisce inoltre un’interpretazione corretta della cosiddetta luce cinerea della Luna, cioè del particolare fenomeno che interessa la Luna durante la prima e l’ultima fase, quando presenta solo un sottile spicchio illuminato; propone una serie di ipotesi innovative sulla storia della Terra, sulla formazione dei rilievi, delle depressioni e degli specchi d’acqua, sulle cause delle maree, sulle origini delle sorgenti e sulla presenza di fossili marini sulla cima delle montagne.

Il complesso degli studi contenuti nel Codice segna la nascita della geologia come disciplina scientifica, liberandola dai pregiudizi e dai miti che la caratterizzavano al suo tempo.

Al centro dello spazio espositivo sarà possibile ammirare tutte le settantadue pagine che compongono il Codice Leicester.

Grazie a un innovativo sussidio multimediale, il Codescope, il visitatore potrà sfogliare sugli schermi digitali presenti in mostra i singoli fogli, accedere alla trascrizione dei testi, ricevere informazioni sui temi trattati, ecc. Oltre al Codescope, avanzati sistemi di proiezione, plastici e modelli di grande qualità e potere evocativo contribuiranno a rendere la visita una memorabile esperienza culturale ed emotiva.

Impreziosisce l’evento la presenza di una significativa selezione di spettacolari disegni originali di Leonardo, prestati da prestigiose istituzioni italiane e straniere, che forniscono ulteriori informazioni sulle ricerche sviluppate nel Codice Leicester e illustrano le altre numerose attività nelle quali Leonardo veniva impegnandosi negli stessi anni e mesi a Firenze.

Un periodo ‘magico’ per la storia della città, che vide la presenza contemporanea nel perimetro delle proprie mura di grandissimi personaggi delle lettere, delle arti e delle scienze. Non a caso, Benvenuto Cellini

definì quell’eccezionale stagione fiorentina “La Scuola del Mondo”.

Il Codice Leicester sarà esposto agli Uffizi dal 29 ottobre 2018 al 20 gennaio 2019.

Gimmy Tranquillo ha intervistato il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2017/11/171127_CODICE-LEICESTER_SCHMIDT.mp3?_=1

Torna in Italia il Codex Leicester di Leonardo, in esposizione agli Uffizi

Il prezioso codice Leonardiano, proprietà di Bill Gates, torna in Italia dopo oltre venti anni; resterà agli Uffizi fino al 2019

Il prezioso e celeberrimo Codex Leicester di Leonardo da Vinci tornerà in Italia dopo oltre 20 anni: ad accoglierlo ed esporlo, nell’ottobre prossimo, sarà la Galleria degli Uffizi di Firenze, come prestigiosa anteprima delle celebrazioni internazionali, al via nel 2019, per i 500 anni dalla morte del genio toscano. Lo annuncia il direttore del museo Eike Schmidt. Il Codice, che resterà a Firenze fino alla fine di gennaio 2019, verrà prestato agli Uffizi dal suo proprietario, il fondatore di Microsoft Bill Gates.

Il manoscritto venne acquistato da Bill Gates nel 1994 che lo pagò a Armand Hammer la cifra astronomica di 30,8 milioni di dollari. Torna in Italia sulla base di un’intesa, spiega Schmidt, “alla quale si è lavorato intensamente dal 2015, quando il Codice fu esposto a Minneapolis negli Usa”. L’opera tratta principalmente di argomenti scientifici e verrà esposta in Galleria nell’ambito di un progetto curato insieme a Museo Galilei e con il sostegno di Fondazione Cassa di risparmio Firenze: l’ultima volta era stato esposto in mostra a Palazzo Querini Dubois a Venezia, nel 1995. A Firenze la sua ultima apparizione risale al 1982, quando fu protagonista di una visitatissima mostra speciale ad esso dedicata.

“Saremo particolarmente orgogliosi – ha commentato Schmidt – di poter avviare le celebrazioni mondiali per il genio di Vinci con un’esposizione di elevatissimo valore che metterà in luce il fondamentale contributo di Leonardo non solo nel campo dell’arte ma anche in quello del progresso scientifico”.

L’associazione ‘Friends of the Uffizi ‘ si aggiudica ‘Armida’ di Cecco Bravo

L’opera seicentesca dell’artista fiorentino è stata acquistata durante un’asta dall’associazione no profit americana e sarà donata alla Galleria degli Uffizi

L’associazione americana no-profit Friends of the Uffizi Gallery si è aggiudicata l’asta dell’opera seicentesca Armida dell’artista fiorentino Francesco Montelatici, meglio conosciuto come Cecco Bravo.

L’operazione è stata gestita direttamente da Maria Vittoria Colonna Rimbotti, presidente dell’associazione americana e della sua consorella Amici degli Uffizi, in sinergia con il Direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt che ha individuato l’opera che andrà ad arricchire le sale del museo con un autore non presente finora nelle sale espositive.

