Nardella: “Da Firenze pronti a piano di aiuto per Notre Dame”.

“Come città di Firenze abbiamo deciso nelle prossime settimane di organizzare un piano di aiuto volontario di artigiani, restauratori e architetti fiorentini per dare da subito il nostro apporto volontario alla popolazione francese e a Parigi per una ricostruzione che sia veloce e sia il simbolo di come la cultura occidentale è forte e coesa”.

Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, a margine della presentazione dei nuovi agenti della polizia municipale assunti a tempo indeterminato in riferimento all’incendio che ha devastato a Parigi la cattedrale di Notre Dame. Si tratta di un “dolore inimmaginabile. Sappiamo che un dramma di questo tipo non colpisce solo la popolazione parigina e francese ma colpisce tutto il mondo”.

Nardella ha rivelato di aver “inviato un messaggio di cordoglio alla mia collega e sindaca di Parigi Anne Hidalgo che conosco e stimo e di cui apprezzo la passione e l’amore che ha verso Parigi”.

In merito all’incendio della cattedrale parigina si è espresso anche Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi: “Siamo tutti vicini alla Francia e alla Chiesa cattolica, è un momento di solidarietà, chiaramente poteva andare molto peggio, ma comunque quello che è successo è terribile e dobbiamo tutti quanti impegnarci per dare un mano, senz’altro lo farò anche io”. Schmidt ha detto che “è sopravvissuta alla rivoluzione francese e a due guerre mondiali, quindi questa cattedrale è già sopravvissuta ad altri tre attacchi forti, ma comunque non sarà mai più com’era. Non soltanto la parte medievale gotica, ma anche la parte dell’800 sarà da ricostruire quindi sarà un lavoro di almeno un decennio. Non è concepibile farlo in tempi più veloci e sarà un lavoro che richiede una collaborazione di tutti, un progetto nazionale della Francia, ma con ripercussione internazionale”.

Infine, il direttore delle Gallerie degli Uffizi ha ricordato l’incendio che ha interessato il museo fiorentino. “Nel 1762 anche agli Uffici c’è stato un terribile incendio doloso – ha osservato -, per fortuna con l’impegno della popolazione fiorentina è stato possibile fermare l’incendio scoppiato nella parte settentrionale dell’ala di Ponente, ma centinaia di opere d’arte furono distrutte o danneggiate. Oggi vediamo ancora il fumo nero sulla superficie del Porcellino che non si può togliere ed è un ricordo di questo incendio”

Gianluca De Felice, direttore dell’Opera primaziale pisana, la fabbriceria che custodisce la cattedrale e l’intero complesso monumentale di Piazza dei Miracoli a Pisa, ha dichiarato: “Fare valutazioni ora è presto e inopportuno e il rischio zero non esiste da nessuna parte, ma nella conservazione dei beni culturali è fondamentale operare con le migliori professionalità disponibili: dall’elettricista al restauratore”. Ha poi aggiunto: “In Francia la conservazione dei monumenti è completamente nelle mani dello Stato, ma i responsabili della cattedrale parigina sono starti nostri ospiti ad alcuni convegni annuali sulla conservazione delle cattedrali europee e se ci chiederanno aiuto in qualunque modo non ci tireremo indietro”.

Il tema dei rischi dei restauri riguarda Pisa che per anni ha convissuto con impalcature fino in quota all’interno del Duomo: “E’ determinante affidarsi a professionalità di alto livello – spiega il direttore della Primaziale – e per questo anche quando ci si affida ad aziende esterne, ritengo che tutti i passaggi debbano essere controllati da professionalità interne che conoscono perfettamente storia e materiali del monumento da conservare”. Infine, De Felice spiega che la cattedrale pisana “è dotata di un sistema di rilevazione di fumo che in caso di necessità attiva una sirena luminosa nella centrale operativa della nostra vigilanza, attiva 24 ore si 24, e un canale diretto con i vigili del fuoco per predisporre soccorsi rapidissimi”.

L’Opera di Santa Maria del Fiore a Firenze esprime “la propria vicinanza e solidarietà alla Cattedrale di Notre-Dame per il terribile incendio che ha devastato l’edificio simbolo della Cristianità in Francia e nel mondo, patrimonio dell’Umanità”. L’Opera sarebbe pronta a garantire il proprio “sostegno con l’esperienza maturata con la Cattedrale di Firenze e i suoi monumenti”.