L’associazione no-profit Friends of the Uffizi Gallery, con sede a Palm Beach, Florida, nasce nel 2006 con l’unico scopo di sostenere le Gallerie degli Uffizi attraverso l’Associazione Amici degli Uffizi, realtà fiorentina attiva ormai da quasi 25 anni con oltre 115 donazioni, 112 restauri, 20 mostre prodotte e 26 cataloghi pubblicati.

Le due associazioni hanno come missione primaria reperire fondi per accrescere e conservare le collezioni del museo, incrementare le sue attività culturali ed espositive, provvedere con programmi e servizi ad accogliere i soci e i visitatori che ogni anno desiderano godere di questo patrimonio unico al mondo.

L’acquisizione di Armida segna un importante passo per l’associazione americana che per la prima volta contribuisce da sola ad arricchire le collezioni, dopo aver sostenuto fino ad oggi insieme agli Amici degli Uffizi numerosi restauri di dipinti, sculture, arazzi e sale espositive.

Più volte commentata nella letteratura su Cecco Bravo, Armida, la celebre maga della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, presenta elementi tipici delle opere più tarde dell’artista che dimostrano una conoscenza diretta della pittura veneta e di Tiziano; infatti è caratterizzata da una pennellata sfaldata e morbida che accentua l’atmosfera misteriosa e onirica della scena. Anche lo schema compositivo del quadro è quello già collaudato da Cecco Bravo per le opere da cavalletto, ovvero la rappresentazione di figure in un proscenio ristretto, stagliate su fondi mossi ma senza una reale tridimensionalità, suggerita soltanto dai passaggi di colore.

Eike Schmidt – Bellavista di Sera 18 07 17

Il direttore  degli Uffizi risponde sulla lettera inviatagli da alcuni funzionari , ricercatori e storici dell’arte della Galleria in cui lo accusano di “comunicazione insufficiente” e “evidenti problemi di demansionamento”. “Fatti noti da un mese e su cui stiamo già lavorando, strano se ne parli ora…” dice Schmidt.

“Notti Doc”: Schmid racconta la “Venere di Botticelli”

Domani sera alle 22.00 per “Notti Doc” al Piazzale degli Uffizi, la “Venere di Botticelli” raccontata dal direttore degli Uffizi. A seguire, proiezione di ” The queen of Silence” .

Notti Doc – rassegna di cinema all’aperto nell’ambito di “Apriti Cinema” per Estate Fiorentina 2017 realizzata da Festival dei popoli- ospita Eike Schmid, direttore degli Uffizi, che racconta la “Venere di Botticelli” introducendo al pubblico il simbolo del Rinascimento italiano, realizzato alla fine del 400 per la villa medicea di Castello, facendolo dialogare con un documentario sul potere e dell’arte.

A seguire la proiezione di The Queen of Silence di Agnieszka Zwiefka, ritratto coloratissimo e pieno di vita di Denisa, una bambina rom priva dell’udito che si esprime danzando e sogna di diventare una star dei musical di Bollywood ad ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.

Nel film la regista segue con delicatezza la vita quotidiana di una giovanissima outsider.     A dieci anni, Denisa è cittadina illegale di un campo rom in Polonia, è femmina in una comunità fortemente patriarcale, e soprattutto si esprime a fatica a causa dei suoi disturbi all’udito. La bambina vive in un mondo tutto suo: pieno di ritmo, danza e colori. Adora imitare le attrici ingioiellate dei film di Bollywood, viste mille volte nei dvd che ha trovato in un cassonetto vicino al campo. Quando balla può essere chi vuole, anche una regina, ed esprime quello che non riesce a dire a parole: le proprie paure, la tristezza, ma anche la gioia di stare al mondo. Di fronte a tanta bellezza, nessun’opera avrebbe potuto essere più adatta della “Nascita di Venere”, tra le più celebri e le più amate tra le meraviglie conservate agli Uffizi, divenuta per estensione simbolo della stessa città di Firenze e della sua Arte Rappresenta una delle creazioni più elevate dell’estetica del pittore fiorentino, oltre che un ideale universale di bellezza femminile.

Questi i contenuti dell’ultimo appuntamento domani, mercoledì 19 luglio alle ore 22.00, con “Notti Doc” realizzata dal Festival dei Popoli in collaborazione con Gallerie degli Uffizi nell’ambito di Estate Fiorentina 2017, che fa dialogare il cinema documentario con alcuni dei capolavori custoditi all’interno del museo.

Per tutte le info: http://estatefiorentina.it/2017/07/03/apriti-cinema-24-appuntamenti-gratuiti-piazzale-uffizi/

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