Restauro “Paesaggio” di Leonardo conferma la sua ambidestria

Due differenti stesure del ‘Paesaggio’ di Leonardo da Vinci (conosciuto come disegno 8P) sia sul fronte che sul retro e la conferma dell’ambidestria del genio: sono queste le novità emerse grazie all’ultima campagna di indagini svolte dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

L’analisi, guidata da Cecilia Frosinini, sul disegno, di proprietà delle Gallerie degli Uffizi, ha permesso la scoperta sul retro dell’opera di due paesaggi sovrapposti del tutto diversi da quello disegnato sul fronte: sono raffigurate una scena fluviale, con al centro un corso d’acqua e due rive collegate da un ponte, e sulla sinistra una formazione di rocce aguzze e frastagliate.
Leonardo aveva impostato questo scenario a nerofumo e successivamente ne sottolineò con l’inchiostro alcune forme, aggiungendo anche dei picchi montuosi. Dall’esame del retro affiorano, inoltre, sotto il paesaggio fluviale in basso a sinistra e più in alto, alcuni disegni a punta di piombo, un fiore stilizzato (una rosetta) e alcuni motivi geometrici.
Infine, l’Opificio delle pietre dure ha rivelato anche la presenza di alcune tracce solo incise, con uno stile cosiddetto ‘cieco’ o ‘acromo’. Lo studio del disegno e in particolare l’analisi calligrafica di due scritte hanno inoltre confermato l’ambidestra del genio di Vinci.
Secondo l’Opificio delle pietre dure entrambe le scritte, sia quella tracciata secondo la celebre stesura al contrario di Leonardo, da destra verso sinistra, che l’altra scritta nel verso ordinario sono da ricondurre alla mano del genio di Vinci che usò la sinistra per la scritta ‘a specchio’ e la destra per la scritta sul retro da sinistra verso destra.
Per il direttore degli Uffizi Eike Schmidt “gli elementi emersi durante questa campagna di indagini aprono nuove prospettive sull’interpretazione del disegno 8P di Leonardo e su come l’artista ha ‘costruito’ il Paesaggio, sulla sua tecnica e perfino sulle sue abitudini e abilità nella scrittura, scoprendolo ambidestro: una vera e propria rivoluzione nell’ambito degli studi leonardeschi”.
Considerata da molti il primo disegno noto del grande artista e certamente il suo primo lavoro datato (5 agosto 1473), l’opera sarà a breve protagonista di ‘Alle origini del genio’, mostra organizzata a Vinci per il cinquecentenario della morte di Leonardo.

Giani: governo tedesco vuole restituire quadro agli Uffizi

Firenze, il presidente del Consiglio regionale della Toscana Eugenio Giani, ha commentato la lettera ricevuta dalla viceambasciatrice della Repubblica Federale di Germania Irmgard Maria Fellner, che risponde alla missiva inviata da Giani lo scorso 2 gennaio al presidente del Bundesrat, ministro presidente Daniel Gunther, inoltrata per competenza al ministero degli Affari esteri.

“La comunicazione del ministero federale degli Affari esteri della Repubblica Federale di Germania, dà significativo riscontro al costante impegno che abbiamo posto per il recupero del quadro ‘Vaso di Fiori’, del pittore olandese Jan van Huysum – commenta Eugenio Giani – È una grande soddisfazione vedere impegni così precisi dalle autorità di governo tedesche con la ferma determinazione comune di avere il quadro esposto nella Galleria degli Uffizi”.

“Fellner – si legge in una nota di Giani – assicura nella lettera che anche per il Governo Federale il dipinto di Huysum deve senza dubbio tornare ad occupare il suo posto originario nella Galleria degli Uffizi”.

“Lessico femminile”, direttore Uffizi lancia appello a #MeToo

In occasione della festa delle donne, l’8 marzo, le Gallerie degli Uffizi presentano la mostra “Lessico femminile. Le donne tra impegno e talento 1861-1926”, curata da Simonella Condemi. L’esposizione è allestita a Palazzo Pitti.

La mostra documenta la varietà dei talenti che hanno reso le donne interpreti della storia e del sapere, in settori diversi che vanno da quello più umile del lavoro dei campi fino a quello artistico-artigianale, letterario oppure scientifico.

L’arco temporale considerato per la mostra prende avvio dall’Unità Nazionale, che coincide con l’iscrizione di alcune lavoratrici alla Fratellanza Artigiana (1861), e si conclude con il 1926, quando venne assegnato il Premio Nobel a Grazia Deledda: prima donna italiana a ricevere l’onorificenza, la scrittrice divenne un simbolo e un riscatto per le sue connazionali.

Le opere esposte documentano la varietà dei talenti che hanno reso le donne interpreti della storia e del sapere, in settori diversi che vanno da quello più umile del lavoro dei campi fino a quello artistico-artigianale, letterario oppure scientifico.

Durante la presentazione di Lessico Femminile, il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, ha lanciato un appello al movimento #MeToo che riportiamo di seguito:

“In vista dell’8 marzo voglio lanciare un appello al movimento #MeToo: la battaglia iniziata dalle vostre bisnonne e nonne per un mondo più giusto verso le donne é ancora ben lontana dall’essere vinta in tutte le parti del mondo. Dunque non mollate, c’é ancora bisogno del vostro impegno, della grande energia che impiegate a livello internazionale. Ci sono ancora troppe poche donne in posizioni dirigenziali nelle aziende e in posti chiave; c’é un tasso di femminicidi che ancora é altissimo e questo é intollerabile. Dunque c’é davvero moltissimo da fare.
Ma intanto una notizia positiva c’é, perché nel mondo c’é sempre più attenzione e interesse per le artiste e per il talento creativo femminile che a livello globale riesce sempre più ad affermarsi vincendo pregiudizi secolari un tempo impossibili da abbattere. La strada per arrivare alla vera primavera delle donne é lunga ma tutti insieme ce la possiamo fare.”

Firenze, presidio lavoratori museali: “Senza risposte sarà sciopero”

Lavoratori dei servizi museali di Firenze a rischio: stamani presidio con Cgil-Uil di categoria. Venerdì incontro a Palazzo Vecchio con l’amministrazione comunale

Stamani decine di lavoratori di Opera, con Filcams Cgil e UilTucs, hanno fatto un presidio e un volantinaggio a Firenze davanti alla Galleria dell’Accademia.

“L’agitazione è dovuta al fatto che – spiega un comunicato di Cgil Toscana – le gare d’appalto per i servizi museali fiorentini, definite da Consip e relative alle biglietterie, accoglienza e bookshop di Uffizi, Palazzo Pitti, Accademia e Museo di San Marco, “mettono a rischio occupazione, diritti e salario (che potrebbe calare del 30%) dei circa 300 dipendenti di Opera. Una situazione già denunciata dai lavoratori attraverso volantinaggi e altre iniziative di sensibilizzazione di cittadini e visitatori (sul tema c’è stato anche un incontro col direttore degli Uffizi Schmidt). Per il presidio di oggi è stata scelta l’Accademia anche perché la direttrice Cecilie Hollberg, sulla questione dei rischi occupazionali, tace. Al presidio di stamani è arrivato anche l’assessore comunale Federico Gianassi in segno di solidarietà: venerdì 8 marzo lavoratori e sindacati saranno ricevuti alle 10:45 a Palazzo Vecchio da lui e dal sindaco Nardella per discutere della vertenza.”

“Il sindacato – continua Cgil Toscana -, rivendicando il rispetto di quanto sottoscritto con il Mibac stesso in materia di clausole sociali, chiede l’intervento diretto del Ministro per beni e le attività culturali, Alberto Bonisoli, per evitare che queste gare di appalto, già bandite da Consip o in via di definizione, possano peggiorare le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici impiegati e conseguentemente i servizi per i cittadini. Il sindacato in tal senso fa appello anche al sindaco Nardella e alle sei ditte che hanno superato la preselezione del bando Consip e corrono per l’assegnazione del servizio. Senza risposte, sarà proclamato lo stato di agitazione e successivamente all’orizzonte c’è un grande sciopero dei musei fiorentini”.

S. Caterina di Gentileschi, forse ‘mash-up’ autoritratto pittrice e figlia Medici

La S.Caterina d’Alessandria di Artemisia Gentileschi come risultato dell’unione tra l’autoritratto della pittrice e il ritratto di Caterina, figlia del granduca Ferdinando de’ Medici, realizzato durante la permanenza alla corte dei signori toscani.

È l’ipotesi emersa dalle analisi svolte dall’Opificio delle pietre dure di Firenze sulla tela della pittrice custodita agli Uffizi di Firenze: lo studio ha mostrato che sotto la superficie dell’opera esiste una versione preesistente della Santa Caterina, senza corona e con un turbante, ed il volto più rivolto verso l’osservatore, anziché di tre quarti e con lo sguardo rivolto verso l’alto, in contemplazione, come appare nel dipinto finito.
Dall’analisi i restauratori hanno notato come la versione precedente della martire ritratta con il turbante sia praticamente identica all’opera della Gentileschi acquistata alcuni mesi fa dalla National Gallery di Londra.

È stato quindi ipotizzato che entrambe le tele, quella degli Uffizi e quella del museo inglese, derivino dallo stesso disegno.

“Quest’anno potremo celebrare la Festa della Donna – commenta il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt – con queste importanti rivelazioni, che cambiano ciò che sappiamo riguardo ad Artemisia, una delle pittrici più importanti di tutta la storia dell’arte. La maestria degli specialisti dell’Opificio ha permesso di scoprire i segreti della nostra bellissima Santa Caterina: e ora, grazie al loro lavoro, siamo felici di poter affermare che oltre ai cinque capolavori dell’artista di proprietà delle Gallerie, gli Uffizi ne conservano un altro aggiuntivo, fino ad oggi nascosto sotto la pittura visibile della Martire d’Alessandria”.

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